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rRIVISTA TELEMATICA MENSILE A CURA DI GIOIA MINUTI

 

Ladri di anime

 

Così si intitola il disegno triste e interessante di Carlos Monte de la Oca che accompagna il bel racconto di Juan Carlos Rodríguez che ci fa rivivere la tragedia dell’attentato contro il CU 445 della Cubana de Aviación, scoppiato in volo il 6 ottobre di 27 anni fa, nel quale morirono 73 persone.

Nessun paese del mondo sviluppato parlò  di quei morti, nessuno parlò di terrorismo: erano cubani e vennero uccisi dai ladri di anime. A bordo c’era la squadra giovanile di scherma che “aveva trasformato l’atmosfera dell’aereo in una festa” dissero alcuni testimoni.

I venezuelani Hernan Ricardo e Freddy Lugo, con passaporti falsi, avevano occupato due posti nel breve tragitto tra Trinidad y Tobago e Barbados ed avevano posto una bomba nel bagno dell’aereo diretto all’Avana. 

Luis Posada Carriles era il cervello e il finanziatore di seconda mano  dell’attentato assieme a Orlando Bosh Ávila, stimato politico degli Stati Uniti anche attualmente... il FBI ha definito Bosh “uno dei più pericolosi terroristi d’America” e per questo costui lavora per l’amministrazione Bush.

Fu una tragedia terribile: la bomba esplose e non si salvò nessuno.

I familiari delle vittime nella triste ricorrenza  vanno in gruppo al cimitero di Colon, nella capitale, dove si trova un piccolo campo con i nomi di tutti questi morti.  Le scene di dolore sono  identiche a quelle che avvennero e che avvengono tutti gli anni.

Quando Fidel, 27 anni fa parlò dell’attento tutta Cuba pianse pensando a tutti quei giovani a quelle speranze bruciate dall’odio di barbari incivili, pagati e difesi da personaggi che non sono certo meglio di loro e che hanno però nelle mani un potere terribile .

Nel cimitero una vedova singhiozzava l’anno scorso e la sorella  le diceva “Non fare così che ti senti male” ma anche lei piangeva  e tutti,  assolutamente tutti  i presenti piangevano come il giorno dell’annuncio della tragedia. Non si cancellano mai questi dolori come non  si cancella mai il dolore della morte di Fabio, il figlio di Giustino di Celmo, morto per avidità di denaro,  per odio cieco e vile, per crudeltà infinita.

Posada Carriles disse di Fabio che : “Si trovava al posto sbagliato nel momento sbagliato...” In questo essere con apparenze umane esiste solamente una bestia selvaggia e feroce.

Nel cimitero di Colon, io, giornalista, non riuscii a fare nemmeno un’intervista, per rispetto di tanto dolore e tanta dignità, perchè avevo il cuore pesante. “Era mio figlio...era mia figlia... era mio padre... aveva vent’anni ...” 

Il mondo non ha mai condannato questo atto di estrema barbarie ma Cuba non dimentica : sono passati 27 anni ma è come fosse ieri e lo stesso avviene con la scomparsa fisica del Che e di Camiloe di tanti altri Eroi.

La memoria storica è l’essenza nella  vita e nel futuro dei cubani che hanno molto da difendere da quei nemici che sanno spezzare i cuori, ma non la volontà di lotta.

Ladri di anime certo,  perchè loro l’anima non l’hanno mai avuta...