UN
RICORDO DI CAMILO CIENFUEGOS
CAMILO, UN CAPO
ALLA TESTA DEGLI INVASORI
Generale di
Brigata ritirato William Gálvez
Il 10 agosto del
1958 Camilo venne chiamato dal Comandante in Capo che si trovava a
Las Mercedes. Eravamo in tre lungo il percorso della bella zona di
montagna e si notavano le tracce della guerra. Nel batey c’erano
Fidel, Celia, il Che e altri compagni. Stavano discutendo con un
colonnello del regime sulla consegna dei prigionieri, anche se
l’obiettivo reale di quell’incontro era sondare le disposizioni del
capo dei ribelli sull’accettazione di un golpe militare per
sostituire Batista. Il Comandante in Capo - che si opponeva in
maniera categorica a questa possibilità ideata nelle più alte sfere
dell’esercito – esigeva categoricamente che il governo passasse alla
guida dei dirigenti rivoluzionari.
Una di Camilo
Nel luogo delle
riunione ci sono una cassa di bibite e una scatola di sigari che
hanno sull’anello la propaganda di Rivero Agüero, un candidato alla
tirannia della Repubblica. Con il suo forte senso dell’umorismo
Camilo prende alcuni sigari e dopo averli ripartiti esclama
sorridendo: “ Bene adesso mandiamo in fumo Riverito...” Fidel lo
informa sul piano di invasione dell’occidente e Camilo chiede che
la colonna porti il nome di Osvaldo Herrera, per ricordare un eroico
rivoluzionario morto in combattimento. Fidel gli spiega però che è
già stato scelto il nome di Antonio Maceo e Camilo comprende che
ricordare le pagine più gloriose della guerra del ‘95 è più
adeguato, poichè Maceo era il più geniale tattico e stratega mambi.
Il comandante Guevara aveva la missione di condurre una seconda
colonna di invasori sino a Las Villa.
L’offensiva
ribelle
Una volta
sconfitta l’offensiva nemica, il Comandante in Capo, convinto dalla
necessità di intensificare la guerra al di là dell’oriente, come
nella guerra di indipendenza, sino a raggiungere le province
occidentali considera che è giunto il momento. Il recente successo
militare offre l’opportunità unica per realizzare l’offensiva dei
ribelli. Le colonne ribelli avanzeranno in tutte le direzioni nel
resto del territorio senza che nulla o nessuno le possa fermare,
annuncia Fidel nella sua relazione sull’offensiva. In oriente
le basi delle operazioni delle forze ribelli sono ferme e
invulnerabili. Oltre alla Sierra Maestra, centro e avanguardia
eroica del Primo Fronte José Martí, c’erano anche il Secondo e il
Terzo Fronte. Non sono pochi coloro che conoscendo l’importanza del
nuovo impegno pensano che le truppe selezionate possono condurre la
guerra sino all’estremo occidentale dell’Isola, ma perseguitate
dalle forze superiori del nemico, verranno distrutte e annichilite.
Il grande ottimismo di Fidel davanti alle situazioni cosi difficili
gli ha permesso di vincere e anche stavolta non ci saranno
eccezioni. La guerra nel suo impetuoso sviluppo offre la possibilità
a molti compagni di rendere manifeste le loro capacità eccezionali
per il comando e per la guerra. Camilo è uno dei primi ed è a lui
che Fidel assegna la missione storica di dirigere l’invasione sino a
Pinar del Río. L’ordine del massimo leader della Rivoluzione non è
impossibile da compiere, ma è molto rigoroso e difficile per il
ungo percorso da compiere da parte delle truppe degli invasori, in
un terreno praticamente sconosciuto e piano nella sua maggior parte
della sua estensione. Non si devono ignorare le potenti risorse che
il nemico concentrerà contro le colonne in marcia verso occidente,
quando scoprirà la loro presenza. È a El Salto che inizia la
selezione di coloro che faranno parte della colonna degli invasori.
Il 17 Camilo, il nostro capo marcia va a ricevere le ultime
istruzioni per l’invasione e il 18 ritorna all’accampamento e ci fa
vedere la storica credenziale: “ Si affida al Comandante Camilo
Cienfuegos la missione di condurre una colonna ribelle dalla Sierra
Maestra sino alla provincia di Pinar del Río per compiere il piano
strategico dell’esercito ribelle. La colonna Antonio Maceo, poichè
si chiamerà così la forza degli invasori in omaggio al glorioso
guerriero dell’indipendenza partirà da El Salto il prossimo
mercoledì 20 agosto del 1958. Al Comandante della colonna degli
invasori si concedono tutte le facoltà di organizzazione di unità di
combattimento ribelle nel territorio nazionale sino a che i
comandanti di ogni provincia arriveranno con le loro colonne alle
loro rispettive giurisdizioni, egli potrà applicare il codice penale
e le leggi agrarie dell’esercito ribelle nei territori conquistati,
ricevere i contributi stabiliti con le disposizioni militari,
combinare operazioni con tutte le forze rivoluzionarie che
incontrerà e in settori determinati, stabilire un fronte permanete
nella provincia di Pinar del Río, che sarà la base delle operazioni
definitive della colonna degli invasori e designare per tutti questi
fini ufficiali dell’esercito ribelle, sino al grado di comandante di
colonna. La colonna degli invasori ha l’obiettivo primordiale di
combattere una guerra di liberazione sino all’occidente dell’Isola
e a questo si dovrà posporre ogni questione tattica e ci si batterà
contro il nemico in tutte le occasioni che si presenteranno durante
il percorso. Le armi che si prenderanno al nemico verranno destinate
alle organizzazioni delle unità locali. Per premiare, segnalate e
stimolare gli atti di eroismo nei soldati e negli ufficiali della
Colonna degli Invasori No.º 2 Antonio Maceo si crea la medaglia al
valore Osvaldo Herrera, capitano di questa colonna, che perse la
vita nelle prigioni di Bayamo dopo una coraggiosa ed eroica
resistenza, subendo le torture degli sbirri della tirannia.
Firmato Fidel
Castro Ruz, Comandante in Capo.
Le piogge
torrenziali, che provocarono la crescita del fiume Yara impedendo
il passaggio, permisero l’inizio della storica invasione solo il 21
agosto.
A 26 anni il
giovane guerrigliero Camilo Cienfuegos Gorriarán è uno dei più
importanti capi dell’esercito ribelle ed ha la responsabilità di una
delle più importanti e rischiose missioni di tutta la guerra di
liberazione cubana: L’INVASIONE, esattamente 45 anni fa.
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