La
presentazione del libro: “Fidel: días de Girón”, avvenuta nella sede del
Consiglio dei Ministri è stata la prima azione di molte simili che
avverranno in questi giorni in occasione del 45º Anniversario della
vittoria cubana a Bahia de Cochinos sulle forze mercenarie finanziate
dal governo degli Stasi Uniti.
Acela Caner e Eugenio Suárez sono gli
autori del testo elaborato con materiali tratti da quindici anni
d’investigazioni e che comprende tutti gli avvenimenti che riguardano
l’Isola, dal gennaio del 1961 sino al 15 aprile dello stesso anno,
quando iniziò l’aggressione finanziata e approvata da Washington.
Uno dei capitoli più attraenti è
quello del dialogo del Comandante in Capo, Fidel Castro, con i più di
mille mercenari prigionieri; in un altro si riferisce la battaglia
sferrata dal leader della Rivoluzione per far sì che l’amministrazione
nordamericana indennizzasse Cuba per i danni provocati e che è rimasta
la sola volta nella storia in cui il governo nordamericano ha accettato
le sue responsabilità.
Il libro è un diario che registra
passo a passo quello che è successo nell’aprile del 1961, nel quale si
possono incontrare note per la stampa emesse delle FAR, i comunicati
emessi da Fidel dal posto di comando e una rivelatrice mostra dei
dispacci delle agenzie internazionali che tergiversavano e inventarono
un’altra - falsa - battaglia di Girón.
Il segno lasciato da Fidel nei giorni
di Girón, i suoi principi etici, il suo coraggio, la sua intelligenza e
la capacità di prendere decisioni che sfidavano la logica e i pronostici
del nemico, sono presenti in questa memoria dove l’epico trascende lo
scenario delle azioni militari.
Anche se il 15 aprile ci furono
attacchi di aerei provenienti dagli Stati Uniti camuffati con
identificazioni delle forze aeree cubane, fu il 17 aprile che cominciò
l’invasione, sbaragliata in 66 ore.
Gli autori di “Fidel: días de Girón”
hanno commentato il loro lavoro di fronte ai lavoratori e a cinque degli
otto veterani di questa epopea, che lavorano negli uffici del Comitato
dirigente del Consiglio dei Ministri.
Acela Caner, che è professoressa di
Universitad para Todos e investigatrice, oltre che scrittrice ( El
muchacho del Copacabana, La tia, etc), ha spiegato che il libro fa parte
di un progetto che lei e Eugenio Suárez, direttore della rivista Cuba
Socialista stanno studiando da 15 anni sull’opera e il pensiero del Capo
della Rivoluzione.
I volumi già pubblicati sono: “Fidel:
de Birán a Cinco Palmas”, “Fidel: de Cinco Palmas a La Habana”; “Fidel
nella Crisi d’ Ottobre” e quello appena presentato.
Eugenio Suárez ha spiegato a sua
volta che questi testi iniziano nel 1926 a Birán e giungono sino al
1962, includendo anche il libro “Fidel nell’anno della liberazione”, in
tre volumi, che raccoglie, giorno dopo giorno, tutto quello che il
Comandante in Capo ha fatto, le sue attività, i discorsi e gli
interventi e: “ Questo ci sembra un regalo molto opportuno per il nostro
popolo”, ha affermato giustamente.
Il libro, tra altre cose
interessanti, contiene "un scrutinio fatto per il proprio Comandante su
quei momenti. Inoltre raccoglie il dialogo del leader cubano coi
mercenari. Non credo che nessun Capo di Stato sia stato capace di
stabilire un scambio personale con più di mille mercenari prigionieri",
assicurò Suárez.
L'opera comprende l'indennità di
guerra che per la prima volta nella storia gli Stati Uniti si videro
obbligati a pagare a Cuba per i danni e danni causati per l'invasione.
Tra le cose curiose - tante di questo
libro - sono le bugie, tergiversazioni e manipolazioni delle agenzie
yankee, in questione l'UPI e l'AP in quelli giorni, come quella che "il
Primo Ministro Fidel Castro si era dato alla fuga e che suo fratello
Raúl fu catturato e che il Generale Lázaro Violacee gestisce l'asilo
politico di Fidel."
Oltre a queste, si propagarono altre
bugie e ridicolaggini, come che l'Esercito e la Marina dell'Isola si
sommarono agli invasori; che la maggioranza dei 400 000 miliziani cubani
passarono alla Brigata 2506; che si lottava per strade di L'Avana; che
il Hotel Avana Libre fu distrutto a causa degli attacchi aerei e che
mille soldati dell'ex presidente Carlos Prío sbarcarono in Oriente e che
gli invasori lo fecero più tardi in quattro delle allora sei province
cubane."