In occasione di un recente viaggio in
Venezuela, feci conoscenza con la divisione in classi di
quel paese prima ancora di entrarvi. Sul volo da Miami a
Caracas mi trovai infatti seduto accanto ad una donna
venezuelana molto elegante. A giudicare dal suo aspetto
benestante ero sicuro che non si sarebbe lasciata sfuggire
l'occasione per parlare male di Hugo Chávez. Sfortunatamente
avevo ragione.
La nostra conversazione procedette senza
alcun intoppo finché non arrivammo alla scontro politico in
corso in Venezuela. "Chávez", sibilò lei, "è terribile,
terribile". È "un bugiardo", "inganna le persone" e "sta
mandando in rovina il paese".
Possedeva una casa di moda per donne
dell'alta società con legami ad importanti imprese negli
Usa. Quando le domandai in che modo Chávez avesse
danneggiato i suoi affari, lei rispose: "in nessuno". Ma
molte altre imprese, aggiunse rapidamente, sono state
danneggiate in maniera irreparabile, come l'intera economia.
Continuò a denunciare le malefatte di Chávez senza badare
troppo ai dettagli, mettendomi in guardia dal disastro
nazionale imminente qualora questo demonio avesse continuato
a fare a modo suo.
Altri critici che ho incontrato in Venezuela
seguivano la stessa linea d'attacco: deboli sui fatti
specifici, ma veementi, animati dalla stessa ferocia di
coloro che vedono il proprio diritto di nascita (cioè il
loro vantaggio di classe) sotto attacco perché altri,
inferiori nella scala sociale, stanno ottenendo un fetta
della torta appena maggiore che in passato.
In Venezuela, oltre l'80% della popolazione
vive al di sotto della soglia della povertà. Prima di Chávez
la maggior parte dei poveri non avevano visto un dottore o
un dentista in vita loro. I loro figli non erano mai andati
a scuola, poiché non potevano permettersi la retta annuale.
Gli "aggiustamenti" del mercato neoliberale degli anni 80 e
90 peggiorarono solo le cose, tagliando la spesa sociale ed
eliminando i sussidi sui beni di consumo. Le amministrazioni
successive non fecero nulla contro la corruzione rampante e
niente contro il gap tra ricchi e poveri, la malnutrizione e
la disperazione crescenti.
Lungi dal mandare in rovina il paese, ecco
alcune delle cose positive che il governo di Chávez ha
ottenuto:
-
una riforma agraria pensata per aiutare i
piccoli coltivatori e i poveri senza terra, e nel marzo
passato una grande proprietà terriera posseduta da una
impresa britannica è stata occupata da lavoratori
agricoli;
-
l'istruzione libera (fino al livello
universitario), producendo un incremento notevole delle
iscrizioni alla scuola primaria;
-
un programma di protezione delle risorse
marine e alcune iniziative per la protezione del diritto
alla terra e alla pesca delle popolazioni indigene;
-
banche speciali che assistono le piccole
imprese, le cooperative di lavoratori ed i coltivatori;
-
la sconfitta di tentativi di privatizzare
ulteriormente l'industria petrolifera - nelle mani
pubbliche all'80% - e limiti alla penetrazione dei
capitali stranieri;
-
l'allontanamento dal paese dei consulenti
militari Usa e il divieto all'uso dello spazio aereo
venezuelano agli aerei militari Usa impegnati contro la
controinsurrezione colombiana;
-
la costituzione di "circoli bolivariani" in
tutto il paese, comitati di quartiere con la funzione di
attivare i cittadini a livello comunitario per partecipare
all'istruzione, alle campagne di vaccinazione e ad altri
servizi pubblici;
-
il governo assume disoccupati,
temporaneamente, per riparare le strade, le fognature e il
sistema idrico nei quartieri poveri.
Poi viene il programma sanitario. Ho fatto
visita ad una clinica dentale nello stato in cui è nato
Chávez, Barinas. Il personale era formato da quattro
dentisti, due dei quali erano giovani donne venezuelane. Gli
altri due erano cubani in Venezuela per un anno. Le due
dentiste venezuelane mi fecero notare che in precedenza non
c'era sufficiente lavoro per i dentisti. C'erano milioni di
persone che avevano bisogno di cure, ma che non potevano
permettersele. Le cure dentistiche erano distribuite come
ogni altra merce, non a chiunque ne avesse bisogno, ma solo
a coloro che potevano permettersele.
Quando la clinica pubblica di Barinas aprì le
sue porte, fu inondata di persone che avevano bisogno di
cure dentistiche. Nessuno fu rifiutato. Finanche gli
oppositori di Chávez si servirono del servizio gratuito,
mettendo temporaneamente da parte la loro avversione
politica.
Molti dei dottori e dei dentisti che lavorano
nelle cliniche di quartiere (oltre ad una parte delle
forniture cliniche e dei medicinali) vengono da Cuba.
Chávez ha anche messo a lavorare nelle cliniche pubbliche
i dottori e i dentisti militari del paese. Nel
frattempo, gran parte dell'establishment medico venezuelano
si è opposto veementemente al programma sanitario gratuito,
vedendovi una campagna comunista cubana mirante ad abbattere
gli standard medici e i redditi degli specialisti. I
cittadini a basso reddito che ricevono cure mediche e
dentistiche per la prima volta nella loro vita non sembrano
rientrare tra le preoccupazioni degli specialisti più
"professionali".
Ho visitato uno dei negozi di generi
alimentari di comunità che vengono sovvenzionati dal governo
e sono sparsi in tutto il paese, soprattutto nelle aree a
basso reddito. Questi modesti stabilimenti vendono cibo in
scatola, pasta, legumi, riso, frutta e altri prodotti ben al
di sotto del prezzo di mercato, una benedizione in una
società in cui la malnutrizione è endemica.
I mercati alimentari popolari hanno eliminato
gli strati di intermediari e reso i beni primari più
accessibili per i residenti. Molti di questi mercati sono
condotti da donne. Il governo ha anche creato una banca
finanziata dallo stato la cui funzione è quella di formire
alle donne con basso reddito i fondi necessari per avviare
delle cooperative nelle loro comunità.
Esiste un numero crescente di cooperative di
lavoratori. Una, a Caracas, fu avviata trasformando una
discarica in una fabbrica di scarpe e di magliette.
Finanziata con il denaro del ministero del petrolio, la
cooperativa ha dato lavoro a circa mille persone. I
lavoratori sembrano entusiasti e pieni di speranze.
Sorprendentemente, molti venezuelani sanno
relativamente poco sulle cooperative di lavoro. O forse non
è sorprendente, dato il monopolio quasi totale che il
capitale privato ha sui giornali e sulle televisioni. I
ricchi signori dei media, tutti veementemente contro Chávez,
possiedono quattro dei cinque canali televisivi e tutti i
principali quotidiani.
La persona maggiormente responsabile per gli
sviluppi rivoluzionari in Venezuela, Hugo Chávez, ha
ricevuto il solito trattamento "ad personam" da parte dei
media Usa. Un articolo del San Francisco Chronicle lo ha
definito "il pugnace presidente venezuelano". Uno speciale
dello stesso quotidiano (30 novembre 2001) riportò le parole
di un oppositore politico che definì Chávez "uno
psicopatico, un tipo fortemente aggressivo". Il Financial
Times di Londra lo vede come "sempre più autocratico" e a
capo di una cosa chiamata "democrazia canaglia".
In The Natione (6 maggio 2002), Marc Cooper,
uno di quei liberali della guerra fredda che ora difendono
regolarmente l'impero Usa, scrive che il presidente Chávez,
democraticamente eletto, "parla come un criminale", che
"flirta con la megalomania". Il comportamento di Chávez,
continua Cooper, "sfiora la paranoia", è "demagogia"
trasmessa in uno "stile sempre più autocratico". Come molti
altri critici, Cooper sminuisce i risultati ottenuti da
Chávez e preferisce gli improperi all'analisi informata".
Altri soloni dei media hanno etichettato
Chávez come "mercuriale", "assediato", "dalla mano pesante",
"incompetente" e "dittatoriale", un "populista da caserma",
un "uomo forte" e soprattutto "uno di sinistra". Non si
spiega mai cosa significhi "di sinistra".
Nel frattempo gli oppositori di Chávez, che
misero in atto un colto di stato nell'aprile 2002 contro il
governo eletto democraticamente, sono dipinti dai media Usa
come i difensori del governo "democratico" e "a favore della
democrazia". Stiamo parlando di plutocrati del libero
mercato e dei capi del complesso militare-industriale che
uccisero più persone in quelle 48 ore in cui tennero il
potere di quante siano mai state molestate da Chávez negli
anni del suo governo.
Quando uno di questi, il generale Carlos
Alfonzo, fu raggiunto dall'incriminazione per il ruolo che
aveva ricoperto nel golpe, il New York Times decise di
chiamarlo un "dissidente" i cui diritti erano stati
soppressi dal governo di Chávez. Quattro altri alti gradi
dell'esercito sono stati accusati di aver guidato il golpe
del 2002 e dovranno affrontare un processo. Senza dubbio
saranno descritti anch'essi non come cospiratori e traditori
che hanno cercato di abbattere un governo democratico, ma
come "dissidenti", individui decenti cui viene negato il
diritto di essere in disaccordo con il governo.
Il presidente Chávez, ai cui discorsi
pubblici ho assistito in tre occasioni, ha dimostrato di
essere una persona istruita, capace di un pensiero
articolato, estremamente ben informato e di buone letture.
Manifesta una sincera dedizione alla realizzazione di alcuni
cambiamenti benefici per la grande massa della popolazione,
una persona che sotto ogni aspetto appare degna della
rivoluzione democratica, discreta e pacifica che sta
conducendo. Milioni di suoi compatrioti lo percepiscono
giustamente come l'unico presidente che abbia mai prestato
attenzione alle aree più povere del paese. Nessuna
meraviglia che sia il bersaglio di calunnie e di tentativi
di colpi di stato da parte delle eminenze del paese e dai
circoli dominanti a nord.
Chávez afferma che il governo degli Stati
Uniti progetta di assassinarlo. Posso crederci. |