CUBAOGGI


UNITA' NEL NOME DI CUBA

 

 

 

Spesso, troppo spesso, si nota che partiti politici di sinistra, movimenti, associazioni e tutti gli aficionados di Cuba, si dividono sui problemi cubani, generando una confusione che certamente non aiuta la causa cubana.

In un clima informativo da quinto potere, ai soli che interessa perorare la corretta informazione su cose cubane, questa situazione  non genera certo un facile compito. Il districarsi su notizie, fatti, complotti, rigiri e quant’altro c’è di poco trasparente alimenta un caos primordiale dove tutti dicono tutto ed il contrario.

Da una parte, se la si considera cosa positiva, potrebbe essere un bene il sasso scagliato dentro lo stagnante lago della informazione; ma, il rovescio della medaglia, ci fa bene considerare che troppa confusione genera diatribe, ulteriori divisioni, indebolimenti che prestano il fianco alla corretta informazione del potere.

Non si riesce, in fondo, a comprendere lo scopo di tali ulteriori diatribe all’interno della sinistra che ha da sempre considerato Cuba un modello politico.

Dal caso eclatante della vignetta del PDS per finire alle discussioni all’interno di Rifondazione, Cuba riesce a dividere le coscienze.

Al lettore attento questo gioco appare come se fosse orchestrato da Miami; ai più, sembra invece la brutta copia del Grande Fratello. Siamo all’interno di un  reality show (quanto reale?) dove bisogna primeggiare a tutti i costi o, comunque partecipare per dire –alla fine- “io c’ero”.

No.
Cuba non ha bisogno di questo. C’è da distinguere tra discussioni realizzate attraverso critiche costruttive e beghe da primedonne che si litigano la scena.

Cuba, a 45 anni dalla Rivoluzione che l’ha imposta come modello antagonista dell’imperialismo yankee, merita ben altro.

Se la si vuole aiutare, se si vuole collaborare fattivamente seppur in posizione remota, occorre essere onesti con se stessi e rispettare gli altri, prima tra tutti proprio quella Cuba tanto amata.

Oggigiorno è necessario recuperare la unità di intenti che deve avere una serie di obbiettivi perseguibili al di là delle parole d’ordine utilizzate solo come vuote giaculatorie.

Se Cuba deve essere aiutata, ha bisogno di azioni concrete al di là delle divisioni da piccolo campicello di casa.

La questione dei 5, l’assassinio di Fabio Di Celmo, il Bloqueo, le sanzioni UE: c’è materiale sul quale lavorare  a sufficienza. Possibile che il tanto sbandierato amore per Cuba non riesca proprio a riunificate ciò che era nato unito? Possibile che nel magma della finta sinistra, non ci siano più elementi che abbino la volontà ed il coraggio per riprendere il duro cammino delle lotte? Possibile che il narcotizzante conformismo italico abbia preso sopravvento sui sogni di gioventù?

Se così fosse, allora sarebbe meglio chiudere movimenti, partiti, associazioni e quant’altro per dedicarsi a fare altre cose più costruttive piuttosto che perdere tempo in scenate di gelosia tutt’altro che edificanti.

A coloro che si riconoscono ancora a fianco del sueño cubano vada il nostro augurio di ben indirizzare le proprie forze nel ritrovare un unico fronte di azione che sia un valido strumento per continuare a lottare in nome di quella revolucion che tanto ha insegnato nel corso di quasi mezzo secolo di vita.

 

Siporcuba

 

 

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