Il presidente dell’Andalusia
impressionato per il numero di cubani interessati ai libri ha
inaugurato il padiglione andaluso nella Cabaña, la mostra fotografica su
María Zambrano e soprattutto il Centro Dulce María Loynaz nel Vedado.
Il Presidente dell’Andalusia, Manuel
Cháves, in visita ufficiale a Cuba nei primi giorni dello svolgimento
della Fiera Internazionale del Libro ha anche visitato a Matanzas varie
opere sociali che fanno parte di un progetto di collaborazione firmato
nel 2001 tra la Comunità Andalusa e Cuba, dopo il passaggio devastatore
dell’uragano Michelle.
L’importante ospite era accompagnato
da José Ramón Fernández, vicepresidente del Consiglio dei Ministri
di Cuba e da Carlos Alfonso Zaldívar, ambasciatore della Spagna
all’Avana.
Cháves aveva visitato i municipi di
Jagüey Grande e Pedro Betancourt tutti e due in provincia di Matanzas,
dove risiede una significativa comunità di discendenti e nativi
dell’Andalusia. Egli ha espresso la sua soddisfazione per lo
svolgimento del progetto che prevede la costruzione di circa 600 case e
la riparazione di 24 scuole nella campagna, la ristrutturazione di una
cisterna per l’ossidazione, il miglioramento del drenaggio di una laguna
vicina e la costruzione di un acquedotto che servirà circa 28.000
persone.
Alla Fiera del Libro, quando è stato
tagliato il nastro del Padiglione D dell’Associazione degli Editori
della Giunta dell’Andalusia, Cháves ha definito “meraviglioso” lo
spettacolo di decine di migliaia di persone a caccia di libri e ha
detto che era “una vera festa per il popolo dell’Isola”.
Il Presidente andaluso dopo
l’inaugurazione dell’esposizione sull’illustre scrittrice e filosofa di
Malaga María Zambrano, Premio Cervantes, che ha vissuto a Cuba dal 1940
fino al 1953 ha dichiarato che “Questo è un atto esemplificativo degli
ottimi rapporti tra Cuba e la Giunta dell’Andalusia”, ed ha
ricordando i profondi legami di María Zambrano con Cuba e con molti dei
più famosi scrittori. Sono state molto emozionanti le parole dello
scrittore e ricercatore Cintio Vitier nell’occasione che, insieme a Fina
García-Marruz, fu allievo della Zambrano. Cintio ha evocato la figura e
il pensiero della rilevante cittadina di Malaga che scrisse in un
articolo “Ho trovato a Cuba la mia patria ancestrale”, e inoltre ha
letto il sonetto dedicato alla grande amica che condivise numerose
giornate della feconda rivista Orígenes, intitolato “Semplicemente
Maria”.
L’inaugurazione del Centro Culturale
Dulce María Loynaz, nella residenza della poetessa - che vinse il Premio
Cervantes - al centro del quartiere Vedado, è stata uno dei momenti
culturali di più grande importanza. La casa è stata restaurata con la
partecipazione di fondi dell’Andalusia.
La casa accoglierà l’Accademia Cubana
della Lingua, che fu diretta da molti anni dalla poetessa, e il Centro
Nazionale di Promozione Letteraria.
All’inaugurazione hanno partecipato
moltissimi intellettuali cubani e stranieri tra i quali Roberto
Fernández Retamar, Jaime Zarusky, Marilyn Bobes, il ministro della
cultura Abel Prieto, Miguel Barnet Anton Arrufat, Thiago de Mello,
Volodia Teitelboim.... e tanti altri in una serata invernale del freddo
febbraio “tropicale” cubano.
Gastone Sozzi: una
vita per il socialismo
Julio Antonio
Mella e Tina Modotti contro il fascismo
La morte di
Gastone Sozzi
Sono socialista
perchè amo.
Amo tutto quello
che c’è di bello e buono nella vita
Amo chi si procura
il pane con il suo lavoro
Amo l’umanità che
si imbruttisce distruggendosi in povere case umide
Amo la pace che
permette alla civilizzazione di migliorare le condizioni della vita e
sollevare gli spiriti
Amo la verità.
E questo grande
amore mi porta all’odio
e odio le
ingiustizie e l’oppressione
odio il ricco che
opprime il povero
il prepotente che
umilia l’umile
il capitalista che
si arricchisce con il sudore di chi lavora
E l’amore e
l’odio, fusi insieme, fanno di me un socialista.
Gastone Sozzi
Era nato a Cesena
nel 1903, figlio di un operaio del forno municipale e della figlia di un
contadino membri della sinistra rivoluzionaria del partito socialista.
Gastone si era
iscritto nel 1919 alla Federazione Giovanile Socialista e collaborava
con il giornale “Lotta di classe”.
Alla nascita del
Partito Comunista nel 1921 si iscrisse con tutta la Federazione
Giovanile e immediatamente venne notato come organizzatore dei gruppi di
difesa proletaria contro gli squadroni fascisti.
Nel 1922 Sozzi fu
obbligato ad andarsene da Cesena per evitare un ordine di cattura e si
rifugiò con documenti falsi nella sede dell’Ordine Nuovo di Torino, dove
faceva parte del gruppo armato che difendeva il giornale comunista di
Gramsci. Poi il Partito lo mandò a Mosca e Leningrado per seguire un
corso di preparazione politica in un istituto politico militare.
Nel 1925 ritornò
in Italia e cominciò a lavorare nel dipartimento militare del partito,
clandestinamente.
Nel 1927 lo
arrestarono a Basilea, in Svizzera, dove era andato per incontrare
Palmiro Togliatti. Pochi mesi dopo lo arrestarono di nuovo a Milano e lo
trasferirono a Perugia dove morì per le terribili torture. La versione
ufficiale parlava di suicido, ma alla famiglia non fu permesso nemmeno
il diritto di far eseguire l’autopsia.
Tre mesi prima
della sua morte era nato Sergio, suo figlio, che seppe della terribile
morte diversi anni dopo, adolescente, perchè la famiglia temeva per la
sua vita.
Sergio è un
architetto, vive a Firenze ed è venuto all’Avana per partecipare alla
presentazione del libro di Froilán González e Adys Cupull sulla campagna
contro il fascismo di Julio Antonio Mella e Tina Modotti, da Città del
Messico, (dove Mella fu ucciso poco tempo dopo la morte di Sozzi da
sicari pagati da Machado), che presero le difese di Gastone Sozzi e
lottarono per tentare di salvarlo dalle mani dei fascisti.
A Cuba c’era la
dittatura di Gerardo Machado, il Mussolini dei Caraibi e i due dittatori
ebbero relazioni molto strette, facilitate da un avvocato italiano che,
tradendo i propri ideali si era venduto al fascismo e al capitale
nordamericano, il napoletano Oreste Ferrara che ebbe ruoli della massima
importanza nella vita politica cubana.
“Dobbiamo
ringraziare questi due eccellenti e famosi ricercatori e scrittori
cubani che hanno riportato alla luce la memoria di uno degli Eroi della
lotta contro il fascismo, dimenticato dalla sua stessa gente” ha detto
Serena Bartolucci dell’Associazione di Amicizia e Solidarietà di Perugia,
Asicuba.
Il 25 aprile di
quest’anno verrà scoperta una lapide che dice
“Nei seminterrati
di questo edificio la polizia del regime fascista segregò e torturò gli
antifascisti perugini, tra essi Pietro Goretti, Vittorio Pilini, Alfio
Porticelli e Mario Santucci che si gettò dalle finestre verso la
sottostante via di
Sant’Ercolano.
Anche il dirigente
cesenate del Partito Comunista, Gastone Sozzi subì orrende torture che
lo portarono alla morte all’età di 25 anni, il 6 febbraio del 1928.
Nel sessantunesimo
anniversario della liberazione dell’Italia dal nazifascismo, i cittadini
pongono per onorare coloro che qui difesero la libertà e la giustizia e
perchè l’Italia intera sappia e non dimentichi”.
La presentazione
del libro “Julio Antonio Mella e Tina Modotti contro il fascismo” dei
due autori cubani è avvenuta nel Salone degli Specchi del Museo della
Rivoluzione, con un atto culturale molto bello, anche grazie alla
presenza del coro nazionale della radio e della TV di Cuba e del
pianista Nelson Camacho.
Poi è stato
presentato nella Fiera del Libro il penultimo giorno, sabato 12.
L’edizione spagnola è alla seconda edizione, mentre è appena uscita
anche un’edizione italiana.