CUBAOGGI


SPECIALE PAPA FRANCESCO A CUBA

 


 

IL CARDINALE CUBANO CONTENTO PER LE PAROLE DI SPERANZA DEL PAPA

 

Il cardinale cubano, Jaime Ortega, ha espresso la sua contentezza per le parole di speranza espresse da Papa Francesco e lo ha ringraziato per la  sua semina di buone e necessarie inquietudini nelle coscienze assopite ed abituate alla mediocrità .

In Piazza della Rivoluzione de L’Avana, al termine della  Messa officiata dal Sommo Pontefice, l'arcivescovo della capitale  ha detto che queste speranze sono percepite soprattutto dai poveri nelle campagne e nelle città, nelle periferie sociali, economiche e politiche dei paesi della Terra.

“Grazie a nome di tutti gli emarginati, respinti e dimenticati tra i quali Gesù  sembra passare di nuovo quando Lei tocca ognuno di loro con la sua parola e con le sue mani”, ha affermato.

Ortega ha citato i cambiamenti socio- economici iniziati a Cuba che ora si approfondiscono e si è pronunciato a favore della continuità di quanto è stato conquistato  a beneficio dell'equità  tra tutti i figli dell'Isola, senza cadere nell'adorazione del “dio denaro” o nella corsa al consumo.

Inoltre ha parlato del processo di ripresa delle relazioni tra Cuba e Stati Uniti ed ha chiesto  di aiutare i popoli, e in particolare  il cubano.

Il cardinale Ortega ha espresso tutto il suo sostegno a papa Francesco nell’impegno pastorale di fomentare la conciliazione e la pace tra tutti gli uomini, nel suo difficile ministero di seminare amore e concordia in un mondo diviso dalle guerre e dall’odio.


 

PAPA FRANCISCO HA PARLATO NEL CONGRESSO STATUNITENSE

 

Il Sommo Pontefice della Chiesa Cattolica, Papa Francisco, ha pronunciato  un discorso nel Congresso degli Stati Uniti, il primo di un rappresentante religioso in questa istanza.

Davanti ai membri del Gabinetto Esecutivo, Sua Santità ha ringraziato per l’invito del Congresso  dove si vedono i volti del popolo, dei suoi rappresentanti e di coloro che sono chiamati a difendere i loro principi.

Nel suo intervento ha detto che una società politica ha successo quando cerca di soddisfare le necessità comuni, stimolando la crescita di tutti e ognuno dei suoi membri, soprattutto quelli che si trovano in situazioni di grande vulnerabilità o rischio.   Mi piacerebbe dialogare con le persone più anziane  che hanno una grande sapienza ed esperienza, e con i giovani che lavorano per realizzare le loro nobile e coraggiose aspirazioni, ha detto Papa Francisco.

Costruire un futuro di libertà

Mi piacerebbe ascoltare le vostre proposte ed aiutare tutti coloro che attraversano situazioni difficili, motivate spesso dall’immaturità di altri, ha sostenuto  nel suo discorso nel Congresso, ed ha sottolineato il suo interesse  al dialogo, con tutti i rappresentanti dell’ istanza legislativa, attraverso la memoria storica del suo popolo.  

Papa Francisco ha ricordato che la sua visita avviene nel momento in cui donne e uomini di buona volontà commemorano l’anniversario di molti nordamericani di successo che nonostante i loro limiti sono stati capaci di costruire un futuro migliore.

Quest’anno si commemora il 150º anniversario dell’assassinio di Abraham Lincoln, il guardiano della libertà,  che lavorò senza riposo per far sì che questa nazione potesse realizzare una nuova tappa di libertà costruendo un futuro  con collaborazione e solidarietà.

Pace e giustizia

In un emozionante discorso davanti al Congresso degli Stati Uniti, il Papa ha detto che nessuna  religione è immune da forme di estremismo ideologico e che è necessario un equilibrio delicato per combattere la violenza perpetrata in nome di una religione, ideologia o sistema economico.

Poi ha aggiunto che si devono salvaguardare le formazioni religiose e le libertà intellettuali e individuali ed ha chiamato a confrontare le forme di polarizzazione che dividono le persone in due gruppi, il bene e il male perchè in questo tentativo si può etichettare il nemico dentro di noi che promuove odio e violenza.  La nostra risposta dev’essere di speranza e  salvezza, di pace e di giustizia, ha aggiunto.  Siamo chiamati a risolvere con coraggio e valore le crisi geopolitiche ed economiche, anche nel mondo sviluppato, dato che gli effetti delle strutture ingiuste danneggiano tutti.

Costruire come uno

Poi ha indicato che le sfide attuali chiamano a rinnovare  quello spirito di cooperazione che ha fatto tanto bene alla storia degli Stati Uniti.

Ha sottolineato che le sfide attuali chiamano a rinnovare lo spirito di cooperazione  che ha apportato tanto al paese  nordamericano e che il nostro sforzo dev’essere di fraternità, cooperando in maniera generosa per il bene comune, ha sostenuto.

In questa terra dove varie denominazioni religiose hanno contribuito alla costruzione e al rafforzamento della società, è importante che le voci della fede si ascoltino  sempre, ha reiterato il Papa, incitando il Congresso ad assumere la politica come espressione della necessità di vivere e costruire come uno, in una comunità che sacrifica i suoi interessi per condividere un ambiente di giustizia e di pace. 

Costruire ponti

Dalla prospettiva del dialogo, Papa Francisco ha riconosciuto gli sforzi fatti per aiutare a risolvere le differenze storiche del passato che sono state fatte, ed ha affermato che è suo dovere costruire ponti e aiutare uomini e donne a fare lo stesso.

Davanti al Congresso statunitense ha segnalato quei paesi che hanno ripreso un dialogo che si poteva interrompere, ma ha indicato che nuove opportunità  si aprono per tutti e che questo necessita coraggio e determinazione, che non è  irresponsabilità.

Il successore di Pietro ha detto che terminerà la sua visita a Filadelfia, dove parteciperà all’Incontro Mondiale della Famiglia, un tema ricorrente per il suo contributo a questo paese e da lì l’importanza di mantenerla, ha indicato.

Il Papa Francisco ha poi reiterato l’importanza della bellezza della vita familiare ed ha chiamato a non dimenticare i giovani.


PAPA FRANCESCO AUGURA LA PACE IN COLOMBIA

Durante la celebrazione della messa solenne in Piazza della Rivoluzione domenica 20 settembre, il Sommo Pontefice ha chiesto che il sangue versato da migliaia di innocenti in tanti anni di conflitto armato, assieme a quello di Gesù Cristo sulla Croce, aiuterà negli  sforzi che si stanno facendo, a Cuba, per una riconciliazione definitiva.

Poi ha chiesto che, con la volontà di tutti i colombiani,  la lunga notte di violenza e di dolore si trasformi in un giorno illuminato dalla  concordia, la giustizia, la fraternità e l’amore, nel rispetto dell'istituzionalità e del diritto nazionale ed internazionale, per una pace duratura.

“Non abbiamo diritto di permetterci un altro fallimento  per ottenere la pace e la riconciliazione”, ha sostenuto.

Poi l Papa ha pregato per coloro che hanno perso la speranza e non trovano motivi per continuare a lottare, per coloro che soffrono per l'ingiustizia, l'abbandono e la solitudine, per gli anziani, i malati, i bambini e i giovani, per tutte le famiglie in difficoltà, perché la madre di Dio restituisca loro la speranza e l'allegria.  Papa Francisco ha ringraziato per le parole del Cardinale Ortega e dei vescovi, dei sacerdoti, i religiosi e i fedeli laici ed salutò il presidente Raul Castro e tutte le autorità presenti nella cerimonia.


 

LA TV E LA STAMPA IN ITALIA RACCONTANO LA VISITA DEL PAPA A CUBA

 

Questo viaggio a Cuba 2015 di  Jorge Bergoglio Papa Francesco, passerà alla storia come il più decisivo, vivace e "exitoso" dei tre viaggi papali nella più grande delle Antille.

Nel 1998 Papa Woityla, già malato, era ai limiti della resistenza fisica e Joseph Ratzinger nel 2012. fece una visita scialba e frettolosa, mentre ora il Pontefice argentino dei "ponti" contro i "muri" ha svolto un incontro molto bello con Cuba, la sua popolazione, i suoi dirigenti. Che fascino quella atmosfera in  Plaza de la Revoluciòn con quell'orchestra sinfonica di 50 elementi più coro che sottolineava gli avvenimenti, con quelle musiche sì di carattere religioso, ma suonate con sonorità di lieve "son cubano" con tanto di clave, bongòs, maracas. Atmosfera che solo Cuba con la sua dolcezza, valore  e decoro sa dare.

Il tutto visto in Italia attraverso le molte TV.

Diciamo subito che il miglior programma è stato quello fornito da Tv2000, l'emittente cattolica della Conferenza episcopale italiana. Non solo per la completezza ( tutto in diretta senza tagli o inserimenti stonati ) ma anche perchè i commentatori cattolici, giornalisti o religiosi, si sono rivelati più preparati su Cuba e America Latina delle decine di professionisti della RAI  cui non erano estranei i soliti condizionamenti partitici e politicanti. Papa Bergoglio ha dato una presenza straordinaria per spirito di cordialità e impegno e anche di notevole resistenza psico-fisica. Giornate da 12 ore di impegni e spostamenti sono impegnative. E  anche Raùl Castro, il presidente cubano, non era da meno, muovendosi pronto ai suoi  84 anni. e mezzo. Non era facile domenica 20 settembre dove a mezzogiorno sotto un cielo semicoperto all'Avana c'erano 32 gradi e alta umidità.  Lavoravano di gran lena tanti ventagli, come quello di Cristina Fernadez de Kirchner, la presidentessa argentina. Dell'incontro con Fidel diciamo più avanti.

E prima non si può non commentare ( anche con qualche sorriso di delusione ) la qualità del lavoro "informativo" di stampa e TV italiane. Anche nelle cose minime un sacco di errori e imprecisioni che fanno pensare.

La distanza tra Cuba e la Florida americana è molto variabile per i cronisti italiani. Va dai 90 chilometri ( Tv2000) alle 200 miglia (Rai). Ma no, sono 90, ma miglia , cioè 150 chilometri: questa è la distanza geografica reale tra costa nord cubana e Florida.

È così difficile impararlo?. E poi cosa vuol dire: "Cuba è isolata". No, signori giornalisti Rai che non siete mai andati neppure una sola volta a Cuba . Cuba non è affatto isolata, anzi ha relazioni strette di amicizia e rapporti sociali, culturali e commerciali con quasi tutti i paesi latinoamericani, dai grandi Brasile e Argentina ai più piccoli Uruguay, Paraguay e Guatemala, ai fraterni Bolivia, Ecuador, Venezuela, Nicaragua.

Dal 2000 è iniziato un nuovo corso in America Latina e Cuba ne è  da tempo protagonista. Ancora una cronista di Tv2000 situa la "crisi dei missili" nel 1961 (no, quella era la tentata invasione della CIA coi 1500 mercenari  a Playa Giròn , battuti dai cubani e da Fidel in persona in 72 ore). La crisi dei missili dei famosi tredici giorni è dell'ottobre 1962. Sulla Rai sento un' "analista" dire che" purtroppo a Cuba ci sono lavoratori che guadagnano solo 20 euro al mese". Ma saprà ,lo "specialista televisivo" che 20 euro corrispondono a  570 pesos nacionales? Mica una pizza e birra. Altri elegantoni delle reti TV italiane esclamano che a Cuba sono in ritardo anche tecnologico, non hanno quasi cellulari o tablet o computer. Eppure nel maxi schermo alle loro spalle si vede bene la gente in quantità nella piazza  fotografare col telefonino o con la fotocamera per computer.

Solo banalità, cose secondarie? Secondo noi invece fanno capire che molti commentatori delle tv italiane come non sanno le cose minime  spesso nemmeno conoscono le questioni maggiori. Ancora una giovane cronista afferma che dalla collina del mirador di Holguin "si può vedere tutta Cuba" (ma se il luogo è alto meno di 400 metri !?), e un'altra chiama gigantografia il grande ritratto di Che Guevara nella piazza dell'Avana che è in realtà una scultura in metallo. E meno male che questa volta non c'è stato il clamoroso e comico errore di un importante quotidiano italiano che nel 2012 affermò essere del religioso ottocentesco Padre Varela l'altro grande ritratto stilizzato nella Plaza de la Revoluciòn.

Ma no, è il volto di Camilo Cienfuegos, mitico combattente sulla Sierra Maestra e grande amico del Che. Solo che i malaccorti cronisti italioti scambiarono la tondeggiante ala del sombrero di Camilo per una presunta aureola di padre Varela. Quella topica, figlia dell'ignoranza, fu ed è leggendaria. Ciò che è certo è che su giornali e televisioni italiane nessuno ha saputo ricordare alcuni aspetti fondamentali della realtà cubana.

Per esempio che Cuba ha il record della più bassa mortalità infantile ( 5 per mille) non solo latinoamericana ma di tutte le Americhe col solo Canada a pari con Cuba al 5 x mille e gli Usa, dietro, al 6. Pensate che la Repubblica Dominicana, che è il più sviluppato paese turistico dei Caraibi con un incasso di quasi 7 miliardi di dollari (più che doppio di quello cubano) ha ancora una mortalità infantile al 20 x mille cioè quattro volte più alta di quella cubana. Inoltre la sanità cubana tra il 2004 e il 2008 ha effettuato quasi 2 milioni di operazioni di cataratta gratuite per altrettanti cittadini latinoamericani poveri non in grado di provvedere a questa infermità nei loro paesi. Se questo non è" servire le persone" dite voi cos'è. Certo, queste eccezionali opere sanitarie, oltretutto realizzate da Cuba sotto l'embargo, il "blocco" economico imposto dagli Usa, provengono da un’ideologia.

Ma si potrebbe dire un’ideologia benefattrice, se ha come scopo la cura e la salute del suo popolo e di altri popoli fratelli. No, nessuno ha parlato di questi pregi della società cubana. Forse poteva farlo Fidel Castro che- dicono le cronache- ha dialogato con Papa Bergoglio per ben 4o minuti. Ma non si sa precisamente di cosa hanno conversato i due grandi protagonisti. All'inizio ci fu addirittura un brivido: " Non si sa se ci sarà l'incontro tra  Papa Francesco e Fidel". Poi:" l'incontro è a porte chiuse ". Poi ancora:" niente immagini nè sonoro".  Regista dell'operazione Padre Lombardi, il capo delle relazioni stampa del Vaticano. Come ? Fidel oscurato, Fidel sotto embargo? Poi arriva la prima foto, scattata da uno dei figli di Castro, poi qualche rapida immagine, il video, parziale, che vede il Papa e il leader storico della Rivoluzione cubana dialogare fittamente. Ma l'audio è off limits. Possibile che un uomo di quasi 90 anni e in non così buona salute come Fidel,  sia ritenuto ancora "pericoloso" e temuto ?  Tanto, quasi, da dettargli cosa dire? Dunque tra il Papa e Fidel un colloquio perlomeno teleguidato. Devono aver detto a Fidel: "o così o niente". Chiudiamo citando l'articolo di Marco Ansaldo su " Repubblica", il conosciuto giornale italiano (presunto progressista) noto anche come uno dei fogli più ostili a Cuba in Europa. Dall'articolo di  Ansaldo di lunedi 21 settembre su Repubblica prendiamo questo passaggio, secondo noi piuttosto significativo.  

Ansaldo scrive la frase:" Castro aveva lasciato il potere nel 2006 per qualche accenno di malattia". Accenno di malattia, sì. In realtà la sera del 31 luglio 2006, Fidel Castro venne ricoverato d'urgenza per una diverticolite emorragica e subito operato. Nei mesi seguenti venne operato altre tre volte perchè i punti di sutura intestinali non tenevano. A novembre l'ottantenne Fidel aveva perso 22 chili di peso. La vera convalescenza durò poi fino al giugno 2007 quando Castro venne intervistato da Randy Alonso della TV cubana.

Fidel uscirà in pubblico per la prima volta dopo oltre un anno dalla prima operazione.

Per l'inviato di Repubblica queste serie peripezie mediche furono soltanto "qualche accenno di malattia". Scritto, stampato e firmato su "La Repubblica" 21 settembre 2005.


 GIUNGERÀ A CUBA  IL PAPA FRANCISCO

 

Il Papa Francisco, Sommo Pontefice della Chiesa  Cattolica e capo dello Stato di Città del Vaticano, giungerà a Cuba domani sabato 19 settembre per realizzare una visita apostolica nell’Isola, che si estenderà sino al 22 settembre.

Sua  Santità realizzerà una visita di cortesia al Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri, Raúl Castro Ruz, e realizzerà un programma di attività pastorali a L’Avana, Holguín e Santiago di Cuba.

Biografia del Santo Padre Francisco

Jorge Mario Bergoglio, eletto Sommo Pontefice il 13 marzo del 2013, è nato nella capitale argentina il 17 dicembre del 1936, figlio di emigranti piemontesi.

Diplomato  tecnico chimico , scelse il cammino del sacerdozio, entrando nel seminario diocesiano di Villa Devoto.  L’11 marzo del 1958 passò al noviziato della Compagnia di Gesù. Completò gli studi di umanità in Cile.

Nel 1963, tornato in Argentina, si laureò in filosofia nel Collegio San José, di San Miguel. Tra il  1964 e il 1965, fu professore di letteratura e psicologia nel Collegio dell’Immacolata di Santa Fe e nel 1966 insegnò le stesse materie nel Collegio del Salvador, a Buenos Aires. Dal 1967 al 1970 studiò teologia nel Collegio San José e ottenne  la laurea.

Il 13 dicembre del 1969 ricevette l’ordine sacerdotale dalle mani dell’arcivescovo Ramón José Castellano. Proseguì la preparazione nella Compagnia dal 1970 al 1971, in Alcalá de Henares (Spagna), e il 22 aprile del 1973 stabilì la professione perpetua.

Di nuovo in Argentina, fu maestro dei novizi a Villa Barilari in San Miguel, professore nella facoltà di teologia, consulente della provincia della Compagnia di Gesù ed anche rettore del Collegio.

Il 31 luglio del 1973 fu eletto provinciale dei gesuiti dell’Argentina, compito che svolse per se anni. Poi riprese il lavoro nel campo universitario  tra il 1980 e il 1986 fu d nuovo rettore del collegio San José, oltre che parroco a San Miguel.

Nel marzo del 1986 si trasferì in Germania per ultimare la tesi del dottorato; poi i superiori lo inviano al Collegio  del Salvador, a Buenos Aires e quindi alla chiesa della Compagnia della città  di Córdoba, come direttore spirituale e confessore.

Il cardinale Antonio Quarracino lo chiamò come suo stretto collaboratore a Buenos Aires. Cosi il 20 maggio del 1992, Giovanni Paolo II lo nomina vescovo titolare di  Auca e ausiliare di Buenos Aires.

Il 27  giugno riceve nella  cattedrale l’ordine  episcopale dalle mani del porporato.  Come motto sceglie “Miserando atque eligendo” (lo guardò con misericordia e lo elesse”) e nello  scudo include il Cristogramma IHS, simbolo della Compagnia di Gesù.  

Il 3 giugno del 1997 fu promosso arcivescovo coadiutore  di Buenos Aires.  Dopo nove mesi, alla morte del cardinale Quarracino,  gli succede, il 28 febbraio del 1998, come arcivescovo dell’Argentina.

Il 6 novembre successivo è nominato anche Ordinario per i fedeli di rito orientale  residenti nel paese  sprovvisti di Ordinario del proprio rito.

Tre anni dopo, nel Concistoro del 21 febbraio del 2001, san Giovanni Paolo II lo crea cardinale, assegnandogli il titolo di san Roberto Bellarmino.  Sino all’inizio della sede vacante era membro delle Congregazioni per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, per il clero, per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica; del Consiglio pontificio per la famiglia e della Commissione pontificia per l’America Latina.


PAPA FRANCISCO HA INVIATO UN SALUTO AL POPOLO CUBANO

 “Sin d’ora saluto con affetto il popolo cubano e quello statunitense”, ha detto e la Radio Vaticana ha trasmesso le sue parole.  Il Papa ha aggiunto: “Sabato partirò per un viaggio apostolico a Cuba e negli Stati Uniti, una missione per la quale sono preparato con grande speranza. Chiedo a tutti di accompagnarmi con l’orazione”, ha segnalato. 

Poi ha ricordato  il suo viaggio apostolico internazionale dal 19 al 22 a Cuba, e dal 22 al 28 negli USA ed ha spiegato che il motivo principale del viaggio negli Stati Uniti è l’Incontro Mondiale delle Famiglie, che si svolgerà a Filadelfia, ed ha anche confermato che andrà nella sede centrale delle Nazioni Unite per i 70 anni di questo organismo.

Durante la sua presenza a Cuba, il vescovo di Roma officerà messa in Piazza della Rivoluzione José Martí a L’Avana domenica 20,  il giorno dopo a Holguín, e il 22 settembre  nella Basilica Minore del Santuario della Vergine della Carità del Cobre, nel territorio di Santiago di Cuba.

Domenica 20 il papa realizzerà una visita di cortesia al generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri e successivamente presiederà nella Cattedrale de L’Avana  “L’orazione delle Vispere”, alle 17.30, con la partecipazione di sacerdoti, religiosi e seminaristi di tutta l’Isola. 

Dopo l’orazione si svolgerà l’incontro con i giovani che vorranno salutare Papa Francisco, all’entrata del Centro Culturale Padre Félix Varela, già Seminario San Carlos y San Ambrosio, in  calle Tacón, tra Chacón e Mercaderes.


BENVENUTO PAPA FRANCISCO

 

 

 

Il Papa Francisco, Sommo Pontefice della Chiesa  Cattolica e Capo di  Stato della Città  del Vaticano, realizzerà una visita apostolica a Cuba tra il 19 e il 22 settembre.

 

Al suo arrivo a L’Avana riceverà un cordiale Benvenuto dal Governo cubano e dal popolo  della capitale. Sua Santità potrà apprezzare il rispetto, l’affetto e l’ospitalità che tutti gli offriremo durante il suo soggiorno nella nostra Patria.

Constaterà che il nostro patriottismo e l’arduo e fruttifero sforzo della nazione per esaltare l’essere umano, per la giustizia e la cultura,  per questo mondo migliore che non solo è possibile, ma è anche indispensabile.

La sua presenza in Cuba confermerà il buono stato delle relazioni esistenti tra il Governo cubano e la Santa Sede, che quest’anno hanno celebrato l’80º anniversario di vincoli ininterrotti.

Tra i più importanti momenti si segnalano la visita del Comandante in Capo Fidel Castro Ruz alla Santa Sede nel 1996, quelle

 realizzate a Cuba dai Sommi Pontefici Juan Pablo II nel 1998 e Benedetto XVI nel 2012, così come il positivo incontro, nel maggio scorso tra il presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri Raúl Castro Ruz con il Papa Francisco, nel Vaticano.

 

Negli ultimi mesi le autorità del Vaticano e della Conferenza dei Vescovi Cattolici di Cuba,  con il Governo, hanno lavorato per creare le condizioni che permettono una positiva realizzazione delle attività previste.

I pellegrini di altre parti del mondo che vorranno accompagnarci in questa significativa occasione saranno accolti con l’amabilità che caratterizza i cubani.

Le messe che il Papa officerà in piazza della  Rivoluzione “José Martí”, de L’Avana e “Calixto García” a Holguín, rispettivamente, la mattina di domenica 20 e lunedì 21 settembre, conteranno su una grande presenza di compatrioti di tutte le province.

Il Papa incontrerà vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, seminaristi e laici.

Saluterà giovani e famiglie cubane. Celebrerà una messa nel Santuario della Vergine della Carità del Cobre, dichiarata dal Papa Benedetto XV Patrona di Cuba.

 

Ascolteremo le parole di Sua Santità con rispetto e attenzione, mostrando che siamo un popolo educato e nobile, che come degno anfitrione gli presenterà la sua storia, la cultura  e le tradizioni, immerso nel processo d’attualizzazione del suo modello socioeconomico, impegnato nella difesa della sovranità nazionale e nella preservazione delle sue conquiste sociali, per ottenere il maggior benessere per tutti, senza esclusioni.

Saluteremo il primo Papa  latinoamericano dall’eroica città di Santiago di Cuba, dopo avergli offerto una vera dimostrazione della nostra unità, solidarietà e impegno con l’umanità.


 

 

 

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reportage:
SAMUEL HERNANDEZ
(SIPORCUBA)

























 

 

 

 

 

 

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