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Riprende a Miami la campagna per l’arresto di Posada Carriles

 

 

 

 

L’organizzazione femminile CODEPINK (Codice Rosa) ha ripreso, a Miami, la campagna per l’arresto del terrorista internazionale Luis Posada Carriles che, nonostante il suo curriculum criminale, gode di totale libertà nella città.

“Ci aspettiamo che la polizia di Miami difenda il nostro diritto costituzionale a manifestare in questa comunità”, ha dichiarato Medea Benjamin, fondatrice e condirettrice dell’organizzazione, che lo scorso gennaio è stata costretta a sospendere una manifestazione simile, a causa delle aggressioni dell’estrema destra cubano-americana di Miami.

CODEPINK esige dal Governo del presidente George W. Bush l’inclusione di Luis Posada Carriles nell’elenco dei terroristi più ricercati dall’FBI.

Il movimento sollecita anche l’estradizione del criminale in Venezuela, che lo reclama per l’esplosione, in pieno volo, di un aereo della Cubana di Aviazione nel 1976. Nell’attentato morirono 73 persone. La richiesta è parte della campagna “Most Wanted” (Il più ricercato), iniziata lo scorso 14 gennaio a Miami e interrotta violentemente da membri di organizzazioni terroriste operanti nella città del sud della Florida.

Vigilia Mambisa, Alpha 66 e una coalizione del cosiddetto Presidio Politico Storico sono stati autorizzati a riunirsi nel ristorante Versailles di Calle Otto (Strada 8), e ad ostacolare la protesta contro Posada Carriles.

CODEPINK ha chiesto alla polizia di Miami di voler collocare transenne per contenere i provocatori. “Purtroppo Miami ha una lunga storia di tolleranza agli attacchi violenti contro la libertà di espressione”, ha denunciato Benjamin, che ha detto di essere pronta a difendere il diritto di libera espressione e riunione.

La giornata prevede la proiezione del documentario “Posada Carriles: terrorismo made in USA”, del registra venezuelano Angel Palacio.

CODEPINK conta di 150mila attivisti, organizzati in oltre 250 gruppi in diverse città degli Stati Uniti e di altri paesi.

Posada Carriles è stato liberato il 19 aprile del 2007, dopo che il giudice Katherine Cardone ordinò la sua liberazione, favorita dal pagamento di una cauzione corporativa di 250mila dollari.

La decisione risultò contraddittoria, già che nell’allegato Cardone riconosceva la partecipazione del delinquente di origine cubana “ad alcuni dei più infami fatti del XX secolo nella vita politica del Centro America”. Tra questi la giudice citava l’invasione a Cuba di Playa Girón, il caso Iran-Contro, la bomba contro il volo 455 della Cubana de Aviación, gli attentati ad istallazioni turistiche avanere del 1997 ed anche, secondo alcune teorie di cospirazioni, l’omicidio del presidente John F. Kennedy.

 

 

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