AVVENIMENTI
Human Rights Watch: la solitudine
intellettuale
di Juan Diego Nusa
Peñalver
Human Rights Watch (HRW) ancora una volta attacca la
Rivoluzione Cubana nel vano tentativo di macchiare l’impeccabile
opera dell’Isola a favore della dignità e dei veri diritti umani di
oltre 11 milioni di cubani.
Mercoledì 18, la detta Organizzazione non Governativa
(ONG) HRW, con una superata reiterazione del messaggio anticubano,
ha accusato l’Isola di non migliorare il suo comportamento in
materia di diritti umani ed anche si è illusa di segnalare,
mentendo spudoratamente, che in alcuni casi “ Il comportamento è
peggiorato”.
Non c’è peggior cieco di chi non vuole vedere ed è
evidente il tentativo di tirare un salvagente con un pò d’ossigeno
ad una ridotta e senza prestigio alcuno controrivoluzione interna,
riunita e pagata dalla lobby anticubana nel governo degli Stati
Uniti ed in particolare dalla mafia di Miami, che ogni anno è meno
rilevante e che dipende dal denaro dei contribuenti nordamericani.
Ricorrendo alla fantascienza e con il suo eterno
stravestimento di ONG, HRW ha elaborato un lungo rapporto che
pretende di presentare ancora una volta il Governo cubano come un
repressore sistematico e di creare un clima penetrante di terrore
come se per le strade dell’Isola fossero presenti forze militari ed
i cittadini spogliati dei loro diritti, fossero malmenati
brutalmente.
Non hanno nemmeno immaginazione.
È la stessa sceneggiatura che abbiamo visto molte
volte in questi cinquantenni e che persegue l’insano proposito di
giustificare il fallito e genocida blocco economico, commerciale e
finanziario nordamericano contro l’Isola, politica che nella 18ª
occasione consecutiva, è stata condannata dalla stragrande
maggioranza nell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite alla fine
d’ottobre, con 187 voti a favore di Cuba.
HRW, con il genuflesso José Miguel Vivanco al fronte,
artefice di ogni intrigo contro tutto quello che ha odore
d’indipendenza di fronte agli Stati Uniti, ( non cambia contro
Venezuela, Bolivia, Ecuador, Nicaragua o Cuba) ed i trucidi
personaggi della mafia di Miami sono disperati e frustrati sudditi,
davanti ad una Cuba sempre più solida, nonostante il blocco e gli
uragani, con un crescente prestigio internazionale che ha propiziato
l’avanzata d’una tendenza nella società nordamericana che vuole un
cambio della politica verso L’Avana, che è evidenziata
nell’iniziativa, con l’appoggio dei due partiti, del congressista
Richard Lugar (dell’Indiana) per eliminare tutte le proibizioni di
viaggio nell’Isola per i cittadini statunitensi.
La subordinazione di HRW alla politica yankee è di
natura tale che dimentica olimpicamente che, il 5 febbraio scorso,
Cuba ha presentato con successo un rapporto di fronte al meccanismo
d’esame periodico universale del Consiglio dei Diritti Umani, ed ha
ricevuto un brillante riconoscimento alla sua opera umana e sociale
e per l’impegno posto in questa sfera.
Chiaramente a Ginevra questa volta è stato dichiarato
nel contesto di un esercizio di partecipazione mondiale e di natura
obiettiva, che gli Stati Uniti non possono piegare le volontà con le
pressioni e nemmeno con la collaborazione di organizzazioni come HRW.
La verità di Cuba non si può far tacere.
Un gruppo di 60 delegazioni, delle quali 104
iscritte, ha fatto uso della parola e 51 hanno riconosciuto gli
sforzi ed i risultati di Cuba in materia di promozione e protezione
dei diritti umani.
Il successo ottenuto dall’Isola nell’area dei diritti
economici, sociali e culturali, hanno meritato un fortissimo
appoggio, come la copertura universale e la gratuità; l’eccellenza
del sistema cubano di salute e di educazione hanno ricevuto molti
meritati elogi.
HRW sa, nonostante la sua evidente dipendenza dalla
politica imperiale yankee, che Cuba ha una degna e amplia
storia in materia di cooperazione con tutti meccanismo dei diritti
umani.
L’Isola è Stato Parte in 41 dei Trattati più
importanti in questa sfera ed ha cooperato storicamente con i
meccanismi dei diritti umani che si applicano in forma generale e
senza basi discriminatorie.
Il capo per le Americhe di HRW, il cileno José Miguel
Vivano, residente a Washington, cerca come risorsa per difendere il
suo vassallaggio la nota presentazione di vittima attaccata, perchè
ai governi latinoamericani che formano l’ALBA non piacciono le
critiche.
Vivanco vuole usare questa materia oscura, perchè sa
che ha molti panni sporchi addosso, come si è visto quando Jean-
Guy Allard lo ha “spogliato”, ricordando alcune delle sue dubbiose
relazioni con la fauna del Capitolio di Washington, vincolata alla
CIA, ai più recalcitranti “pro yankee”, (i detti"pitiyanquis"
venezuelani) e con la mafia cubano americana,oltre che i suoi
stretti rapporti con RSF (Reportes senza Frontiere), ed altre
organizzazioni internazionali, i cui vincoli con la CIA sono già
stati dimostrati e stabiliti. Non sono attacchi, ma verità che
pungono.
Ma loro sono lì così: inginocchiati!
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