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Discorso pronunciato da Raúl Castro, Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri, alla conclusione della sessione costitutiva della VII Legislatura dell’Assemblea Nazionale del Poder Popular

 

Compagne e compagni,

è chiaro il mandato del popolo a questa Legislatura: continuare a rafforzare la Rivoluzione in un momento storico che esige l’essere dialettici e creatori, come ci ha avvisato il compagno Fidel nella sua fondamentale Riflessione dello scorso 14 gennaio.

Si sono generate molte aspettative, tanto a Cuba come all’estero, circa la composizione del Consiglio di Stato che ha appena eletto l’Assemblea. La fondamentale è stata chiarita dal compagno Fidel nel suo messaggio del 18 febbraio. Posso aggiungere poco a quanto espresso da lui, salvo riconoscere al nostro popolo, in nome della Direzione della Rivoluzione, le innumerevoli prove di serenità, maturità, fiducia in se stesso e la combinazione di genuini sentimenti di tristezza e inflessibilità rivoluzionaria.

Assumo la responsabilità che mi è stata attribuita con la convinzione che, come ho affermato molte volte, il Comandante in Capo della Rivoluzione Cubana è uno solo.

Fidel è Fidel, tutti lo sappiamo bene. Fidel è insostituibile e il popolo continuerà la sua opera quando già non ci sarà fisicamente. Sempre vivranno le sue idee, che hanno reso possibile l’innalzamento di quel bastione di dignità e giustizia che rappresenta il nostro paese.

Solo il Partito Comunista, garanzia sicura dell’unità della nazione cubana, può essere il degno erede della fiducia riposta dal popolo nel suo leader. E’ la forza dirigente superiore della società e dello Stato e così lo stabilisce l’Articolo 5 della nostra Costituzione, approvata con referendum esattamente dal 97,7% dei votanti.

Questa convinzione avrà particolare importanza quando, per la legge naturale della vita, sarà scomparsa la generazione fondatrice e forgiatrice della Rivoluzione.

Fortunatamente non è questo il momento che oggi viviamo. Fidel è lì, come sempre, con la mente ben chiara e la capacità d’analisi e previsione più che intatta, rafforzata, adesso che può dedicare allo studio e all’analisi le incalcolabili ore che prima impiegava nell’affrontare i problemi quotidiani.

Nonostante il lento e graduale recupero, le sue condizioni fisiche non gli permetterebbero quelle interminabili giornate, con frequenza separate appena da poche ore di riposo, che hanno caratterizzato il suo lavoro, praticamente da quando cominciò la lotta rivoluzionaria e ancora con maggior intensità durante questi lunghi anni di periodo speciale, nei quali non si è concesso nemmeno un solo giorno di vacanze.

La decisione del compagno Fidel è un nuovo contributo, con il suo esempio che lo esalta, per assicurare fin da ora la continuità della Rivoluzione, conseguente in chi ha sempre avuto come guida il precetto martiano che dice: “Tutta la gloria del mondo entra in un chicco di mais”.

Ugualmente è inamovibile la sua decisione di continuare, mentre abbia le forze per farlo, contribuendo alla causa rivoluzionaria, alle idee e ai propositi più nobili dell’umanità.

Pertanto, sicuro di esprimere i sentimenti del nostro popolo, sollecito l’Assemblea, quale organo supremo del potere dello Stato, affinché per le decisioni di speciale importanza per il futuro della nazione, soprattutto quelle legate alla difesa, alla politica estera e allo sviluppo socio economico del paese, mi permetta di continuare a consultare il leader della Rivoluzione, il compagno Fidel Castro Ruz (OVAZIONE).

Compagno Ricardo Alarcón, Presidente dell’Assemblea Nazionale del Poder Popular, anche se l’ovazione che abbiamo appena ascoltato e presenziato presuppone l’approvazione, ritengo opportuno e le propongo, come legalmente stabilito, di sottoporre la proposta a votazione.

Per questa e molte altre ragioni, nel mio intervento d’oggi citerò, non poche volte, alcune idee e concetti fondamentali espressi nelle sue Riflessioni. Approfitto per dire che dobbiamo studiarle, per i suoi insegnamenti e le capacità di previsione. Bisogna aver sempre presente quanto era solito ripetere Raúl Roa ai suoi intimi: “Fidel ascolta crescere l’erba e vede quello che sta succedendo dietro l’angolo”.

 

Dobbiamo rendere più efficiente la gestione del nostro Governo

 

Compagne e compagni deputati:

Sono cosciente della responsabilità che comporta di fronte al popolo il compito che mi è stato assegnato. Allo stesso tempo sono convinto di contare, come oggi, dell’appoggio di quanti svolgono responsabilità di direzione ai differenti livelli e, ancora più importante, con quello dei miei compatrioti, senza il quale non c’è successo possibile in una società come la nostra.

L’Assemblea, in piena concordanza con l’opinione del Burò Politico e del Segretariato del Comitato Centrale del Partito, ha eletto Primo Vicepresidente del Consiglio di Stato il compagno José Ramón Machado Ventura e, successivamente, ha approvato la sua designazione a Primo Vicepresidente del Consiglio dei Ministri.

Come ho spiegato nella prima proposta per detto ruolo, è conveniente nelle attuali circostanze che lo stesso compagno rivesta, come fino ad ora, queste due importanti responsabilità dello Stato e del Governo.

Non ci sono dubbi che Machado Ventura, per il suo percorso e le sue convinzioni rivoluzionarie, esperienza, preparazione, qualità dirigenziali ed umane, riunisca i requisiti per ricoprire questi alti ruoli.

Allo stesso modo l’Assemblea, ha accordato, come previsto dall’Articolo 75 della Costituzione, di considerare la composizione del Governo in una futura sessione nel corso del presente anno. E’ una decisione opportuna, giacché non si tratta unicamente di nomine, ma di determinare quali cambiamenti è necessario realizzare nel sistema degli organismi dell’amministrazione centrale dello Stato, cosa richiede un poco più di tempo.

Nei primi 15 anni della Rivoluzione, si lavorò per adeguare le strutture statali ereditate dal capitalismo ai nuovi compiti imposti dai radicali cambiamenti economici, politici e sociali.

Il processo d’istituzionalizzazione degli anni settanta, nonostante le sue imperfezioni, permise di strutturare un sistema coerente ed adeguato a quelle circostanze, raggiungendo una certa equiparazione con quello dei paesi socialisti, incluse le buone e le cattive esperienze.

Infine, nel 1994, nel momento più critico del periodo speciale, furono realizzati considerabili adattamenti che portarono alla riduzione e alla fusione di organismi, così come alla ridistribuzione dei compiti per alcuni di loro. Furono realizzati con la premura imposta dalla necessità di adeguarci, in modo rapido, ad uno scenario radicalmente diverso, molto ostile e altamente pericoloso.

D’allora sono trascorsi 14 anni, nei quali è cambiato considerevolmente il panorama nazionale ed internazionale. Oggi c’è bisogno di una struttura più compatta e funzionale, con un minor numero di organismi dell’amministrazione centrale dello Stato e una migliore distribuzione delle funzioni che svolgono.

Questo consentirà la riduzione dell’enorme quantità di riunioni, coordinamenti, permessi, conciliazioni, disposizioni, regolamenti, circolari, eccetera, eccetera. E voi, compagne e compagni deputati, che siete distribuiti per il lungo e il largo del paese, sapete bene cosa significano questi eccetera. Contribuirà, inoltre, alla concentrazione di alcune attività economiche decisive, oggi disperse tra vari organismi, e ad un miglior impiego dei quadri dirigenti.

In sintesi, dobbiamo rendere più efficiente la gestione del nostro Governo.

L’Assemblea è stata rinnovata in maggior proporzione rispetto la scorsa Legislatura. Il numero di donne cresce di altri sette punti percentuali e già si avvicina alla metà dei deputati, poco più del 43%. Sono aumentati da 23 a 36 i deputati che hanno tra i 18 e i 30 anni, ovvero i più giovani, sebbene sono di più quelli che superano i sessanta.

Cosa molto importante, cresce il numero dei deputati legati direttamente alla produzione o ai servizi, ovvero degli operai, dei contadini e degli altri lavoratori. Anche dei membri delle istituzioni armate, degli sportivi, degli artisti, degli scrittori, dei giornalisti e di altre professioni che, uniti ai dirigenti studenteschi e ai compagni impegnati nei consigli popolari (enti locali consultivi e propositivi ndt), costituiscono oltre la metà dei deputati.

Dati come questi, insieme alla relazione dei compiti che svolge ognuno di voi, dai dirigenti nazionali fino ai pensionati e ai leader religiosi, permettono di affermare che coloro che sono qui riuniti rappresentano una mostra, in piccola scala, della società cubana.

Quanto detto costituisce una premessa fondamentale, ma non assicura da sola il compimento della missione del Parlamento. C’è bisogno, inoltre e soprattutto, dell’azione intelligente, organizzata, creativa ed energica dei suoi componenti, in particolare durante il lavoro delle commissioni, dove si dispone di più tempo. Perché la concentrazione su determinati argomenti permette uno studio migliore e la partecipazione di più compagni e compagni.

 

In una società come la nostra le discordanze non vanno temute.

 

Durante la visita che realizzai, lo scorso dicembre, al Distretto (elettorale ndt.) di Santiago di Cuba, dove è stato eletto deputato il compagno Fidel, affermai che l’appoggio di massa alla Rivoluzione esige che ci domandiamo cosa facciamo per migliorarlo.

Aggiunsi che il popolo è fermamente unito attorno al partito unico, che deve essere più democratico che qualunque altro, e con questo la società nel suo insieme, che da sempre, come ogni opera umana, si può perfezionare. Senza dubbi, però, è giusta e in lei tutti hanno l’opportunità di esprimere i propri giudizi e, ancora più importante, di lavorare per trasformare in realtà quello che, ogni volta, decidiamo.

In una società come la nostra le discordanze non vanno temute, nella sua essenza non esistono contraddizioni antagoniste, perché non lo sono le classi sociali che la formano. Dallo scambio profondo di opinioni divergenti, se condotto con propositi sani ed esercitando il criterio con responsabilità, sorgono le migliori soluzioni.

Così ha fatto l’immensa maggioranza dei cubani, dai nostri migliori scienziati, intellettuali, operai, contadini e studenti, fino alla più semplice casalinga.

Tutti loro, in differenti momenti della Rivoluzione, compreso l'attuale, hanno offerto un'esemplare dimostrazione di maturità politica e coscienza della realtà, al valutare con oggettività sia gli argomenti d’importanza strategica sia le difficoltà della vita quotidiana. Cresce la convinzione che l'unica fonte di ricchezza della società è nel lavoro produttivo, soprattutto quando impiega con efficienza gli uomini e le donne, oltre che i mezzi.

I menagramo internazionali della morte della Rivoluzione hanno tentato di presentare a proprio favore le critiche emerse durante lo studio e la riflessione del discorso del 26 di luglio a Camagüey, senza comprendere che si è trattato di un dibattito critico interno al socialismo. Così lo hanno confermato abbondantemente, pochi mesi dopo, i risultati delle nostre elezioni- lo citiamo come il migliore esempio in questi momenti - che si sono concluse lo scorso 20 gennaio.

È certo che ci sono anche persone che parlano prima di informarsi, che reclamano senza giudicare se stanno dicendo qualcosa di razionale o di sconclusionato. Coincidono, come norma, con coloro che reclamano diritti senza mai menzionare i doveri. Come ha detto Fidel nella riflessione del 16 gennaio: "aspettano miracoli dalla nostra tenace e degna Rivoluzione".

Non gli neghiamo il diritto ad esprimersi, sempre che sia nell’ambito della legge. Davanti ad una proposta del genere non possiamo essere estremisti, ma nemmeno ingenui.

Quando lo motiva la disperazione per una difficoltà personale o è provocato dalla mancanza di informazioni, dobbiamo essere pazienti ed offrire gli argomenti necessari.

Se qualcuno, però, pretende pressare con ansie di protagonismo o animato da ambizione, demagogia, opportunismo, simulazione, autosufficienza o da altra debolezza umana di simile natura, va affrontato risolutamente, senza offese, ma chiamando le cose con il suo nome.

Non dobbiamo dimenticare che il nemico resta in agguato, permanentemente disposto ad approfittare della minima negligenza per danneggiarci, sebbene ci sia chi si ostina ad ignorarlo.

 

COME conoscono POCO Il nostro popolo!

 

Non smetteremo di ascoltare l'opinione onesta di ognuno, che risulta tanto utile e necessaria, a causa della strumentalizzazione che si fa, di sovente abbastanza ridicola, ogni volta che un cittadino del nostro paese dice qualcosa, alla quale gli stessi promotori dello spettacolo non farebbero il minor caso, se la ascoltassero altrove nel pianeta.

Sappiamo che questi messaggi sono diretti ad ingannare o al meno a creare confusione. Ma se qualcuno ha avuto la peregrina idea di spaventarci in questo modo, gli ricordo che la principale ragione per cui continuiamo ad essere qui- e continueremo ad esserlo -, è che il nostro popolo e la sua rivoluzione hanno sempre affrontato a viso aperto, senza la minima dimostrazione di timore ed inalberando la verità, le aggressioni di ogni tipo della maggiore potenza militare ed economica del mondo.

Si potrebbero citare un’infinità di esempi, basta menzionare l'inalterabile dignità dei nostri cinque eroi, di fronte ad ogni intento di piegarli, durante un decennio d’ingiusto incarceramento.

Approfitto dell'occasione per ringraziare, in nome del nostro popolo, le innumerevoli espressioni di solidarietà, rispetto, affetto, stimolo e legittima preoccupazione verso il leader della Rivoluzione, rilasciate da capi di Stato e di Governo, partiti politici, organizzazioni non governative, noti intellettuali e semplici cittadini di tutti i confini del mondo, a seguito della pubblicazione del Messaggio (di Fidel ndt) lo scorso martedì. Non tradiremo mai la fiducia che ripongono in noi.

Allo stesso tempo, abbiamo preso opportuna nota delle dichiarazioni offensive ed apertamente ingerenti dell'impero e di alcuni dei suoi più stretti alleati.

Com’era prevedibile, il Dipartimento di Stato si è affrettato ad annunciare la continuazione del blocco, in corrispondenza con la politica dell'attuale amministrazione.

Altri, con sfumature differenti, s’impegnano a condizionare le relazioni con Cuba ad un processo di “transizione”, diretto a distruggere l'opera di tanti anni di lotta.

Che poco conoscono il nostro popolo, tanto orgoglioso della sua piena indipendenza e sovranità!

La Rivoluzione è l’opera di donne e di uomini liberi ed è stata permanentemente aperta al dibattito, però non mai ha ceduto di un solo millimetro né si è lasciata influenzare dalle pressioni, né dalle grandi né dalle piccole.

Aggiungo solo che la riflessione di Fidel, pubblicata venerdì scorso, è una magistrale risposta a tutte le pressioni.

In relazione alle difficoltà che il paese affronta nel piano interno, la determinazione delle priorità ed il ritmo della loro soluzione partirà invariabilmente dalle risorse disponibili e dall’analisi profonda, razionale e collegiale da parte dei competenti organi del Partito, dello Stato o del Governo e, nei casi in cui sia necessario, previa consultazione diretta dei cittadini del settore interessato della società ed incluso di tutto il popolo, se si tratterà di un argomento di grande importanza.

Esistono questioni il cui studio richiede tempo, giacché un errore motivato dall'improvvisazione, la superficialità o la fretta, avrebbe conseguenze negative considerevoli. Si deve pianificare bene, perché non possiamo spendere più di quello che abbiamo, dopo dobbiamo organizzare e lavorare con ordine e disciplina, che sono fondamentali.

 

Il disordine, l'impunita’ e la mancanza di coesione sono stati sempre tra i peggiori nemici.

 

Nell’affrontare questi argomenti è giusto tener sempre presente la profonda convinzione di Fidel, ripetuta nel suo Messaggio del 18 febbraio, che i problemi attuali della società cubana prevedono più varianti di risposte per ogni problema concreto di quelle contenute in una scacchiera. Ci avvisava che non si può ignorare né un solo dettaglio e che non si tratta di un cammino facile, se è vero che l'intelligenza dell'essere umano, in una società rivoluzionaria, deve prevalere sui suoi istinti.

Insisto nell’importanza della disciplina. Tutti, pertanto, dobbiamo essere esigenti e sostenere chi lo è. Se è necessario, aiutarli a migliorare i metodi ed appoggiarli risolutamente davanti la collettività.

Sia chiaro non parlo d’estremismi né di accettare abusi delle autorità o ingiustizie, ma che tutti dobbiamo svolgere correttamente il ruolo che ci spetta nel rafforzamento della disciplina e dell’ordine sociale. Al contrario, le conseguenze le paga il nostro popolo.

È vero che ci sono limitazioni obiettive - le conosciamo bene e soffriamo quotidianamente trattando di risolverle quanto prima. Siamo coscienti degli enormi sforzi necessari per rafforzare l'economia, premessa imprescindibile per avanzare in qualsiasi altro ambito della società, di fronte alla vera guerra che intraprende il Governo degli Stati Uniti contro il nostro paese.

L'intenzione è la stessa dal trionfo della Rivoluzione: far soffrire quanto più possibile il nostro popolo finché desista dalla decisione d’essere libero.

È una realtà che, lungi dallo scoraggiarci, deve continuare a far crescere la nostra forza. Invece di utilizzarla come scusa per gli errori, deve essere uno sprone per produrre di più ed offrire migliori servizi, per sforzarci di trovare i meccanismi e le strade che ci permettano di eliminare qualsiasi ostacolo dallo sviluppo delle forze produttive e  di sfruttare le importanti potenzialità rappresentate dal risparmio e dalla corretta organizzazione del lavoro.

La nostra storia lo insegna, dalle guerre d’indipendenza fino al presente, che mentre maggiori sono le difficoltà, più esigenza, disciplina ed unità si richiedono. Il disordine, l'impunità e la mancanza di coesione sono stati sempre tra i peggiori nemici di un popolo che lotta.

Ripeto che il paese avrà la priorità di soddisfare i bisogni basici della popolazione, tanto materiali quanto spirituali, partendo dal rinvigorimento sostenuto dell'economia nazionale e della sua base produttiva, senza il quale, ripeto ancora una volta, è impossibile lo sviluppo.

Un esempio è la proposta di misure dirette ad incrementare le produzioni agro zootecniche e a perfezionarne la commercializzazione. Il tutto è stato analizzato recentemente, provincia per provincia, con un'amplia rappresentanza degli incaricati a metterla in pratica, compresi gli stessi produttori.

Così continueremo ad agire per ogni argomento d’importanza cardinale per il paese.

Stiamo esaminando, per esempio, quanto relazionato all’opportuna implementazione delle idee del compagno Fidel sulla “progressiva, graduale e prudente rivalutazione del peso cubano” – impiego i termini esatti da lui utilizzati nel marzo 2005: “progressiva, graduale e prudente rivalutazione del peso cubano”. Allo stesso tempo approfondiamo gli studi sul fenomeno della doppia moneta nell’economia.

Queste questioni sono realmente delicate e complesse, quando, come nel nostro caso, c’è la ferma volontà di proteggere e di incrementare, lentamente  e gradualmente, le entrare ed i risparmi della popolazione, specialmente per chi ne dispone in minor quantità.

Per evitare effetti traumatici ed incongruenze, qualsiasi cambio riferito alla moneta deve farsi con un'impostazione integrale, nella quale si tengano in considerazione, tra altri fattori, perché tutti sono molto interdipendenti, il sistema salariale, i prezzi al dettaglio, le gratuità ed i sussidi milionari che, attualmente, prevedono numerosi servizi e prodotti distribuiti in modo ugualitario, come quelli della tessera di rifornimento, che nelle attuali condizioni della nostra economia risultano irrazionali ed insostenibili.

Costituisce oggi un obiettivo strategico l’avanzare in modo coerente, solido e bene ragionato, affinché il salario possa recuperare il suo ruolo, ed il livello di vita di ciascuno sia in diretta relazione con le entrate legali, cioè con l'importanza e la quantità del lavoro che apporta alla società.

 

Come ci ha detto Fidel nella sua Riflessione del 16 gennaio: “Nemmeno bisogna regalare niente a chi può produrre e non produce, o produce poco. Si premi il merito di coloro che lavorano con le loro mani o la loro intelligenza”, ha sentenziato.

Si studiano simultaneamente altri temi seguendo una priorità. Il ritmo dei progressi dipenderà dalla complessità e dalle risorse.

Abbiamo le basi per trovare le migliori soluzioni alla portata delle possibilità materiali e delle capacità organizzative, che devono incrementarsi: un popolo istruito, di elevata cultura politica e fermamente unito sotto i principi che ha riassunto  il compagno Fidel nella sua riflessione del 24 di gennaio, quando disse: “Unità significa condividere il combattimento, i rischi, i sacrifici, gli obiettivi, le idee, i concetti e le strategie, a cui si giunge attraverso il dibattito e l’analisi. Unità significa la lotta comune contro gli annessionisti, i voltagabbana ed i corrotti che non hanno nulla a che vedere con un militante rivoluzionario”, fine della citazione.

Insisto su quanto detto durante la precedente sessione dell’Assemblea: affinché le enormi potenzialità di quest’unità si convertano in risultati tangibili, è imprescindibile che tutti gli organismi e le organizzazioni lavorino con la necessaria integrazione.

 

L'iniziativa locale è effettiva ed attuabile in molte questioni i

L’istituzionalità ripeto il termine: l’istituzionalità è un importante sostegno di questo decisivo proposito ed uno dei pilastri dell'invulnerabilità della Rivoluzione nel terreno politico. Per questo motivo dobbiamo lavorare per il suo costante perfezionamento. Non dobbiamo mai credere che quello che abbiamo fatto è perfetto.

Nostra democrazia è partecipativa come poche, ma essere essere coscienti che il funzionamento delle istituzioni dello Stato e del Governo ancora non raggiunge quel livello d’effettività che il nostro popolo esige con tutto diritto. È un tema su cui tutti noi dobbiamo pensare.

In dicembre ho parlato dell'eccesso di proibizioni e regolazioni, e nelle prossime settimane cominceremo ad eliminare le più semplici. Molte di loro ebbero come unico obiettivo quello di evitare la nascita di nuove disuguaglianze, in un momento di scarsità generalizzata, incluso al costo di perdere determinate entrate.

La soppressione di altre regolazioni, sebbene ad alcuni può sembrare semplice, necessiterà più tempo,  dovuto al fatto che richiedono uno studio integrale e modifiche di determinate normative giuridiche. Inoltre, in alcuni casi, influiscono le misure stabilite di contro il nostro paese dalle successive amministrazioni nordamericane.

Passando ad un altro tema, c’è anche la tendenza ad applicare la stessa ricetta in tutte le parti. Come risultato e forse peggiore conseguenza, molti pensano che ogni problema, per la sua soluzione, richiede misure di carattere nazionale. L'iniziativa locale è effettiva ed attuabile in molte questioni, così l'ha dimostrato la distribuzione diretta del latte, come spiegai lo scorso 26 di luglio.

Ora l'esperienza abbraccia 64 municipi di 13 province del paese, 40 dei quali totalmente coperti. Nei restanti e nella stessa industria lattea ci sono progressi.

Oltre a garantire con puntualità e qualità questo essenziale prodotto - che è l'obiettivo fondamentale - negli ultimi mesi del passato anno, questo programma ha permesso il risparmio di oltre 6mila tonnellate di latte in polvere, il cui acquisto avrebbe superato i 30 milioni di dollari, considerando il prezzo medio nel periodo di 5mila e cinquanta dollari la tonnellata.

In più si sono ridotte le spese in valuta per un valore di 2,6 milioni, compresi in questa cifra circa 600mila litri di combustibile.

Si potrebbero citare anche altri casi in diversi settori, perciò si deve continuare a pensare in simili soluzioni a tutti i livelli dell'amministrazione.

Compagne e compagni:

Un giorno come oggi, nel1895, all’appello di Martí, “los Pinos Viejos y Nuevos” (i vecchi e i nuovi combattenti ndt) ricominciarono la lotta per l'indipendenza, frustrata dall'intervento militare degli Stati Uniti. Mezzo secolo dopo riuscimmo ad unirci nuovamente e muovere guerra allo stesso nemico di sempre.  Non fu causale la scelta di questa data 50 anni fa, per la prima trasmissione di Radio Ribelle nella Sierra Maestra, e nel 1976 per la proclamazione della nostra Costituzione socialista.

In questo anniversario 113 dell'inizio della Guerra Necessaria, le sfide sono realmente molte e difficili. Davanti a loro, dobbiamo tener presente quanto espresso da Fidel nella sua Riflessione dello scorso 10 dicembre, quando ci mise in guardia: “Il viso accigliato di Martí e lo sguardo fulminante di Maceo segnalano ad ogni cubano la difficile strada verso il dovere e non da che lato si vive meglio”.

Grazie tante.