AVVENIMENTI
Salvaguardare la vita
• L’obiettivo principale della Difesa Civile di Cuba
di
GUSTAVO
B. ESTORINO
Il recente passaggio degli uragani Gustav e Ike, che a soli otto
giorni di distanza hanno devastato diverse regioni della geografia
cubana, ha posto in vista nuovamente l’efficacia del Sistema della
Difesa Civile dell’Isola. Ogni
volta che un uragano avanza verso Cuba, il paese dispone tutte le
sue forze per affrontare il pericolo. Nel
Centro di Direzione del Consiglio della Difesa Nazionale per i casi
di disastro gli esperti analizzano il corso della situazione. Il
coordinamento tra le istanze nazionali e la regione colpita è
stretto e fluido. A giudizio
degli specialisti di organismi internazionali della ONU, si tratta
della chiave dell’organizzazione e coesione che permette di vedere
nella Difesa Civile dell’Isola un esempio per l’area del centro
America e dei Caraibi, frequentemente colpite da cicloni e tormente
tropicali. Il riconoscimento e
l’apprezzamento dei risultati lo confermano, come le numerose
richieste d’assistenza tecnica che la Difesa Civile cubana riceve da
altre nazioni della regione. Il cuore della Difesa Civile palpita
nel Centro di Direzione trasformato, prima, durante e dopo il
passaggio del ciclone in un attivissimo centro d’ attività.
Nella mappa l’ufficiale
identifica la posizione del fenomeno ed altri seguono gli strumenti
di comunicazione; da una batteria di radiotelefoni e fax
costantemente si ricevono informazioni. Un alto ufficiale parla da
un telefono con la Presidentessa del Consiglio di Difesa di Pinar
del Río, la più occidentale delle province cubane e una delle più
danneggiate dalle tormente tropicali e dagli uragani dei Caraibi.
“Presidentessa, l’informo che stiamo decidendo di dichiarare questo
territorio in fase d’allarme ciclonica, per via della minaccia
dell’uragano Gustav. Vogliamo sapere la sua opinione al proposito!”
Questo stretto
coordinamento con i territori è una delle priorità spiegate dalla
Difesa Civile di Cuba, nel difficile compito di proteggere un’isola
lunga e stretta dagli uragani, con centinaia d’isolette, cayos e
scogliere, zone di montagna, pianure, lagune, paludi e 3.500
chilometri di costa.
Essenziali
sono le zone abitate da una popolazione di 11 milioni di persone, la
cui sicurezza e protezione sono il paradigma fondamentale della
Difesa Civile.
La Difesa
Civile è responsabilità del Presidente del Consiglio di Stato. Di
fronte alla minaccia di un disastro, i Consigli di Difesa a tutti i
livelli si dispongono ad affrontare il pericolo che s’avvicina, con
la direzione del Consiglio di Difesa Nazionale, al quale partecipano
organismi dell’amministrazione centrale dello Stato, entità
scientifiche e gli organi della Difesa.
“In questo
schema, lo Stato Maggiore della Difesa Civile (EMNDC) stabilisce la
valutazione dei rischi nella nazione e l’adozione delle misure per
ridurli”, ha spiegato il generale di divisione Ramón Pardo Guerra,
capo di questa istituzione.
“Il concetto
della Difesa Civile —ha spiegato - è sorto come necessità per la
protezione della popolazione cubana, per la protezione delle risorse
pubbliche e personali in caso di disastro e tra questi casi si situa
anche la possibilità di un attacco straniero al paese. La forza del
nostro sforzo deriva dalla natura umanista della Rivoluzione
Cubana”.
“Qui a Cuba
riceviamo servizi gratuiti d’educazione e salute della migliore
qualità, assieme ad altri servizi pubblici, ben lontano da qualsiasi
nozione mercantile o di egoismo”.
“Ogni cubana e
ogni cubano ha il diritto di raggiungere le più alte vette del
sapere. La Rivoluzione e i suoi dirigenti promuovono i migliori
valori di tutti i cittadini e ci hanno insegnata a condividere con
piacere tutte le nostre conquiste con altri popoli che lo
necessitano. Di tutti questi sentimenti si nutre la nostra Difesa
Civile.
“Per questo
siamo impegnati, ha detto il Generale Pardo Guerra, a continuare ad
elevare senza interruzione la qualità e l’efficacia del nostro
lavoro. Queste sono le parole d’ordine permanente”.
Stabilito il
coordinamento tra il Centro di Difesa Nazionale e il Consiglio di
Difesa della provincia minacciata: tutti i pezzi del puzzle
comincino ad andare a posto.
Con l’appoggio
delle Forze Armate Rivoluzionarie delle altre istituzioni dello
Stato, che si integrando al sistema della Difesa Civile, le province
minacciate iniziano immediatamente l’evacuazione delle persone nelle
zone a rischio. Si garantiscono rifugi adeguati, gli alimenti,
l’assistenza medica e anche la ricreazione. Gli animali si portano
in luoghi alti. Si preparano i laghi artificiali, si puliscono i
tombini per un rapido ed efficiente passaggio delle acque, si
proteggono le scuole, gli ospedali e i centri di lavoro di ogni
tipo. La priorità, da quando si pronosticano le possibilità di
rischio, va alla salvaguardia della vita umana. Con il passaggio
degli uragani Gustav ed Ike sono state protette 3 milioni 179.846
persone, e per farlo sono stati usati 10.000 mezzi di trasporto e
centinaia di rifugi abilitati per l’occasione. In funzione del
Sistema di Difesa Civile hanno lavorato più di 870.000 persone, tra
specialisti mobilitati e personale nei punti di direzione dal
livello nazionale alle zone di difesa. Durante il passaggio di
Gustav non ci sono state perdite di vite umane, ma nei giorni di Ike
abbiamo lamentato la morte di sette persone decedute, non perchè
erano state abbandonate, ma perchè non hanno seguito le indicazioni
e le misure orientate dal sistema di Difesa Civile che non lascia
nessuno alla sua sorte.
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