AVVENIMENTI
La Fondazione Konrad Adenauer: un’altra conferenza per il “futuro”
di Cuba
Hernando Calvo Ospina da Rebelion.org
Tradotto dallo spagnolo da Stefania Russo
È molto probabile che ormai più nessuno sappia quante
“conferenze internazionali” siano state organizzate per “aiutare la
caduta” del governo cubano o per discutere sulla “Cuba
post-castrista”. In 48 anni di Rivoluzione, sicuro più di mille. Di
fronte alla loro inefficacia, a poco a poco si sono convertite in
una specie di club finanziato in cui si ritrovano vecchi padrini –
che portano alcuni invitati – per raccontarsi le stesse
elucubrazioni, per mangiare e guadagnare bene.
Un’altra conferenza è prevista per i prossimi 25 e 26
aprile. Questa volta nella capitale tedesca. Devono aver fatto
acrobazie linguistiche per non ripetere il solito titolo:
“Democrazia a Cuba, cercare iniziative comuni”. Non è necessario
essere tanto intelligenti per chiedersi cosa potrà apportare il 98%
dei conferenzieri, quando una buona parte di questi in vita sua non
ha mai toccato suolo cubano; altri non passano lungo il Malecón
dell’Avana da più di 40, mentre altri sono stati nell’Isola al
massimo una settimana, in vacanza, o per incontri ufficiali o per
complottare la destabilizzazione della nazione cubana con i
gruppetti denominati “dissidenti”.
In questa occasione è la Fondazione Konrad Adenauer, FKA,
l’anfitrione, oltre ad essere una delle regolari organizzazioni
internazionali che mette soldi per potersi sentire, insieme a tanti
altri, in diritto di decidere il futuro dei cubani. Da lì, seduti,
vogliono spiegare ai presunti invalidi e terrorizzati cubani come
disfarsi della loro dirigenza politica. Sembrano ignorare che tutti
i cubani e le cubane hanno un’eccellente formazione militare,
soprattutto riguardo alla guerriglia. Dimenticano, questi
conferenzieri, che solo un popolo sovrano, consapevole e pronto a
combattere armi alle mani, ha potuto mettere in riga la prima
potenza mondiale, la stessa che aspetta una distrazione per
divorarselo.
“I problemi che abbiamo a Cuba sono poca cosa paragonati a
quelli degli altri Paesi dell’America Latina e di milioni di persone
negli Stati Uniti. Per questo abbiamo deciso che questo sistema ci
conviene. E il giorno in cui non ci dovesse più servire lo
cambieremo. E questo Fidel lo sa. Nessuno da fuori può dirci come
vivere. E se questo è comunismo, che lo sia, e allora? Perché fa
così male?” Lo dice l’artista di musica popolare ballabile, José
Luis Cortés, “El Tosco”, direttore della NG la Banda, che continua:
“a Cuba non esiste la miseria che stanno vivendo milioni di persone
in Germania, Francia, Inghilterra, Portogallo, Italia ecc”.
La FKA nasce nel 1956 come strumento della guerra fredda,
su spinta della CIA, ed è finanziata dal governo della Germania
Federale. Secondo l’ex ufficiale della CIA, Philip Agee, “ per mezzo
della FKA, e per molti anni, la CIA ha convogliato fondi verso
istituzioni accademiche ed intellettuali. Sin dagli anni ottanta, la
FKA e la Fondazione Fridrich Ebert – legata ai socialdemocratici –
possedevano programmi attivi in circa sessanta Paesi, operando in un
segreto quasi totale”.
Come parte integrante del Partito Democratico Cristiano, la
Fondazione, nella prima metà degli anni sessanta, sbarcò in America
latina, con il compito di aiutare ad isolare la rivoluzione cubana.
In Cile, secondo numerosi documenti USA declassificati, tutte le
risorse della Democrazia Cristiana passarono dalla candidatura di
Salvador Allende alla campagna che sfociò nella caduta dello stesso,
già presidente, ad opera del generale Augusto Pinochet. Gli stessi
documenti dimostrano che per quella operazione, i democristiani
ricevettero danaro dalla CIA. Quando il dittatore se ne andò i
principali dirigenti cileni della DC agirono direttamente dal
governo per mantenere intatte le misure neoliberiste imposte a ferro
e fuoco. Guarda caso alcuni di loro sono tra gli organizzatori della
Conferenza: Eduardo Frei e Patricio Aylwin, ex presidente del Cile.
Negli anni ottanta “Washington dà vita a un progetto con
cui rinsalda i legami con la Democrazia Cristiana” come alternativa
alle forze progressiste e insurrezionali in America Centrale, ma
soprattutto in Guatemala, El Salvador e Nicaragua. In quest’ultimo,
la Fondazione Konrad Adenauer e il suo partito politico ritirano il
timido sostegno al governo popolare sandinista, per dedicarsi
totalmente alla candidata sostenuta dal presidente Bush padre,
Violeta de Chamorro. Era come stare con la denominata “Contra”,
strumento militare creato e diretto dal Consiglio Nazionale di
Sicurezza. La signora Chamorro, vince e impone le misure economiche
dettate da Washington, ritira tutti i benefici sociali che il
sandinismo aveva dato alle maggioranze e il Paese ritorna nella
lista dei Paesi più poveri del mondo. Altra casualità: la signora
Chamorro è una delle organizzatrici della Conferenza.
In Venezuela, la Democrazia Cristiana ha avuto una presenza
storica, cominciando dall’aiuto che diede per costruire il partito
“Comité de Organización Política Electoral Independiente”, COPEI,
che in tanti anni di governo ha drammaticamente impoverito le
maggioranze. Dall’arrivo al governo del presidente Hugo Chávez Frías,
la DC e la FKA collaborano attivamente con le forze d’opposizione,
le stesse coinvolte nel Golpe dell’aprile del 2002. Nella strategia
s’incontrano ancora una volta con Washington.
Il 26 ottobre del 2004, il governo della Repubblica
Bolivariana manda alla Fondazione una lettera di protesta in cui si
smentiva “per intero” un rapporto pubblicato su vari quotidiani
europei, perché “contiene informazioni viziate contro le nostre
politiche pubbliche (…), in cui si riportano dati falsi
sull’andamento della nostra economia e si negano i progressi in
materia sociale”. La lettera dice che il rapporto fa parte di una
“campagna di disinformazione nei confronti dell’opinione
internazionale (…) trattandosi, senza dubbio, di una seconda
operazione mediatica con evidente intenzionalità politica”. Alla
conferenza, non poteva dunque mancare uno degli oppositori al
governo venezuelano: Julio Borges.
La FKA si definisce “fondazione politica indipendente”. Non
si sa da chi sia indipendente, perché lei stessa riconosce di essere
“impegnata” con il movimento Democratico Cristiano. In Germania, e
quindi nel mondo, la sua figura giuridica è “non governativa”. Cosa
non vera, ma per l’immagine è un ente non governativo. Nella sua
pagina web continua a riconoscere che il suo “budget si aggira sui
100 milioni di euro all’anno” e che questi soldi vengono dal governo
federale, di fronte al quale “rendiamo conto delle nostre spese”. Ma
se è il governo tedesco a pagare, è assolutamente logico che la
Fondazione risponda agli interessi di quel governo e sin dalla sua
creazione.
Il lavoro sotterraneo della FKA è così efficace che la
Fondazione Nazionale per la Democrazia, NED, altra “ONG”creata dal
Consiglio Nazionale di Sicurezza del presidente Ronald Reagan, nel
1983, viene organizzata a sua immagine e somiglianza come parte
dell’arsenale della politica estera. Allen Weinstein, primo
presidente del NED, nel 1991 disse: “Molto di ciò che facciamo, già
lo faceva, 25 anni fa, la CIA, sotto copertura”. E come dice l’ex
funzionario del Dipartimento di Stato, William Blum, il NED “è stata
un’opera maestra della politica, delle relazioni pubbliche e del
cinismo”.
Non è quindi strano che questa Fondazione – come anche la
Friedrich Ebert, anch’essa finanziata dal governo – facciano parte
di una rete che il NED ha costruito. E anche se non lo dicono
chiaramente, la pratica ha dimostrato fino alla nausea che il loro
ruolo è aiutare gli interessi geostrategici delle multinazionali,
sempre a scapito delle maggioranze dei Paesi in cui queste “ONG”
operano. Tutto in nome della democrazia, della libertà di
espressione e del mercato. Sono veri cavalli di Troia.
Rappresentanti della Polonia, Repubblica Ceca e Slovacca,
Ungheria, Estonia, Lituania e di altri Paesi o regioni che facevano
parte del blocco socialista, parteciperanno attivamente alla
conferenza, e sono in prima linea nelle campagne internazionali
contro Cuba. Le loro organizzazioni sono finanziate molto bene dalla
FKA. Ma anche dal NED, che solo nel 2005 consegnò loro 2,4 milioni
di dollari per questo lavoro in Europa. La storia dell’umanità
c’insegna che i rinnegati venduti sono sempre stati i peggiori.
Se la giustizia funzionasse per tutti, e se non esistessero
terroristi buoni e terroristi cattivi, la conferenza potrebbe
diventare un vero problema per la Fondazione. Tra i suoi oratori c’è
uno statunitense di origine cubana, chiamato Frank Calzón. Nella
prima metà degli anni settanta fu un importante dirigente di Abdala,
organizzazione fondata da un “veterano delle Unità Cubane”
dell’Esercito statunitense. Abdala era il volto pubblico del Fronte
di Liberazione Nazionale di Cuba, apparato situato negli USA e
responsabile di attentati terroristici contro interessi cubani e di
quelle nazioni che commerciavano con l’Isola. Il Canada, la Francia
e la Spagna, tra gli altri, hanno subito i loro atti criminali,
ancora oggi rimasti impuniti.
La sua alta carica in queste organizzazioni fa diventare
Frank Calzón, il responsabile intellettuale, e i reati per
terrorismo non sono soggetti a prescrizione.
Quando l’FBI minacciò di arrestare i suoi dirigenti perché
svolgevano azioni in territorio statunitense, nel 1975 i componenti
di Abdala crearono, ironicamente, “Of Human Rights”, con Calzón come
presidente. Nel 1982 l’ex terrorista viene nominato presidente
esecutivo della Fondazione Nazionale Cubano-Americana, FNCA,
organizzazione creata dal Consiglio Nazionale di Sicurezza di Ronald
Reagan, con la Direttiva di Sicurezza N° 17 del 1981. La FNCA
sarebbe stata parte della guerra segreta e terrorista che questa
amministrazione avrebbe iniziato contro il popolo nicaraguense, con
lo slogan “la libertà di Cuba passa per il Nicaragua”.
Successivamente Calzón avrebbe creato il “Center for a Free Cuba”,
il cui finanziamento dipende per la quasi sua totalità dal NED. Tra
i suoi membri della direzione c’è l’ex presidente della compagnia di
rhum “Bacardí”, Manuel Cutillas. A partire dagli anni sessanta i
dirigenti della “Bacardí” hanno finanziato attività politiche e
perfino organizzazioni terroristiche come la “Representación Cubana
en el Esilio”, RECE, ed anche la preparazione dell’omicidio di Che
Guevara, Raúl e Fidel Castro, stando ad un documento declassificato
del Consiglio Nazionale di Sicurezza statunitense. Inoltre il Centro
ha in seno alla sua dirigenza l’ex ambasciatrice USA, Jeane
Kirkpatrick, che, sempre per puro caso, è una delle organizzatrici
della conferenza patrocinata dalla Fondazione Konrad Adenauer.
Il “Center for a Free Cuba” ha mantenuto rapporti costanti
con l’organizzazione Pax Christi, sezione olandese, in particolare
quando la responsabile per l’America latina era Liduine Zumpolle. Il
caso vuole che questa signora sia tra coloro che interverranno nella
conferenza. Prima di lasciare la sua carica, la signora Zumpolle si
era dedicata a dimostrare che i paramilitari dello Stato colombiano
erano un’alternativa alle guerriglie per raggiungere la pace. In
varie occasioni visitò l’allora principale leader paramilitare e
narcotrafficante, Carlos Castaño, accusato di crimini di lesa
umanità, provocando ripudio da parte di una delle più importanti
organizzazioni dei diritti umani del Paese.
La FKA lavora con il Centro di Calzón. Ma lavora anche con
l’organizzazione francese Reporters senza Frontiere, RSF. Pur avendo
obiettivi validi, il suo direttore esecutivo, Robert Menard, ha
fatto di RSF un ente al servizio di Washington, in quei Paesi che
non sono di suo gradimento, come Cuba e Venezuela.
Il NED, attraverso il Centro, tra il 2002 e il 2005 ha dato
a RSF, 92.330 euro. Mentre il NED direttamente, ha dato una quantità
pari al 2% del suo budget annuale, secondo i suoi stessi rapporti.
Come in tante altre conferenze contro la rivoluzione cubana, RSF
sarà presente a Berlino, con Fernando Castello, della sede spagnola.
“Almeno dieci influenti giornalisti sono stati regolarmente
retribuiti dal governo federale statunitense per essere presenti in
programmi radiofonici e televisivi, nella Radio e nella TV Martí,
due media il cui fine è minare il governo comunista di Fidel Castro.
Le retribuzioni hanno raggiunto migliaia di dollari in diversi anni,
ha così informato “The Miami Herald”. Mentre il suo presidente ed
editore, Jesús Díaz, segnalava che questi “pagamenti” violavano la
“sacra fiducia” tra i giornalisti e il pubblico. Uno di questi
giornalisti è Carlos Alberto Montaner, un cubano con cittadinanza
spagnola. E che per queste logiche coincidenze, anche lui sarà
presente alla conferenza della FKA.
La relazione di Montaner con il Movimento Democratico
Cristiano è di vecchia data: risale per lo meno alla prima metà
degli anni ottanta. Ma già allora il MDC aveva dei contatti con la
controrivoluzione cubana: fu il primo che la orientò verso
l’organizzazione di gruppi dei “diritti umani” per operare negli
organismi internazionali. La cosa incredibile è che i loro membri
erano i veterani della fallita invasione USA, nella Baia dei Porci,
i futuri operai della CIA.
Montaner si appoggiò al MDC per iniziare una massiccia
campagna mediatica, chiedendo la liberazione di un “poeta disabile,
detenuto per reato d’opinione”. Era Armando Valladares, condannato
proprio insieme a Montaner, per aver collocato bombe nei centri
commerciali dell’Avana. Montaner riuscì ad evadere. Il governo
cubano, per concedere la libertà a Valladares, gli chiese di uscire
camminando con le proprie gambe. Di fronte ad una folla attonita di
giornalisti di tutto il mondo, Valladares uscì così e così scese
dall’aereo, a Parigi. Regis Debray, che su richiesta del presidente
Miterand si era impegnato per la sua liberazione, sentendosi tradito
avrebbe scritto: “L’uomo non era un poeta, il poeta non era
paralitico e il cubano oggi è un americano”.
Montaner è un assaggio di ciò che potrebbe succedere a Cuba
senza la sua Rivoluzione. Cioè, quello che è accaduto al popolo
nicaraguense con la presidente Chamorro. E quello che vuole la
Fondazione Konrad Adenauer. Per avere un’idea della sua “filosofia
politica”, diamo un piccolo esempio. L’alto livello della medicina
cubana e dei suoi potenziali medici, è riconosciuto a livello
mondiale e persino da molti dei suoi nemici. Per Montaner, un patito
del capitalismo selvaggio, è questo: “Più che una conquista della
medicina cubana, la sua quantità di medici evidenzia un’esagerazione
dei pianificatori comunisti e un incredibile dispendio delle poche
risorse su cui il Paese poteva contare. Formare un medico in
Occidente costa, più o meno, 350.000 dollari (…) Vale a dire che la
“potenza medica” che Castro esibisce con orgoglio, più che una
“conquista”, è una prova della sventata ed arbitraria assegnazione
delle risorse che vengono prodotte in una società quando non vi sono
controlli democratici che lo possano impedire (…). E’ una vanità
faraonica di Castro…”.
La Fondazione Konrad Adenauer siederà accanto a queste
persone in precedenza citate per pianificare il futuro di Cuba. Che
panorama funesto, per non dire raccapricciante.
Hernando Calvo
Ospina:
scrittore, poeta e giornalista colombiano, residente
in Francia, collabora con Le Monde Diplomatique.
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