AVVENIMENTI
Discorso pronunciato da Raúl Castro, Presidente dei Consigli di
Stato e dei Ministri, alla conclusione della sessione costitutiva
della VII Legislatura dell’Assemblea Nazionale del Poder Popular
Compagne e
compagni,
è chiaro il
mandato del popolo a questa Legislatura: continuare a rafforzare la
Rivoluzione in un momento storico che esige l’essere dialettici e
creatori, come ci ha avvisato il compagno Fidel nella sua
fondamentale Riflessione dello scorso 14 gennaio.
Si sono
generate molte aspettative, tanto a Cuba come all’estero, circa la
composizione del Consiglio di Stato che ha appena eletto
l’Assemblea. La fondamentale è stata chiarita dal compagno Fidel nel
suo messaggio del 18 febbraio. Posso aggiungere poco a quanto
espresso da lui, salvo riconoscere al nostro popolo, in nome della
Direzione della Rivoluzione, le innumerevoli prove di serenità,
maturità, fiducia in se stesso e la combinazione di genuini
sentimenti di tristezza e inflessibilità rivoluzionaria.
Assumo la
responsabilità che mi è stata attribuita con la convinzione che,
come ho affermato molte volte, il Comandante in Capo della
Rivoluzione Cubana è uno solo.
Fidel è Fidel,
tutti lo sappiamo bene. Fidel è insostituibile e il popolo
continuerà la sua opera quando già non ci sarà fisicamente. Sempre
vivranno le sue idee, che hanno reso possibile l’innalzamento di
quel bastione di dignità e giustizia che rappresenta il nostro
paese.
Solo il
Partito Comunista, garanzia sicura dell’unità della nazione cubana,
può essere il degno erede della fiducia riposta dal popolo nel suo
leader. E’ la forza dirigente superiore della società e dello Stato
e così lo stabilisce l’Articolo 5 della nostra Costituzione,
approvata con referendum esattamente dal 97,7% dei votanti.
Questa
convinzione avrà particolare importanza quando, per la legge
naturale della vita, sarà scomparsa la generazione fondatrice e
forgiatrice della Rivoluzione.
Fortunatamente
non è questo il momento che oggi viviamo. Fidel è lì, come sempre,
con la mente ben chiara e la capacità d’analisi e previsione più che
intatta, rafforzata, adesso che può dedicare allo studio e
all’analisi le incalcolabili ore che prima impiegava nell’affrontare
i problemi quotidiani.
Nonostante il
lento e graduale recupero, le sue condizioni fisiche non gli
permetterebbero quelle interminabili giornate, con frequenza
separate appena da poche ore di riposo, che hanno caratterizzato il
suo lavoro, praticamente da quando cominciò la lotta rivoluzionaria
e ancora con maggior intensità durante questi lunghi anni di periodo
speciale, nei quali non si è concesso nemmeno un solo giorno di
vacanze.
La decisione
del compagno Fidel è un nuovo contributo, con il suo esempio che lo
esalta, per assicurare fin da ora la continuità della Rivoluzione,
conseguente in chi ha sempre avuto come guida il precetto martiano
che dice: “Tutta la gloria del mondo entra in un chicco di mais”.
Ugualmente è
inamovibile la sua decisione di continuare, mentre abbia le forze
per farlo, contribuendo alla causa rivoluzionaria, alle idee e ai
propositi più nobili dell’umanità.
Pertanto,
sicuro di esprimere i sentimenti del nostro popolo, sollecito
l’Assemblea, quale organo supremo del potere dello Stato, affinché
per le decisioni di speciale importanza per il futuro della nazione,
soprattutto quelle legate alla difesa, alla politica estera e allo
sviluppo socio economico del paese, mi permetta di continuare a
consultare il leader della Rivoluzione, il compagno Fidel Castro Ruz
(OVAZIONE).
Compagno
Ricardo Alarcón, Presidente dell’Assemblea Nazionale del Poder
Popular, anche se l’ovazione che abbiamo appena ascoltato e
presenziato presuppone l’approvazione, ritengo opportuno e le
propongo, come legalmente stabilito, di sottoporre la proposta a
votazione.
Per questa e
molte altre ragioni, nel mio intervento d’oggi citerò, non poche
volte, alcune idee e concetti fondamentali espressi nelle sue
Riflessioni. Approfitto per dire che dobbiamo studiarle, per i suoi
insegnamenti e le capacità di previsione. Bisogna aver sempre
presente quanto era solito ripetere Raúl Roa ai suoi intimi: “Fidel
ascolta crescere l’erba e vede quello che sta succedendo dietro
l’angolo”.
Dobbiamo rendere più efficiente la gestione del nostro Governo
Compagne e
compagni deputati:
Sono cosciente
della responsabilità che comporta di fronte al popolo il compito che
mi è stato assegnato. Allo stesso tempo sono convinto di contare,
come oggi, dell’appoggio di quanti svolgono responsabilità di
direzione ai differenti livelli e, ancora più importante, con quello
dei miei compatrioti, senza il quale non c’è successo possibile in
una società come la nostra.
L’Assemblea,
in piena concordanza con l’opinione del Burò Politico e del
Segretariato del Comitato Centrale del Partito, ha eletto Primo
Vicepresidente del Consiglio di Stato il compagno José Ramón Machado
Ventura e, successivamente, ha approvato la sua designazione a Primo
Vicepresidente del Consiglio dei Ministri.
Come ho
spiegato nella prima proposta per detto ruolo, è conveniente nelle
attuali circostanze che lo stesso compagno rivesta, come fino ad
ora, queste due importanti responsabilità dello Stato e del Governo.
Non ci sono
dubbi che Machado Ventura, per il suo percorso e le sue convinzioni
rivoluzionarie, esperienza, preparazione, qualità dirigenziali ed
umane, riunisca i requisiti per ricoprire questi alti ruoli.
Allo stesso
modo l’Assemblea, ha accordato, come previsto dall’Articolo 75 della
Costituzione, di considerare la composizione del Governo in una
futura sessione nel corso del presente anno. E’ una decisione
opportuna, giacché non si tratta unicamente di nomine, ma di
determinare quali cambiamenti è necessario realizzare nel sistema
degli organismi dell’amministrazione centrale dello Stato, cosa
richiede un poco più di tempo.
Nei primi 15
anni della Rivoluzione, si lavorò per adeguare le strutture statali
ereditate dal capitalismo ai nuovi compiti imposti dai radicali
cambiamenti economici, politici e sociali.
Il processo
d’istituzionalizzazione degli anni settanta, nonostante le sue
imperfezioni, permise di strutturare un sistema coerente ed adeguato
a quelle circostanze, raggiungendo una certa equiparazione con
quello dei paesi socialisti, incluse le buone e le cattive
esperienze.
Infine, nel
1994, nel momento più critico del periodo speciale, furono
realizzati considerabili adattamenti che portarono alla riduzione e
alla fusione di organismi, così come alla ridistribuzione dei
compiti per alcuni di loro. Furono realizzati con la premura imposta
dalla necessità di adeguarci, in modo rapido, ad uno scenario
radicalmente diverso, molto ostile e altamente pericoloso.
D’allora sono
trascorsi 14 anni, nei quali è cambiato considerevolmente il
panorama nazionale ed internazionale. Oggi c’è bisogno di una
struttura più compatta e funzionale, con un minor numero di
organismi dell’amministrazione centrale dello Stato e una migliore
distribuzione delle funzioni che svolgono.
Questo
consentirà la riduzione dell’enorme quantità di riunioni,
coordinamenti, permessi, conciliazioni, disposizioni, regolamenti,
circolari, eccetera, eccetera. E voi, compagne e compagni deputati,
che siete distribuiti per il lungo e il largo del paese, sapete bene
cosa significano questi eccetera. Contribuirà, inoltre, alla
concentrazione di alcune attività economiche decisive, oggi disperse
tra vari organismi, e ad un miglior impiego dei quadri dirigenti.
In sintesi,
dobbiamo rendere più efficiente la gestione del nostro Governo.
L’Assemblea è
stata rinnovata in maggior proporzione rispetto la scorsa
Legislatura. Il numero di donne cresce di altri sette punti
percentuali e già si avvicina alla metà dei deputati, poco più del
43%. Sono aumentati da 23 a 36 i deputati che hanno tra i 18 e i 30
anni, ovvero i più giovani, sebbene sono di più quelli che superano
i sessanta.
Cosa molto
importante, cresce il numero dei deputati legati direttamente alla
produzione o ai servizi, ovvero degli operai, dei contadini e degli
altri lavoratori. Anche dei membri delle istituzioni armate, degli
sportivi, degli artisti, degli scrittori, dei giornalisti e di altre
professioni che, uniti ai dirigenti studenteschi e ai compagni
impegnati nei consigli popolari (enti locali consultivi e
propositivi ndt), costituiscono oltre la metà dei deputati.
Dati come
questi, insieme alla relazione dei compiti che svolge ognuno di voi,
dai dirigenti nazionali fino ai pensionati e ai leader religiosi,
permettono di affermare che coloro che sono qui riuniti
rappresentano una mostra, in piccola scala, della società cubana.
Quanto detto
costituisce una premessa fondamentale, ma non assicura da sola il
compimento della missione del Parlamento. C’è bisogno, inoltre e
soprattutto, dell’azione intelligente, organizzata, creativa ed
energica dei suoi componenti, in particolare durante il lavoro delle
commissioni, dove si dispone di più tempo. Perché la concentrazione
su determinati argomenti permette uno studio migliore e la
partecipazione di più compagni e compagni.
In una società come la nostra le discordanze non vanno temute.
Durante la
visita che realizzai, lo scorso dicembre, al Distretto (elettorale
ndt.) di Santiago di Cuba, dove è stato eletto deputato il compagno
Fidel, affermai che l’appoggio di massa alla Rivoluzione esige che
ci domandiamo cosa facciamo per migliorarlo.
Aggiunsi che
il popolo è fermamente unito attorno al partito unico, che deve
essere più democratico che qualunque altro, e con questo la società
nel suo insieme, che da sempre, come ogni opera umana, si può
perfezionare. Senza dubbi, però, è giusta e in lei tutti hanno
l’opportunità di esprimere i propri giudizi e, ancora più
importante, di lavorare per trasformare in realtà quello che, ogni
volta, decidiamo.
In una società
come la nostra le discordanze non vanno temute, nella sua essenza
non esistono contraddizioni antagoniste, perché non lo sono le
classi sociali che la formano. Dallo scambio profondo di opinioni
divergenti, se condotto con propositi sani ed esercitando il
criterio con responsabilità, sorgono le migliori soluzioni.
Così ha fatto
l’immensa maggioranza dei cubani, dai nostri migliori scienziati,
intellettuali, operai, contadini e studenti, fino alla più semplice
casalinga.
Tutti loro, in
differenti momenti della Rivoluzione, compreso l'attuale, hanno
offerto un'esemplare dimostrazione di maturità politica e coscienza
della realtà, al valutare con oggettività sia gli argomenti
d’importanza strategica sia le difficoltà della vita quotidiana.
Cresce la convinzione che l'unica fonte di ricchezza della società è
nel lavoro produttivo, soprattutto quando impiega con efficienza gli
uomini e le donne, oltre che i mezzi.
I menagramo
internazionali della morte della Rivoluzione hanno tentato di
presentare a proprio favore le critiche emerse durante lo studio e
la riflessione del discorso del 26 di luglio a Camagüey, senza
comprendere che si è trattato di un dibattito critico interno al
socialismo. Così lo hanno confermato abbondantemente, pochi mesi
dopo, i risultati delle nostre elezioni- lo citiamo come il migliore
esempio in questi momenti - che si sono concluse lo scorso 20
gennaio.
È certo che ci
sono anche persone che parlano prima di informarsi, che reclamano
senza giudicare se stanno dicendo qualcosa di razionale o di
sconclusionato. Coincidono, come norma, con coloro che reclamano
diritti senza mai menzionare i doveri. Come ha detto Fidel nella
riflessione del 16 gennaio: "aspettano miracoli dalla nostra tenace
e degna Rivoluzione".
Non gli
neghiamo il diritto ad esprimersi, sempre che sia nell’ambito della
legge. Davanti ad una proposta del genere non possiamo essere
estremisti, ma nemmeno ingenui.
Quando lo
motiva la disperazione per una difficoltà personale o è provocato
dalla mancanza di informazioni, dobbiamo essere pazienti ed offrire
gli argomenti necessari.
Se qualcuno,
però, pretende pressare con ansie di protagonismo o animato da
ambizione, demagogia, opportunismo, simulazione, autosufficienza o
da altra debolezza umana di simile natura, va affrontato
risolutamente, senza offese, ma chiamando le cose con il suo nome.
Non dobbiamo
dimenticare che il nemico resta in agguato, permanentemente disposto
ad approfittare della minima negligenza per danneggiarci, sebbene ci
sia chi si ostina ad ignorarlo.
COME conoscono POCO Il nostro popolo!
Non smetteremo
di ascoltare l'opinione onesta di ognuno, che risulta tanto utile e
necessaria, a causa della strumentalizzazione che si fa, di sovente
abbastanza ridicola, ogni volta che un cittadino del nostro paese
dice qualcosa, alla quale gli stessi promotori dello spettacolo non
farebbero il minor caso, se la ascoltassero altrove nel pianeta.
Sappiamo che
questi messaggi sono diretti ad ingannare o al meno a creare
confusione. Ma se qualcuno ha avuto la peregrina idea di spaventarci
in questo modo, gli ricordo che la principale ragione per cui
continuiamo ad essere qui- e continueremo ad esserlo -, è che il
nostro popolo e la sua rivoluzione hanno sempre affrontato a viso
aperto, senza la minima dimostrazione di timore ed inalberando la
verità, le aggressioni di ogni tipo della maggiore potenza militare
ed economica del mondo.
Si potrebbero
citare un’infinità di esempi, basta menzionare l'inalterabile
dignità dei nostri cinque eroi, di fronte ad ogni intento di
piegarli, durante un decennio d’ingiusto incarceramento.
Approfitto
dell'occasione per ringraziare, in nome del nostro popolo, le
innumerevoli espressioni di solidarietà, rispetto, affetto, stimolo
e legittima preoccupazione verso il leader della Rivoluzione,
rilasciate da capi di Stato e di Governo, partiti politici,
organizzazioni non governative, noti intellettuali e semplici
cittadini di tutti i confini del mondo, a seguito della
pubblicazione del Messaggio (di Fidel ndt) lo scorso martedì. Non
tradiremo mai la fiducia che ripongono in noi.
Allo stesso
tempo, abbiamo preso opportuna nota delle dichiarazioni offensive ed
apertamente ingerenti dell'impero e di alcuni dei suoi più stretti
alleati.
Com’era
prevedibile, il Dipartimento di Stato si è affrettato ad annunciare
la continuazione del blocco, in corrispondenza con la politica
dell'attuale amministrazione.
Altri, con
sfumature differenti, s’impegnano a condizionare le relazioni con
Cuba ad un processo di “transizione”, diretto a distruggere l'opera
di tanti anni di lotta.
Che poco
conoscono il nostro popolo, tanto orgoglioso della sua piena
indipendenza e sovranità!
La Rivoluzione
è l’opera di donne e di uomini liberi ed è stata permanentemente
aperta al dibattito, però non mai ha ceduto di un solo millimetro né
si è lasciata influenzare dalle pressioni, né dalle grandi né dalle
piccole.
Aggiungo solo
che la riflessione di Fidel, pubblicata venerdì scorso, è una
magistrale risposta a tutte le pressioni.
In relazione
alle difficoltà che il paese affronta nel piano interno, la
determinazione delle priorità ed il ritmo della loro soluzione
partirà invariabilmente dalle risorse disponibili e dall’analisi
profonda, razionale e collegiale da parte dei competenti organi del
Partito, dello Stato o del Governo e, nei casi in cui sia
necessario, previa consultazione diretta dei cittadini del settore
interessato della società ed incluso di tutto il popolo, se si
tratterà di un argomento di grande importanza.
Esistono
questioni il cui studio richiede tempo, giacché un errore motivato
dall'improvvisazione, la superficialità o la fretta, avrebbe
conseguenze negative considerevoli. Si deve pianificare bene, perché
non possiamo spendere più di quello che abbiamo, dopo dobbiamo
organizzare e lavorare con ordine e disciplina, che sono
fondamentali.
Il disordine, l'impunita’ e la mancanza di coesione sono stati
sempre tra i peggiori nemici.
Nell’affrontare questi argomenti è giusto tener sempre presente la
profonda convinzione di Fidel, ripetuta nel suo Messaggio del 18
febbraio, che i problemi attuali della società cubana prevedono più
varianti di risposte per ogni problema concreto di quelle contenute
in una scacchiera. Ci avvisava che non si può ignorare né un solo
dettaglio e che non si tratta di un cammino facile, se è vero che
l'intelligenza dell'essere umano, in una società rivoluzionaria,
deve prevalere sui suoi istinti.
Insisto
nell’importanza della disciplina. Tutti, pertanto, dobbiamo essere
esigenti e sostenere chi lo è. Se è necessario, aiutarli a
migliorare i metodi ed appoggiarli risolutamente davanti la
collettività.
Sia chiaro non
parlo d’estremismi né di accettare abusi delle autorità o
ingiustizie, ma che tutti dobbiamo svolgere correttamente il ruolo
che ci spetta nel rafforzamento della disciplina e dell’ordine
sociale. Al contrario, le conseguenze le paga il nostro popolo.
È vero che ci
sono limitazioni obiettive - le conosciamo bene e soffriamo
quotidianamente trattando di risolverle quanto prima. Siamo
coscienti degli enormi sforzi necessari per rafforzare l'economia,
premessa imprescindibile per avanzare in qualsiasi altro ambito
della società, di fronte alla vera guerra che intraprende il Governo
degli Stati Uniti contro il nostro paese.
L'intenzione è
la stessa dal trionfo della Rivoluzione: far soffrire quanto più
possibile il nostro popolo finché desista dalla decisione d’essere
libero.
È una realtà
che, lungi dallo scoraggiarci, deve continuare a far crescere la
nostra forza. Invece di utilizzarla come scusa per gli errori, deve
essere uno sprone per produrre di più ed offrire migliori servizi,
per sforzarci di trovare i meccanismi e le strade che ci permettano
di eliminare qualsiasi ostacolo dallo sviluppo delle forze
produttive e di sfruttare le importanti potenzialità rappresentate
dal risparmio e dalla corretta organizzazione del lavoro.
La nostra
storia lo insegna, dalle guerre d’indipendenza fino al presente, che
mentre maggiori sono le difficoltà, più esigenza, disciplina ed
unità si richiedono. Il disordine, l'impunità e la mancanza di
coesione sono stati sempre tra i peggiori nemici di un popolo che
lotta.
Ripeto che il
paese avrà la priorità di soddisfare i bisogni basici della
popolazione, tanto materiali quanto spirituali, partendo dal
rinvigorimento sostenuto dell'economia nazionale e della sua base
produttiva, senza il quale, ripeto ancora una volta, è impossibile
lo sviluppo.
Un esempio è
la proposta di misure dirette ad incrementare le produzioni agro
zootecniche e a perfezionarne la commercializzazione. Il tutto è
stato analizzato recentemente, provincia per provincia, con
un'amplia rappresentanza degli incaricati a metterla in pratica,
compresi gli stessi produttori.
Così
continueremo ad agire per ogni argomento d’importanza cardinale per
il paese.
Stiamo
esaminando, per esempio, quanto relazionato all’opportuna
implementazione delle idee del compagno Fidel sulla “progressiva,
graduale e prudente rivalutazione del peso cubano” – impiego i
termini esatti da lui utilizzati nel marzo 2005: “progressiva,
graduale e prudente rivalutazione del peso cubano”. Allo stesso
tempo approfondiamo gli studi sul fenomeno della doppia moneta
nell’economia.
Queste
questioni sono realmente delicate e complesse, quando, come nel
nostro caso, c’è la ferma volontà di proteggere e di incrementare,
lentamente e gradualmente, le entrare ed i risparmi della
popolazione, specialmente per chi ne dispone in minor quantità.
Per evitare
effetti traumatici ed incongruenze, qualsiasi cambio riferito alla
moneta deve farsi con un'impostazione integrale, nella quale si
tengano in considerazione, tra altri fattori, perché tutti sono
molto interdipendenti, il sistema salariale, i prezzi al dettaglio,
le gratuità ed i sussidi milionari che, attualmente, prevedono
numerosi servizi e prodotti distribuiti in modo ugualitario, come
quelli della tessera di rifornimento, che nelle attuali condizioni
della nostra economia risultano irrazionali ed insostenibili.
Costituisce
oggi un obiettivo strategico l’avanzare in modo coerente, solido e
bene ragionato, affinché il salario possa recuperare il suo ruolo,
ed il livello di vita di ciascuno sia in diretta relazione con le
entrate legali, cioè con l'importanza e la quantità del lavoro che
apporta alla società.
Come ci ha
detto Fidel nella sua Riflessione del 16 gennaio: “Nemmeno bisogna
regalare niente a chi può produrre e non produce, o produce poco. Si
premi il merito di coloro che lavorano con le loro mani o la loro
intelligenza”, ha sentenziato.
Si studiano
simultaneamente altri temi seguendo una priorità. Il ritmo dei
progressi dipenderà dalla complessità e dalle risorse.
Abbiamo le
basi per trovare le migliori soluzioni alla portata delle
possibilità materiali e delle capacità organizzative, che devono
incrementarsi: un popolo istruito, di elevata cultura politica e
fermamente unito sotto i principi che ha riassunto il compagno
Fidel nella sua riflessione del 24 di gennaio, quando disse: “Unità
significa condividere il combattimento, i rischi, i sacrifici, gli
obiettivi, le idee, i concetti e le strategie, a cui si giunge
attraverso il dibattito e l’analisi. Unità significa la lotta comune
contro gli annessionisti, i voltagabbana ed i corrotti che non hanno
nulla a che vedere con un militante rivoluzionario”, fine della
citazione.
Insisto su
quanto detto durante la precedente sessione dell’Assemblea: affinché
le enormi potenzialità di quest’unità si convertano in risultati
tangibili, è imprescindibile che tutti gli organismi e le
organizzazioni lavorino con la necessaria integrazione.
L'iniziativa locale è effettiva ed attuabile in molte questioni i
L’istituzionalità
ripeto il termine: l’istituzionalità è un importante sostegno di
questo decisivo proposito ed uno dei pilastri dell'invulnerabilità
della Rivoluzione nel terreno politico. Per questo motivo dobbiamo
lavorare per il suo costante perfezionamento. Non dobbiamo mai
credere che quello che abbiamo fatto è perfetto.
Nostra
democrazia è partecipativa come poche, ma essere essere coscienti
che il funzionamento delle istituzioni dello Stato e del Governo
ancora non raggiunge quel livello d’effettività che il nostro popolo
esige con tutto diritto. È un tema su cui tutti noi dobbiamo
pensare.
In dicembre ho
parlato dell'eccesso di proibizioni e regolazioni, e nelle prossime
settimane cominceremo ad eliminare le più semplici. Molte di loro
ebbero come unico obiettivo quello di evitare la nascita di nuove
disuguaglianze, in un momento di scarsità generalizzata, incluso al
costo di perdere determinate entrate.
La
soppressione di altre regolazioni, sebbene ad alcuni può sembrare
semplice, necessiterà più tempo, dovuto al fatto che richiedono uno
studio integrale e modifiche di determinate normative giuridiche.
Inoltre, in alcuni casi, influiscono le misure stabilite di contro
il nostro paese dalle successive amministrazioni nordamericane.
Passando ad un
altro tema, c’è anche la tendenza ad applicare la stessa ricetta in
tutte le parti. Come risultato e forse peggiore conseguenza, molti
pensano che ogni problema, per la sua soluzione, richiede misure di
carattere nazionale. L'iniziativa locale è effettiva ed attuabile in
molte questioni, così l'ha dimostrato la distribuzione diretta del
latte, come spiegai lo scorso 26 di luglio.
Ora
l'esperienza abbraccia 64 municipi di 13 province del paese, 40 dei
quali totalmente coperti. Nei restanti e nella stessa industria
lattea ci sono progressi.
Oltre a
garantire con puntualità e qualità questo essenziale prodotto - che
è l'obiettivo fondamentale - negli ultimi mesi del passato anno,
questo programma ha permesso il risparmio di oltre 6mila tonnellate
di latte in polvere, il cui acquisto avrebbe superato i 30 milioni
di dollari, considerando il prezzo medio nel periodo di 5mila e
cinquanta dollari la tonnellata.
In più si sono
ridotte le spese in valuta per un valore di 2,6 milioni, compresi in
questa cifra circa 600mila litri di combustibile.
Si potrebbero
citare anche altri casi in diversi settori, perciò si deve
continuare a pensare in simili soluzioni a tutti i livelli
dell'amministrazione.
Compagne e
compagni:
Un giorno come
oggi, nel1895, all’appello di Martí, “los Pinos Viejos y Nuevos” (i
vecchi e i nuovi combattenti ndt) ricominciarono la lotta per
l'indipendenza, frustrata dall'intervento militare degli Stati
Uniti. Mezzo secolo dopo riuscimmo ad unirci nuovamente e muovere
guerra allo stesso nemico di sempre. Non fu causale la scelta
di questa data 50 anni fa, per la prima trasmissione di Radio
Ribelle nella Sierra Maestra, e nel 1976 per la proclamazione della
nostra Costituzione socialista.
In questo
anniversario 113 dell'inizio della Guerra Necessaria, le sfide sono
realmente molte e difficili. Davanti a loro, dobbiamo tener presente
quanto espresso da Fidel nella sua Riflessione dello scorso 10
dicembre, quando ci mise in guardia: “Il viso accigliato di Martí e
lo sguardo fulminante di Maceo segnalano ad ogni cubano la difficile
strada verso il dovere e non da che lato si vive meglio”.
Grazie tante.
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