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La lotta contro l’ALCA

 

“Non ci sarà una sola alternativa: ce ne saranno molte per costruire un mondo migliore nella nostra regione e ogni paese avrà le proprie alternative poichè tutti hanno una cultura e situazioni differenti” ha sostenuto il Comandante in Capo Fidel Castro al termine del IIº Incontro di Lotta contro l’Alca che ha riunito più di 1230 partecipanti di 32 paesi nel Palazzo delle Convenzioni dell’Avana.

“L’importante, ha detto Fidel, è la bussola, la direzione, la strada da percorrere  e questo è quello che stiamo cercando di tracciare. La crisi è tutto quello che abbiamo alle spalle: senza crisi non succede quello c’è stato in Argentina, senza crisi non sarebbe successo quello che è avvenuto in Venezuela.”

Fidel ha detto che gli interventi gli hanno fatto ricordare i 45 anni trascorsi della Rivoluzione, di lotte contro il potente e vicino impero con le manovre, le aggressioni, i crimini  commessi contro il popolo cubano che con coraggio di ha resistito sin dall’inizio.

Fidel ha confermato ancora una volta la disposizione di Cuba di rifornire i programmi per insegnare a leggere e scrivere via radio o con metodi audio visivi ed ha valutato i cambiamenti prodotti in questa tappa neo liberista dell’imperialismo, ha elencato i problemi più gravi dei  paesi del Terzo Mondo, che hanno le monete nazionali sempre più svalutate mentre il debito estero cresce e su un totale di 2,5 milioni di milioni di  dollari, 750.000 milioni sono i debiti dell’America Latina

Esistono molte possibilità di trovare soluzioni nonostante le condizioni di nazione sottosviluppata, bloccata e odiata: Cuba ha progettato molti piani  rivoluzionari  nel settore della cultura, dell’educazione e per migliorare i servizi della salute.

“Cuba ha dimostrato che si possono creare capitali umani  che valgono più del denaro!”

Questa realtà aumenta l’odio dell’impero, ricco di un capitale tecnologico e finanziario acquistato con il saccheggio grazie ai finanziamenti che assicura al sistema che regna nel mondo e all’attitudine di coloro che governano in molti paesi.”

Approvati all’unanimità la Dichiarazione Finale e il Piano di Azione 

Dopo quattro giorni di intenso dibattito i partecipanti hanno approvato la Dichiarazione Finale e il Piano di Azione con

un testo finale che ha sottolineato il coraggio delle battaglie popolari nel continente, soprattutto in Bolivia, dove ha cotretto alla fuga l’ex presidente  Sánchez de Quesada, lacchè degli Stati Uniti e del neoliberismo.

Il documento denuncia che, nonostante i cambiamenti che avvengono nella regione, gli Stati Uniti continuano a contare sulla voce potente del debito estero, strumento di ricatto e controllo sulle nazioni dell’emisfero.

Oggi non si può capire la lotta per la giustizia economica e sociale senza opporsi attivamente alla politica di guerra di questo nuovo impero, dice la Dichiarazione che propone una giornata continentale come azione centrale nel 2004.

Il Piano di Azione

Annullare l’ALCA in tutte le sue versioni e i Trattati di Libero Commercio bilaterali e sotto regionali, è il primo grande obiettivo del Piano d’Azione della Campagna Continentale che implica i vincoli della lotta con gli interessi popolari dei paesi, per impedire la militarizzazione nelle Americhe, contribuire al movimento mondiale contro la guerra, il debito, il neo liberismo e altri aspetti.

Il Piano presenta strategia per ampliare e articolare le organizzazioni e le alleanze e convoca al nuovo Incontro di Lotta contro l’ALCA tra il 27 e il 30 di aprile del 2005 all’Avana

In questa terza riunione emisferica si organizzerà una mobilitazione internazionale contro la guerra e l’occupazione dell’Iraq per il 20 marzo. In America Latina la manifestazione sarà anche contro il Plan Colomba, l’iniziativa Andina, il Plan Puebla Panama e per l’eliminazione delle basi militari e nordamericane, soprattutto quella di Guantanamo.

Il 24 aprile le marce di protesta saranno contro le istituzioni finanziarie multilaterali per l’anniversario 50º della Riunione di Bretton Wood, una mobilitazione straordinaria si farà per il giorno della donna come  l’appoggio al movimento contadino  e ai popoli indigeni.