AVVENIMENTI
50º anniversario ICAIC. Le 24 ore che fecero tremare
Santiago di Cuba
Quando Rebeca
Chávez ha deciso di filmare la sua versione di Bertillón 166, non si
è fermata a pensare se era o meno di moda. Sapeva che Julio García
Espinosa e Tomás Gutiérrez Alea avevano girato un film con questo
romanzo che aveva inaugurato il sentiero dei trionfi del Premio Casa
de las Américas, ma sapeva anche che la storia era sua - nata a
Santiago, quasi bambina aveva partecipato ad azioni d’insurrezione -
e che poteva dedicarsi senza problemi a girare un film, partendo dai
principi e le circostanze che le erano vicine.
Oggi, 24 marzo, l’ICAIC
festeggia il 50º Anniversario e lo fa con la proiezione di “Ciudad
en rojo”, il film di Rebeca ispirato al romanzo di José Soler Puig.
“Quando un film si
basa in un libro, diviene una sorta di riscrittura, ed io l’ho
effettuata con la complicità e la collaborazione di Xenia Rivery.
Abbiamo selezionato i conflitti dei personaggi del romanzo. Non so
se saranno nuovi questi temi, ma mi sono parsi interessanti, perchè
sia il romanzo che il film vogliono riflettere sulla violenza e le
sue conseguenze per giovani coinvolti in situazioni e che incontrano
un cammino per dare soluzioni agli stessi problemi. In qualche modo
una visione di quello che succedeva a Santiago durante la
dittatura... La pellicola è una storia di persone comuni che si
entrano in un processo che lascerà forti impronte. Parla di
politica: è un thriller, un giallo, diciamo un thriller politico”.
Rebeca giunge a
questo film dopo una straordinaria saga come documentarista formata
alla scuola migliore: quella di Santiago Álvarez.
Ha girato due corti
di ficcion: El triángulo y La fidelidad e inoltre ha realizzato
varie gioie come: Buscando a Chano Pozo (1987), Con todo mi amor,
Rita (2000) e Cuando Sindo Garay visitó
a Emiliano Báez (2002).
È responsabile di
tre medio metraggi della serie Caminos de Revolución (2004) e
regista generale di una collezione ancora non presentata
integralmente sulla musica cubana.
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