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COMITATO ALBA: PROPOSTE INIZIATIVE E PROGRAMMI TV PER ROMPERE IL MURO DEL SILENZIO





Nel corso dell'incontro-assemblea dello scorso mese di settembre tenutosi a Roma alla presenza di Giustino Di Celmo, degli Ambasciatori di Cuba e della Bolivia, di Venier e Michelangeli del Pdci, del Comitato Fabio Di Celmo e molti altri, proponemmo pubblicamente alcune cose sostenendo la necessita'di imprimere una svolta alla solidarieta' viste le grandi novita' che giungono dall'America Latina e in particolare dall'ALBA (Alternativa Bolivariana para las Americas) quel grande accordo di cooperazione politica ed integrazione economica che unisce gia' fra di loro i popoli di Cuba, Venezuela, Bolivia e Nicaragua Sandinista come fossero un solo popolo e un solo governo.

Da qui, l'urgenza di rinnovare profondamente la solidarieta' riportandola a quell'internazionalismo che la caratterizzo' negli anni '80 e che grazie allo slancio sincero e disinteressato dei suoi attivisti per le giuste cause collettive per cui lottavano le attiro' molte simpatie fino quasi a costituire un movimento di massa. E' che la Rivoluzione Sandinista del 1979 in Nicaragua, la lotta del FMLN in El Salvador, oltre che parallelamente la costruzione del socialismo a Cuba di cui finalmente potemmo ricominciare a parlare dopo anni di silenzio a causa della politica del vecchio Pci, erano anch'esse parte di un progetto regionale, importantissimo quanto quello che oggi si sta riproponendo anche se con modalita' diverse in America Latina.

E pertanto, anche la solidarieta' deve adeguarsi a questo nuovo progetto di costruzione del Socialismo del Ventunesimo Secolo, una cosa seria, che puo' mutare nuovamente gli equilibri internazionali e quindi enormemente importante per l'umanita' intera, se vuole sopravvivere a se stessa e anzi dare un contributo concreto a cio' che si sta prospettando. Gia' che sopravvive (la solidarieta') abbastanza male pur essendosi giustamente concentrata in questi ultimi anni soprattutto su Cuba poiche' l'isolamento internazionale, il doppio embargo, il periodo especial eccetera eccetera...Bene, qualcosa si e' fatto, ma oggettivamente molto poco in confronto a cio' che si sarebbe potuto fare e di questo ci autocritichiamo per primi.

Dannosissimi protagonismi, interessi personali poco chiari, ridicole rivalita' fra comitati per primeggiare hanno peraltro avvelenato il clima sereno ed unitario in cui sarebbe stato necessario lavorare e con cui da oggi in poi bisognera' fermamente attuare per essere all'altezza dei nuovi compiti e della nuova fase politica. Basta con inutili e rituali iniziative che quasi mai trascendono da quel contesto dei soliti 100 che sono sempre gli stessi, che gia' sanno tutto e che ripetono le stesse 4 chiacchiere fra di loro, ricevono qualche applauso... per poi finire con un mojito e una Guantanamera, 2 spaghetti, qualche passo di salsa per i piu' giovani e tutti a casa, o a Varadero.

Mentre intanto quei poveri 5 compagni cubani continuano da 10 anni a marcire nei lagers degli Stati Uniti dove sono stati rinchiusi contro ogni diritto internazionale. Ma sara' davvero questa ci domandiamo anche a noi stessi la strada per contribuire a liberarli? E cosi', inoltre, vorremmo contribuire alla costruzione del Socialismo del Ventunesimo Secolo?! E' ora di finirla con questa specie di stupida gara che sembra in realta' infischiarsene di quei popoli che vogliamo aiutare. Sprechiamo energie e buona fede dei compagni per ottenere dei risultati nulli o quasi nulli, per essere i primi della classe e farci belli agli occhi degli Ambasciatori (chissa' poi perche'?). E magari in mezzo c'e' pure chi crede di farci carriera politica, si riconoscera' dal risentimento che gli provocheranno queste parole dure sincere e dovute. Indirizzate a tutti (noi compresi) e a nessuno: si tratta solo di cambiare una volta per tutte una tendenza, un atteggiamento purtroppo diffuso e che nulla giova in realta' a quei paesi fratelli.

Per fare un esempio, quanta gente in Italia conosce e dunque reagisce di fronte all'ingiustizia commessa nei confronti dei 5 cubani? Pochi, pochissimi e quei pochissimi si' grazie ad alcune iniziative di solidarieta' (di questo va dato atto) che tutti i comitati chi piu' chi meno hanno organizzato. Ma sara' mai possibile pero' ci domandiamo che in tutti questi anni non siamo riusciti a rompere il muro del silenzio con piu' di qualche centinaio, forse migliaio di persone su una popolazione di 60 milioni di abitanti?! E' ovvio che i governi e i mezzi d'informazione dell'impero in questo come in molti altri casi di palese ingiustizia mantengono una ferrea censura, perche' e' proprio grazie al silenzio che possono perpetrare in pace i loro misfatti. Bisogna sfondare questo muro se li vogliamo vedere tornare a Cuba, nella loro terra, nelle loro case e con le loro famiglie.

Perche' non richiedere ed ottenere subito dai giornali di sinistra (ad esempio Il Manifesto, Liberazione) che noi tutti contribuiamo a finanziare di mettere da domani in prima pagina e ad ogni edizione un piccolo riquadro in grassetto con il computo degli anni, i mesi e i giorni che sono passati dalla loro illegale detenzione negli Usa?! E questo contribuirebbe a creare un dibattito nazionale, la gente anche chi non compra quei giornali, le vede, le nota queste cose e comincerebbe ad interrogarsi, ad informarsi. Anche quei tristi redattori che su tutte le reti televisive leggono e ripetono stancamente e noiosamente i titoli delle prime pagine dei giornali tutte uguali durante la rassegna stampa, sarebbero prima o poi costretti a sottolineare e commentare questo conteggio aggiornato giorno dopo giorno.

Perche' non organizzare da subito e ogni settimana un sit-in non solo davanti l'Ambasciata Usa, ma ogni volta diverso sotto le principali testate complici del silenzio (La Repubblica, L'Unita', la Rai stessa) obbligando ogni volta i rispettivi direttori a ricevere una delegazione e cosi' a darne notizia?! E cosi' come queste, altre decine di iniziative non tralasciando quei pochi spazi informativi di massa di cui ogni tanto la censura si dimentica. Un altro esempio: durante l'incontro-assemblea di cui sopra, nel nostro intervento chiedemmo agli Ambasciatori, agli altri e anche alla platea (composta di un centinaio di persone) se non ritenessero migliore e conveniente che oltre a loro anche altre migliaia di persone che non sanno nulla dei 5, di Posada Carriles e neanche di Cuba, figuriamoci della Bolivia, vedessero e ascoltassero quella riunione pubblica in televisione...

Detto e fatto: la sintesi di quella serata e' da giorni sul web (basta digitare www.arcoiris.tv e poi scrivere sul motore di ricerca "Incontro con il padre di Fabio Di Celmo") e fra pochi giorni sara' trasmessa sul satellite che e' poi quello di Telesur e non solo in Italia ma da ogni parte del mondo lo potranno vedere migliaia e migliaia di nuove persone. Come e' nel caso di "Cuba por dentro" un documentario di 30' da noi realizzato e che verra' trasmesso proprio stasera 23 Novembre alle 21:35 e via satellite sul canale 916 di SKY (per chi ha il decoder) oppure invece seguendo le istruzioni e aprendo appunto la pagina www.arcoiris.tv per chi ha la parabola e sia interessato a vedere questo nostro piccolo contributo...

Solo un altro esempio e un altro contributo sincero, gratuito, disinteressato all'informazione, a Cuba. Un'altra piccola pietra nella costruzione di questo cammino collettivo verso la costruzione del Socialismo del Ventunesimo Secolo. Quello che passa necessariamente per l'abbattimento del muro di menzogne e silenzio fascista edificato dall'impero. E nel nostro caso per l'appoggio incondizionato ai paesi dell'America Latina e all'ALBA, quel progetto con cui dobbiamo essere tutti solidali ridisegnando le nostre strategie di lotta in modo piu' intelligente,piu' unitario,piu' internazionalista.


Saluti fraterni a tutte e a tutti, oltre ad un sincero augurio di buon lavoro


Claudio Coronati (Comite' Internacionalista Camilo Cienfuegos)

 

 

 

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