CUBAOGGI


COSA DIRE DELLO SCHIFO?

 

 

 

Non troppo sorpresi per la verità, assistiamo impotenti alla farsa USA-Carriles dove, senza ombra di dubbio, si è raggiunto il culmine dello schifo.
Che la giustizia statunitense sia nelle mani di chi dirige la stanza dei bottoni, è chiaro da sempre e basta ricordare la vicenda assurda dei cinque cubani incarcerati da nove anni, per avere l'esito della cartina al tornasole che ci conferma quanto, la legge e i suoi meccanismi, sia manovrata dal potere centrale.

La vicenda di Posada Carriles è ormai nota a chi ci legge e a tutti gli amici di Cuba e della giustizia: un terrorista reo confesso di attentati sanguinari perpenetrati contro Cuba dove furono vittime innocenti cittadini cubani e stranieri; e non vogliamo dilungarci sulla teoria dei fatti avvenuti ed acclarati, compiuti da questo becero individuo che seguita a restare in libertà piuttosto che a marcire -giustamente a vita- in qualche prigione per pagare le sue colpe.

Tra acrobazie legali e soprusi, la giustizia ancora una volta mostra il suo vero volto parziale che premia i servi di un imperialismo (guarda caso targato USA!) e colpisce chi ha avuto il solo coraggioso torto di servire il proprio paese contro terrorismi ed ingerenze straniere
Ancora una volta Cuba ed il suo popolo, sono colpiti in modo iniquo e non viene rispettato il loro diritto nell'ottenere una giustizia doverosa di fronte a un colpevole che ha confessato di avere le mani intrise di sangue.
Ma si sa...i servi di forze occulte (ma non troppo) come i servizi segreti, hanno il loro tornaconto economico e di protezione e, proprio in virtù della loro fedeltà, vengono premiati per aver compiuto eroici atti o, per meglio dire, per aver eseguito fedelmente quanto era stato a loro chiesto.
Carriles non è l'eccezione ed immaginiamo che ci saranno altri, in futuro, che verranno ricompensati nella stessa maniera, solo per essersi messi al servizio del nuovo (mica poi tanto) ordine mondiale. Quell'ordine che fa capo sempre al potere imperialista il cui fulcro resta ben ancorato negli Stati Uniti, protettori della pace nel mondo (sic).
Quegli USA che reprimono per non essere colpiti per prima con missioni anti terrorismo che hanno insaguinato ed ancora insanguinano, paesi come Afghanistan e Iraq colpevoli di 'alimentare e proteggere' un terrorismo internazionale.
Ma i primi banditi del terrore sono proprio loro: hanno sconvolto il mondo con le loro missioni di pace solo per manovrare risorse energetiche e tenere le redini del potere globale; sono loro a terrorizzare stati sovrani con le loro bandiere stelle e strisce; sono loro a voler ingurgitare quanto c'è ancora di disponibile in barba a problemi di sopravvivenza, di povertà, di miseria, di rispetto ambientale e quant'alto solo per la smania di restare in sella al capitalismo, anche quando questo è evidentemente sconfitto da se stesso in un gioco di economie che sono come il cane che si morde la coda.

Carriles è un piccolo uomo, uno schiavo tra gli schiavi, un assassino tra gli assassini e una minuscola pedina in mano di altri. Che sia libero oppure no, non cambierebbe il corso delle cose passate e future anche se, il senso di giustizia dovrebbe seguire un altro corso.
Ma il vero, unico problema è quello che sono liberi coloro che lo hanno comandato, come comandano il vero terrore nel mondo. Coloro che a suon di miliardi di dollari, gestiscono il gestibile senza nessuno scrupolo per l'umanità e senza alcuna vergogna di quali mezzi adottino per farlo.

In Italia, il caso Carriles e quello dei 5 eroi è sepolto dalla grande informazione tutta protesa a seguire l'ultimo gossip del momento o chi vincerà lo scudetto. In una Italia disillusa da chi la governa e dove la sinistra è non sinistra, ben altre sono le preoccupazioni quotidiane della gente che la abita. La lotta per il lavoro, la casa, il poter vivere una vita quasi normale entro una economia di mercato che non consente alla maggioranza della popolazione di arrivare normalmente a fine mese e che la vede costretta a vivere di escamotage disperati; in una Italia dove si premiano i grandi evasori che continuano a rubare alla faccia dei cittadini onesti e semplici; dove i sindacati sono solo dei vuoti simulacri di ciò che avrebbero dovuto essere; dove il più elementare dei diritti, quello della salute, è calpestato da baronie che vivono sulla disperazione altrui...in questa Italia dove il potere è proteso a salvaguardare se stesso dopo la fisiologica fine del partitismo ed il fallimento del dualismo centrodestra e centrosinistra per il quale si rende ovvio la spartizione delle cose in due frazioni democratica e repubblicana tanto cara agli Stati Uniti...in questa Italia Carriles sembra più il nome di un giocatore di calcio che non quello di un sanguinario assassino.
Ma, in questa nostra nazione, c'è chi porta avanti la verità per far sapere all'opinione pubblica chi sono i veri mostri del terrore e chi i loro esecutori.

I cinque eroi, Carriles, il bloqueo non vogliamo che siano solo delle vuote parole d'ordine da gridare in manifestazioni a favore di Cuba. Devono diventare un coro di voci che urlano la propria disperazione di vivere in un mondo iniquo dove si deve lottare, magari creando nuovi soggetti politici dal momento che quelli storici, continuano a pensare alle loro comode poltrone ed ai vantaggi che queste offrono loro.

Nel sommerso mondo dell'associazionismo e del movimento, ci sono momenti di frizioni che non sono propriamente positive se non si da loro il giusto valore di critica costruttiva. Ma se questo non si somatizza nella giusta maniera, non si farà altro che -nel piccolo- scimmiottare quanto fanno i 'politici' di carriera, solo per ottenere benefici di prestigio e convenienza.

Chi ha a cuore il senso della solidarietà con Cuba deve oltrepassare le barriere divisorie per formare un unico movimento che sia il fulcro di una grande forza attraverso la quale lottare contro tutti gli schifi del mondo, con costanza e coerenza, con intelligenza e responsabilità.

A loro, a quanti ancora credano che un mondo nuovo sia possibile al di là degli slogan, è rivolto questo modesto appello scritto con passionaria sincerità.


 

 

info@siporcuba.it

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