AVVENIMENTI
Presentato
l’ultimo libro dell’Indio Naborì
Il “Museo de la
Marcha del Pueblo Combatiente” organizza incontri culturali ad alto
livello
Il Museo de la
Marcha del Pueblo Combatiente nacque nel 1980, quando avvenne un
incidente che costò la vita a un giovane militare cubano. Un gruppo
di facinorosi cercò di entrare nell’ambasciata del Perù che si
trovava in 5ª Avenida con un veicolo. Uccisero il militare di
guardia. Per protestare contro l’ambasciatore del Perù che non
volle consegnare alle autorità cubane i delinquenti il governo di
Cuba tolse la protezione all’ambasciata, nella quale si riversarono
decine e decine di persone che avevano problemi con la giustizia
nell’Isola.
La popolazione
cubana per protestare contro la protezione data ai delinquenti
organizzò una marcia immensa, che resterà nella storia della difesa
della sovranità di una nazione.
I tre edifici
dell’ambasciata poi divennero sede di un grande museo, testimone
molto importante che ha sempre avuto forti vincoli con l’Italia, con
la Iª Brigata Giovanni Ardizzone, con tanti italiani amici di Cuba
che sono amici del direttore e fondatore del Museo, il maestro e
poeta Victor Hugo Lores Pares.
Poi alcuni
anni fa, lì dov’era il Museo - oggi si può leggere la targa a
ricordo del giovane ucciso – è stato costruito un grande albergo, ma
il Museo esiste sempre , anche se più piccolo e modesto e lavora
molto bene.
Oggi si trova
a Playa ed ospita abitualmente mostre d’arte, offre corsi di
italiano e molte attività culturali per tutte le età, tanto che è
stato riconosciuto Avanguardia Nazionale tra i Musei nel 2004.
“Tutti gli
italiani che vengono all’Avana sono invitati speciali qui da noi”,
dice Victor Hugo, che ha visitato l’Italia l’anno scorso per alcuni
giorni. “Qui nel museo sono passati e passano tanti amici, tanti
artisti, personaggi politici e centinai di persone alle quali vanno
tutta la nostra simpatia e i nostri ringraziamenti per la loro
solidarietà con la Rivoluzione e il popolo cubano. Qui possono
scoprire il quartiere Playa della capitale e ricevere molte
informazioni dai nostri bravi specialisti...”
Tra le molte
attività c’è stata venerdì 29 la presentazione del libro di elegie
dell’Indio Naborì cioè Jesús Orta Ruiz, uno dei più importanti di
Cuba, al quale verrà dedicata la Fiera Internazionale del Libro del
2005.
Victor ha
recitato alcuni versi dedicati all’Indio, che è un gran signore e un
noto giornalista che ha scritto per tutte le maggiori
pubblicazioni di Cuba.
Indio ha vinto
il Premio Nazionale di Letteratura nel 1995 ed ha oggi 82 anni.
Era emozionato
e ha pianto. “Queste elegie sono nate – alcune- da grandi dolori
che ho sofferto nella mia vita e sono ferite sempre aperte!” Mi ha
detto sorridendo: “Io amo molto l’Italia dove è nato il sonetto e ho
tanti amici italiani molti frequentano questo Museo a partire da
Giustino di Celmo... Qui c’è la sala dedicata suo figlio morto,
ucciso!”
Indio Naborì è
un uomo semplice, profondamente colto e sensibile. La morte di un
figlio bambino, Noel, lo ha segnato per tutta la vita e il titolo
di questo suo ultimo libro presentato in anteprima assoluta nel
Museo è dedicato a questo “angelo”. “La fuga del Angel” si divide in
Elegie Familiari ed Elegie Eroiche tra le quali due dedicate a Che
Guevara e ai suoi compagni. Con una modesta conoscenza dello
spagnolo si può apprezzare la profondità dei sentimenti e dell’uso
del verso delle elegie di questo grande poeta cubano che è sempre
stato il cantore degli umili, un combattente per la loro redenzione
che nel suo profondo dolore personale non ha mai dimenticato tutti
i bambini miseri di questa terra.
“Mi sento
padre di quei bambini che illuminano l’oscurità della terra/ di
tutti/ e reclamano uno sforzo superiore...”
Indio Naborì
scrive con tutta la sincerità, quella che permette di scrivere vera
poesia perchè, come ha detto Martí, questa nasce solo di autentici
sentimenti!
La fuga
dell’angelo
Dove sei
scappato, angelo mio,
Nella tua
ultima birichinata?
Forse la tua
dolcezza è divenuta rugiada?
Sei scappato
nel fiume
Come un petalo
di margherita?
Hai lasciato
dietro di te
una stele di
affetto
un ricordo che
come un bambino
senza corpo
cammina
sempre al mio fianco.
Tu sei così,
un bambino astratto
E vieni quando
ti invoco
Vita
intoccabile che tocco
Con
l’illusione del tatto
Ti vedo vivo
ed esatto
Cammini qui
attorno a me
A ascolto la
tua voce, rumore
di un’ala che
si allontana
Che ronzio
senza ape!
Che trillo
senza usignolo!
Tu sei qui ma
non ci sei
come un volo
di farfalla
senza
farfalla, una rosa
di solo
profumo...
Sei andato ma
sei con me
anche se il
mondo non ti vede
e non sa come
io so
che diluito
nella brezza tu vivi
come un
sorriso senza bocca,
un passo senza
piedi...
clicca sulle foto per
ingrandirle |
Indio Naborì e Victor Hugo nel Museo della Marcha Combatiente |
Victor Hugo e suoi collaboratori |
pubblico presente |
Gabriel Molina presidente del
Comitato Organizzatore |
servizio fotografico Samuel
Hernandez (Siporcuba) |
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