AVVENIMENTI
La
lettera di René González Sehwerert a
Elián
3 luglio
del 2005
"Anno dell’Alternativa
Bolivariana per le Americhe"
Spero
mi perdonerai se ti considero mio nipote. Da cinque anni sei
diventato così familiare per ogni cubano degno che ognuno di loro,
in accordo con l’età e le circostanze, decise di adottarti con un
vincolo distinto d’affetto. Io ho avuto la sfacciataggine di
considerarti mio nipote. Figli maschi non ne ho e tuo papà è troppo
grande.
Noi
adesso ci troviamo nelle stesse circostanze e da Cuba ci giungono
messaggi di ogni genere nei quali degni patrioti ci chiamano figli,
fratelli e nipoti.
Siccome
tu sei uno di loro ne aprofitto per dirti che mi puoi adottare come
vuoi: in qualsiasi circostanza troverai in me un amico.
Questa
lettera me l’ha ispirata un messaggio che mi è giunto via radio,
quello che tu hai letto nella Tribuna Antimperialista in occasione
del quinto anniversario della tua riunificazione con tuo papà dopo
cinque mesi molto amari.
La tua
voce limpida e chiara di bambino felice mi ha fatto ricordara quei
giorni terribili che hai vissuto. Dall’impotenza e l’anonimato di
una cella io seguivo ogni momento di quell’orgia di risentimenti che
si era riversata su di te. Non so se un giorno ti racconterò tutto
quello.
Forse
non ne vale neanche la pena.
Preferisco rivivere i momenti gloriosi di quella lotta la presenza
delle tue nonne cosi nobili nelle condizioni più avverse essendo
semplicemente se stesse, che seppero aprire il primo foro in
quell’ordito costruito con sforzi, denaro e corruzione.
Quando
giunse la tua famiglia, quel bel sorriso del tuo fratellino fu un
cattivo presagio per i tuoi sequestratori come la dignità
irremovibile e incorruttibile di tuo padre.
L’immagine di quella riunificazione felice. Il tuo ritorno in
Patria. Tutto mi è tornato in mente mentre ti ascoltavo parlare e
mi riempiva di allegria. Allora, come non fosse stato sufficiente,
tu hai pronunciato il nome di mia figlia Ivette.
È stato
allora che ho deciso di scriverti queste righe per esprimerti i miei
ringraziamenti. Grazie per la tua sensibilità e per ricordarti della
mia bambina.
Grazie per ripetermi che il futuro per il quale lottiamo
giustificherà per i cubani come noi tutti i nostri sforzi.
Grazie per alimentare la certezza che ritorneremo, che un giorno
Ivette sarà felice e lei ed io riprenderemo la strada che ci porterà
alla conoscenza reciproca.
Quando
giungerà quel momento, io spero d’avere la fortuna di conoscerti e
intanto nella mia cella ci sarà sempre uno spazio per l’affetto che
questo cubano sente per te, questo cubano sfacciato che un giorno si
è preso la libertà di dichiararti per decreto personale, suo nipote.
Un
abbraccio da tuo zio,
René
González Sehwerert
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