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Internet in America latina
Chávez e lo sviluppo di Internet in America Latina e a Cuba
Attilio Folliero, LPG, Caracas, 21/10/2007
Hugo Chávez,
presidente del Venezuela, dopo la nazionalizzazione della CANTV,
l'impresa telefonica venezuelana, con la finalità di portare Internet a
tutti i venezuelani, punta adesso allo sviluppo di Internet in tutta l'america
latina. In particolare a Cuba, durante l'ultima visita, ha firmato un
accordo per la creazione di una società mista per la diffusione di
Internet nell'isola caraibica. Il lancio del primo
satellite venezuelano, ad agosto 2008, servirà per incentivare
le telecomunicazioni ed alleviare la dipendenza dalle multinazionali,
sia del Venezuela, che degli altri paesi dell’America Latina e di Cuba.
Mentre la stampa italiana (come il
Corriere della Sera) fortemente impegnata a criticare la politica del
regime di Cuba che reprime la libertà ed Internet, tirando fuori la
storia dei blog clandestini della Generazione Y, dimentica che in
Italia l'alta velocità è privilegio delle grandi città, in quanto per la
multinazionale Telecom non è economicamente conveniente portarla l'ADSL
non solo ai piccoli centri, ma anche a medie città di 30.000 abitanti.
Tra gli annunci fatti da Hugo Chávez, durante l'ultima visita a Cuba, vi
è uno che è stato del tutto "dimenticato" dai grandi media. Chávez ha
annunciato di aver firmato un decreto presidenziale per la creazione di
una impresa mista cubano-venezuelana, che avrà per obiettivo installare
e mantenere un sistema di telecomunicazioni fra i due stati. Inoltre, ha
annunciato che il lancio del satellite venezuelano "Simon
Bolivar", previsto ad agosto 2008, servirà per incentivare le
telecomunicazioni ed alleviare, in qualche modo, la dipendenza dalle
multinazionali, non solo del Venezuela, ma anche degli altri paesi
dell'America Latina. In sostanza, questa nuova impresa mista ed il
lancio del satellite venezuelano serviranno per sviluppare le
telecomunicazioni ed Internet, soprattutto a Cuba, dove a causa del
blocco economico targato USA, questo servizio è costosissimo ed è poco
sviluppato.
Hugo Chávez è
tenacemente impegnato nella diffusione di Internet; sa bene che
Internet, base della conoscenza e della formazione delle coscienze, è
un'arma potente nelle mani del proletariato, per cui è deciso a
svilupparne la diffusione. Non è un caso la nazionalizzazione della
CANTV, la impresa venezuelana delle telecomunicazioni: uno degli
obiettivi è proprio quello di portare Internet e l'ADSL, l'alta
velocità, in ogni angolo del paese, cosa che la impresa privata
difficilmente poteva fare. Tutti sappiamo che una impresa privata
sviluppa e porta un servizio solo nelle zone ove è conveniente
economicamente; ossia una impresa privata essendo fondata unicamente sul
profitto, non porta, ad esempio Internet e l'alta velocità ad un paesino
di pochi abitanti, magari sperduto tra le montagne delle Ande, o la
foresta dell'Amazzonia o nell'immensa pianura venezuelana perchè per
essa rappresenta più spese che introiti.
E' una regola che
ovviamente non vale solo per il Venezuela, ma per tutto il mondo,
compresi i paesi sviluppati. A tale regola non sfugge, ovviamente,
nemmeno l'Italia, paese tecnologicamente avanzato, dove l'alta velocità
esiste da anni. La Telecom Italia, però, è una multinazionale, presente
in oltre 40 paesi del mondo, compreso il Venezuela attraverso la Digitel
Tim, e non sfugge alla regola del servizio fornito solo se altamente
remunerativo. Ampie zone d'Italia non hanno l'alta velocità. La prova?
Basta entrare alla pagina di
Alice ed inserendo, nell'apposito spazio, un qualsiasi numero di
telefono si può verificare se nella zona del numero inserito è
disponibile il servizio ADSL.
L'ADSL, l'alta
velocità, in Italia non è attivata ovunque. L'esclusione, però non
riguarda solamente i piccoli paesini sperduti nelle alpi o negli
Appennini, cosa di per sé criticabile, in quanto esclude e discrimina i
cittadini, in base alla zona di residenza. Basta inserire il numero di
telefono di una media città italiana, qual'è ad esempio Lucera, in
provincia di Foggia, oltre 30.000 abitanti (tra i 500 Comuni più grandi
d'Italia, su 8.101) per rendersi conto che l'alta velocità è arrivata
solamente nelle grandi città.
Infatti, inserendo un
numero telefonico di Lucera otteniamo la seguente risposta: "Siamo
spiacenti, ma il numero telefonico inserito non è in una zona in cui il
servizio ADSL è disponibile". E non e' finita! Viene aggiunta la
seguente informazione: "Se vuoi collegarti ad Internet h 24 in modalità
dial-up, richiedi Teleconomy Internet. Con la linea telefonica di base (RTG)
navighi fino a 56kb/s pagando solo 12 ? al mese (IVA inclusa). Con la
linea ISDN, utilizzando entrambi i canali, navighi fino a 128kb/s,
pagando solo 24 ? al mese (IVA inclusa)".
Mentre in Italia ci
sono zone, dove i cittadini navigano alla stratosferica velocità di 20
mega, a Lucera, che non è proprio un villaggio di quattro gatti,
sperduto e dimenticato da Dio si naviga a 56kb! La causa? Semplice! Per
la grande multinazionale Telecom Italia (cosi come qualsiasi altra
multinazionale del mondo) al momento non è ancora economicamente
conveniente servire con l'ADSL, una media città italiana qual'è Lucera.
Al Ministro italiano
delle telecomunicazioni chiediamo se sia lecito che una multinazionale
come la Telecom lasci una media città italiana, come Lucera, senza
l'adsl? E c'e di piu'! Nel precedente governo, quello di Berlusconi, che
ha lasciato il potere solamente 500 giorni fa circa, c'era tra i
ministri, un tale Stanca, vicepresidente mondiale della IBM, nativo
proprio di Lucera e chiamato ad informatizzare la pubblica
amministrazione italiana, quindi anche quella di Lucera. Se non ci
riesce il vicepresidente mondiale della IBM, in funzione di ministro, a
far arrivare l'alta velocità a Lucera, chi debbono invocare i lucerini?
Hugo Chávez?
In Venezuela
l'obiettivo della nuova CANTV, dopo aver ridotto le tariffe telefoniche
dal 10 al 30% (ricordiamo che la nazionalizzazione è avvenuta di fatto
il primo giugno di quest'anno) è di arrivare entro la fine di quest'anno
a collegare ad Internet un milione di computer (dai circa 100.000 di
inizio anno). Una impresa pubblica non ha per obiettivo il profitto, ma
cerca di servire le utenze, cerca di portare il servizio (qualunque esso
sia) a tutti i cittadini, indipendentemente dalla sua collocazione
geografica o se vive in una zona economicamente non conveniente. È
possibile che il Venezuela, questo paese sottosviluppato, in cui l'ADSL
è arrivata solo quest'anno, finisca per portare l'alta velocità a ogni
cittadino prima che il grande paese super sviluppato, qual è l'Italia, a
causa della presenza di una società telefonica multinazionale, presente
in oltre 40 stati del mondo, che nega l'alta velocità a una parte
consistente di cittadini italiani solamente perchè vivono in zone non
convenienti economicamente.
Anzi, c'e il rischio
concreto che la tanta criticata Cuba, per la sua "feroce dittatura" che
reprime la libertà e la diffusione di Internet, possa arrivare a portare
l'alta velocità a tutti i cittadini, prima dell'Italia. Tale rischio è
serio proprio per l'accordo firmato da Chávez nella sua ultima visita a
Cuba. Che strano che nessun media occidentale ne abbia parlato! Ancora
più strano che il
Corriere della Sera, abbia tirato fuori la storia dei ragazzi della
Generazione Y il giorno dopo la visita di Chavez a Cuba. I
ragazzi della Generazione Y si fingono stranieri per entrare nei
grandi hotel, riservati appunto solo agli stranieri ed unici ad avere un
accesso alla rete, ovviamente costosissimo, a sei dollari l'ora. Oggi, a
Cuba, degli undici milioni di abitanti (dice il Corriere ed è vero) solo
200.000 accedono ad internet. Però nulla dice circa le cause dell'alto
costo di accesso e della scarsa diffusione della rete. Per il Corriere,
ovviamente è colpa della dittatura che censura e reprime l'accesso a
Internet. Nessun'altra causa?
Leggendo
quell'articolo del Corriere, c'è qualcosa che non quadra! Parla di
questi ragazzi che clandestinamente navigano in Internet e scrivono i
loro blog al fine di comunicare al mondo la situzione di Cuba; sfindano
la feroce repressione e corrono il rischio concreto di finire in galera,
se scoperti. I blog della Generazione y che ha segnalato il
Corriere, per esempio
http://www.desdecuba.com/generaciony/ non sono anonimi! C'e il
nome e cognome della titolare del blog, la sua età, il suo titolo di
studio, la città di residenza, il link al giornale dove lavora "Consenso"
e perfino la sua foto! Che razza di regime c'è a Cuba? Il regime di
Pulcinella? Sta dittatura c'è o non c'è? Vorrei capirci qualcosa per cui
chiedo ad Alexandra Farkas, l'autrice dell'articolo, che scrive
da New York e che immagino sia stata a Cuba centinaia di volte e la
conosce meglio delle sue tasche (forse solo Angela Nocioni
conosce Cuba meglio di lei) di farmi capire. Questi ragazzi sfuggono
alla feroce censura, fanno tutti questi giri, travestimenti per entrare
in Hotel per stranieri, lavorano due settimane per pagarsi una ora di
Internet per andare a farsi un blog su un Server all'estero e poi nel
blog lasciano nome, cognome, indirizzo, lavoro e foto come se niente
fosse. Ma come? Sto regime cosi feroce che è stato capace di vendere a
Hugo Chávez lampadine superspaziali con all'interno una telecamera che
spiava tutte le case dei venezuelani ed ora sti ragazzi della
Generazione Y firmano tranquillamente i loro blog antiregime, lasciano
le loro foto, e non hanno paura della feroce repressione, della galera?
Per chi non lo
sapesse il governo venezuelano ha adottato una politica, unica al mondo,
per il risparmio energetico, capace di sostituire gratuitamente le
lampadine normali di tutte le famiglie venezuelane con le costose
lampade a risparmio energetico; queste lampade sono il frutto di una
collaborazione con Cuba e l'opposizione venezuelana non avendo argomenti
per attaccare questa politica, apprezzata da tutti, anche dai detrattori
di Chávez, inventò che il vero motivo di queste lampadine era da
ricercare nel fatto che servivano per spiare le famiglie venezuelane!
All'interno c'era una sofisticatissima telecamera che inviava
direttamente i dati a Fidel Castro, il quale, lo scorso anno pur
moribondo, dalla sua camera di ospedale riceveva direttamente sul suo
computer (immagino) i dati di tutte le famiglie venezuelane e poteva
così venire a sapere tutto di tutti i venezuelani! E' grazie a questi
argomenti che l'opposizione politica venezuelana, ormai vive solo nei
ricordi della gente e nei sogni dei padroni di Globovision e compagnia:
è letteralmente sparita!
Per la cronaca, uno dei blog segnalati dal Corriere
è di una ragazza di nome Yoani Sánchez, classe 1975, laureata in
Filologia, residente a la Habana ed indica perfino il luogo di lavoro
...
C'è qualcosa che non
quadra in questa dittatura cubana: "ferocissima e repressiva",
che impedisce la diffusione di Internet .. e gli oppositori aprono e
scrivono blog contro il regime, lasciando ogni evidenza per essere
rintracciati. Non solo! Sta feroce dittatura che fa di tutto per
reprimere la libertà e Internet firma accordi con Chávez per ... portare
finalmente Internet a tutto il popolo cubano.
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