CUBAOGGI

SPECIALE PRIMO MAGGIO 2013
A CUBA

 


 

 

GRANDE FESTA POPOLARE IN TUTTA CUBA RAÚL HA PRESIEDUTO LA SFILATA NELLA CAPITALE di SUSANA LEE

 

La sfilata per il Primo Maggio in Piazza della Rivoluzione José Martí, presieduta dal Generale d’Esercito Raúl Castro, Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito e Presidente dei Consigli  di Stato e dei Ministri,  è stata una  manifestazione popolare di massa che ha reso uno speciale omaggio all’eterno Comandante Presidente Hugo Chávez Frías. Lo stesso omaggio è sto reso da milioni di lavoratori e da tutto il popolo nelle altre sfilate per il Giorno Internazionale dei Lavoratori, che si sono svolte in decine di località dell’Isola.

“Quando uno se ne va, non se ne va; resta circondato”, ha detto una volta l’indimenticabile amico e in tutta questa irripetibile giornata è stato presente, sempre sorridente, sempre in piena battaglia, in centinaia di immagini  così vicine e concrete per i cubani.

Alle 7.30 di mattina è cominciata la manifestazione nazionale nell’emblematica Piazza della Rivoluzione della capitale dove, a nome del Buró Politico, ha parlato  Salvador Valdés Mesa, vicepresidente del Consiglio di Stato,  che ha segnalato che Cuba intera si concentra e sfila nelle principali piazze e nei viali delle città e dei paesi, con la guida della class operaia, per esprimere l’unità del popolo e il suo sostegno indiscutibile alla Rivoluzione, al Socialismo, a Fidel y a Raúl. Portando un gigantesco striscione con il testo"Orgogliosi della nostra opera “ migliaia di lavoratori delle Scienze hanno iniziato la combattiva e entusiasta celebrazione alle 7,40, guidando una massa compatta di lavoratori statali e non statali, con i loro familiari e  la popolazione, che sono passati divisi in blocchi dei 17 sindacati e dei 15 municipi della capitale.

Nella tribuna, con i dirigenti del Partito, dello Stato e del Governo, della UJC  e le organizzazioni di massa, i capi delle FAR e del MININT, hanno condiviso questa grande festa. Più di duemila rappresentanti delle organizzazioni sindacali, dei movimenti sociali e solidali, i partecipanti alle riunioni del gruppo di lavoro del Foro di Sao Paulo, guidati da Valter Pomar, Rodrigo Cabezas e Rui da Costa Falcao; Ivan Melnikov, primo vicepresidente della Duma Statale Russa (Camera Bassa), gli assaltanti alle caserme  Moncada e Carlos Manuel de Céspedes, i partecipanti alla spedizione del Granma, i familiari dei  Cinque Eroi e delle vittime del crimine di  Barbados, Eroi ed Eroine  del Lavoro, rappresentanti di partiti e organizzazioni internazionali radicati in Cuba e del Corpo Diplomatico.

La sfilata nella capitale si è svolta con fermezza, organizzata e compatta  per un’ora e 20 minuti, chiusa dalle nuove generazioni che hanno inondato di allegria, di colore e di patriottismo, di luce e di decoro, questa sfilata in questa piazza  che ha fatto storia ancora una volta.


AVANZA LA GRANDE SFILATA DEI LAVORATORI E DEL POPOLO

 

In Piazza della Rivoluzione José Martí a L’Avana, e nelle altre piazze, nei parchi e viali del paese, vibra l’entusiasmo nel passo fermo dei milioni di cubane e cubani che dall’alba sono andati ai loro punti d’incontro e già quando questo giornale sta circolando, avanzano per dire al mondo che marciano uniti per un socialismo prospero e sostenibile.

Vestito con i colori della bandiera, un coro gigante risuona in centinaia di scenari, nella città capoluogo delle province e nei municipi.  “Chávez vive e la sua lotta segue”, è l’omaggio delle masse a chi ha dedicato l’ultimo respiro della vita alla Rivoluzione Bolivariana e al suo popolo e sarà il fratello eterno e indimenticabile dei figli di Martí e di Fidel.  È festa di massa per il Giorno Internazionale dei Lavoratori, occasione eccezionale per riaffermare la decisione irrinunciabile di coloro che con giusto orgoglio sventolano le conquiste rivoluzionarie e dai loro impegni intervengono con l’attualizzazione del modello economico cubano,  senza fretta ma senza pause, sempre più convinti che è indispensabile farlo con ordine, disciplina ed esigenza.  Che avanzi la sfilata con il pensiero posto in Fidel e Raúl e nella generazione storica che ha condotto la nostra rotta per cammini di libertà, indipendenza e dignità.


IL PRIMO MAGGIO A CUBA

Piccola cronaca di una giornalista italiana residente a L’Avana, dove l’Internazionale si canta in decine di lingue.

di GIOIA MINUTI

Il Primo Maggio a Cuba è differente e lo sanno tutti quelli che nel loro paese hanno partecipato alle sfilate, alle manifestazioni ai pochi esempi di celebrazioni che si effettuano oggi in tanti paesi senza eroi e con la storia occultata e spesso manipolata.

A L’Avana partecipare alla manifestazione come giornalista significa alzarsi alle quattro di mattina, anche se si vive vicino a Piazza della Rivoluzione e camminare, come nel mio caso, una mezzora per raggiungere il punto di raduno e controllo degli strumenti di lavoro, registratori, macchine fotografiche, telecamere etc. . 

La prima emozione della giornata è proprio la camminata verso l’emblematica  piazza, perchè le strade sono piene di gente dalla mezzanotte precedente,  gente di tutte le età che raggiunge i punti di concentramento, e lì si provano gli slogan, si canta, si balla, si ride, è tutto molto allegro...

Il Primo Maggio di Cuba  è diverso, perchè  qui non si sfila per chiedere posti di lavoro o denaro o la riapertura delle fabbriche, per protestare contro i morti sul lavoro, per il diritto allo studio...  non è che i cubani non hanno problemi economici,  gli stipendi sono bassi e la fine del mese è sempre lontana dal prossimo stipendio, ma qui le cose si discutono e si risolvono  nelle riunioni popolari, nessuno è abbandonato, come ha detto Raúl, non ci sono persone senza tetto, non ci sono affamati e il Governo non è il nemico o la controparte, il governo è il popolo.

Il Primo Maggio è un’occasione per rivendicare i diritti del proletariato,  degli sfruttati, di poveri, dei derelitti nel mondo.   

A Cuba i diritti umani sono altamente rispettati e i nemici della Rivoluzione si possono zittire anche citando solamente le valutazioni delle Nazioni Unite, i rapporto UNICEF, FAO etc. 

Nei vari settori vitali per una popolazione, come la salute, l’educazione,  la mortalità infantile, l’uguaglianza di genere, la riabilitazione dei reclusi, l’assistenza degli anziani, degli handicappati e altro, Cuba è uno dei primi paesi del mondo  e per questo i media internazionali non  pubblicano ami questa realtà, perchè è un esempio che fa paura. 

Solo gli ipocriti e venduti come famose giornaliste  giramondo, ricche come nessun cubano  lo è, sparano menzogne che sarebbero persino ridicole se non  fossero propagandate come vangelo da chi vuole solo distruggere la Rivoluzione di Cuba.  Gente senza dignità, che si deve vergognare e che lotta solo per i quattrini e la buona vita che nessun cubano lavoratore si può permettere.  

Cuba fa tanta paura come esempio, che si spendono milioni di dollari  e di euro per fare  una bieca propaganda contro l’Isola, che è pari alle verità degli Stati Uniti per sferrare le  guerre in Medio Oriente, come  le armi nucleari di Gheddafi, le armi chimiche della Siria...

È grande l’emozione di stare in una piazza enorme con José Martí che ti guarda e migliaia di persone che, con tutte le loro sfumature, credono che sia  necessario e indispensabile  costruire un mondo diverso e migliore, e che  rendono omaggio a Hugo Chávez e a Fidel, artefici dell’integrazione dell’ America Latina, strappata alle grinfie dell’impero  vorace, ladro sfruttatore e schiavista.

“C’è ribellione e ci sarà la vittoria dei paesi dell’America Latina. Mai più cortili posteriori  dell’impero”, grida Rafael Correa dall’Ecuador  e lo ribadisce Evo Morales dalla Bolivia,  seguiti da molti altri presidenti dell’emisfero.

Il Primo Maggio tutta l’America Latina è qui a L’Avana, rappresentata  da sindacalisti, uomini politici, brigatisti, volontari, attivisti e studenti di ogni paese. E poi ci sono anche rappresentanti dell’Africa, di sette paesi in questo 2013,   asiatici e ragazzi degli Stati Uniti di famiglie povere, che nel loro paese non potrebbero mai studiare e qui si laureano in medicina.

La sfilata è una marea di persone sorridenti che cantano, ballano, gridano parole d’ordine,  con i bambini in spalla, in braccio o anche in carrozzina, le bandiere a migliaia, i ritratti dei leaders del sindacalismo,  gli striscioni inneggianti alla Rivoluzione cubana e a quella Bolivariano,  con il Che e Camilo che guardano. 

È sempre stata una grande manifestazione, e non solo per il numero dei partecipanti, quella che realizza il popolo cubano, in ogni città e municipio dell’ isola,  spinto dal desiderio di  manifestare la forza di questa Rivoluzione, l’unione del popolo, l’orgoglio per le conquiste ottenute con sforzo e sacrificio,  la volontà di  mettere in pratica le Linee di politica economica e sociale approvate nel congresso del PCC e nella Prima Conferenza.

A Cuba si sta vivendo una forte evoluzione sociale, soprattutto con la presenza dei lavoratori  indipendenti, che hanno partecipato alla sfilata, confermando il loro vincolo e sostegno alla Rivoluzione.  Cuba cambia verso il socialismo,  Cuba si rinnova con un socialismo  prospero  e sostenibile.  E poi si canta l’Internazionale.

Nel giorno in cui si ricorda quando la bandiera sovietica sventolo sul Reichstag a Berlino per annunciare la fine del nazifascismo,  a Cuba si canta l’Internazionale, in un immenso coro che prima era aperto da Fidel e ora da Raúl, intonato da tutti i compagni presenti che  cantano in decine di lingue diverse.  Questo solamente vale la pena di un viaggio a Cuba...

L’Inno dei Lavoratori, che è stato dimenticato in troppi paesi,  conferma la nuova realtà di questa regione dove in molti paesi l’essere umano è la priorità dei governi, dove le risorse si sfruttano e beneficio delle popolazioni, rispettando la sovranità, le differenze culturali, scambiando ricchezze e conoscenze,   con la creazione di gruppi come l’ALBA e la CELAC, per essere uniti e più forti nella lotta  contro il capitalismo,  il neoimperialismo che stanno portando la Terra e gli esseri umani alla distruzione.


TUTTI I GIORNI SONO IL 1º MAGGIO!  di O. FONTICOBA GENER

Che tutta Cuba sfili ogni 1º maggio non è una formalità e tanto meno un obbligo o una routine irriflessiva. Che tutta Cuba sfili ogni 1º maggio significa che il popolo, i lavoratori, mantengono e difendono le conquiste sociali realizzate, che hanno fiducia nella sua forza, nella sua unità, significato di 54 anni di uguaglianza  e libertà, pieni d’emancipazione, di democrazia e di Rivoluzione.

“Quando mi guardo e tocco,

io Juan senza niente giusto fino a ieri,

e oggi Juan con tutto,

e oggi con tutto,

giro gli occhi e guardo,

 

mi vedo e tocco,

e mi domando come

ha potuto accadere...

 

 

Nel XIX secolo, quando celebrare il giorno internazionale dei lavoratori era una chimera, Josè Martí pubblicava nel suo quotidiano “La Nación”, un articolo sul processo giudiziario fraudolento  contro i dirigenti operai di Chicago, perchè avevano manifestato le loro idee politiche, e che terminò con condanne a morte.

Non meritano perdono, diceva l’Apostolo, coloro che, incapaci di domare l’odio e l’antipatia che ispira il crimine, giudicano i delitti sociali senza conoscere e pesare le cause storiche in cui sono nati, nè gli impulsi di generosità che li producono.

Ma le cause da cui è potuta nascere quella ribellione anarchica o da cui emanarono altre battaglie del proletariato resistono ancora e per questo il mondo ancora oggi replica i martiri di Chicago.

A Cuba, dal trionfo rivoluzionario, il 1º maggio non solo è stata una data propizia per i lavoratori per manifestare la propria contentezza, ma uno scenario dal quale si mostra la politica sociale di una nazione che ha come legge primaria il culto della dignità piena dell’uomo.

“Andremo avanti con la nostra Rivoluzione proletaria che rende degno il lavoro”, ha detto Fidel nel 1962, “che sopprime i privilegi, che sopprime le disuguaglianze e che trasforma il lavoratore nel centro della nazione e che trasforma il lavoro nella dedizione più onorata e più degna dell’uomo”.

Questa è stata la premessa che ha spinto le più profonde trasformazioni nell’Isola, che oggi presiede i nuovi passi verso un socialismo prospero e sostenibile che ha fatto sì che ogni cubano abbia il piacere d’andare per il suo paese, padrone di tutto quello che c’è in lui.


IL MONDO SFILERÀ A CUBA

di  YUNIEL LABACENA ROMERO - ADIANEZ FERNÁNDEZ IZQUIERDO

Con i loro tipici costumi e agitando le bandiere dei loro paesi, i giovani di tutte le  nazioni che  studiano nelle università cubane, oggi accompagnano il popolo cubano per celebrare il Primo Maggio nella capitale.  Circa 1500 studenti di 98 paesi che rappresentano la Scuola Latinoamericana di Medicina - ELAM - faranno parte de blocco di 50.000 giovani che in Piazza della Rivoluzione chiuderanno la coloratissima sfilata per la festa del lavoro.

“Ci sommiamo a voi per celebrare le conquiste della Rivoluzione  in appoggio ai proletari del mondo”, ha affermato per JR l’uruguaiano Jorge Gómez, presidente della Giunta Studentesca della ELAM, che ha riferito che “È un onore perchè in molti dei nostri paesi si marcia per esigere che si rispettino i  diritti”, ed ha aggiunto che andremo per le strade con la stessa energia, entusiasmo e forza, che si esprime  in Uruguay, Venezuela, Bolivia, Ecuador.

“Gli studenti abbiamo preparato 15 striscioni giganti con i visi e le parole d’ordine dei principali leaders latinoamericani.  Andremo in piazza intonando canzoni che identificano i nostri popoli, con gli slogan della Rivoluzione cubana, Fidel, Chávez, Raúl, e per  un’America Latina per l’integrazione,  per esigere la libertà definitiva dei  Cinque Eroi prigionieri dell’ impero e dimostrare il nostro ringraziamento per il gesto di formarci come  eccellenti professionisti nelle vostre aule, tutti motivi per condividere la celebrazione dei cubani”, ha aggiunto.

Cresce la solidarietà con Cuba

ARTEMISA – Più di  de 250 brigatisti hanno riempito l’ Accampamento Internazionale Julio Antonio Mella, a Caimito, come parte dell’Ottava edizione della brigata Primero de Mayio, considerata la più numerosa degli ultimi anni.

La Primero de Mayio riunisce uomini e donne provenienti da  30 paesi.  La maggior delegazione è quella della Nigeria, e per la prima volta partecipano sei paesi dell’Africa, ha precisato, Orlaida Cabrera, direttrice di  Africa e Medio Oriente  nell’Istituto Cubano di Amicizia

con i Popoli. Sino al 5 maggio rimarranno in Cuba, svolgendo lavori agricoli e sviluppando un ampio programma che comprende la partecipazione alla sfilata del 1º Maggio.

 

servizio fotografico: SAMUEL HERNANDES (Siporcuba Avana)
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DISCORSO DI SALVADOR VALDES MESA, SEGRETARIO GENERALE DELLA CTC DI CUBA, MEMBRO DEL BURÒ POLITICO DE PCC, NELLA MANIFESTAZIONE DEL 1º MAGGIO A L’AVANA, GIORNO INTERNAZIONALE DEI LAVORATORI

 

 

Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito e Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri

Compagne e compagni  della Presidenza

Distinti invitati

Lavoratori

Compatrioti

Davanti alle immagini di Lázaro Peña, Capitano della classe operaia cubana, e di Hugo Chávez, il miglior  amico che ha avuto il popolo cubano, come ha detto il compagno  Fidel,  celebriamo questo 1º  Maggio nell’anno del 160º anniversario della nascita del nostro Eroe Nazionale José Martí,  il 60º dell’assalto alle caserme Moncada e Carlos Manuel de Céspedes  e il 40º dello storico XIII Congresso della CTC.

Cuba intera si concentra e sfila nelle principali piazze e nei viali delle nostre città e dei nostri paesi, guidata dalla classe operaia per esprimere l’unità del suo popolo e il suo sostegno indiscutibile alla Rivoluzione e al socialismo,  a Fidel e a Raúl.

Nel Giorno Internazionale dei Lavoratori rendiamo uno speciale omaggio all’ indimenticabile Comandante Hugo Chávez Frías ed esprimiamo il nostro più profondo affetto e tuta l’ammirazione a questo gigante che è entrato nella storia come un Eroe di Nuestra America, alla sua straordinaria opera che è la Rivoluzione Bolivariana e al suo amato popolo, al quale ha dedicato sino all’ultimo istante la sua feconda vita.

Al  Presidente del Venezuela, Nicolás Maduro Moro, giunga la nostra solidarietà e la determinazione di continuare uniti sul cammino per la vera e definitiva integrazione dei nostri popoli, uniti per un socialismo prospero e sostenibile, parola d’ordine con cui oggi marciamo in massa in questa esemplare giornata, milioni di cubane e di cubani, per confermare il nostro impegno con la Patria.

Immersi nei lavori dell’organizzazione e preparazione del XX Congresso dei Lavoratori cubani, chiamato a potenziare il ruolo protagonista del movimento sindacale nell’attualizzazione del nostro modello economico, reiteriamo la volontà ispiratrice con cui noi cubani contribuiamo, ognuno dai propri posti, all’ implementazione integrale delle Linee di Politica Economica e Sociale del Partito e della Rivoluzione.

Nella strategica battaglia economica in cui ci incontriamo, è imperativo continuare ad elevare in maniera sostenuta i livelli di produzione, la produttività del lavoro, la qualità dei servizi, incrementando le esportazioni e sostituendo  le importazioni, con un uso più razionale delle risorse per raggiungere l’efficienza che il paese necessita.

È ungente inoltre elevare la battaglia contro l’indisciplina e ogni genere di illegalità, contro qualsiasi manifestazione di corruzione che attenta alla base il nostro sistema sociale.

Lavorare con ordine, disciplina ed esigenza deve diventare la principale premessa per rendere realtà i nostri impegni di sviluppo.

L’organizzazione del XX Congresso Operaio in marcia, avanza nella preparazione dei processi di analisi e discussione,  promuovendo la più ampia partecipazione dei lavoratori  alla prima stesura della Legge del Codice del Lavoro e del Documento di Base che definisce il ruolo del sindacato nell’attualizzazione del modello economico,  proponendosi di giungere all’importante incontro con un movimento sindacale più forte e organizzato, per realizzare un maggior apporto ai processi di cambio e trasformazione che si sviluppano.

 

Compagne e compagni

 

Il mondo è sottoposto a una crisi globale acuita da conflitti regionali  e locali, che minacciano da molteplici angoli  la sopravvivenza della specie umana, e i suoi effetti producono ai lavoratori e al popolo disoccupazione, il calo dei salari, la perdita dei benefici sociali, il sequestro delle case, portando i lavoratori  alla fame e alla miseria e reprimendoli con brutalità quando protestano.

Da questa tribuna esprimiamo la nostra solidarietà a tutti coloro che nel pianeta sono vittime di questa demenziale politica, con la voce di un popolo privilegiato che non soffre questi mali e dove nessun cittadino è restato o resterà abbandonato.

 

Continuiamo a denunciare il discredito per la politica degli Stati Uniti verso il nostro paese, paese che  sostiene il suo criminale blocco  economico, politico, finanziario e mediatico, che da più di 50 anni  mantiene un popolo  obbligato a realizzare enormi e prolungati sacrifici per difendere la sua libertà e sovranità.

Nonostante i tentativi  imperiali, il nostro popolo si sente orgoglioso di poter dimostrare al mondo che la sua Rivoluzione gli ha garantito lo sfruttamento dei diritti  umani fondamentali, che oggi vengono negato a milioni di persone in tutto il mondo.

Chiamiamo la più ampia solidarietà internazionale a reclamare per la liberazione dei nostri Cinque Eroi prigionieri dell’impero, e moltiplicheremo senza stancarci le azioni  per far crollare questo muro di silenzio che ha permesso di far durare un simile ingiustizia.

Voglio terminare le mie parole salutando i circa duemila dirigenti sindacali, le personalità e i rappresentanti dei movimenti sociali di 73 paesi che ci accompagnano in questa commemorazione, per esprimere loro la nostra gratitudine e solidarietà  permanente a nome dei lavoratori cubani.

Ugualmente trasmettiamo il saluto militante e solidale ai dirigenti politici e del Foro di Sao Paulo che ci accompagnano e s’impegnano a ricercare le vie per rinforzare l’unità di Nuestra America.

 

Viva  i lavoratori!

Viva Fidel e Raúl!

 

Avanti con la sfilata, compagni!


GLI HANDICAPPATI PRESENTI NELLA SFILATA PROLETARIA di FÉLIX MILIÁN

Migliaia di donne e uomini che lavorano nei 150 istituti speciali che esistono in Cuba per gli handicappati, hanno partecipato il Primo Maggio alla sfilata per il Giorno Internazionale dei Lavoratori.

Questi lavoratori raggruppano persone con differenti limitazioni fisiche o intellettuali che  in questi centri si riabilitano, sfruttando l’opportunità di sentirsi utili e ottenere l’indipendenza economica.

Il cieco Ernesto Suárez, segretario generale della sezione sindacale nel laboratorio di Bejucal, in provincia di Mayabeque, ha manifestato la soddisfazione di salutare la data con il compimento produttivo di 60.000 buste per radiografie e per medicinali, ordinati dall’ Ospedale Nazionale Enrique Cabrera, di questa capitale.

“Marceremo con  i lavoratori dell’Industria Leggera e manifesteremo il nostro appoggio al progetto socialista di Cuba, alla causa dei Cinque Eroi antiterroristi dell’Isola, condannati ingiustamente negli USA” ha detto pochi istanti prima di iniziare la sfilata che ha reso omaggio al Comandante bolivariano  Hugo Chávez, leader della Rivoluzione Bolivariana, “il miglior amico di Cuba”, come ha detto Fidel.


MIGUEL DÍAZ CANEL HA PRESIEDUTO LA SFILATA OPERAIA A SANTIAGO DI CUBA

 

Miguel Díaz Canel, primo Vicepresidente dei Consigli di Stato e dei Ministri di Cuba,  ha presieduto  a Santiago di Cuba la celebrazione del Giorno  Internazionale dei Lavoratori. Con Díaz Canel c’erano Lázaro Expósito Canto, membro del Comitato Centrale e Primo Segretario del Partito Comunista di Cuba nella provincia, altri dirigenti del Partito, del Governo e delle organizzazioni politiche, giovanili e di massa.

Hanno condiviso la tribuna in Piazza della Rivoluzione Antonio Maceo Grajales, Eroi del Lavoro, operai e i migliori dirigenti sindacali, veterani e fondatori della Centrale dei Lavoratori di Cuba, con delegazioni straniere di organizzazioni operaie  amiche di Cuba.

Nella storica piazza e in tutta la zona circostante hanno ondeggiato e sventolato gigantesche bandiere cubane e del 26 di Luglio, simboli del popolo e cartelloni con scritto:  “Unità per un Socialismo prospero e sostenibile”, la parola d’ordine che ha distinto la celebrazione di quest’anno.

 

 

 

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