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Il ministro degli Esteri Felipe Pérez Roque ha detto che il modello democratico cubano è davvero popolare

 

 

 

“Il sistema elettorale cubano è davvero popolare, è quel che noi cubani abbiamo stabilito esercitando il diritto di scegliere il nostro modello democratico”, ha affermato il ministro degli Esteri, Felipe Pérez Roque, dopo aver votato.

“Oggi la festa è del popolo e non del denaro”, ha ricordato ed ha sottolineato che i candidati si eleggono per il rispetto che ispirano nella comunità e per il loro apporto all’opera collettiva, non in virtù di promesse demagogiche.

Riferendosi alle caratteristiche del processo elettorale cubano, il ministro ha detto che i candidati sono stati proposti nelle assemblee popolari con un’ampia partecipazione di popolo e non di macchine elettorali, come avviene in altri luoghi.

 

“Per candidarsi come presidente negli USA ci vogliono almeno 200 milioni di dollari, mentre nel nostro modello gli eletti si possono revocare, se non esercitano in maniera soddisfacente la loro missione.  Il popolo controlla in continuazione la loro gestione...

Questo è un sistema fondato sulle idee di José Martí, il  nostro Eroe Nazionale, per costruire una Patria con tutti e per il bene di tutti.

 

“Il modello cubano non è perfetto, ha detto ancora il Ministro Pérez Roque, che ha segnalato il lavoro dei delegati al governo dei quartieri, con le pressioni dovute agli anni del periodo speciale, la mancanza di risorse per dare soluzioni.

“I delegati a volte pagano anche il prezzo di lentezze e di errori dei funzionari di governo” ha sottolineato.

“Per questo la gente rispetta tanto i delegati”, ha ricordato, citando le responsabilità di coloro che sono stati eletti e ai quali toccherà poi nominare i candidati delle altre istanze di Governo.

 

“Sono orgoglioso come milioni di cubani per questo sistema”, ha dichiarato  Felipe Pérez Roque, e nè il blocco nè le pressioni o le aggressioni hanno riportato quella politica fraudolenta che ci gli Stati Uniti ci vogliono imporre. Il presidente Bush annuncerà nuove misure contro Cuba, ma tutti i suoi piani falliranno, come le macchinazioni per far arrendere per fame e malattie il nostro popolo”, ha dichiarato. “Il prossimo 30 ottobre si vedrà se la comunità internazionale appoggia il blocco o il nostro diritto alla libertà e indipendenza” ha concluso, riferendosi al sostegno della stragrande maggioranza delle nazioni nell’Assemblea Generale della ONU.