AVVENIMENTI
La Federazione
delle Donne Cubane compie 45 anni
GUSTAVO BECERRA – speciale per SiporCuba
Erano tempi
molto belli e pieni d’effervescenza popolare; erano passati solo
venti mesi dal trionfo rivoluzionario del gennaio del 1959 e
stavano avvenendo molte trasformazioni sociali e tra queste si creò
la Federazione delle Donne Cubane – FMC.
Quel 23 agosto
del 1960 divenne una giornata storica: la FMC fu costituita con
l’obiettivo principale di incorporarla non solo alla società e al
lavoro, ma soprattutto al vasto programma di cambiamenti politici e
socio economici in marcia.
Vale la pena
ricordare alcuni frammenti delle parole pronunciate dal leader della
Rivoluzione Fidel Castro, davanti a una folla enorme di cubane di
tutte le età che si erano riunite quel giorno di 45 anni fa.
“La donna sta
realizzando un compito attivo e la donna organizzata può contribuire
fortemente a far sparire le ultime vestigia della discriminazione...
le donne possono essere utili in ogni senso, possono usare le armi e
possono combattere (...) si deve dare alle donne l’opportunità in
ogni settore e devono essere la grande riserva nella lotta, quelle
che sostituiscono i combattenti che cadono se dobbiamo lottare! Per
questo contiamo sulle donne cubane! La Rivoluzione conta sulle donne
cubane!”
Prima della
FMC esistevano a Cuba diverse organizzazioni: l’Unità Femminile
Rivoluzionaria, che riuniva un gran numero di donne contadine; la
Colonna Agraria; le Brigate Femminili Rivoluzionarie; i detti Gruppi
delle Donne Umaniste; la Sorellanza delle Madri e altre, che si
fusero in una nuova e unica Federazione.
Dall’inizio la
FMC si occupò delle attività educative, della prevenzione della
salute, dell’attenzione sociale e della specializzazione culturale
delle sue iscritte. Attualmente ha Case d’orientamento per la Donna
e la Famiglia, 174 nell’Isola e alcune esistono da più di dieci
anni. C’è il Movimento Madri e Padri per l’Educazione che funziona
con bambine e bambini nella comunità e con la Federazione degli
Studenti per l’assistenza alle alunne federate.
La FMC è una
ONG con stato consultivo nel Consiglio Economico e Sociale delle
Nazioni Unite - ECOSOC - e raggruppa circa 3.800.000 affiliate cioè
l.825.000 donne maggiori di 14 anni, requisito indispensabile per
far parte dell’organizzazione.
La sua
struttura territoriale comprende livelli nazionali, provinciali,
municipali e di base e la sua direzione nazionale è integrata da un
Comitato Nazionale e una Segreteria incaricata di realizzare gli
accordi adottati in ogni congresso, l’organismo massimo della
direzione che si svolge ogni cinque anni.
Il Comitato
Nazionale riunisce donne rappresentative di tutti i settori sociali
e quelle che operano nei posti dirigenziali, nei ministeri chiave,
nel PCC, nei sindacati e altre organizzazioni sociali.
La
presidentessa della FMC Vilma Espin fa parte del Consiglio di Stato
e dirige la Commissione d’Attenzione alla Donna, l’Infanzia e la
Gioventù dell’Assemblea Nazionale del Poder Popular, il Parlamento,
nella quale partecipa alla formulazione delle leggi che hanno
relazione con le donne come la discussione e l’elaborazione del
codice della famiglia approvato nel 1975.
Nei municipi
hanno una speciale importanza le Case d’Orientamento della Donna e
la Famiglia, che consigliano e offrono informazioni sui diritti e su
come chiederli. I gruppi prioritari per l’attenzione sono le
casalinghe, le lavoratrici, le donne che vivono nelle zone rurali,
le capofamiglia, le madri adolescenti e le donne della terza età.
Le parole
pronunciate da Fidel quel 23 agosto sono diventate una realtà e dopo
45 anni le cubane sono il 66,5% della forza lavoro tecnica e
professionale dell’Isola e il 45% della forza lavoro del settore
statale civile.
I progetti
della FMC si basano nella preservazione della Rivoluzione grazie
alla quale le donne hanno conquistato il loro luogo nella società;
continuare la lotta nel pieno esercizio dell’uguaglianza e
ottenimento d’una promozione femminile sempre più importante anche
nella direzione del paese.
Cuba ha già
superato con il 33,5% l’accordo della IVª Conferenza mondiale delle
Donne di Pechino del 1995 dove si stabilì che le dirigenti dei paesi
dovevano essere almeno il 30% donne.
ªOggi non si
può certamente più impedire il ruolo delle donne nella nostra
società: è inevitabile” ha affermato Fidel recentemente il 23 agosto
del 2003 rivolgendosi alle partecipanti a una cerimonia nella quale
vennero decorate con le medaglie Mariana Grajales e Ana Betancourt
diverse confederate nel Palazzo della Rivoluzione.
Fidel ha
elogiato il lavoro notevole delle donne in ogni settore e la loro
presenza esemplare nelle missioni internazionaliste, con donne
medico, infermiere e tecniche della salute, nei paesi dei Caraibi,
del Centro America e dell’Africa.
Egli ha
riconosciuto che le donne realizzano anche la maggior parte dei
lavori domestici ed ha invitato a lottare contro questa situazione
perchè finchè dureranno i pregiudizi e gli stereotipi, si
frapporranno come ostacoli alle carriere professionali.
C’è chi si
chiede e non sono pochi come le donne riescano a risolvere la vita
di lavoratrice o di dirigente con quella di moglie e di madre: un
problema che non si pone mai con i maschi anche se sono padri,
mariti, nonni o capi famiglia.
La presenza
femminile è notevole in diversi settori dell’economia e della vita
sociale cubana e anche nei settori della salute, dell’educazione,
dell’informatica e le comunicazioni, dell’industria leggera, nelle
finanze, nei tribunali, il commercio gli esteri e le attività
bancarie, tra l’altro.
La percentuale
di donne nella forza lavoro più qualificata è sempre maggiore ma
sono queste donne, tecniche, professioniste e studentesse quelle che
poi diventano la minoranza quando si scelgono i dirigenti.
A Cuba ogni
tre dirigenti due sono uomini e una è donna e questa percentuale è
molto più alta di quella di tutti gli altri paesi del continente
americano. Basta dare un’occhiata ai vari settori.
Nel ramo della
salute, per esempio, le donne superano il 70% dei posti nei
consultori medici, negli ospedali e in altri centri e raggiungono il
40% dei posti di direzione nel settore.
È una quantità
notevole di donne dirigenti di sicuro, vicina a una parità con gli
uomini, ma non tanto rappresentativa del potenziale femminile del
settore. La Costituzione stabilisce tra i tanti diritti delle donne
l’accesso in ogni settore d’impiego dello stato
nell’amministrazione pubblica e nella prestazione dei servizi, ma la
vita poi ci presenta una realtà diversa. In accordo con le
statistiche più recenti le cubane occupano circa il 35% dei ruoli di
direzione nell’economia.
Attualmente, e
non era mai accaduto, ci sono donne ministro che guidano le finanze
e prezzi, il commercio interno, gli investimenti esteri e la
collaborazione economica, l’industria leggera, il controllo e
l’industria basica...
materia educativa y de gestión a nivel comunitario.
La presenza
femminile nel Parlamento vede le donne occupare il 36,96% degli
scanni ma le cifre sono insufficienti se si considerano le conquiste
delle donne nella forza lavoro nell’educazione e nella gestione a
livello comunitario.
Nell’universo
sindacale le donne avanzano molto come dirigenti poichè coprono il
54.2% dei ruoli dirigenti. Le conquiste sono indiscutibili in ogni
settore perchè, come ha detto lo stesso Fidel, le donne si stanno
imponendo per la loro capacità e il senso di responsabilità.
Nel suo
discorso del 2003 il leader della Rivoluzione ha elogiato le
capacità dimostrate dalle cubane per dirigere e organizzare ed ha
invitato a continuare ad educare meglio gli uomini.
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