AVVENIMENTI
La Tipografia Nazionale di Cuba • Il 50º Anniversario di un’opera da
giganti
di
Gustavo B. Estorino
– speciale per SiporCuba
Solo tre mesi dopo la vittoria popolare contro la tirannia di
Fulgencio Batista, il Governo Rivoluzionario, mediante la Legge 187
del 31 marzo del 1959, dispose la creazione della Tipografia
nazionale di Cuba.
In
questo modo si stabilirono le basi per la pubblicazione di massa e
sistematica di libri, riviste e depliant in un paese con un alto
indice d’analfabetismo.
Cominciava cosi a prendere forma per la prima volta il progetto di
un sistema editoriale che fosse conseguente ad una visione culturale
nazionale, anche se ancora non contava con personale preparato nè
con le risorse materiali e le tipografie necessarie per realizzare
quel nobile obiettivo.
Il
15 marzo del 1960, in un’assemblea di lavoratori della nascente
Tipografia Nazionale - che cominciò a funzionare utilizzando le
rotative dei quotidiani occupati dalla Rivoluzione o abbandonati dai
loro padroni, intervenne Fidel, che offerse dettagli del progetto
culturale e rivoluzionario intrapreso e, andando più in là nei
futuri compiti che dovevano assumere quegli operai, disse: “Adesso i
bambini ed i loro genitori leggeranno centomila volumi e centomila
case avranno biblioteche che prima erano solo un privilegio dei
ricchi.
Da
quel progetto sorse la felice iniziativa che il primo volume da
pubblicare nella Tipografia Nazionale di Cuba doveva essere “El
Ingenioso Hidalgo Don Quijote de la Mancha”, di Miguel de Cervantes
Saavedra, che avrebbe inaugurato la collezione “Biblioteca del
Popolo”, destinata ai classici della letteratura mondiale.
Come segnalò nel 1979 il dottor Armando Hart: “Non fu casuale la
scelta dell’opera, il simbolo del personaggio immortale che incarna
i più puri ideali umani, e si univa alla volontà di riconoscere come
proprio il patrimonio culturale dell’ umanità e l’omaggio a tutto
quello che la nostra lingua comprende, come un tesoro comune, nella
figura del più grande dei suoi scrittori”, aveva sottolineato
l’attuale direttore dell’Ufficio del Programma Martiano.
Nello stesso anno, il 1969, vecchie rotative che lavoravano con
fogli di due o quattro pagine, stamparono su carta ricavata dai
residui della canna da zucchero, 400.000 in 4 tomi – 100.000 per uno
- del famoso romanzo di Cervantes con le illustrazioni di Gustavo
Doré e Pablo Picasso.
Immediatamente l’edizione fu messa in vendita per i lettori ad un
prezzo assolutamente simbolico: venticinque centesimi a volume.
Quella prima edizione di El Quijote rappresenta un gioiello
bibliografico d’incalcolabile valore, non solo per le circostanze in
cui fu stampato nei primi anni del processo rivoluzionario, ma per
il suo significato culturale e storico.
“Non si può avere nulla di più chisciottesco - niente di più
rivoluzionario voglio dire - che annunciare gridando che è venuta
l’ora d’appropriarsi della cultura universale, di uno dei massimi
simboli, di fatto il maggiore in spagnolo che è precisamente
l’insolita parodia del grande della Mancia”, ha scritto Ambrosio
Fernet.
Poi
seguì la stampa a prezzi molto basi di altre opere importanti della
letteratura cubana, latinoamericana e del mondo intero, tra le quali
l’antologia poetica di
César Vallejo e Rubén Darío; Canción de gesta, salutación poética,
di Pablo Neruda, per l’allora giovane Rivoluzione Cubana; l’Elegía
a Jesús Menéndez, di Nicolás Guillén, con prologo di Blas Roca e le
illustrazioni di Adigio Benítez), oltre a tutti i materiali
utilizzati durante la fruttifera Campagna Nazionale
d’alfabetizzazione del 1961.
La
Tipografia Nazionale di Cuba costituì un’importante via di
diffusione culturale, educativa e politica durante la sua breve
esistenza, dall’Agosto del 1960 all’Aprile del 1962.
Nel
maggio di quell’ultimo anno venne interrotto il suo lavoro, ma già
contava si 75 unità di produzione ed un catalogo editoriale che non
si può ignorare nella storia del libro cubano nella Rivoluzione.
Da
allora, stabilita la base materiale poligrafica che ha poi
differenziato la politica editoriale dei libri e di altre
pubblicazioni, sorse l’Editrice Nazionale di Cuba, diretta
dall’inizio e sino al 1966 da Alejo Carpentier, che disimpegnò e
ampliò le funzioni delle Tipografia Nazionale, sino alla creazione,
il 7 aprile del 1967 dell’Istituto del Libro, oggi Istituto Cubano
del Libro, e del sus sistema di case editrici: Ciencias Sociales,
Ciencia y Técnica, Arte y Literatura, Gente Nueva, Abril, Pablo de
la Torriente Brau...
Prima del trionfo della Rivoluzione, salvo poche eccezioni, le sole
opere letterarie che si pubblicavano in Cuba erano quelle finanziate
dagli stessi autori o da alcuni mecenate o promotori culturali, come
Fernando Ortiz.
Quasi nessuno riusciva a vendere un centinaio di volumi delle sue
opere, una volta pubblicate. Solo i libri di testo, quelli
obbligatori nei licei avevano la vendita assicurata, anche se in
scala relativamente limitata.
Poeti e narratori dovevano pagare molto caro il delitto di non
essere ricchi; alcuni sacrificavano i loro risparmi, se li avevano
ed altri, rassegnandosi a non essere mai conosciuti nel loro stesso
paese.
I
cubani dipendevano totalmente dalle importazioni per la conoscenza
della letteratura straniera e questo impediva di concepire ed
offrire ai lettori un vero ventaglio della letteratura mondiale e di
farlo come avviene ora, a prezzi popolari.
Mancava un’organizzazione editoriale dove ogni libro di letteratura
o meno, d’autore cubano o straniero, potesse far parte del sistema
globale della cultura e non fosse un pezzo isolato senza relazioni
con il resto dei circoli culturali della società. Era necessario
che tutto quello che era relazionato con la produzione,
distribuzione e ricevimento dei libri dalle editrici e le
tipografie, alle biblioteche e le librerie – fosse parte di un solo
sforzo collettivo, destinato in ultima istanza a stimolare il
piacere della lettura e forgiare nuove coscienze individuali e
sociali, armatura intellettuale d’una società alla quale non si dice
“Credi”, ma si dice “Leggi”.
La
decisione che mise in marcia tutto quello sviluppo la prese Fidel,
nel marzo del 1959, quando dispose la creazione della Tipografia
Nazionale di Cuba.
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