Presentato
il libro “Dino Pogolotti, un piemontese all’Avana” delle Edizioni Blu
Una famiglia
italiana ha avuto una partecipazione notevole allo sviluppo della
capitale di Cuba all’inizio del XXº secolo: Dino Pogolotti, un
piemontese emigrato in America è stato il costruttore del primo
quartiere operaio di Cuba e di tutta l’America Centrale.
Da Giaveno, il
paese di nascita in Piemonte, a Pogolotti, la strada di Dino è stata
molto laboriosa e interessante. Dino Pogolotti, sposato con una
nordamericana, Grace Joyce, venne a Cuba in un momento speciale, dopo la
fine della guerra di indipendenza, dopo un’epidemia di febbre gialla e
dopo la terribile e disumana politica di concentrazione di Valeriano
Weiler, Capitano generale dell’Isola, che provocò la morte di migliaia
di contadini allontanati a forza dalle loro case, cibo e infrastrutture
generali. Le terre avevano prezzi molto bassi e Dino Pogolotti era un
imprenditore nato, aveva un’eccellente cultura umanistica e una grande
capacità tecnica. Comprò, grazie ai soldi della moglie, molte grandi
tenute nella zona di Marianao e seppe realizzare grandi progetti di
urbanizzazione in queste terre di sua proprietà e promosse la nascita
di nuovi quartieri. Costruì il cinema, l’acquedotto, un negozio di
alimentari che ancora esiste nel municipio di Marianao e Pogolotti, il
quartiere che gli ha dato - e anche a tutti i suoi discendenti - una
fama eterna. La Regione Piemonte attraverso la Direzione Promozione
delle Attività culturali, istruzione e spettacoli, ha permesso di
promuovere una ricerca sociologica con una raccolta bibliografica e
fotografica sull’attività di Dino Pogolotti e del suo “barrio”
dell’Avana.
“Il Comitato
Unicuba, il punto di riferimento degli scambi tra il Piemonte e Cuba,
nato su iniziativa del Rettore dell’Università degli Studi di Torino,
Prof. Rinaldo Bertolino, è orgoglioso di aver potuto realizzare questa
ricerca che deve molto all’attività di organizzazione e di coordinamento
svolto dalle professoresse Mariangela Nasi Marengo e Acela Caner Román,
ed è molto grato alla Regione Piemonte di aver promosso e sostenuto la
ricerca e averne permessa la realizzazione” scrive il presidente del
comitato Unicuba, Daniele Ciravegna.
Questa ricerca è
nata da un’altra ricerca del 2002, che permise di esporre a Cuba, nel
Museo delle Belle Arti, molti quadri del figlio di Dino, Marcello
Pogolotti, notissimo pittore futurista che lavorò con i più grandi
mastri del futurismo a Torino in particolare.
Il quartiere
Pogolotti, come si legge nel libro, che presenta ancora alcune case
originali, e venne fondato nel 1912 e inaugurato il 24 febbraio, giorno
della presentazione del libro che è scritto in due lingue, italiano e
spagnolo.
Il quartiere è
molto importante storicamente per i cubani: in una casa vennero
nascosti i resti di Antonio Guiteras e Carlos Aponte, fondatore e
membro della Giovane Cuba rispettivamente, in Avenida 61, assassinati
dal regime dittatoriale di Machado (Guiteras aveva promulgato ottime
leggi a favore dei lavoratori), nel quartiere lavorò Carlos J. Finlay
che scoperse il vettore della febbre gialla... Pogolotti aveva una
squadra di baseball di ottimo livello e vari centri sportivi.
In Avenida 94 c’è
sempre la Scuola Agramonte, costruita da Dino. Alla presentazione del
libro, semplice ma molto interessante, che si è svolta a lato della Casa
degli Anziani, hanno partecipato oltre a Graziella Pogolotti, nipote di
Dino e figlia di Marcello, nota intellettuale e vice presidente della
Unione degli artisti e degli scrittori, UNEAC, il sindaco del municipio
Marianao, i professori universitari che hanno lavorato alla
pubblicazione, autorità politiche della Regione Piemonte, funzionari e
responsabili della cooperazione tra l’Italia e Cuba, diversi italiani e
la popolazione di Pogolotti.
Le foto del libro,
molto belle e quasi tutte inedite, sono state fornite da Graziella
Pogolotti e da sua cugina Anna Maria Luisa Pogolotti. La traduzione
nelle due lingue è di Gioia Minuti. membro della UNEAC.
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Graciela Pogolotti e Giustino Di Celmo |
Graciela Pogolotti e Rita Marchiori dell'Assessorato
della cultura della Regione Piemonte e il presidente del CAM Lazaro
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foto Samuel Hernandez - clicca per
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