AVVENIMENTI
Vogliono trattare
come un semplice caso d’immigrazione uno dei più terribili
terroristi del mondo
di
JOSÉ A. DE LA
OSA - LOURDES PÉREZ
Fidel Castro ha
partecipato a una Mesa Redonda Informativa nella quale ha dato tutti
i dettagli del tragitto di Luís Posada Carriles dal 14 marzo del
2005 a quando giunse a Isla Mujeres con lo yacht Santrina, dov’era
imbarcato con il suo socio Santiago Álvarez, sino al 24 gennaio, la
data segnalata dal giudice dell’immigrazione di El Paso, in Texas,
per segnalare le decisioni dopo la richiesta dell’avvocato difensore
di Posada per l’ottenimento della libertà condizionale.
Fidel ha ricordato
che dal 13 aprile del 2005, quando il governo USA negava di
conoscere la presenza di Posada nel suo territorio, Eduardo Soto il
difensore di Posada aveva comunicato in una conferenza stampa la
presentazione d’una richiesta d’asilo che lui considerava dovesse
essere accettata perchè il suo difeso era registrato come membro
della CIA e dell’esercito nordamericano sin dagli anni ’60.
Quattro giorni
dopo, con elementi indiscutibili offerti dal Governo di Cuba, nei
dettagli sull’entrata di Posada Carriles negli Stati Uniti, Fidel
chiedeva al mondo dov’erano la morale, letica e la decenza del
Dipartimento di Sicurezza dell’Unione, che non muoveva un dito per
arrestare quel terrorista che ha ucciso tanti innocenti in America
Latina. Nello stesso mese Cuba aveva denunciato la strategia che
Bush sta seguendo per dare protezione e ospitalità al terrorista.
Cuba non ha
chiesto l’estradizione di Posada Carriles, ha ricordato Fidel, anche
se ha tutte le ragioni morali e legali per farlo, ma lo ha fatto il
Venezuela che ha tutte le ragioni poiché Posada è un evaso dalla
giustizia venezuelana; non esistono risposte però alla richiesta, ma
il Venezuela ha sottolineato la sua vigenza poiché non esiste nulla
in comune con un caso di immigrazione illegale con la situazione del
peggior terrorista dell’emisfero.
L’avvocato Soto
aveva annunciato il 26 luglio del 2004 che aveva ottenuto un accordo
con il Governo di Bush per far sì che il suo difeso ottenesse
protezione, basandosi sui dettami dell’Accordo Internazionale di
Protezione contro la Tortura e ricevendo conferme sul fatto che
Posada non sarebbe stato mandato in Venezuela e tanto meno a Cuba;
in cambio aveva ritirato la richiesta d’asilo... insomma tutta una
manovra, ha sottolineato Fidel.
La Procura fece
credere che Posada in Venezuela sarebbe stato torturato, anche
perchè Cuba poteva accedere nel paese.
Quello che abbiamo
in questo paese, ha precisato il Comandante in Capo, sono circa
17.000 medici cubani e specialisti della sanità che non torturano
nessuno, ma curano bambini, donne e anziani e salvano vite umane.
Vedete la logica,
la condotta di questi personaggi, ha detto, ed ha ricordato che il
27 settembre del 2005 il Giudice Abbot si è tolto la maschera e ha
detto che il terrorista Posata Carriles non doveva essere deportato
in Venezuela o a Cuba, basandosi sulla detta Convenzione.
Bush non dovrebbe
essere presidente negli USA poichè ha data ordini di torturare e
assassinare non si sa quante persone! Questo signore ha un mucchio
di omicidi e torture sulla coscienza, ha ricordato Fidel.
La decisione del
giudice aveva permesso al governo di dilatare la risposta di
un’eventuale estradizione, concedendo al Dipartimento di
Immigrazione e Dogana 90 giorni per decidere. Poi la procura, che
aveva un mese per appellarsi, cosa che non è avvenuta, ha lasciato
la strada aperta per la permanenza di Posada in territorio
nordamericano o per la sua estradizione in un terzo paese.
A che cosa
potevano appellarsi, ha chiesto Fidel, se sono tutti membri della
stessa banda, della stessa mafia e stavano cercando tutte le
condizioni per metterlo in libertà, per fare lo stesso che ha fatto
Bush padre con Orlando Bosch.
È la stessa
procura che attualmente blocca un appello della Corte di Atlanta
contro Cinque Cubani combattenti contro il terrorismo. Questa è la
libertà proclamata di indipendenza dal detto potere giudiziario, una
cosa senza precedenti, ha sottolineato il Comandante in Capo.
Quando hanno
deciso di non portare in appello la decisione del caso di Posada era
già molto tempo che il governo USA, partendo dai suoi dirigente e
dagli elementi terroristi e mafiosi cubano- americani come quelli
che parteciparono all’omicidio di Kennedi, stava pianificando di
assassinare il Presidente del Venezuela Hugo Chávez.
In un discorso
fatto nell’Aula Magna dell’università dell’Avana, Fidel aveva
chiesto cosa stava facendo il “piccolo Bush” e che voleva fare con
il “piccolo Posada, un amabile cavaliere che, nonostante le cose
note e disgustose commesse, cavalca e tira anche le redini di questo
impero e quando il “piccolo Bush avrebbe detto da dove era entrato
Posada Carriles nel territorio nordamericano e chi lo aveva ricevuto
e ancora chi gli aveva dato il permesso.
Il governo degli
USA, il pubblico ministero e i giudici sanno bene com’è avvenuto e
non solo; sanno anche come Posada ha partecipato all’attentato per
uccidere Orlando Letellier, come ha organizzato l’esplosione
dell’aereo della Cubana sopra Barbados, nella quale morirono73
persone innocenti, nel lancio di lattine piene di esplosivi in una
finestra del cabaret Tropicana...
Non possono
negarlo sfacciatamente ma non ne sono lontani. Guardate che gente
nobile e rispettabile, rispettosa delle leggi, delle norme
internazionali, con il “piccolo Bush che non ha voluto rispondere e
ancora sta zitto zitto, ha sottolineato Fidel Castro.
Legata a questi
fatti c’è la detenzione di Santaigo Álvarez e di Osvaldo Mitat del
novembre del 2005, anche se solamente per possesso di armi e
passaporti falsi, ma si sa che il loro passato terrorista è notevole
come quello di José Basalto, capo di Hermanos al Rescate, che si è
vantato alla TV di Miami d’aver sparato con un cannone da 2
millimetri contro un albergo dell’Avana, senza che gli sia mai stato
“rimproverato” nulla.
Fidel ha
commentato una lettera che due deputati hanno mandato ai loro
colleghi il 19 gennaio di quest’anno perchè si unissero a loro in
uno scritto mandato al Dipartimento di Giustizia. Il testo diceva
che un terrorista fuggitivo con una richiesta permanente pendente e
valida di estradizione non doveva essere trattato come qualsiasi
immigrante illegale negli USA. Nella lettera chiamavano Posada
Carriles “il Bin Laden dell’America Latina” e chiedevano di non
ridare la libertà al signor Posada al quale si sta offrendo un
trattamento indulgente e anche che non sono stati ascoltati i
testimoni adeguati.
Tutto questo mette
in risalto la farsa del processo illegale e anche di più se si
ricordano le parole di Bush nell’agosto del 2003: “Se si protegge un
terrorista, se lo si aiuta, se gli si da cibo, si è colpevoli come
gli stessi terroristi!”
È chiaro che
quest’amministrazione sta proteggendo un terrorista, trattando
Posada, che si è dichiarato responsabile di azioni che hanno
provocato la morte di migliaia di innocenti, come fosse un semplice
immigrante. Un’azione terrorista non si può ignorare semplicemente
perchè è stata pianificata da Miami e non da Teheran, perchè il
bersaglio è l’Avana e non Washington!
PIÛ AGGRESSIVA LA
POLITICA CONTRO CUBA
Nel suo intervento
Fidel ha analizzato la politica terribilmente aggressiva del governo
di Bush contro Cuba sin dall’ottobre del 2005 e in coincidenza con
il 24 gennaio del 2006 la data in cui il governo nordamericano si
preparava alla liberazione di Posada Carriles sono avvenuti molti
fatti strani.
Tra quelli
ricordati dal Comandante Fidel c’è la proiezione in Germania di un
documentario che ha avuto molta pubblicità – dobbiamo vedere chi è
che lo ha girato, chi l’ha ordinato e pagato – una “fattura CIA” che
imputa a Cuba e a Fidel personalmente la responsabilità della morte
di Kennedi nel 1963: una strana coincidenza con altri propositi.
Fidel ha detto che
nell’ottobre scorso l’amministratore assistente per l’America Latina
e i Carabi della USAID aveva partecipato a Madrid a un seminario
organizzato a proposito del “Progetto di Transizione a Cuba”
dell’Istituto cubano - americano dell’università di Miami e ha detto
che quella transizione verso la democrazia la dovranno realizzare i
cubani e che i dirigenti lo dovranno ben considerare. In quel mese
un giornale inglese aveva informato che Cuba era inclusa nella lista
segreta dell’Ufficio di Ricostruzione e Stabilizzazione del
Dipartimento di Stato, che raggruppa 25 paesi i cui alti livelli di
instabilità e rischio potrebbero indurre a un intervento
nordamericano.
“Ma come parlare
di instabilità con questi pazzi, assolutamente instabili per
mancanza di conoscenza e di cervello, per la mancanza di decenza ed
elementare dignità? Il governo che ha il maggior numero di banditi e
di destabilizzati è questo, ma nessuno sta pianificando un
intervento militare negli USA”, ha segnalato Fidel.
Fidel ha segnalato
anche che nello stesso mese il coordinatore per la transizione a
Cuba aveva sostenuto che: “Il rafforzamento dell’embargo economico
aveva provocato perdite al regime di Castro per 500 milioni di
dollari!” Quello stesso individuo si era poi riunito con i ministri
degli esteri di vari paesi europei.
A novembre 2005
il Congresso degli USA ha approvato la Legge d’Assegnazione per la
Scienza e i Dipartimenti di Stato, Giustizia e Commercio per il 2006
ed ha incluso 37 milioni per le trasmissioni delle mal chiamate
radio e TV Martí, con un incremento di 10 milioni per comprare un
aereo con il quale si realizzeranno trasmissioni contro Cuba.
“Poverini, ha
detto Fidel, si scontreranno con un centinaio di stazioni radio e TV
locali che non sono lì per impedire queste trasmissioni, ma per
educare il nostro popolo!”
Fidel ha
denunciato che il Dipartimento del Tesoro ha inviato lettere a circa
200 membri della Brigata Vinceremos e a Pastori per la Pace,
sollecitando informazioni sui loro ultimi viaggi a Cuba, preambolo
di un possibile processo che si concluderà con una multa per un
ammontare di 1,5 milioni di dollari solo per aver fatto dei viaggi a
Cuba. Alcuni hanno già ricevuto le multe.
Fidel ha ricordato
l’offerta fatta da Hugo Chávez per realizzare operazioni in
Venezuela o a Cuba a 100 000 nordamericani poveri che stanno
perdendo la vista per mancanza di assistenza medica oculistica, cioè
estendere anche agli USA l’Operazione Miracolo.
Noi, ha segnalato
Fidel, abbiamo le condizioni per operare qui; in America Latina si
stanno creando centri per questo, come in Bolivia, dove sta nascendo
un centro apposito. Sono pendenti le operazioni di circa 125 mila
venezuelani e abbiamo in programma di raggiungere un totale di
300.000 operazioni, ma la nostra capacità è anche più grande.
CUBA È DISPOSTA A
SALVARE LA VISTA DI 150 000 NORDAMERICANI
“Facciamo nostra
l’offerta di Chávez per offrirla anche ai Pastori per la Pace, per
quei cittadini degli Stati Uniti poveri, di qualsiasi credo,
pensiero e etnia.
Cuba è disposta a
concedere 150.000 operazioni alla vista della popolazione più povera
degli USA e siamo disposti a inviare un aereo per prenderli in
Florida. Li porteremo, li ospiteremo, li opereremo come abbiamo
fatto con altri americani di altri paesi. I nostri oculisti sono tra
i migliori del mondo e le attrezzature e le condizioni sono
eccellenti. Offriremo i nostri serviiz gratuitamente ai poveri degli
Stati Uniti e voglio proprio vedere se il governo di Bush concederà
loro il permesso di andare a Cuba a recuperare la vista o imporrà
multe altissime!”
Il Comandante in
Capo ha menzionato altre misure che hanno indurito l’aggressività
contro Cuba, tra le quali li rifiuto del Dipartimento del Tesoro,
nel novembre scorso, di rinnovare la richiesta della licenza per il
Consiglio Nazionale delle Chiese degli USA per viaggiare nell’Isola,
l’amplio appoggio al progetto d’annessione per impedire le relazioni
con l’Iran perchè sono una minaccia e le lodi di Bush alla
Repubblica Ceca che appoggia il detto sogno cubano di “vivere in un
paese libero e prospero”.
Egli ha ricordato
le attività del capo della SINA, l’Ufficio d’Interesse degli USA
all’Avana, che ha organizzato nella sua residenza per il giorno
internazionale dei diritti umani, il 10 dicembre, una celebrazione e
nel suo discorso, tra le altre cose ha detto che “il governo cubano
semina terrore”.
“Comprendo che
sentano terrore per la crescita del nostro PIL, per la notizia della
Rivoluzione Energetica, per la possibilità del nostro paese di
incrementare le entrate e migliorare, come sta migliorando,
progressivamente.”
“È idiota
paragonarci ai membri del Ku Klux Klan, ma loro sì che li
ricorderanno se proibiranno di operarsi a 150.000 cittadini poveri,
nella gran maggioranza negri!”
Fidel ha ricordato
la triste esperienza del passaggio dell’uragano Katrina sulla
Lousiana, quando Cuba aveva offerto disinteressatamente un
contingente di medici che non andarono là perchè il governo ha
rifiutato l’offerta. Quei medici ora stanno dando i loro servizi in
Paquistan, aiutando questa popolazione.
“Di quali diritti
umani parlano, ha detto Fidel, se non hanno medici da inviare da
nessuna parte perchè la loro società non li sa formare, non sa
creare questo capitale umano, questo spirito di solidarietà, questa
dedizione, questo umanesimo, perchè è una società basata
sull’egoismo!”
LE RICHIESTE DELLA
MAFIA
La mafia di Miami
oggi chiede all’amministrazione Bush di far terminare la Rivoluzione
cubana includendo per questo l’uso della forza militare e un
processo del Comandante in Capo nei tribunali degli Stati Uniti...
“Che divertente,
ha commentato Fidel ironizzando che: “Dopo che mi hanno processato
per il Moncada, figurati che paura che ho! Sono terrorizzato!”
Fidel ha citato
tra le domande l’applicazione del Titolo Tre della Legge Helms
Burton, che permette di denunciare in nordamerica le imprese
straniere che investono a Cuba in proprietà nazionalizzate dopo il
Trionfo della Rivoluzione e un’applicazione più stretta del Titolo
Quattro, che proibisce l’entrata negli USA dei dirigenti delle
compagnie straniere e dei loro familiari. Inoltre si chiede
l’eliminazione degli accordi migratori, un altro reclamo dei banditi
mafiosi di Miami.
I legislatori di
origine cubana stanno anche esigendo in forma immediata che si
destini una percentuale delle quote dei visti per il 2006 ai cubani
che non sono stati mandati in terzi paesi dopo un soggiorno di 120
giorni a Guantánamo.
“Nella base navale
di Guantánamo! Ha sottolineato Fidel. “Non potranno mai dormire,
neanche un secondo per le orrende grida dei torturati di quel campo
di concentramento!”
Fidel ha
riconosciuto che gli USA hanno autorità che si interessano ad altre
politiche, perchè sono stanche e non ne possono più dei ricatti
della mafia.
Il Comandante ha
menzionato che si sta reclamando per il perfezionamento delle dette
radio e TV Martí con l’utilizzo di tutti i mezzi possibili (aerei,
satelliti), per burlare, ha letto testualmente, le interferenze
positive delle trasmissioni di Cuba.
“È meglio che si
dimentichino di queste cose e che non cerchino di arrogarsi tutti i
diritti del mondo. Siamo stati cauti e accurati, ma tutto ha un
limite” ha avvisato.
LE VOLGARI
PROVOCAZIONI DELLA SINA
A proposito delle
recenti provocazioni della SINA, Fidel ha indicato che il 16 gennaio
nell’edificio principale all’altezza del 5º piano è stato collocato
uno schermo di un metro circa, visibile dall’esterno, per
diffondere messaggi di aperto carattere provocatore.
Il messaggio
iniziale si riferiva all’anniversario della nascita di Martin Luther
King e aggiungeva un insieme di frasi del leader dei diritti civili
dei negri negli USA, in spagnolo e in inglese, con articoli
selezionati della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani
adottata dalla ONU nel 1948.
Fidel ha indicato
che le 26 frasi di Luther King e i precetti della Dichiarazione
Universale dei Diritti Umani che si leggevano in quello schermo sono
brutalmente oltraggiati ogni giorno dal governo torturatore,
assassino e genocida degli Stati Uniti.
Pochi minuti prima
dell’inizio della trasmissione si erano presentati i giornalisti
davanti alla SINA e poi erano apparse le prime note di stampa.
“Queste cose sono
sempre combinate, ha sottolineato Fidel perchè il mondo sappia
l’audacia, il coraggio e la temerarità dell’impero quando commette
qualsiasi vigliaccata di questa indole che viola ogni principio,
norma e legge di ogni paese!”
Poi ha commentato
alcune note stampa delle agenzie straniere e prima di tutte quella
di AFP con il titolo: “La sede degli USA all’Avana esibisce articoli
dei diritti umani” e altri elementi che segnalavano che la
proiezione dei messaggi potrebbe essere un nuovo episodio della
detta guerra dei cartelli nella quale hanno avuto la peggio il
governo e l’ex capo della SINA, James Cason.
Tra le
informazioni della SINA date alla stampa si indica che il
significato dello schermo è quello di “rompere il blocco informativo
che il regime impone al popolo cubano e offrire informazioni senza
censura!”
Inoltre Fidel ha
ricordato un articolo tendenzioso di un giornalista della BBC,
Fernando Ravsberg.
Poi il Comandante
ha detto che la nota cubana trasmessa alla SINA per via delle
nuove provocazioni, era stata consegnata dal capo della Sezione
d’Interesse di Cuba a Washington, Dagoberto Rodríguez, al capo
dell’Ufficio degli Affari cubani del Dipartimento di Stato, che ha
sostenuto che avrebbe trasmesso la nota ai suoi superiori, cercando
di scartare il fatto che le azioni della SINA costituivano una
violazione della Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche,
del 1961, perché il pannello elettronico si trovava nell’edificio
della missione e non al di fuori.
Fidel, riferendosi
al funzionario degli USA ha detto: “E allora da questo edificio si
può sparare, tirare con un bazoka, lanciare una bombetta nucleare
con un robot per far sì che scoppi bene nel tunnel dell’Avana?”
Dagoberto ha
respinto le affermazioni sulla base del carattere provocatore, ha
riferito Fidel dopo aver narrato altri particolari sul fatto che ha
definito molto interessanti. Inoltre ha comunicato quello che hanno
detto varie personalità internazionali e le loro denunce recenti,
per domandare la chiusura del centro di detenzione nella base navale
di Guantánamo, con le denunce di torture e detenzioni illegali dei
prigionieri.
La Mesa Redonda si
è conclusa con l’invito di Fidel a partecipare alla grande marcia
che gli abitanti della capitale faranno martedì 24 davanti agli
Uffici d’Interesse degli Usa all’Avana.
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