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Forbes  sulla difensiva. Le calunnie sulla fortuna di Fidel Castro
 

 

Un portavoce della rivista Forbes  ha dichiarato a un giornalista  della BBC che non esistono prove su conti correnti milionari o fortune nascoste a nome di Fidel Castro, ma che il leader cubano  controlla comunque una fortuna e se volesse scappare dell’Isola portandola con sè, lo potrebbe fare.

Questa  dichiarazione giunge dopo la denuncia di Fidel Castro di pochi giorni fa e sembrerebbe una sorta di ripiego dalle precedenti posizioni...

Gli editori di Forbes sono impantanati in una situazione assurda per cercare di difendere le loro accuse, al grido di: “Se suo nonno aveva le ruote era una bicicletta”!  

L’accusa è cambiata: ora si  basa  su quello che Fidel Castro potrebbe fare

e somiglia davvero alla filosofia delle guerre preventive sostenuta da Bush e inoltre fa apparire sospettabili tutti i capi di governo che ipoteticamente  potrebbero scappare dal loro paese con una parte dei fondi dello stato.

Forbes, ha intessuto una matassa incredibile che non risponde alla domanda chiave: di quanto si è appropriato il presidente Castro?”, ha chiesto il giornalista spagnolo Pascual Serrano.  

La pubblicazione emblematica delle finanze imperiali afferma che in attesa di sapere la cifra precisa: “Abbiamo utilizzato un metodo per sommare le entrate in denaro liquido, valutando le compagnie, cioè le imprese statali e poi abbiamo accertato che una parte di questi di benefici appartengono a Fidel Castro”.

Come sostiene Serrano, direttore di Rebelión, invece di 900 milioni si  poteva affermare che la fortuna di Fidel era del doppio, dato che  si tenta di calcolare la parte quelle somme che  Forbes ritiene opportuno dire che vengono  rubate da Castro. Probabilmente lo diranno l'anno prossimo, dando la notizia che la sua ricchezza è raddoppiata.

Leggendo il metodo di calcolo, dice Serrano, si osserva che non esistono prove di conti bancari o di proprietà a  nome di Fidel Castro.

Nel 2003 la rivista aveva stabilito che il patrimonio di Fidel Castro era di 110 milioni di dollari. Allora si segnalava che la stima di questa fortuna è un tema molto complicato, ma che avevano calcolato la ricchezza personale del presidente cubano considerando una percentuale del prodotto interno lordo (PIL) del paese come sua personale. È così semplice!

Come riconosce la BBC, per determinare la presunta fortuna di Castro è stato calcolato il valore di varie imprese statali cubane e si è poi aggiudicata una percentuale al leader cubano. Secondo la rivista Forbes le sue fonti non sono a Cuba, anche se alcune hanno lavorato col governo cubano nel passato.

Francisco Soberón, ministro presidente della Banca Centrale di Cuba, ha   esposto un profilo molto preciso del padrone della rivista, Steve Forbes: un uomo della destra reazionaria, amico e socio dei presidenti Ronald Reagan e George Bush padre, loro collaboratore  nella destabilizzazione dell'antico blocco socialista europeo. Un ricco imprenditore statunitense molto interessato alla scoperta dell'origine delle fortune altrui, ma riluttante nell’esporre

pubblicamente da dove proviene la sua, stabilita in 1.839 milioni di dollari.

Dimostrando i grossolani e completamente inconsistenti metodi dei quali la rivista si avvale per calcolare l'inesistente fortuna del leader della Rivoluzione  cubana, il Presidente della Banca Centrale di Cuba ha sostenuto, tra gli altri

esempi, che Forbes poteva attribuire a George W. Bush il 10% dei 500 000  milioni di dollari che annualmente e impunemente si lavano nelle banche nordamericane: si tratta di denaro  proveniente dal narco traffico e dal crimine organizzato, da ricatti o mazzette provenienti da quei 280.456 milioni di dollari che sta costando al contribuente statunitense l'aggressione contro l'Iraq.

Invece di dedicarsi a diffondere falsità per cercare di screditare il leader della Rivoluzione, che è un esempio noto di assoluta onestà e trasparenza, il libello Forbes dovrebbe investigare e pubblicare dati sulle torbide operazioni fatte da  Bush per accrescere la sua fortuna, come nel caso della compravendita della squadra di baseball dei Rangers del Texas con lo stadio annesso, la sua responsabilità nelle irregolarità finanziarie dell'industria petrolifera Harken Energy ed i suoi vincoli con la corporazione Enron, protagonista della più enorme frode nella storia recente degli USA.

Dimostrando l’assoluta fiducia che hanno moltissime persone  nel mondo verso il sistema cubano, il ministro della Banca Centrale di Cuba ha annunciato che questa istituzione è riuscita di  recente a collocare nella Borsa Professionale dei Valori di Londra un'emissione di buoni per un totale di 400 milioni di Euro, al 7% di interesse, che sono stati comprati totalmente da banche straniere e cubane nella stessa data della loro emissione.

La nostra economia è pianificata centralmente con un sistema bancario nazionale che maneggia la totalità delle valute ed è  impossibile che qualcuno, anche nella più alta direzione del paese, possa disporre di conti internazionali all'estero, ha commentato il Presidente del Banco Nazionale di Cuba.