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Le Nonne  di Plaza de Mayo hanno incontrato un altro nipote 

Una causa da  festeggiare  

Le nonne di Plaza de Mayo hanno ricostruito un altro pezzetto delle loro storie, cioè quel che c’è dopo la ricerca dei familiari dei veri genitori per il sospetto d’aver trovato un figlio di desaparecidos.  Un messaggio di posta elettronica mandato alla Casa de las Abuelas de Plaza de Mayo diceva di stare allerta e così cominciarono le ricerche in Internet, negli archivi, con fotografie e immagini, cercando e incontrando somiglianze. Gli amici hanno aiutato e alla fine la ricerca è terminata pochi giorni fa: Sebástian ha ricevuto i risultati delle ricerche sul DNA che confermano che è figlio di Gaspár e Adriana Tasca, sequestrati alla fine del 1977 e mai più riapparsi.

La famiglia di Gaspár ha parlato della ricerca cominciata molti anni fa, di cui Sebastian non era a conoscenza.

Gaspár e Adriana erano i suoi genitori. Adriana era molto magra.  

La sequestrarono nel dicembre del 1977, quando era incinta di cinque mesi, nella città di La Plata.

Suo marito Gaspár lo sequestrarono tra il 10 e il 12 dicembre dello stesso anno e i due apparentemente avevano già perso il contatto.

Lui fu sequestrato dalla ESMA, lei invece la portarono a “La Cacha”, uno dei luoghi che funzionava come centro clandestino, alla periferia di La Plata.

Coloro che si posero sulle tracce  di Gaspár e Adriana riuscirono a sapere nel tempo che lei aveva portato a termine la gravidanza nella prigione e grazie alla testimonianza di due infermiere, si seppe che agli inizi del 1978 Adriana  “aveva una pancia molto grande”.

Il parto era previsto per la fine di marzo o i primi d’aprile. Sebastian nacque il 27 marzo.    Da allora la storia è quella che è coloro che seguono questo processo di ricostruzione cercheranno di scoprire nei particolari.

Com’è successo a buona parte dei figli dei desaparecidos, Sebastian non era stato adottato da militari ma da una coppia che aveva relazione con le forze di sicurezza. Anche il suo caso è stato annotato nel Registro Civile come “figlio naturale e biologico di genitori che però non erano i suoi.

Solo molti anni dopo egli ha saputo che era stato adottato, ma non cominciò la ricerca dei suoi genitori biologici immediatamente. Ci volle tempo e quando riuscì a mandare il suo primo messaggio alla Casa de las Abuelas de Plaza de Mayo era trascorsa molta vita.

Le persone che lo avevano “adottato”, il padre o appropiatore, era già morto e Sebastian viveva con persone della sua età, amici o conoscenti che lo avrebbero animato a fare la ricerca e a seguire questa strada.

Egli non ha saputo neanche il nome dei suoi veri genitori fino a  poco tempo fa e non sapeva neanche che esisteva un processo in atto nel quale si denunciava l’appropriazione.

Sabastian non sapeva nemmeno che i suoi genitori avevano già scelto un nome per lui, prima della sua nascita: lo volevano chiamare José.    

Poi Sebastian ha saputo una parte della storia che lo riguarda, quando la Commissione Nazionale per il diritto all’identità, CONADI, ha confermato i suoi dati d’affiliazione, partendo dall’esame genetico.

Egli aveva deciso di sottoporsi alle prove il 23 settembre del 2005, convinto dai suoi amici.

Era sicuro di somigliare a qualcuno che aveva visto in alcune fotografie, ma non sapeva chi era in realtà. Coloro che gli sono stati vicino dicono che aveva accettato di sottoporsi alle prove quando aveva intuito che i suoi nonni biologici erano sempre vivi.

Ed è così: sua nonna Angela Tasca vive a Mar del Plata e la sua famiglia restituita con le Abuelas  ha accompagnato  Angela e  Sebastian a una conferenza stampa che si è svolta nella sede di Virrey Cevallos 592. (Alejandra Dandan - Fonte La Fogata)