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rRIVISTA TELEMATICA MENSILE A CURA DI GIOIA MINUTI
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Chi si ricorda del Sudafrica segregazionista e di tutte le sue vittime?  Soweto nella memoria: Il 16 giugno è il Giorno dei Bambini Africani

GIOIA MINUTI

 

Il presidente sudafricano Thabo Mbeki ha guidato  una marcia con 50.000 persone che è partita dalla scuola Morris Isaacson, luogo emblematico della rivolta di Soweto, per terminare nel Memoriale Hector Pieterson.

“Salutiamo quei giovani del 1976, che Nelosn Mandela definì arrabbiati e coraggiosi,  che hanno lasciato un’eredità di coraggio e di determinazione”, ha detto Mbeki .

Sono passati  30 anni da quei fatti tragici ed eroici di Soweto, avvenuti quando il regime del apartheid imperava in Sudafrica.

La rivolta sudafricana del 1976 cominciò per l’imposizione dell’insegnamento nelle scuole dell’Afrikaner, un ibrido linguistico che combinava un olandese anacronistico dei primi coloni europei giunti nella zona alla fine del XVº secolo, con elementi “decorativi” presi dalle lingue africane, zulú, xhosa, bantu. La maggioranza dei negri sosteneva che l’Afrikaner era la lingua degli oppressori, i detti boeri.

Il mondo non conosceva  le atrocità che commetteva il regime razzista dei bianchi in Sudafrica, dove i negri nativi e le legittimi padroni del territorio non avevano diritti, potevano solo obbedire, trattati come animali e anche peggio.    

La mattina del 16 giugno del 1976, migliaia di studenti di ogni età invasero le strade di Soweto, un’enorme baraccopoli alla periferia di Joannesburgh  e provocarono un cambiamento della situazione nel loro paese e anche all’estero, dove le immagini della brutale e cieca  repressione del regime segregazionista provocarono un impressione terribile.

La manifestazione cominciò con calma, ma la polizia cominciò a sparare a sangue freddo contro  i ragazzi indifesi e disarmati,  che cominciarono a morire. La prima vittima fu un bambino delle medie di 13 anni, che divenne l’immagine dell’infanzia assassinata, grazie alla lente di un fotografo che fissò l’immagine e la trasmise al mondo, suscitano ondate d’indignazione che segnarono  in Sudafrica il punto di partenza d’una ribellione che si estese in tutto il paese e che in poche settimane provocò la morte di più di 600 civili. 

Nella fotografia Hector appare tra le braccia di un amico, Mbuyisa Makhubu, mentre sua  sorella  corre con le mani alzate sconvolta dalla disgrazia.

Il 16 giugno è un giorno che va segnato nel calendario, anche perchè  a 12 anni dall’eliminazione del apartheid nel Continente Nero, i bambini e i giovani africani devono affrontare altri nemici crudeli e assassini, come la fame, il SIDA e le guerre...