AVVENIMENTI
La nuova
relazione annuale di Amnesty Internacional
• Menzogne e
pregiudizi nei confronti di Cuba e del Venezuela
GIOIA MINUTI
Amnesty
Internacional sostiene nella sua relazione appena presentata a
Londra che Cuba non rispetta i diritti umani e parla di prigionieri
politici e di violazioni dei diritti civili nel 2005, oltre a
restrizioni della libertà d’espressione etc.
E si sbaglia.
Amnesty I.
sostiene che sono in carcere 70 prigionieri di coscienza e che
esistono 30 condannati a morte anche se non sono state eseguite
esecuzioni.
Che il governo
cubano mantiene ''un controllo stretto su chi lo critica ed ha
arrestato vari difensori dei diritti umanai e dissidenti politici...
dice ancora AI
che aggiunge che
la detta Assemblea per la Promozione della Società Civile, un
gruppuscolo che non corrisponde affatto a quello che dicono gli
organizzatori, ha realizzato in maggio una riunione di dissidenti
all’Avana, fatto mai avvenuto prima.
E non è vero.
Perchè il luogo tradizionale delle riunioni a centinaia – ci sono le
foto - dei detti dissidenti sono le case di alcuni ambasciatori ma
soprattutto gli Uffici d’Interesse degli Stati Uniti dove tutti i
detti prigionieri politici e falsi dissidenti vanno liberamente,
entrano come padroni e ricevono i loro salari di mercenari venduti
al nemico pagati dall’impero.
A.I. farebbe molto
bene a considerare finalmente che costoro che definisce erroneamente
“dissidenti e difensori dei diritti umani” sono solo degli
opportunisti nemici della loro Patria, pronti a venderla al nemico a
qualsiasi prezzo, come i cubani sanno molto bene.
A.I. ha denunciato
anche il Venezuela dove, dice, continua la polarizzazione come
''fattore di destabilizzazione'', continuano i maltrattamenti ai
detrattori del governo anche attraverso la giustizia penale, oltre
alla brutalità politica nella lotta alla delinquenza... In realtà
è il legittimo presidente Chávez che è stato sequestrato dai detti
detrattori del governo, con la minaccia della fucilazione...
L’organizzazione
segnala anche che i detti “giornalisti indipendenti” sono stati
sottoposti a intimidazioni, maltrattamenti e detenzioni e che
Reporters senza Frontiere ha denunciato che 24 giornalisti erano
detenuti a Cuba alla fine del 2005.
Basterebbe
ricordare la visita di Robert Menard, eterno presidente di RSF,
all’Avana quando incontrò – povero lui – Nestór Baguer, meraviglioso
giornalista ma anche agente segreto di Cuba, infiltrato tra i detti
dissidenti, per convincerlo a scrivere notizie false e denuncia
contro il governo e le autorità cubane in cambio di molti “aiuti
finanziari”,è chiaro.
Quanta malafede
esiste in queste relazioni di A.I. che dovrebbe valutare le
situazioni dei diritti umani integralmente nei paesi, che dovrebbe
sapere che Cuba è vittima di un nemico che la minaccia da quattro
decenni, che ha compiuto atrocità, che dovrebbe ascoltare la
denuncia internazionale di milioni di persone di tutto il mondo, che
non dovrebbe ignorare che i popoli dell’America Latina stanno
vivendo la loro ALBA e si ribellano a una realtà che viene
mistificata sia da A.I e da RSF.
Che i detti
giornalisti dissidenti – come è noto – non sono mai stati
giornalisti ma che esiste una rete pagata con milioni di dollari
dagli Stati Uniti – Il Piano per la transazione a Cuba - per
distruggere il legittimo governo di Cuba, del Venezuela e le loro
Rivoluzioni.
A.I. che è nata
con le migliori intenzioni oggi mente sapendo di mentire e usa due
metri e due misure nelle sue valutazioni, perdendo la faccia con
bugiarde relazioni scritte per compiacere i poderosi e l’Impero.
Le dichiarazioni
fatte contro Cuba e il Venezuela ignorano l’opinione pubblica
internazionale, vanno di pari passo con Reporters senza Frontiere,
notoriamente al soldo della CIA e dei nemici dichiarati della
sovranità, della libertà, dell’indipendenza dei popoli e della
stampa, al soldo dell’impero e dell’oligarchia.
I dirigenti di A.I
dovrebbero agire in maniera profondamente differente e razionale e
scrivere relazioni sincere ed oneste; dovrebbero informarsi sulla
realtà mondiale e locale, togliendosi i paraocchi con la bandiera a
stelte e strisce trasmessa dalla CNN.
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