AVVENIMENTI
Rapporto di Cuba sulla
Risoluzione 63/7 dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite
"Necessità di mettere fine al blocco economico, commerciale e
finanziere imposto dagli Stati Uniti dell'America contro Cuba"
Indice
1. INTRODUZIONE
2. LA NUOVA AMMINISTRAZIONE NORDAMERICANA. MISURE ADOTTATE.
3. DANNI CAGIONATI DAL BLOCCO AI SETTORI DI MAGGIORE IMPATTO
SOCIALE.
SALUTE PUBBLICA
ALIMENTAZIONE
ALTRI SETTORI D’INTERESSE SOCIALE
ISTRUZIONE
CULTURA
SPORT
TRASPORTO
3.1 DANNI AL SETTORE ESTERO DELL’ECONOMIA
La Sezione 211 della Legge Appropriations Act degli Stati Uniti del
1999 e le nuove aggressioni sulla questione dei marchi.
3.2 DANNI CAGIONATI DAL BLOCCO AD ALTRI SETTORI DELL’ECONOMIA CUBANA
4. OPPOSIZIONE ALLA POLITICA OMICIDA DI BLOCCO CONTRO CUBA
CONCLUSIONI
1. INTRODUZIONE
Il blocco economico, commerciale e finanziere imposto a Cuba 50 anni
fa dagli Stati Uniti, è l'espressione più elevata di una politica
crudele ed inumana, priva di legalità e di legittimità e progettata
deliberatamente per provocare fame, malattie e disperazione in seno
alla popolazione cubana. Niente ha cambiato nel decorso di dieci
governi nordamericani successivi, se non l’inasprimento di questa
politica. E in sostanza niente ha cambiato dall'arrivo al potere del
nuovo Governo statunitense nel gennaio 2009. In assoluto
inadempimento della Risoluzione 63/7, adottata dall’Assemblea
Generale delle Nazioni Unite il 29 ottobre 2008, con una votazione
favorevole di 185 Stati e solo 3 voti contrari, il Governo degli
Stati Uniti, lunghi da mettere fine al blocco economico, commerciale
e finanziario imposto contro la Repubblica di Cuba, ha mantenuto in
vigore le leggi, disposizioni e pratiche che gli servono di
sostentamento. Si continua a rinforzare i meccanismi politici,
amministrativi e repressivi per la loro strumentazione più efficace
e deliberata.
L'attuale governo degli Stati Uniti continua applicando con rigore
il blocco contro Cuba. Nessuna azione è stata enunciata né
intrapresa per smontare la complessa impalcatura di leggi e
disposizioni amministrative che formano le basi legali e le
regolazioni del blocco. Neppure sono stati modificati i fondamenti
sui quali si erige quella politica. Così lo dimostrano le leggi e
regolamenti in vigore che si elencano di seguito.
• Legge di Commercio con il Nemico ( Trading with the enemy –TWEA).
La stessa è stata varata nel 1917 come provvedimento di guerra allo
scopo di restringere il commercio con le nazioni ritenute ostili. La
sua applicazione si diffonde ulteriormente per autorizzare il
Presidente alla regolazione di transazioni di proprietà in altri
Paesi dove siano coinvolti i suoi nazionali, sia in tempo di guerra
che "durante qualunque altro periodo dichiarato dal Presidente
d’emergenza nazionale." Su questa legge si basano i primi
regolamenti del blocco contro Cuba risalenti al 1962.
• Legge per l’Assistenza Estera (Foreing Assistance Act). Mediante
questa legge, varata nel settembre 1961, il Congresso degli Stati
Uniti autorizza il Presidente del suddetto Paese a stabilire e
mantenere "un embargo totale sul commercio tra gli USA e Cuba." Si
proibisce anche il conferimento di qualunque aiuto al Governo di
Cuba.
• Legge dell’Amministrazione delle Esportazioni (Legge di Export
Administration, EAA). Adottata nel 1979, dopo l’esame dei controlli
sulle esportazioni. La stessa conferisce al Presidente l'autorità di
controllare, in linea di massima, le esportazioni e le
riesportazioni di beni e tecnologia e, in modo particolare, di
restringere quelle esportazioni che contribuiscono al potenziale
militare di qualunque Paese, in detrimento della sicurezza nazionale
degli USA.
• Legge per la Democrazia Cubana (CDA, secondo le sigle in inglese).
Questa legge, conosciuta come la Legge Torricelli, è stata firmata
dal Presidente Bush padre nell’ottobre 1992. La stessa ha consentito
al governo degli Stati Uniti di rinforzare le misure economiche
contro Cuba e ha fornito il basamento normativo
all'extraterritorialità del blocco. Proibisce a società sussidiarie
nordamericane in Paesi terzi di realizzare transazioni con Cuba o
con nazionali cubani, nonché l'entrata sul territorio nordamericano,
per un termine di 180 giorni, delle navi di Paesi terzi che
avrebbero toccato porti cubani, tra altre restrizioni.
• Legge per la libertà e solidarietà democratica cubana. Conosciuta
come la Legge Helms-Burton. Approvata dal presidente Clinton nel
marzo 1996. La stessa cerca di scoraggiare l'investimento straniero
e d’internazionalizzare il blocco contro Cuba. Disciplina le
disposizioni del blocco, limita le prerogative del Presidente per
sospendere questa politica e amplia la sua portata
extraterritoriale. Rifiuta l'entrata agli USA dei direttori di
imprese straniere, ed anche dei loro parenti, che investissero in
proprietà "confiscate" a Cuba dando la possibilità di presentare
domande contro loro presso i tribunali degli USA.
• Regolamenti per l’Amministrazione di Esportazioni (Export
Administration Regulations, EAR). Tra l’altro figura la proibizione
delle esportazioni degli USA verso Cuba, salvo nel caso delle
eccezioni che si specificano nel proprio regolamento o quelle che si
autorizzano mediante licenze emesse dall’Ufficio d’Industria e
Sicurezza del Dipartimento di Commercio. I suddetti regolamenti sono
tutelati dalla Legge di Commercio con il Nemico e la Legge
dell’Amministrazione delle Esportazioni.
L'estensione delle leggi e regolamenti sopra indicati dimostra,
inoltre, che nessun blocco è stato tanto inclusivo e brutale contro
un Paese come quello imposto dagli Stati Uniti contro Cuba. Lo
stesso si definisce, da una parte, come un atto di genocidio, in
virtù del comma c dell'articolo II della Convenzione di Ginevra del
1948 per la Prevenzione e la Sanzione del Delitto di Genocidio e,
dall’altra, come atto di guerra economica, secondo quanto stabilito
dalla Dichiarazione relativa al Diritto della Guerra Marittima
adottata dalla Conferenza Navale di Londra del 1909.
Il blocco contro Cuba non è una questione bilaterale tra il nostro
Paese e gli Stati Uniti. La reiterata applicazione extraterritoriale
delle leggi nordamericane e la persecuzione contro i legittimi
interessi di imprese e cittadini di Paesi terzi colpiscono
notevolmente la sovranità di molti altri Stati.
In virtù della suddetta politica continuano applicandosi sanzioni
contro imprese nordamericane ed europee che hanno realizzato
transazioni con Cuba. Spesse volte i malati cubani non possono
beneficiare dei nuovi mezzi di diagnosi, tecnologie e medicine,
benché dipenda da essi la loro vita, perché anche se gli stessi sono
prodotti o disponibili in un terzo Paese, le leggi del blocco
proibiscono a Cuba di acquistarli se alcuno dei loro componenti o
programmi provengono dagli Stati Uniti.
Stimati molto discreti dimostrano che il danno cagionato a Cuba dal
blocco, fino al dicembre 2008, supera i 96 miliardi di dollari,
cifra che ammonterebbe a 236 miliardi e 221 milioni di dollari, se
il calcolo fosse realizzato secondo gli attuali prezzi del dollaro
nordamericano. Non sarebbe difficile immaginare il progresso che
avesse raggiunto Cuba, e del quale è stata privata, se durante
questi 50 anni non fosse stata sommessa a questa brutale guerra
economica.
In evidente sfida al crescente reclamo dentro e fuori degli USA
affinché sia eliminata questa politica, il nuovo governo
nordamericano ha reiterato la sua intenzione di mantenere il blocco
contro Cuba. Lo stesso vicepresidente statunitense, Joseph Biden[1]
dichiarò: "Gli USA manterranno il blocco come uno strumento di
pressione nei confronti di Cuba."
Nei capitoli del presente Rapporto si evidenzia la vera portata
delle misure riguardante Cuba, adottate dalla nuova Amministrazione
degli Stati Uniti e si registrano i danni cagionati dal blocco a
Cuba da marzo 2008 ad aprile 2009.
2. LA NUOVA AMMINISTRAZIONE NORDAMERICANA. MISURE ADOTTATE.
L'offensiva mediatica e diplomatica spiegata dal governo degli USA
potrebbe indurre, erroneamente, a credere che ha cominciato a
smontarsi il blocco contro Cuba. Nulla è, però, più lontano dalla
verità, come si dimostra di seguito:
Quali sono le misure adottate dalla Casa Bianca?
· Soppressione delle restrizioni alle visite familiari - fino al
terzo grado di consanguineità - dei cubani residenti negli Stati
Uniti.
· Soppressione delle restrizioni nei confronti degli invii fatti dai
cubano-americani ai loro parenti in Cuba con un limite fino al terzo
grado di consanguineità ed escludendo i membri del Governo di "Cuba"
e i "membri del Partito Comunista di Cuba."
· Ampliamento del ventaglio di generi che possono essere inviati in
come regali.
· Conferimento di licenze affinché imprese nordamericane possano
ampliare determinate operazioni di telecomunicazioni con Cuba.
Queste misure, sebbene riparano una grave ingiustizia restituendo ai
cubani residenti negli USA il loro diritto di visitare i loro
parenti a Cuba - strappato dal governo di George W. Bush - , sono
insufficienti e molto limitate giacché non vanno oltre l'intenzione
di ritornare alla situazione esistente nell’anno 2004 nel piano
delle relazioni familiari, quando il blocco economico era in pieno
vigore ed applicazione.
D’altra parte, nonostante la deroga complessiva delle limitazioni
nei confronti della frequenza e durata delle suddette visite, la
restituzione di un concetto più ampio, benché con restrizioni, dei
parenti che possono essere visitati e l’incremento del limite delle
spese giornaliere in cui possono incorrere i visitatori, rimane
comunque la proibizione di viaggiare per i cubani residenti negli
USA che non hanno parenti a Cuba.
Le suddette misure non soddisfanno assolutamente la restituzione del
diritto costituzionale dei cittadini nordamericani di viaggiare
senza impedimenti a Cuba, unico Paese del mondo che non possono
visitare.
In quanto all'eventuale conferimento di licenze perché imprese
nordamericane possano ampliare determinate operazioni di
tele-comunicazioni con Cuba, occorre indicare che questa non è una
nuova misura. La Legge Torricelli ha stabilito un quadro legale che
permette, dal 1992, offrire servizi di telecomunicazioni a Cuba.
Tuttavia da quella stessa epoca, le varie amministrazioni hanno
limitato la suddetta possibilità alle comunicazioni telefoniche
restringendo perfino il tipo di servizio che le società
nordamericane potevano fornire. Nessuna delle nuove misure
annunciate di recente indica la modifica delle suddette limitazioni
o restrizioni. Finora, la sua natura è essenzialmente mediatica. Non
c’è stato nessun annuncio sulle regolazioni che devono accompagnare
la misura.
3. DANNI CAGIONATI DAL BLOCCO AI SETTORI DI MAGGIORE IMPATTO
SOCIALE.
Allo scopo di fare soccombere per fame e malattie il popolo cubano,
i settori della salute pubblica e l'alimentazione sono rimasti come
obiettivi prioritari della politica del blocco.
SALUTE PUBBLICA
Da maggio 2008 ad aprile 2009, i danni arrecati al settore della
salute pubblica ammontano a 25 milioni di dollari.
I danni economici si devono, soprattutto, all’esigenza d’acquisire
prodotti e attrezzature sui mercati più lontani, all'uso di
intermediari per tali fini ed al conseguente incremento dei prezzi.
Il divieto o non conferimento di visti a scienziati e specialisti
cubani della salute per partecipare ai congressi ed eventi
scientifici negli Stati Uniti ostacola l'aggiornamento
professionale, il confronto di tecniche utilizzate nel trattamento
di diverse affezioni e lo scambio di esperienze che potrebbe essere
vantaggioso per entrambi i Paesi in altre condizioni.
Il danno arrecato dal blocco a Cuba è particolarmente crudele in
questa sfera, non soltanto per gli effetti economici, ma dalla
sofferenza che causa ai pazienti e ai loro parenti così come per
l'incidenza sulla salute della popolazione cubana.
Tra gli esempi che dimostrano i danni generati alla sfera della
salute durante il periodo di riferimento,si possono citare questi:
Ø Dall'anno 2003, il Centro Nazionale di Genetica Medica sta
cercando d’acquisire un Analizzatore di geni con capacità di
sequenza automatica e d’analisi di frammenti, indispensabile per lo
studio dell'origine di malattie ad alta incidenza nella popolazione
e che figurano tra le prime cause di morte: il cancro di mammella,
di colon e di prostata; l'ipertensione arteriosa; l'asma; la diabete
mellito e i disturbi mentali, tra altre. Finora Cuba non ha potuto
acquisire il suddetto apparecchio, giacché lo stesso è fabbricato
esclusivamente da società con brevetto nordamericano, come la ditta
Applied Biosystem (ABI).
Ø L'Istituto di Cardiologia e Chirurgia Cardiovascolare, tramite
l'Impresa Alimport[2], ha chiesto alla società nordamericana Cook
Vascolare Inc, con brevetto unico, l'acquisto di un apparecchio per
l'estrazione di elettrodi permanenti. L'uso di quest’apparecchio è
vitale per i pazienti che presentano complicanze settiche
nell'elettrodo permanente impiantato o in un’altra disfunzione
dell'elettrodo. Se questo processo non si porta a termine, si deve
fare un intervento chirurgico a torace aperto, che implica un
rischio serio per la vita del paziente. Questa società non ha
risposto alla richiesta cubana.
Ø L'Impresa MEDICUBA, tramite l'Impresa Alimport, ha richiesto
l'acquisto di protesi vascolari alla ditta BARD, pinze per biopsia
endomiocardica alla società CORDIS e dispositivi per gonfiato da
usare assieme ai cateteri di pallone alla Boston SCIENTIFIC. Ha
ottenuto soltanto la risposta negativa dalla Ditta Bard con
l'indicazione che non poteva promuovere a Cuba una quotazione del
prodotto richiesto a causa delle leggi del blocco. Le altre ditte
non hanno nemmeno risposto alla richiesta temendo le eventuali
conseguenze della politica di blocco.
Ø Il Sistema Integrato di Pronto Soccorso Medico, (SIUM dalle sigle
in spagnolo), è stato colpito dalla proibizione del governo
nordamericano alla Carovana Pastori per la Pace di donare a Cuba tre
ambulanze Ford il cui costo sul mercato di seconda mano è di circa
24 mila dollari ognuna. In conseguenza, le ambulanze non sono
arrivate al nostro Paese.
La salute dei bambini cubani è stata anche colpita negativamente
dalla brutale politica del blocco:
Ø Gli ospedali infantili affrontano seri ostacoli per l'acquisto dei
materiali appropriati per bambini piccoli, tali come sonde
vescicali, digestive e tracheali di maggiore qualità e durabilità,
aghi Huber per tracheotomia ed agoaspirazioni lombari che nella
stragrande maggioranza sono di provenienza nordamericana.
Ø I bambini cubani che soffrono di leucemia linfoblastica sono
privati dell’uso del farmaco Erwinia L-asparaginasa, conosciuto
commercialmente come Elspar, poiché all'Impresa farmaceutica
nordamericana Merck and Co, gli è stata negata la possibilità di
vendere questo prodotto a Cuba.
Ø Il Cardiocentro Pediatrico "William Soler” non può acquisire
dispositivi come cateteri, coils, filo guida e stents, che si usano
per la diagnosi e trattamento mediante cateterismo interventistico
in bambini con cardiopatie congenite complesse. Alle imprese
nordamericane NUMED, AGA e Boston SCIENTIFIC gli è stata proibita la
vendita dei suddetti prodotti a Cuba. L'anno scorso la lista di
bambini cubani operati a cuore aperto si è incrementata in 8 nuovi
casi:
1. Osdenis Díaz, 30 mesi, P. del Río, Cartella clinica n. 684805.
2. Leinier Ramírez Pérez, 9 mesi, Camagüey, Cartella clinica n.
686901
3. Leidy Reyes Blanco, 2 anni, Camagüey, Cartella clinica n 684376
4. José Luis Sanamé, 13 anni, Ciego de Avila, Cartella clinica n.
687071
5. Yusmary Rodríguez Márquez, 12 anni, C. Avana, Cartella clinica n
686546
6. Pedro P. Valle Ros, 5 anni, Matanzas, Cartella clinica n. 685014
7. Osniel Pérez Espinosa, 5 anni, C. Avana, Cartella clinica n.
679922
8. Roilán Martínez Pérez, 3 anni, Pinar del Río, Cartella clinica n.
685449
Tutti questi bambini rischiano di non ricevere di modo spedito il
trattamento di salute che richiedono, come conseguenza del crudele
impatto del blocco.
I casi elencati di seguito dimostrano l'incidenza extraterritoriale
del blocco nel settore della salute:
Ø L'Impresa cubana GCATE S.p.A., specializzata nell'acquisto
d’attrezzatura tecnica per il settore della salute, ha avuto serie
difficoltà con la Società olandese Philips Medical, perché dopo
avere comprato e installato diversi apparecchi, la suddetta ditta
olandese si rifiuta di fornire i pezzi di ricambio, ciò che
costringe ad acquistarli tramite terzi Paesi aumentando notevolmente
il costo degli apparecchi e rendendo più difficile la loro
manutenzione. Come giustificazione al trattamento discriminatorio si
allega l'applicazione delle disposizioni del blocco a Cuba.
Ø La Società HITACHI, che non è statunitense, si rifiuta di vendere
a Cuba un microscopio di trasmissione elettronica, specializzato per
l'uso in Anatomia Patologica. Per sostenere la negativa si allega
l'applicazione delle regolazioni del blocco. Questa situazione
obbliga a cercare alternative che aumentano il prezzo finale del
prodotto.
Ø La Società TOSHIBA, che non è neanche statunitense, per motivo
delle restrizioni del blocco si rifiuta di vendere a Cuba
apparecchiatura d’alta tecnologia come la Camera Gamma - utilizzata
per fare studi con isotopi radioattivi in Medicina Nucleare -, la
Risonanza Magnetica e gli ultrasuoni ad alta precisione. In
conseguenza, sono stati colpiti i servizi di salute alla popolazione
cubana.
ALIMENTAZIONE
Oltre ad affrontare le conseguenze avverse delle crisi globali in
settori tali l'alimentazione, l'energia, l'economia e le finanze,
Cuba ha dovuto superare le restrizioni imposte dalla politica di
blocco per potere soddisfare alle necessità di alimentazione della
sua popolazione.
Dal 2000 sono permesse le vendite di generi alimentari dagli USA a
Cuba, anche se le stesse devono reggersi dall'applicazione di
strette misure di supervisione e da un complesso e burocratico
processo di conferimento di licenze da numerose istituzioni
nordamericane. Nonostante l'annuncio fatto dal nuovo governo
nordamericano, il passato 11 marzo, rispetto all'emissione di
licenze generali per l'esportazione di generi alimentari, il vero è
che il Governo degli Stati Uniti continua ostacolando gli acquisti a
Cuba e che finora nessuna azione s’è concretizzata per realizzare
queste vendite secondo le norme, canali e pratiche regolari del
commercio internazionale.
Nel 2008, l'Impresa ALIMPORT, a titolo di costi supplementari
derivati dagli ostacoli alle transazioni intraprese con gli Stati
Uniti, ha subito dei danni pari a 154.9 milioni di dollari. Con
quelle risorse, Cuba avrebbe potuto comprare, sullo stesso mercato
statunitense, ai prezzi medi di quell’anno, 339 mila tonnellate di
grano, o 615 mila tonnellate di mais, o 126 mila 760 tonnellate di
pollo per la consumazione dei più di 11 milioni di cubani compresi
nel programma del paniere dei prodotti di base.
Dall’aprile 2008 a marzo 2009 il settore agro-alimentare, tanto
sensibile per la sicurezza alimentaria del Paese, ha subito perdite
a causa del blocco pari a 121.8 milioni dollari.
I seguenti esempi illustrano la situazione:
Ø Come risultato del blocco, Cuba deve conservare in frigorifero
3.79 milioni circa di uova come media mensile, per garantire un
rifornimento stabile alla popolazione e prevenire insufficienze
repentini che potessero colpire l’approvvigionamento delle materie
prime del mangime proveniente dagli Stati Uniti. La conservazione in
frigorifero da questa causa implica un'erogazione di 5.2 milioni di
dollari annui.
Ø Nell'industria ittica, nel periodo descritto, le perdite sono
ammontate a 5.4 milioni di dollari a titolo del pagamento di
maggiori dazi sui mercati ai quali erano destinate le merci, così
come dell'incremento nel costo del trasporto, del cambio e
dell'aumento del rischio nello spostamento delle merci a causa delle
lunghe distanze da percorrere.
Tra gli esempi che illustrano l'incidenza dell'extraterritorialità
del blocco nel settore alimentare, si potrebbero citare i seguenti:
Ø L'Impresa Mista CORACAN S.p.A. a capitale cubano-canadese,
costituita per la produzione e commercio di generi alimentari a
preparazione istantanea, ha avuto perdite economiche superiori ai
146 mila dollari, come conseguenza dei danni causati dal blocco ai
suoi rapporti con società presenti in terzi Paesi, tra cui si
potrebbero citare i seguenti:
· Nel dicembre 2008, l'Impresa canadese SENSIENT FLAVORS, fornitrice
della materia prima Aroma d’Arancia in polvere, ha comunicato che la
casa madre d’Indianapolis, USA aveva proibito la vendita di
rifornimenti a Cuba.
· L'Impresa canadese Sethness Products Company ha informato alla
Direzione dell'Impresa CORACAN che non poteva continuare la
fornitura di colore caramella in polvere, in ottemperanza delle
istruzioni della sua casa madre a Chicago negli USA. Non contando
sulle suddette materie prime, la fabbrica di bibita CORACAN ha
dovuto interrompere la produzione per più di 15 giorni, e a ciò
s’aggiunge la necessità di cercare nuovi fornitori e d’affrontare il
relativo incremento dei prezzi.
· L'Impresa Mista Los Portales, a capitale cubano-francese,
costituita per la produzione di acque e bibite, ha firmato un
contratto con la sussidiaria nordamericana LATAPACK-BALL, presente
in Brasile, per la fornitura di lattine e coperchi in alluminio, per
una quotazione a prezzo FOB 25 percento inferiore del prezzo del
mercato mondiale. Nel febbraio 2009, questa ditta aveva informato
verbalmente alla direzione dell'impresa che non aveva
l’autorizzazione di fornire a Cuba i suddetti contenitori, neanche
mediante il Gruppo Nestle. Questo accordo avrebbe consentito una
diminuzione del 4.4 milioni di dollari nei costi d’importazione
dell'impresa cubano-francese.
· Nel marzo 2009, l'Impresa LACTALIS USA, filiale statunitense del
gigante francese Lactalis, produttore di latticini, è stata
condannata dall'Office of Foreing Assets Control del Dipartimento
del Tesoro degli Stati Uniti (OFAC), ad una multa di 20 mila 950
dollari per mancato adempimento dei regolamenti del blocco "nel fare
bonifici finanziari elettroniche nelle quali Cuba o un cittadino
cubano aveva interesse, tra febbraio 2004 e marzo 2007."Questa è
stata la prima penalità imposta dall'OFAC dopo l'arrivo del
Presidente Obama alla Casa Bianca.
ALTRI SETTORI D’ IMPATTO SOCIALE
I settori dell'istruzione e la cultura sono stati duramente colpiti
dal blocco durante questi 50 anni.
ISTRUZIONE
Il blocco grava negativamente tutti i livelli d’istruzione. Il
Governo cubano svolge grossi sforzi per garantire un’istruzione di
qualità a tutti, ciononostante, gli effetti del blocco si traducono
in mancanze quotidiane che colpiscono il processo d’apprendistato,
ricerca e lavoro scientifico.
Di seguito si elencano alcuni esempi:
Ø Da maggio 2008 ad aprile 2009 l'ammontare totale dei prodotti
importati dal settore è pari a 40 milioni di dollari circa, di cui,
8.7 percento sono destinati al pagamento di noli per i prodotti
provenienti da mercati asiatici. Nel caso in cui Cuba avesse potuto
fare questi acquisti sul mercato nordamericano, avrebbe dovuto
destinare soltanto 3.9 percento dello stesso valore al pagamento dei
noli. La spesa supplementare ammonta a 1.39 milioni di dollari, con
essa si sarebbe potuto acquisire 40 milioni di matite, un milione di
scatole di plastilina per scuole elementari e asili nidi e 550 mila
scatole di pennarelli.
Ø I docenti cubani non possono beneficiare della bibliografia
aggiornata di scrittori o centri di ricerca e d’insegnamento
statunitensi giacché le case editrici del suddetto Paese e le loro
filiali in altri Paesi negano la loro vendita a Cuba. L'acquisizione
di questi materiali in mercati lontani impone alte tariffe a titolo
dei noli.
Ø Cuba non può acquisire strumenti psico-pedagogici WPPISI, WAIS e
GRACE che si usano per determinare il livello di sviluppo
intellettuale, emozionale e motore dei bambini, adolescenti o
giovani che richiedono di una formazione speciale, perché i suddetti
strumenti sono d’origine nordamericana.
Ø Nel periodo in esame, il settore d’istruzione superiore ha subito
perdite pari a 3.8 milioni di dollari, quello che include danni alla
produzione e ai servizi, entrate non percepite da esportazioni di
merci e servizi, non accesso alla tecnologia nordamericana,
programmi accademici cancellati, bonifici e progetti non realizzati.
Ø L'uso dell’Internet, strumento indispensabile per le università, è
limitato, poiché il governo nordamericano proibisce l’accesso di
Cuba ai cavi sottomarini e alle tecnologie che permetterebbero
d’ampliare di modo rilevante la larghezza di banda disponibile nel
Paese.
Il settore dell’istruzione non scappa all'effetto extraterritoriale
del blocco.
Ø La Facoltà d’Economia dell'Università dell'Avana, ha bisogno della
ristrutturazione di tre ascensori. Per realizzare la suddetta
operazione bisogna acquistare pezzi GAL ed ECI in Canada. Durante
l'anno 2008 si sono fatti delle negoziazioni con un ente canadese
che ha inviato un'offerta per un importo di 11 mila 318 dollari.
Tuttavia, dopo la firma del contratto e l’apertura di un credito,
l'acquisto non si è portato a termine perché il 100 percento dei
componenti erano d’origine statunitense ed il fabbricante ha negato
la vendita a Cuba in virtù del blocco. In seguito si è concretizzata
l'operazione con un altro fornitore, ad un costo 200 percento
superiore dell'offerta precedente.
CULTURA
L'applicazione della politica del blocco nell’ambito culturale ha
privato a entrambi i Paesi di uno scambio in quella sfera,
solitamente molto intenso. Il blocco ha sottratto ai nostri popoli
del piacere di godere il meglio delle manifestazioni artistiche,
letterarie e culturali delle due nazioni.
Tra i principali danni possiamo citare i seguenti:
Ø Nel mese di maggio dell’anno in corso gli si è negato il visto per
viaggiare agli USA al rinomato cantautore cubano Silvio Rodríguez,
invitato per partecipare al concerto omaggio in occasione del 90
compleanno del celebre musicista nordamericano Pete Seeger.
Ø L'Impresa ARTEX ha subito notevoli danni nei suoi diritti
commerciali discografici. Il blocco ostacola la promozione e
diffusione adeguata dei talenti musicali, deprime a valori infimi i
prezzi di vendita e limita il piacere della musica cubana. Da maggio
2008 ad aprile 2009, le perdite stimate per vendite non realizzate
sono pari a 130 mila dollari circa.
Ø L'Istituto Cubano del Libro, (ICL), ha subito danni nella
commercializzazione della letteratura cubana a causa
dell'impossibilità di riscuotere assegni o ricevere bonifici in
dollari da editoriali straniere con le quali ha firmato contratti di
lavoro. L'Editoriale NORMA di Portorico non ha potuto fare il
pagamento delle opere concordate degli autori Nicolás Guillén, Dora
Alonso, David Chericián e Roberto Fernández Retamar.
Ø L'attività del Fondo di Beni Culturali ha subito danni per il
rincaro di materie prime e materiali indispensabili per lo sviluppo
delle arti plastiche ed applicate. Così come in altri settori, Cuba
è costretta ad acquisire materiali e mezzi d’origine nordamericana a
prezzi superiori sui mercati più lontani dell'Europa e dell’Asia.
Durante il periodo in esame, le perdite stimate sono pari a 636 mila
990 dollari circa.
Ø L'Istituto Cubano d’Arte ed Industria Cinematografici, ICAIC, ha
grosse limitazioni nella distribuzione, esibizione, restauro e
conservazione del suo patrimonio filmico, come risultato
dell'impossibilità d’acquisire apparecchiature, tecnologie, pezzi di
ricambio e materiali indispensabili per lo sviluppo di queste
attività. È quasi impossibile comprare i suddetti mezzi fuori degli
USA; e quelli che possono ottenersi, attraverso terzi, sono molto
più costosi.
SPORT
Anche nello sport cubano ci sono numerosi esempi dove si verifica
l'applicazione del blocco.
Ø Cuba non ha potuto comprare l’Apparecchio di Cromatografia
Liquida, collegato alla Spettrometria di Massa (LC/MS/MS)
indispensabile per il controllo antidoping, poiché il governo
nordamericano impedisce che società nordamericane e sussidiarie in
terzi Paesi lo forniscano a Cuba. Ugualmente, le autorità di
Washington negano il diritto d’acquisire reagenti e sostanze di
riferimento per il lavoro nel Laboratorio Antidoping.
Ø Calcoli moderati dimostrano che, a titolo d’apparecchiature fuori
servizio per mancanza di pezzi di ricambio che non possono essere
acquisiti negli USA, le perdite in questa sfera ammontano a 781 mila
dollari.
TRASPORTO
Il governo cubano svolge grossi sforzi per spingere il settore del
trasporto e la riparazione stradale a vantaggio della popolazione,
tuttavia, il blocco continua intorpidendo i piani di sviluppo del
Paese. Da marzo 2008 ad aprile 2009, i danni arrecati a questo
settore sono pari a 357 milioni 802 mila dollari.
Ø Nel mese di marzo scorso, l'Impresa nordamericana ASTEC Ingegni
Inc. ha respinto la richiesta d’offerta fatta da un ente cubano per
l'acquisto di attrezzature per la riabilitazione di pavimenti
flessibili. La risposta si basa sul criterio che in virtù dei
regolamenti del blocco non poteva avviare nessun tipo di dibattito
sul tema.
Ø La Compagnia General Cable Inc. che si occupa del commercio di
materiali elettrici, ha comunicato il 20 marzo scorso che non poteva
stringere rapporti commerciali con Cuba, perché non si era fatto
conoscere nessun cambiamento nei rapporti commerciali tra gli Stati
Uniti e Cuba. Con questo hanno sostenuto la loro risposta che "(...)
sfortunatamente, in questo momento, in merito alle leggi
internazionali stabilite dal Dipartimento di Stato degli USA, non
gli è permesso di stabilire rapporti commerciali con Cuba."
Ø Ugualmente la riparazione navale a subito gli impatti del blocco.
Gli acquisti di materiali e prodotti necessari per lo sviluppo della
suddetta attività sono saliti del 20 percento perché si devono
comprare sul mercato europeo, ciò che rappresenta un danno pari a
5.52 milioni di dollari.
Ø La rete stradale nazionale ha 2 886.3 chilometri in stato medio e
cattivo. Per la loro riparazione occorrono 327.9 milioni di dollari
e 600.0 milioni di dollari per costruire i tratti che mancano
dell'Autostrada Nazionale. Cuba, però, non può avere accesso ai
finanziamenti concessi dalla Banca Mondiale e la Banca
Interamericana di Sviluppo per questo tipo d’infrastruttura, a causa
del controllo nordamericano su quegli enti. Da quanto pubblicato al
sito Web dell’ente, solo tra novembre 2007 ed aprile 2009 la Banca
Interamericana di Sviluppo ha conceduto fondi per progetti
d’infrastruttura stradale in paesi dell'America latina e dei Caraibi
pari a 750 milioni 930 mila dollari.
3.1 DANNI AL SETTORE ESTERNO DELL’ECONOMIA.
Il blocco degli Stati Uniti continua privando Cuba di importanti
entrate a titolo di esportazioni di beni e servizi, ostacola
l'accesso del Paese alle fonti esterne di finanziamento e provoca un
incremento oneroso nei prezzi a titolo di riposizionamento
geografico del commercio.
Durante il periodo in esame, i danni nel settore esterno ammontano a
242.4 milioni di dollari.
Uno dei principali danni alle imprese di questo settore emana dal
rincaro del finanziamento esterno a causa delle implicazioni del
rischio Paese con il quale sono qualificate le operazioni cubane. Un
elemento decisivo è che le principali agenzie incaricate di
qualificare il rischio complessivo sono, parzialmente o totalmente,
soggette al capitale nordamericano.
I finanziamenti si ottengono solo con tassi d’interesse superiori a
quei prevalenti sul mercato internazionale. Ugualmente, la
proibizione dell'uso del dollaro statunitense nelle transazioni di
quelle imprese ci ha costretto a comprare monete di rimborso
assumendo, di conseguenza, il rischio cambiario implicito. L'importo
dei danni cagionati da quanto sopra, è pari a 164.1 milioni di
dollari.
Di seguito ci sono alcuni esempi che descrivono i danni cagionati
dal blocco in questo settore.
Ø .Le imprese cubane esportatrici di zucchero, caffé e miele di api,
non avendo accesso al mercato nordamericano, sono costrette a
riordinare il loro commercio verso mercati meno vantaggiosi. Questo
danno è pari a 49.4 milioni di dollari.
Ø L’impresa cubana MAPRINTER ha bisogno d’importare ogni anno valori
significativi di resine plastiche il cui principale fornitore è
quello degli Stati Uniti. Non avendo accesso al suddetto mercato, è
costretta a cercare mercati alternativi. Durante l'anno 2008 e solo
a titolo di differenza di prezzi del mercato nordamericano,
MAPRINTER ha dovuto pagare circa 1.9 milioni di dollari oltre a
quanto previsto.
Sono stati anche evidenti i danni a questo settore a causa
dell’applicazione extraterritoriale del blocco.
Ø Nell’ agosto 2008, una società europea che solitamente forniva
compressori d’aria, ha informato all'impresa cubana MAQUIMPORT che
la sua Casa madre era stata acquisita dalla compagnia nordamericana
Gardner Denver Inc., la quale aveva chiesto la chiusura della
succursale della società europea a Cuba e la sospensione delle
operazioni con il nostro Paese. Sebbene l’impresa cubana sia
riuscita l'esecuzione dei contratti in sospeso prima della chiusura,
il vero è che durante l'anno 2009, vista la necessità di garantire
ricambi per 300 apparecchi circa installati in diverse industrie,
centri di salute e laboratori del Polo Scientifico, la stessa ha
dovuto servirsi d’intermediari, con il noto rincaro del prodotto tra
un 20 ed un 30 percento.
Ø Nel novembre 2008, una società svedese ha informato a MAQUIMPORT
l'impossibilità d’onorare un contratto per la fornitura di un
apparecchio per l'industria dello zucchero cubana, poiché uno dei
componenti dell’apparecchio era d’origine statunitense. Questo
contratto è stato cancellato con il conseguente danno alla
produzione dello zucchero.
Le azioni intraprese in virtù del blocco contro il sistema bancario
e finanziere cubano continuano a inasprirsi. In questo periodo si
sono ridotte le possibilità d’utilizzare le relative banche,
rendendo più complesse le transazioni e limitando di più il normale
funzionamento delle istituzioni bancarie e finanziarie. A tutto
questo s’aggiungono le limitazioni provocate dall'impossibilità
d’utilizzare il dollaro statunitense come mezzo di pagamento.
Una delle manifestazioni del blocco nel settore bancario si è
evidenziata nella cancellazione di chiavi BKE per l'autenticazione
di messaggi SWIFT con Cuba. Durante il periodo in esame, una banca
europea, un’altra canadese ed altre sistemate in Paesi
latinoamericani hanno applicato la suddetta misura contro Cuba.
La Sezione 211 della Legge Omnibus Appropriations Act degli Stati
Uniti del 1999 e le nuove aggressioni relative alla questione dei
marchi.
Il Governo degli Stati Uniti ha continuato le azioni per consumare
il furto di Havana Club, marchio cubano riconosciuto
internazionalmente. La Sezione 211 della Legge Omnibus
Appropriations Acts degli Stati Uniti del 1999, impedisce ai
titolari cubani o ai loro successori (tra cui le imprese straniere
presenti a Cuba) il riconoscimento sul territorio nordamericano dei
loro diritti su marchi o nomi commerciali registrati e protetti a
Cuba.
Questa legislazione non ha soltanto implicazioni sui rapporti
bilaterali Cuba-Stati Uniti, ma colpisce accordi multilaterali, dei
quali entrambi gli Stati sono parti. Per tale motivo, dal 2002,
l'Organo di Appelli dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC),
ha deciso che la Sezione 211 viola gli obblighi del Trattamento
Nazionale e di Nazione Più Favorita dell'Accordo sugli Aspetti di
Proprietà Intellettuale relativi al Commercio (ADPIC). Il suddetto
organo ha chiesto al Governo degli USA che adattasse la legislazione
sopra indicata, in modo a renderla compatibile con i suoi obblighi
internazionali.
Il governo nordamericano continua ignorando l’adempimento della
stessa nonostante la decisione dell'OMC e gli altri appelli lanciati
in modo reiterato dallo stesso organo. Questo atteggiamento conferma
la non volontà politica dalle autorità nordamericane di dare
soluzione a questa controversia e compiere le norme del commercio
internazionale. Nel mese di marzo scorso si è verificato il non
compromesso del governo nordamericano nei confronti del diritto
internazionale nei suoi rapporti con Cuba, quando il giudice
federale della Corte di Washington D.C., Royce C. Lambert, ha
disistimato una domanda promossa dall'Impresa cubana CUBAEXPORT,
(legittimo titolare del marchio Havana Club) contro l'Office of
Foreing Assets Control del Dipartimento del Tesoro, OFAC, lo stesso
che aveva rifiutato la licenza richiesta nel 2006. Il discredito di
questa domanda si basa sulla Sezione 211.
In proposito, il portavoce dell'Impresa Bacardi Usa, Patrizio Neal,
ha dichiarato all'agenzia EFE che la sua Società applaude la
decisione del tribunale, aggiungendo che la suddetta sentenza
conferma la decisione che "il Governo cubano non ha diritti sul
marchio Havana Club negli USA"
Basta soltanto domandarsi che cosa succederebbe se un Paese
cancellasse arbitrariamente i registri di pregiati marchi
statunitensi ed un'impresa gli usasse deliberatamente su quel
mercato.
La comunità internazionale non può permettere che gli Stati Uniti
ignorino impunemente il diritto commerciale e di proprietà
industriale internazionale e le sentenze dell'Organo di Appelli
dell'OMC.
Così, gli Stati Uniti hanno stabilito un precedente di imprevedibili
conseguenze nell’ambito dei diritti di proprietà intellettuale
relativi al commercio.
3.2 DANNI CAGIONATI DAL BLOCCO AD ALTRI SETTORI DELL’ECONOMIA
CUBANA.
Settore edile. Da aprile 2008 fino a marzo 2009, questo settore ha
subito perdite a causa del blocco pari a 47.2 milioni dollari e le
stesse, indubbiamente, pesano negativamente sulla realizzazione, da
parte del Paese, dei piani previsti e del ricupero dei danni
arrecati dai tre uragani nel 2008.
Ø Cuba ha dovuto fare fronte a una complessa situazione nell’ambito
della costruzione e riparazione di oltre 600 mila abitazioni
danneggiate dagli uragani, di cui 90 mila 958 erano completamente
distrutte. Tuttavia, il blocco impedisce l'esecuzione dei piani di
costruzione, conservazione e riabilitazione di queste abitazioni,
dato che ostacola l'importazione di materiali, prodotti, attrezzi e
apparecchiature edili, provenienti dall'estero, così come di materie
prime per la produzione nazionale di materiali. I danni ai programmi
di costruzione di abitazioni sono pari a 7.3 milioni dollari.
Ø Da marzo 2008 ad aprile 2009 l'Impresa Commerciale IMECO,
importatrice di materiali e prodotti edili per l'abitazione, ha
subito danni pari a 2.3 milioni di dollari per la differenza di
prezzi, giacché i prodotti si devono acquisire sui mercati lontani,
e a tutto ciò si aggiunge il costo del rischio Paese.
Ø L'Impresa MATCO, importatrice di materiali edili, a causa del
blocco deve svolgere più del 80 percento del suo commercio in Europa
ed Asia, ciò che provoca ritardi nelle sue operazioni e danni in
tutte le attività economiche interne che dipendono dai suddetti
materiali. Il termine compreso dall'inizio della gestione
d’importazione fino all'entrata al Paese dei prodotti acquisiti
aumenta notevolmente. In questo momento, la media d’esecuzione è di
11 mesi; ma avrebbe potuto ridursi a 5 mesi se Cuba potesse operare
sul mercato degli Stati Uniti.
Ø L'Impresa Commerciale IMECO, essendo privata della possibilità
d’importare componenti elettrici Westinghouse e Cuttler Hammer, di
produzione statunitense, ha dovuto realizzare questa operazione
attraverso l'intermediario CONYAL S.p.A, incrementandosi
notevolmente il costo dei suddetti prodotti.
Ø Le Imprese cubane sopra indicate hanno depositato richieste di
offerte presso società nordamericane come la Ring Power Corporation
e la Spears Co., includendo le loro sussidiarie in terzi Paesi, per
l'acquisto di tubature, accessori interni ed esterni in PVC, vagoni
per la costruzione e pezzi ed associati per apparecchiature edile;
in nessun caso hanno ricevuto risposta di paura delle sanzioni che
derivano dall'applicazione della politica del blocco.
Un esempio dell'applicazione extraterritoriale del blocco nel
settore dell’edilizia è il seguente:
Ø .La Società Siemens (Reparto Cemento) - presente in Danimarca -,
si è rifiutata di fornire a Cuba l’apparecchiatura per la nuova
fabbrica di cemento di Santiago de Cuba, a causa dell'applicazione
del blocco. Per tale motivo Cuba ha dovuto scegliere un fornitore
meno attendibile e ha perso lo standard delle apparecchiature in
tutti gli impianti del Paese, incrementando così i costi finanziari
per inventari.
L'industria dello zucchero cubana ha subito danni pari a 127.5
milioni di dollari nel periodo in esame. Solamente a titolo di
riposizionamento dei mercati per l'importazione di materiali
agricoli, il Paese ha dovuto spendere 76.0 milioni di dollari.
Ø Durante l'anno 2008 la produzione di zucchero di canna è stata
colpita dall’applicazione del blocco in 162 mila 799 tonnellate,
pari a 44.7 milioni di dollari, secondo il prezzo del mercato a quel
momento. La suddetta politica statunitense ha ostacolato
l'acquisizione di cuscinetti speciali, guarnizioni, metalli, ricambi
per l'industria e lubrificanti per le riparazioni degli apparecchi
destinati alla produzione. A questo si aggiungono gli impedimenti
per l'acquisizione di camion, rimorchi, pneumatici, macchinari,
pezzi ed accessori per locomotive. Tutti questi prodotti sono
indispensabili per l'industria dello zucchero.
L'Impresa d’Aeronautica Civile di Cuba ha anche subito i danni del
blocco. Questo si dimostra dai seguenti esempi:
Ø Il sistema d’aviazione civile cubano ha ancora gravi difficoltà
per riscuotere i servizi aeronautici prestati alle linee aeree
statunitensi che operano verso e dagli Stati Uniti, per l'uso dello
spazio aereo cubano. Ad esempio, la linea aerea Spirit Airlines,
degli USA, deve pagare una multa di 100 mila dollari, per il
pagamento delle sue quote a Cuba dietro l'uso dello spazio aereo
cubano da aeronavi della società sopra indicata.
Ø La linea aerea Cubana d’Aviazione S.p.A., non può sorvolare il
territorio statunitense a causa delle misure del blocco. Solo nei
800 voli di quella linea aerea dal Canada alla zona Centro-orientale
di Cuba, la società ha avuto perdite pari a 2.4 milioni di dollari.
Ø Inoltre, visto che ai cittadini statunitensi gli è stato vietato
di visitare Cuba, le linee aeree cubane e statunitensi non possono
servire questo tipo di traffico. Nel periodo in esame, le entrate
non percepite per questa proibizione e la non prestazione di altri
servizi aeroportuali ammonta a 193 milioni 832 538 dollari.
L'attività di Scienza, Tecnologia ed Ecosistema ha subito i danni
del blocco statunitense.
Ø .All'Ufficio Cubano della Proprietà Industriale (OCPI), gli si è
ostacolato il pagamento all'Ufficio dell'OMPI a Ginevra, per
richieste di brevetti internazionali. Le Banche svizzere Credit
Suisse Bank ed UBS si sono rifiutate di realizzare le operazioni che
gli erano state richieste, come conseguenza dell'applicazione
extraterritoriale delle disposizioni del blocco.
Il settore dell'Informatica e le Comunicazioni è stato anche
fortemente colpito dall'applicazione del blocco, includendo le
restrizioni imposte dagli Stati Uniti all'accesso di Cuba ad
Internet.
Ø Cuba non può collegarsi ad Internet ad una velocità appropriata.
L'attuale connessione cubana alla cosiddetta rete di reti non
permette la larghezza di banda adeguata per soddisfare la domanda
del Paese. Il blocco obbliga a Cuba ad utilizzare una larghezza di
banda e servizi di collegamento tramite il satellite, molto costoso
e con capacità limitata. Il problema potrebbe risolversi se si
permettesse a Cuba di collegarsi, senza condizionamenti o
ingiunzioni discriminatorie, ai cavi di fibra ottica sottomarini che
passano a pochi chilometri dal territorio nazionale. Le autorità
statunitensi non l'hanno permesso.
Ø Cuba non ha diritto ad avere accesso ai servizi offerti da
numerosi siti Web. Questo rifiuto d’accesso si evidenzia nel
riconoscere che il collegamento avviene da una direzione d’Internet
(IP) concessa al dominio cubano. cu., quindi, solo si ha nozione del
danno, quando si accede da Cuba. Si è scoperto un caso nel quale la
negazione d’ogni relazione con Cuba è avvenuta senza tenere conto
del posto di provenienza del collegamento. È il caso del sito di
viaggi AMADEUS (http://www.amadeus.com ).
Ø Nel mese di maggio dell’anno in corso, l'Impresa nordamericana
Microsoft ha deciso di bloccare il servizio di Windows Live a Cuba.
Quando ci si collega a questo utensile si legge: "Microsoft ha
tagliato il Windows Live Messenger IM agli utenti dei Paesi
sottomessi a embargo dagli Stati Uniti, perciò Microsoft non offrirà
più servizio di Windows Live nel suo Paese."
Di seguito alcuni esempi di altre pagine Web con negazione di
accesso dal dominio. cu
1. Cisco Systems http://tools.cisco.com/RPF/register.do tecnologie
per collegamento, router per server d’accesso ad Internet, perfino
equipaggiamento nel campo del video digitale.
2. SolidWorks http://www.solidworks.com/sw/termsofuse.html sistemi
automatizzati di design.
3. Symantec http://www.symantec.com/about/profile/policies/legal
software di protezione contro virus.
Ø .L'Impresa di Telecomunicazioni di Cuba S.p.A. (ETECSA), ha avuto
perdite pari a 53, 7 milioni di dollari nel periodo in esame. Questi
danni emanano dall’impossibilità di comprare sul mercato
nordamericano l’attrezzatura specializzata, i ricambi e gli altri
materiali necessari al buon andamento dell'attività dell'impresa.
Ciò obbliga a cercare intermediari che rincarano in estremo il
prodotto. In questo periodo, ETECSA ha dovuto spendere 96 mila 100
dollari oltre a quanto previsto per disporre di maggiore quantità di
ricambio per garantire il servizio.
L'industria turistica cubana non scappa agli effetti avversi dal
blocco. Si stima che le entrate non percepite sono pari a 1214.5
milioni di dollari.
Ø L'Office of Foreing Assets Control del Dipartimento del Tesoro
degli Stati Uniti (OFAC), continuato ostacolando le transazioni
commerciali a Cuba derivate dall'offerta turistica cubana, compresi
i servizi offerti tramite l’Internet, di cui servizi di
prenotazione, acquisto dei biglietti, alloggio, affitto di aerei ed
operazioni relative al turismo di crociera e nautico. L’anno scorso,
l'OFAC ha proibito a GDS SABRE di continuare prestando servizi
globali di distribuzione di prenotazione di stanze a hotel cubani
gestiti da catene straniere.
Ø Secondo le previsioni dell'Associazione di Agenzie di Viaggi
dell'America, ASTA - che corrispondono con quelle di altre fonti
legate al turismo internazionale e particolarmente dei Caraibi -, la
quantità di turisti e croceristi statunitensi che avrebbero potuto
passare le loro ferie a Cuba nel 2008, se non esistesse la
proibizione che mantiene il governo degli Stati Uniti, si stima in
1.75 milioni di visitatori. L'industria turistica cubana ha perso,
quindi, entrate superiori ai 1,120 milioni di dollari, considerando
perfino la variabile di una diminuzione nelle spese giornaliere dei
visitatori, motivata dalla crisi che vive l'economia nordamericana
dall’anno scorso.
Ø Le linee aeree canadesi devono consegnare alle autorità degli
Stati Uniti l'informazione sui passeggeri in voli che sorvolano il
territorio statunitense verso Cuba con 72 ore d’anticipo. Questo
nuovo controllo è utilizzato dall’OFAC per accertare i cittadini
statunitensi che viaggino a Cuba senza autorizzazione.
Ø Come conseguenza della persecuzione nordamericana, neanche le
imprese turistiche cubane possono annunciarsi nei migliori sistemi
di servizi nella rete, per esempio: Google, Yahoo e MSN, perché sono
tutti statunitensi. Nel periodo che comprende il presente rapporto,
il governo degli Stati Uniti ha continuato limitando ed intorpidendo
al massimo l'accesso di Cuba al commercio elettronico e alle
transazioni mediante carte di credito come mezzo di pagamento per le
vendite cubane.
Ø Il blocco non consente l'acquisto di attrezzature, pezzi, parti ed
associati sul mercato degli Stati Uniti né sulle sue filiali e
succursali in altri Paesi; non si può neppure acquisire tecnologia e
servizi di marchi nordamericani conosciuti dai turisti. Questo
rincara la fornitura all'industria turistica cubana, per via dei
prezzi più alti, maggiori inventari, incremento di noli ed elevati
tassi d’interesse dai crediti.
L'Industria di Base, supporto importante dell'economia nazionale, è
continuamente assediata dalla politica di blocco. In questo settore,
l'industria del nichel continua ad essere uno dei rami più attaccati
e perseguiti dal blocco. Nella tappa in esame, l'industria ha subito
perdite pari a 62.9 milioni di dollari, di cui, 45.8 milioni di
dollari sono risultati dai danni all'esportazione, poiché si
proibisce l'importazione agli USA di prodotti elaborati totalmente o
parzialmente con materie prime cubane, benché fabbricati in terzi
Paesi.
Un ente cubano appartenente all'Industria di Base ha chiesto
un'offerta alla società nordamericana ARMSTRONG EQUIPMENT per
l’acquisto di un mulino di micronizzazione o di macinazione, molto
utile nel settore minerario. La risposta non è mai arrivata di paura
dell'applicazione del blocco.
Esempi d’extraterritorialità nell'applicazione del blocco alla
suddetta industria:
Ø Minxia Non-Ferrous Metal Inc., sussidiaria della Società cinese
Minmetals, è stata multata dall'OFAC di 1 milione 198 dollari, per
commerciare senza licenza con metalli cubani (nichel) dal 2003 al
2006.
Ø L'attuale governo degli Stati Uniti ha fatto pagare una multa di
110 mila dollari alla Società Varel Holdings per realizzare
esportazioni di tecnologia a Cuba. Questa ditta si dedica alla
fabbricazione di trapani per perforazioni petrolifere e, secondo una
relazione dell'OFAC, da giugno 2005 a giugno 2006 "una filiale
straniera di Varel Holdings aveva realizzato undici esportazioni di
beni nelle quali Cuba o un cittadino cubano aveva interesse." La
multa a questa Società è la più alta tra le penalità imposte durante
il presente anno fiscale.
Ø Il 30 aprile, l'OFAC ha comunicato che l'impresa nordamericana
EFEX Trade LLC doveva pagare una multa pari a 2 mila dollari, per
prestare servizi di invio di denaro senza licenza, nei quali Cuba
aveva un interesse.
Ø Nel luglio 2008, l'Impresa Platte River Associates di Boulder,
Colorado, è stata accusata di "commerciare con il nemico”, per avere
trasferito, ipoteticamente, tecnologia a Cuba. E’ stata accusata di
fornire un software tecnico specializzato di ordinatrice e di
training in informatica, utilizzato di seguito per creare un modello
sull'esplorazione e lo sviluppo potenziale di petrolio e gas nelle
acque territoriali di Cuba, senza avere ottenuto previamente la
licenza del Dipartimento del Tesoro. I direttori della società
potrebbero affrontare sanzioni penali di fino a 10 anni di
privazione di libertà.
Ø La filiale brasiliana della Ditta Purolite non ha potuto vendere
resine cationiche selezionate per nichel e cobalto all'Istituto
cubano di Scienza e Tecnologia di Materiali (IMRE), per provarle nel
trattamento delle lateriti. L’esito positivo nell'applicazione delle
suddette resine potrebbe derivare in aumenti importanti nel recupero
di nichel e cobalto, così come nella riduzione dei loro costi di
produzione. Il Direttore Regionale per l'America latina dell'Impresa
Purolite ha detto "che trattandosi di un'impresa nordamericana non
era possibile stabilire rapporti commerciali con Cuba."
I danni arrecati dal blocco alle imprese dell'industria siderurgica
e meccanica sono pari a 38 milioni 164 mila dollari. In assenza di
tali perdite, si sarebbe potuto comprare 139.284 frigoriferi oppure
1.773.423 tegole zincate che avrebbero consentito di coprire 49.261
abitazioni di 70 metri quadrati ognuna.
Ø Il blocco provoca il rincaro della materia prima per la produzione
di alcuni apparecchi medici. Per esempio, nell'acquisizione
dell'acciaio ci sono verificate perdite pari ai 96.5 mila dollari
perché si doveva andare sui mercati più lontani. Con quest’importo
si sarebbero potuto produrre i 17 lavandini a pedale o femorali
necessari al Servizio di Neonatologia dell'Ospedale di Maternità
"Dott. Eusebio Hernández", chi dà servizio ad un'elevata
popolazione, oppure si sarebbero soddisfatti i bisogni del Servizio
di Pronto Soccorso dell'Ospedale Pediatrico "Juan Manuel Márquez."
Questi prodotti sono indispensabili nelle sale operatorie dei
suddetti ospedali.
Ø L'extraterritorialità nell'applicazione del blocco ha cagionato
danni all'impresa cubana ACINOX, quando la stessa ha dovuto
acquistare un trasformatore di 125 MVA per la sottostazione
elettrica di 220 Kw d’Antillana de Acero di Cuba. Tentando di
realizzare l'acquisto in un Paese latinoamericano, l'impresa Siemens
ha comunicato: “Non possiamo vendere a Cuba, perché, nonostante
essere un'impresa tedesca, segue alcune regole nordamericane."
Ø Qualcosa di simile è successo nel gennaio 2009. L'impresa
ALCOA-España ha respinto una domanda dell'impresa cubana Alcuba per
l'acquisto di profili d’alluminio. La risposta dell'ALCOA-España è
stata questa: "In riscontro alla sua richiesta d’informazione a
proposito della fornitura d’alluminio, dobbiamo comunicare che, come
impresa con sede sociale negli Stati Uniti, non possiamo rispondere
alla sua richiesta a causa delle attuali restrizioni che pesano sul
commercio con Cuba."
L’Industria Leggera ha anche subito dei danni come conseguenza
diretta dell'impatto negativo del blocco. Da aprile 2008 ad aprile
2009, le perdite ammontano a 18.7 milioni di dollari.
Ø L'Impresa CETRO, l'Unione Suchel e l'Impresa TEXORO dell'Unione
Tessile hanno subito danni pari a 1.9 milioni di dollari per ritardo
nell'arrivo delle forniture per la produzione di saponi da toilette
e da bucato, tra altri prodotti. Questo ritardo è stato provocato
dalle restrizioni imposte dal blocco che obbligano ad acquistare i
prodotti sui mercati lontani.
4. OPPOSIZIONE ALLA POLITICA OMICIDA DI BLOCCO CONTRO CUBA.
Negli ultimi mesi l'attenzione internazionale sul tema delle
relazioni bilaterali tra gli USA e Cuba ha aumentato. Evidentemente,
il richiamo a favore dell’eliminazione del blocco contro Cuba e la
sospensione della politica d’ostilità contro un piccolo Paese, è più
forte e ferma che mai.
Il 29 ottobre scorso, per la diciassettesima occasione consecutiva,
l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato, con l'appoggio
di una schiacciante maggioranza dei suoi Stati Membri, la
risoluzione "Necessità di mettere fine al blocco economico,
commerciale e finanziere imposto dagli USA contro Cuba" (63/7), con
la votazione più alta mai raggiunta da questa risoluzione in
quell’organo delle Nazioni Unite.
L'Assemblea Generale, con il voto favorevole di 185 dei suoi membri,
ha reiterato categoricamente l’appello a discontinuare questa
politica illegale e di genocidio imposta dal Governo degli Stati
Uniti al popolo cubano. L’appoggio della comunità internazionale è
coerente con il suo rifiuto all'applicazione di misure economiche,
commerciali e finanziarie unilaterali con effetti extraterritoriali
e contrarie al diritto internazionale ed ai principi della Carta
delle Nazioni Unite.
Sono molte le voci che si alzano nel mondo a favore della
sospensione di questa inumana politica. Nel periodo che comprende
questo Rapporto, ci sono stati numerosi pronunciamenti esigendo la
fine di questa politica, di cui possiamo citare i seguenti:
Ø Il 16 maggio 2008, è stata adottata la Dichiarazione del V Vertice
America latina ed il Caraibi-unione Europea, tenutosi a Lima, Perú.
In uno dei suoi paragrafi, i Capi di Stati e di Governo di entrambe
le regioni, accordarono la seguente formulazione: "(.) Respingiamo
con fermezza tutte le misure coercitive di carattere unilaterale ed
effetto extraterritoriale contrarie al Diritto Internazionale e alle
norme accettate, in genere, dal libero commercio. Siamo d’accordo
che questo tipo di pratica rappresenta una minaccia grave per il
multilateralismo. Nel caso di specie, ed in riferimento alla
risoluzione A/RES/62/3 dell'AGNU, riaffermiamo il nostro ben noto
atteggiamento sull'applicazione delle disposizioni extraterritoriali
della Legge Helms-Burton."
Ø Il 3 ottobre 2008, i Capi di Stato o Governo del Gruppo di Stati
dell'Africa, Caraibi e Pacifico (ACP), riuniti alla loro VI
Conferenza al Vertice celebrata a Ghana, hanno approvato la
"Dichiarazione di Accra", nella quale si "condanna l'uso di misure
unilaterali coercitive tali come le sanzioni illegali adottate
contro certi Paesi in sviluppo allo scopo di ostacolare ai suddetti
Paesi l'esercizio del loro diritto di determinazione del proprio
sistema politico, economico e sociale e respingono, l'applicazione
di leggi e misure unilaterali ed extraterritoriali contrarie al
diritto internazionale, tali come la legge Helms-Burton"
Ø L’8 dicembre 2008, i Capi di Stato o Governo di Cuba e degli Stati
che fanno parte della Comunità dei Caraibi, CARICOM, riuniti in
occasione del Terzo Vertice Cuba-CARICOM, hanno adottato una
dichiarazione nella quale si insta perché si "metta fine al blocco
economico, commerciale e finanziario contro la Repubblica di Cuba e
[nella quale] si esorta al governo degli USA ad ascoltare
l'opprimente appello dell'immensa maggioranza dei membri delle
Nazioni Unite, ed a eliminare con effetto immediato l'ingiusto
blocco economico, commerciale e finanziario imposto contro la
Repubblica di Cuba e la sospensione dell'applicazione delle misure
adottate il 6 maggio 2004."
Ø Il 17 dicembre di 2008, i Capi di Stato o Governo dei Paesi
dell'America latina e dei Caraibi, riuniti a Brasile in occasione
del Primo Vertice dell'America latina e dei Caraibi su Integrazione
e Sviluppo, hanno adottato una Dichiarazione Speciale sulla
necessità di mettere fine al blocco economico contro Cuba nella
quale hanno respinto "della forma più energica l'applicazione di
leggi e misure contrarie al Diritto Internazionale come la Legge
Helms-Burton"; "hanno esortato al Governo degli USA a mettere fine
alla sua applicazione" e "a compiere quanto disposto in 17
risoluzioni successive promosse nell'Assemblea Generale delle
Nazioni Unite e a mettere fine al blocco economico commerciale e
finanziario che mantiene contro Cuba."
Ø I Paesi dell'Alternativa Bolivariana per i Popoli della Nostra
America (Alba), hanno respinto reiteratamente e categoricamente il
blocco imposto dagli Stati Uniti contro Cuba. Nel Vertice celebrato
a Cumaná, Venezuela, il 17 aprile 2009, i Capi di Stato o di Governo
dei Paesi membri dell'Alba, hanno reiterato la loro condanna al
blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati
Uniti contro Cuba e hanno deciso di reiterare "la Dichiarazione che
tutti i Paesi dell'America latina e dei Caraibi hanno adottato il 16
di dicembre 2008 relativa alla necessità di mettere fine al blocco
economico, commerciale e finanziario imposto dal governo degli USA a
Cuba, compresa l'applicazione della cosiddetta legge Helms-Burton."
Ø .I Ministri degli Affari Esteri del Movimento di Paese Non
Allineati, in occasione della Riunione Ministeriale dell'Ufficio di
Coordinazione del Movimento, celebrata all’Avana, dal 27 al 30
aprile 2009, "hanno reiterato ancora una volta il loro appello al
governo degli USA perché metta fine al blocco economico, commerciale
e finanziario contro Cuba che, oltre ad essere unilaterale e
contrario alla Carta delle Nazioni Unite, al diritto internazionale,
così come al principio di buona vicinanza, causa grandi perdite
materiali e danni economici al popolo di Cuba." Inoltre: "hanno
sollecitato un'altra volta lo stretto compimento delle risoluzioni
47/19, 48/16, 49/9, 50/10, 51/17, 52/10, 53/4, 54/21, 55/20, 56/9,
57/11, 58/7, 59/11, 60/12, 61/11, 62/3 e 63/7 dell'Assemblea
Generale delle Nazioni Unite"; "hanno espresso la loro profonda
preoccupazione per il crescente carattere extraterritoriale del
blocco contro Cuba"; e "hanno respinto il rafforzamento delle misure
adottate dal governo degli Stati Uniti per inasprire il blocco, così
come tutte le altre misure applicate dal governo degli Stati Uniti
contro il popolo di Cuba."
Ø Nella Dichiarazione del VI Vertice Straordinario dell'Alternativa
Bolivariana per i Popoli della Nostra America - Trattato di
Commercio dei Popoli (Alba-TCP), celebrato a Maracay, Repubblica
Bolivariana del Venezuela, il 24 giugno 2009, i Capi di Stato o
Governo dei paesi membri "hanno ratificato la loro condanna assoluta
al blocco economico, commerciale e finanziario degli Stati Uniti
contro Cuba e hanno reiterato il loro appello affinché lo stesso
venga eliminato di forma incondizionata ed immediata."
L'opposizione al blocco cresce anche di modo rilevante nei propri
Stati Uniti.
L’8 maggio 2008, il Comitato di Turismo e Viaggi della Camera dei
Rappresentanti dell'Alabama, ha approvato una risoluzione nella
quale chiedeva al Presidente Bush, alla Segretaria di Stato
Condoleezza Rice ed al Congresso, di eliminare le restrizioni di
viaggi a Cuba, specialmente dallo Stato dell'Alabama.
Il 27 maggio 2008 il giornale The Washington Post ha pubblicato
l'articolo "Il pazzo blocco contro Cuba", a cura d’Eugene Robinson,
nel quale qualifica la politica verso il nostro Paese come
"incredibilmente stupida (...) infantile, irresponsabile e
controproducente"
Dal 23 al 25 settembre 2008, la società Zogby Internazionale e
Dialogo Interamericano, hanno realizzato un'inchiesta a 2700
eventuali elettori nordamericani, su diversi temi che colpiscono
l'America latina. Rispetto a Cuba, il sondaggio ha dimostrato che 60
percento circa degli intervistati era del criterio che gli USA
dovevano rivedere la politica nei confronti di Cuba e permettere il
commercio delle loro imprese con il suddetto Paese. Ugualmente, 68
percento è stato d’accordo sul fatto che tutti gli statunitensi
potessero viaggiare a Cuba.
Il 17 ottobre 2008, la rivista nordamericana Science ha pubblicato
un editoriale, firmato dal Segretario di Relazioni Internazionali
dell'Accademia di Scienze di Cuba e dal suo omologo dell'Accademia
Nazionale di Scienze degli USA, nel quale si auspica l’eliminazione
delle restrizioni in merito allo scambio accademico bilaterale.
Il 24 ottobre 2008, il rappresentante dell'impresa
medico-farmaceutica canadese Cari Med Canadá Trading Inc., Alberto
Rodríguez, durante la sua partecipazione al VIII Congresso
Centroamericano e dei Caraibi d’Anestesiologia, Rianimazione e
Dolore, celebrato all’Avana, ha detto che "le licenze che emettono i
Dipartimenti di Commercio e del Tesoro degli USA per potere vendere
prodotti a Cuba sono eccessivamente ristrette, con un grado di
dettaglio molto alto." Secondo le sue dichiarazioni, si chiedono
informazioni completamente assurde. Ugualmente, ha qualificato il
suddetto atto di "criminale, omicida e barbaro", per ostacolare
l'accesso di Cuba ad apparecchiature mediche e dispositivi necessari
per salvare vite umane.
Il 4 dicembre 2008, un gruppo di organizzazioni e di associazioni
legate al commercio, i viaggi e l'agricoltura, hanno inviato una
lettera al Presidente Obama, intitolata "Riesaminare la politica
degli USA nei confronti di Cuba", nella quale lo esortavano ad
andare oltre le sue promesse di campagna e realizzare una revisione
più ampia della politica nordamericana. La missiva è stata firmata
da rappresentanti autorizzati di 12 organizzazioni, tra cui la
Federazione Agricola degli USA, la Società Americana di Agenti di
viaggi, la Camera di Commercio degli USA, il Consiglio Nazionale di
Commercio Estero ed USA Engage. Quello stesso giorno, l'Associazione
di Agenti di viaggi degli USA (Asta) ha chiesto al presidente
eletto, Barack Obama, l'eliminazione di tutte le restrizioni di
viaggi a Cuba.
Nel novembre 2008, il Gruppo di Studi su Cuba (GEC) e la Brookings
Institution, hanno finanziato un'inchiesta realizzata
dall’Università Internazionale della Florida (FIU), durante le tre
settimane successive all'elezione presidenziale, allo scopo di
misurare l'opinione dei cubano-americani sulla politica degli USA
nei confronti di Cuba.
Il sondaggio ha rivelato che, in materia di invii, 65 percento digli
intervistati era favorevole al ritorno alle condizioni esistenti
prima del 2003; 66 percento ha appoggiato il ristabilimento dei
viaggi dei cubano-americani, mentre 67 percento si ha manifestato
favorevole all'eliminazione delle restrizioni imposte ai cittadini
nordamericani. Il 79 percento considera che il blocco non abbia
funzionato ed il 55 percento si oppone alla sua applicazione. Il 65
percento è favorevole al ristabilimento delle relazioni diplomatiche
tra Cuba e gli USA ed il 79 percento pensa che entrambi i governi
devono stabilire un dialogo diretto su temi di interesse mutuo.
Il 23 febbraio 2009, si fa conoscere il documento intitolato
"Cambiare la politica verso Cuba nell'interesse nazionale degli
USA", elaborato dall'ufficio del Senatore Richard Lugar, (R-IN),
fatto circolare al plenum del Senato e, particolarmente, tra i
membri del Comitato degli Affari Esteri.
Dopo avere riconosciuto il fallimento della politica degli USA verso
Cuba, la relazione espone una serie di raccomandazioni tra cui:
sostituire la condizione nell’approccio degli USA per un
avvicinamento o compromesso progressivo; eliminare le restrizioni di
viaggi ed invii ai cubano-americani; e, rivedere le leggi Torricelli
e Helms-Burton, così come le relazioni della Commissione per
l'Assistenza ad una Cuba Libera. Propone inoltre la ripresa delle
conversazioni bilaterali, lo stabilimento di strategie di
cooperazione nella sfera migratoria e della lotta contro le droghe e
l’adattamento delle misure che si applicano nel settore economico.
Il 23 febbraio, quattordici congressisti hanno firmato una lettera
diretta al Presidente Obama nella quale appoggiano il "libero
commercio tra Cuba e gli USA", argomentando i vantaggi economici che
potesse proporzionare ad entrambe le nazioni.
Come si apprezza, in un crescente spettro dell'opinione pubblica
degli Stati Uniti si amplifica la percezione della necessità di un
cambiamento fondamentale della politica governativa nei confronti di
Cuba, dove una variabile essenziale sarebbe l’eliminazione del
blocco economico, commerciale e finanziario.
CONCLUSIONI
La condotta del Governo degli Stati Uniti da ottobre 2008, quando si
è adottata la Risoluzione 63/7., fino a maggio 2009, conferma che il
suddetto Paese non ha fatto nulla per mettere fine al blocco
economico, commerciale e finanziario che impone contro la Repubblica
di Cuba. Anzi, c'è un mancato compimento flagrante di quanto
disposto dall'Assemblea Generale perché ci sono numerose azioni che
rinforzano la politica di blocco.
Il danno economico diretto al popolo cubano per l'applicazione del
blocco economico, commerciale e finanziario degli USA contro Cuba
fino a dicembre 2008, calcolato di modo molto conservatore, è
superiore a 96 miliardi di dollari, cifra che ammonterebbe a 236
miliardi e 221 milioni di dollari, se il calcolo fosse realizzato
secondo i prezzi attuali del dollaro nordamericano. Quella cifra non
include i danni diretti arrecati ad obiettivi economici e sociali
del Paese per i sabotaggi ed atti terroristici incoraggiati,
organizzati e finanziati dagli Stati Uniti.
Il blocco economico, commerciale e finanziario imposto dal governo
degli Stati Uniti contro Cuba continua ad essere il principale
ostacolo allo sviluppo economico e sociale del Paese, così come al
suo recupero dopo i tre devastatori uragani del 2008.
Il blocco è una violazione al Diritto Internazionale. E’ contrario
ai propositi e principi della Carta delle Nazioni Unite. Costituisce
una trasgressione al diritto alla pace, allo sviluppo e alla
sicurezza di uno Stato sovrano. È, nella sua essenza ed nei propri
obiettivi, un atto d’aggressione unilaterale ed una minaccia
permanente contro la stabilità di un Paese. Costituisce una
violazione flagrante, massiccia e sistematica dei diritti di tutto
un popolo. E’ anche una violazione dei diritti costituzionali del
popolo nordamericano nell’infrangere la sua libertà per viaggiare a
Cuba. E’ inoltre una violazione dei diritti sovrani di molti altri
Stati dal suo carattere extraterritoriale.
Nonostante gli intensi e crescenti richiami della comunità
internazionale al nuovo governo nordamericano per un cambiamento
della politica verso Cuba, l’eliminazione del blocco e la
normalizzazione delle relazioni bilaterali, il governo del
Presidente Obama ha mantenuto intatta la politica di blocco.
Il blocco, oltre ad illegale, è moralmente insostenibile. Non esiste
un sistema di sanzioni unilaterali simile contro nessun altro Paese
del mondo per un periodo tanto prolungato, quindi, gli Stati Uniti
devono eliminarlo al più presto possibile e senza pretesti.
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