AVVENIMENTI
Il Diario del
MNOAL
di
MARCO SACCHETTI
Alle due del
mattino la sala stampa del MNOAL, aperta 24 ore su 24 è semideserta.
Delle 300 postazioni collegate a Internet la maggior parte sono
spente o contrassegnate da fogli delle rispettive testate che
avvertono “occupato” o “do not touch...”.
Mentre “La Habana
duerme”(come dice una canzone dei “Moneda Dura”) si lavora in
estrema tranquillità e indiscutibile concentrazione; l'ispirazione
non manca mentre sui monitors a circuito chiuso scorrono le immagini
riassuntive della giornata e l’arrivo all’aeroporto di Evo Morales e
a scaglioni tutte le delegazioni ministeriali.
La Cumbre da
giovedì 14 è entrata nel vivo e nella capitale sono arrivati quasi
tutti i 50 e oltre capi di stato, che avevano confermato la loro
presenza, per gli ultimi due giorni del dibattito per approvare i
documenti conclusivi elaborati dalle commissioni di lavoro degli
specialisti di tutte le delegazioni.
La commissione
dedicata ai temi economici e sociali ha già approvato nuove proposte
e diagnosi relative ai temi del commercio,della cooperazione, delle
relazioni monetarie,finanziarie,del razzismo e delle nuove conquiste
raggiunte dall'emancipazione femminile e dei popoli indigeni.
Il comitato
ministeriale si e' riunito per dibattere Il tema della Palestina,a
cui hanno partecipato le delegazioni di Algeria, Bangla Desh,
Colombia, Cuba,India,Indonesia,Malesia, Palestina, Zambia e Zimbawe.
Il discorso
d'apertura del segmento ministeriale pronunciato da Carlos Lage ha
toccato gli animi e l'arringa di Alarcon nella conferenza stampa del
pomeriggio,
incentrata
soprattutto sul tema del terrorismo e del caso Posada Carriles, ha
scatenato un fuoco incrociato di domande, soprattutto da parte dei
giornalisti che coprono l’evento per i networks statunitensi.
Nel frattempo Raul
Castro e Ramiro Valdes Menendez si sono incontrati con il Presidente
del Vietnam.
La sensazione è
che il lavoro diplomatico in questo scenario si svolga in maniera
molto intensa e ben articolata, con livelli di serietà e
determinazione più rigorosi dei soliti vertici,chiacchierati e
contestati G-8 degli ultimi anni.
Il XIVº MNOAL 2006
non e' una “Torre di Babele”, ne’ tanto meno una “scatola
vuota”,come ha scritto forse con troppa faciloneria e uno “spriz di
arroganza”qualcuno della nostra “assente ingiustificata” stampa
nazionale. Piuttosto una sorta di "giochi senza frontiere" della
politica e della moderna e multietnica diplomazia reale, gestiti con
umiltà e laboriosa energia,senza eccessivo glamour e in funzione
della sopravvivenza stessa del Pianeta. Un’energia proiettata verso
quel mondo migliore possibile, imprescindibile e indispensabile,
dove tutti in fondo parlano la stessa lingua: quella della speranza
solidale e della cooperazione sostenibile.
Come previsto
continua il pellegrinaggio di personalità illustri e capi di stato
presso il "ritiro" del convalescente Fidel.
Lo scrittore
argentino Miguel Bonasso (delegato speciale in rappresentanza del
presidente Nestor Kirchner) è il primo invitato ufficiale alla
“Cumbre” che viene ricevuto da Fidele lo intervista (mercoledì 13,
di mattina) per circa 90 minuti. Bonasso ha regalato a Fidel un
portacarte da viaggio(multitasca) in cuoio, col messaggio
subliminale che il “Jefe” possa ricominciare a viaggiare... "Ho
perso 41 libbre ma già ne ho recuperato quasi la metà...Vedi, posso
parlare anche a voce alta se voglio...", dando ordini concitati ad
alcuni suoi
collaboratori. Poi
si lancia nell’elogio di Chavez che sta conquistando
finalmente,nonostante tutti i boicottaggi, un seggio nel Consiglio
di Sicurezza dell’ONU.
“E’ riuscito a
creare un modello indistruttibile; non è portatore di un socialismo
estremo, ma piuttosto realista. Indiscutibilmente avrà successo per
aver creato un grande partito che riunisce e rappresenta tutti i
rivoluzionari venezuelani. I diversi partiti che lo appoggiavano
hanno reagito bene alla sua convocazione per formare l’unità.
Inoltre ha promesso di realizzare democraticamente tutti i
cambiamenti, consultando il popolo. Non è un estremista. Ha promesso
di cooperare con la classe media, nel rispetto e con la
collaborazione delle imprese private che accolgono i principi della
Rivoluzione. Inoltre ha sviluppato programmi sociali senza
precedenti nel mondo, che lo rendono imbattibile. Penso che un
popolo tanto saccheggiato come quello venezuelano merita questo
cambio. E vedo con allegria l’impulso verso l’integrazione
dell’America Latina, per la quale Venezuela costituisce l’esempio di
quello che si può fare quando un paese mette le sue risorse a
disposizione del popolo. Chavez non solo usa bene queste risorse, ma
anzi le moltiplica con provvedimenti fiscali che finora non erano
mai stati adottati.” Prima del commiato Fidel ha indicato a Bonasso
il modesto televisore della sua stanza sottolineando:"La televisione
è sempre più violenta. Tutto è d’una violenza estrema. Tutto è
pubblicità e violenza, dalla fiction ai notiziari internazionali".
Giovedi 14
settembre alle 12:00 Hugo Chavez, appena arrivato all’aeroporto
chiede: "Come sta Fidel? Vado subito a trovarlo..." e si precipita
insieme a Raul e a Carlos Lage per la quarta “visita medica” al
Comandante.
S’intrattengono
per un paio d’ore e il presidente cubano gli regala la prima copia
aggiornata della seconda tiratura di “Cento ore con Fidel” ( il
futuro best seller di Ignacio Ramonet), con una dedica speciale che
dice: “Para
mi
hermano Chavez, campeon olimpico de nuevas ideas socialistas”.
Alle 16:30, Chavez
inizia a parlare nella riunione del Gruppo dei 15, presieduta da
Raul Castro, prima scherzando sul fatto che non essendo presente il
Comandante può concedersi il doppio del tempo, poi, citando il poeta
uruguayano Mario Benedetti "Al fin el Sur esiste...", elogiando la
presenza di quasi tutti i presidenti del Gruppo dei 15. Pronostica
la prossima vittoria elettorale di Lula, poi si rivolge
provocatoriamente all'assemblea:"Non vedo altro gruppo al mondo che
abbia più potenziale di questo...Perchè gli costa tanto funzionare?
Questo gruppo è semi moribondo: lo vogliamo salvarlo? Il mio punto
di vista è, sapete, sono cristiano... "lascia che i morti
seppelliscano i propri morti e seguimi, disse Gesu' Cristo". E io
dico che se questo gruppo si trova in queste condizioni di malattia,
non dobbiamo prolungare la sua agonia, ma creare qualcosa di nuovo".
Poi cita Gramsci: "Una crisi vera succede quando un’era sta morendo,
ma non termina di morire e mentre qualcosa di nuovo sta nascendo: ma
non termina di nascere".
Divaga sul
Comandante:"Sento che non sono l'unico diavolo in questa Cumbre, ha
scritto Fidel in un appunto lasciato sul mio taccuino"... "L'ALCA
l'abbiamo già seppellita in Argentina, Maradona gli ha dato il
calcio finale!" esclama Chavez nel crescendo del suo discorso; e
ancora: "Stiamo entrando nell'era "post-neoliberale" e
"post-imperialista", non solo in Latino America, in Africa e in
Asia, ma anche nel cuore della "bestia"... L'impero ti manipola, ti
usa,
ti sfrutta e ti
risucchia, e' come il conte Dracula...Lo sfruttamento dell'energia
nucleare per scopi pacifici è parte del cammino futuro; non stiamo
parlando di bomba atomica...Che Israele distrugga le proprie...”.
Roboante,
trascinatore,ironico come sempre, ma estremamente comunicativo nelle
sue metafore iperboliche Chavez fa la differenza: “Propongo che il
gruppo dei 15 appoggi l'Iran, siamo fratelli, associati, compagni o
non lo siamo?
Dimostriamolo! Non
me ne vado da qui se non esprimiamo un sostegno ben forte con il
popolo iraniano (e sappiamo che ci sono piani per invaderlo), i
popoli cubano, libanese e palestinese”. Contemplativo e
intimidatorio allo stesso tempo...l’assemblea è rapita: “Guardate
com’e’ bella Cuba in questi giorni...Se gli Stati Uniti si
azzardassero ad invadere Cuba qui scorrerebbe anche sangue
venezuelano; non ce ne staremmo certo con le mani in mano guardando
le bombe cadere sull'Avana". L’affondo finale: “Il Venezuela approva
l'istituzione di un fondo per l'incremento del commercio, rilancia
la disponibilità di un'università del Sud oltre a Telesur e Petrosur;
propone attraverso il progetto BANCOSUR di mettere a punto nuovi
meccanismi di cooperazione per i paesi in via di sviluppo. A Cuba
per esempio si sta modernizzando la raffineria di Cienfuegos...
Dobbiamo essere uniti, in questa terra magica dell'utopia, la terra
del sogno possibile, in Nuestra America”... Chávez in chiusura
rilancia ancora sui 15, proponendo una riunione straordinaria dei
presidenti della Triade (o troika, formata da Malesia e Cuba ed
Egitto) a Caracas, quanto prima, dopo le elezioni di dicembre.
Alle 18:00 intanto
arriva all’Avana Kofi Annan, ricevuto all’aeroporto in pompa magna
dal ministro Felipe Perez Roque, che lo convoca prontamente dal
Comandante, che è più che mai in netto recupero, come dice Chávez,
“Cammina, ha persino cantato ed e’ quasi pronto per ricominciare a
giocare a baseball!”.
I lavori della
Cumbre continuano fino a notte inoltrata ed è già un successone
mediatico senza precedenti, per la sola presenza (cosa mai
verificatasi) di
ben 56 capi di
stato.
La “Hermosa Habana”
è in queste ultime ore notturne, semideserta, controllatissima e
pattugliata da Lada bianche e “Caballitos” del transito, palette
catarifrangenti, led luminosi in costante countdown dei nuovi
semafori digitali sulla Quinta Avenida (donati dai cinesi).
L’aereoporto José
Martì è costantemente presidiato da una maglia impenetrabile di
rigorosissime misure di sicurezza, ma i turisti in arrivo non
lamentano eccessivi disagi. Una “Habanita caliente”, ma in fondo
efficiente e insolita nelle sue secolari contraddizioni; avvolta in
una cappa sognante di vapore estivo, umido e vitale, tutt’altro che
oppressivo, dove veglia assoluta la calma piatta del Malecon.
Un’onda nuova,
percettibile, ancora da decifrare nella sua effimera e transitoria
complessità, che la rende comunque la capitale tropicale e
sincretica di tutto un paradigmatico “Sud del Mondo” (multi
continentale); sicuramente migliore per tutti quelli che ci sperano
e lottano concretamente, senza timori e ipocrisie, nel tentativo di
renderlo sempre più possibile.
Venerdì 15/09/2006
Raul Castro
presiede ufficialmente l’Assemblea; Fidel s’incontra in privato
giovedì notte con Kofi Annan. Anche a lui, come a Chávez, Fidel
regala una delle prime copie ristampate rivedute, corrette e
arricchite del tomo “Cento Ore” di Ramonet. Nessuno sa in dettaglio
cosa si siano detti, ma nel suo intervento ufficiale nel Palazzo
delle Convenzioni Kofi Annan, dopo gli incontri con Raul, Lage, e
Roque, ha fatto chiaramente capire che l'ONU "soffre di un deficit
di democrazia" e andrebbe radicalmente riformata."
Il potere in mano
a 5 soli paesi è molto difficile da sostenere", ha aggiunto. Arriva
nel primo pomeriggio anche il presidente boliviano Evo Morales Ayma
che sostiene una pacata e approfondita conferenza stampa con 300
giornalisti. Dopo qualche ora tutta la stampa è in fila per ricevere
l'omaggio diretto del Comandante...Una copia della nuova edizione di
"Cento ore con...Ramonet" gia' tradotto in inglese, francese, arabo,
con un’appendice per le aggiunte, stampata persino in italiano,dal
titolo: "Capitolo 24- I successi dell’aprile 2002 in Venezuela e
altri temi in America Latina".
Arriva anche un
comunicato di solidarietà e sostegno al Vertice, firmato dal
presidente Vladimir Putin che dice: “La Federazione di Russia e il
Movimento dei Paesi Non Allineati sono uniti dalla responsabilità
comune sui destini del mondo, dal desiderio di contrastare l’inerzia
del confronto e dalla vocazione per la cooperazione internazionale”.
All'edizione
"stellare"delle 20:30, nel TG di Cubavision, passano le prime
immagini di Kofi Annan con un Fidel sorridente, in vestaglia scura -
fantasia a piccoli rombi bianchi.
Sabato 16/09/2006
Il ministro degli
esteri Perez Roque convoca l'ultima conferenza stampa dove conferma
la presenza all'Avana di ben 57 capi di stato e l'approvazione
unanime di 5 documenti finali da parte di tutte le delegazioni
ministeriali, in un clima di profonda coesione. Il Movimento dei
Paesi Non Allineati si riunirà per il prossimo Vertice in Egitto
nel 2009.
L'approvazione
finale dei presidenti, secondo Roque è quasi una formalità. Il primo
è una sintesi dei principi teorici, sulla base di quello già
proposto da Cuba a New York prima dell'inizio dell’Assemblea; il
secondo illustra le nuove metodologie di lavoro del Movimento; il
terzo, chiamato proprio "Documento Finale" è composto da oltre 100
pagine dove si delineano concretamente le strategie e i "piani
d'azione" per i prossimi tre anni.
Si toccano un po'
tutti i temi d'interesse globale e appoggia in particolare Bolivia e
Venezuela all'unanimità contro qualsiasi ingerenza straniera. Il
quarto documento è una dichiarazione di solidarietà unanime per la
Palestina, mentre il quinto consiste in un'altra dichiarazione
unanime d'appoggio all'Iran, nell'intento di difendere e
salvaguardare il diritto (suo e di tutti) allo sfruttamento pacifico
dell'energia nucleare.
Chávez, da vero
mattatore continua a tenere banco e nelle ultime 48 ore realizza
molti incontri bilaterali, col primo ministro Indiano, coi
presidenti della Malesia e del Vietnam.
Tutti lo
intervistano (Telesur, CNN, Cubavision) ormai come portavoce intimo
e privilegiato di Fidel, ora da lui ribattezzato (per la magrezza
che ha accentuato il suo profilo affilato) "Don Chisciotte
dell'Avana".
Il Comandante
intanto, nelle serate di venerdì e sabato, in un intenso ritmo
finale di “scambi emotivi”, nel suo segreto quartier generale di
“disciplinato convalescente” riceve nuovamente: Evo Morales, il
presidente algerino Abdelaziz Bouteflika, poi il presidente iraniano
Mahmud Ahmadinejad e ancora Manmohan Singh, Primo Ministro
dell’India, il primo ministro della Malesia Dato Seri Abdullah Ahmad
Badawi e il viceministro degli esteri della repubblica Popolare
Cinese.
Raul, nello stesso
giorno non è da meno e si riunisce con i presidenti di Iran,
Pakistan e Congo.
Il Movimento MNOAL
esce trionfalmente rilanciato e lo “spirito di Bandung”
rivitalizzato nelle forme e nei contenuti. Vedremo se tutte le buone
intenzioni espresse in questa conferenza,le nuove strategie e i
progetti diplomatici, applicati alle problematiche più urgenti da
risolvere del terzo millennio, soprattutto quelle economiche ed
energetiche, daranno finalmente nuova linfa
alla pace, allo
sviluppo e alla globalizzazione della solidarietà.
Decisive e sempre
all’insegna dell’unità e dell’armonia si sono rivelate, nella
giornata di giovedì 14, anche le riunioni del Gruppo dei Quindici e
la Riunione Vertice del Gruppo dei Paesi in via di sviluppo detti
“Senza Litorale”
(presieduta da Evo
Morales).
Il MNOAL termina
sabato in nottata e l'approvazione dei 5 documenti finali da parte
dei presidenti intervenuti è quasi una semplice formalità e non
richiede procedure più lunghe del previsto. Si elimina persino la
necessità di un’ultima votazione. Comunque il risultato politico
sotto molti aspetti rappresenta inevitabilmente una denuncia più che
determinata (non un processo nè un attacco) alla politica scellerata
e ai crescenti soprusi perpetrati nelle “guerre preventive” dal
governo degli Stati Uniti e dal suo insaziabile appetito di risorse.
Ore 1:15 di
domenica.
Raul chiude
ufficialmente i lavori dicendo:
“La ratificazione
dei propositi, dei principi e del ruolo del Movimento dei Paesi Non
Allineati nella congiuntura attuale, proporziona un profilo
d’attuazione solido a partire dalle norme che devono regolare le
relazioni internazionali per conquistare un mondo più giusto ed
equo” e conclude:” Siamo convinti che i documenti e le decisioni
adottate in questa sede serviranno, nei mesi e negli anni a venire,
a rendere il Movimento capace d’influire decisivamente nel dibattito
e nella soluzione delle principali problematiche che riguardano
l’umanità intera e in particolare i popoli del Sud”.
Nella enorme sala
plenaria del Palazzo delle Convenzioni lo scroscio finale di
applausi, sorrisi, strette di mano e flash di foto-ricordo dei
delegati e dei presidenti, viene accompagnato da una versione
strumentale della Guantanamera.
Il consenso
instaurato tra le 118 delegazioni che ora integrano il MNOAL, la
presenza di 57 capi di stato e di governo, di vicepresidenti,
viceprimi ministri, e di 90 cancellieri, conferma l’ampia
rappresentatività e l’altissimo livello raggiunto nella conferenza
avanera.
“L’isola dei più
famosi” ha superato la prova lasciando nel cuore di tutti il bel
ricordo di un’esperienza irripetibile.
I quasi 1500 tra
giornalisti e tecnici cominciano a smontare le proprie parabole e a
stivare nelle flying case: telecamere, cavalletti, computers,
microfoni,ponti radio, trasmettitori, centraline di montaggio, fari
e cavetti.
Per la prossima
cumbre del MNOAL ci si rivede al Cairo, con o senza il
“cyber-presidente” Fidel Castro, proprio nell'anno in cui la
Rivoluzione Cubana avrà già compiuto 50 anni.
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