CUBAOGGI


INCONTRO CON ALBERTO GRANADO

 

“DIVENNE SERIO, MI GUARDO’ NEGLI OCCHI…E RISPOSE”

 

Con queste parole, Alberto Granado tenta di spiegare il Che durante una serata tenutasi presso la Casa dei Popoli di Roma e convocata dall’Aiasp e dal Comitato di solidarietà per Cuba “Fabio Di Celmo”.

La riunione, che in verità è stato più un incontro tra amici che una pomposa commemorazione, ha visto la partecipazione di numerosissime persone, molte della quali venute per conoscere l’amico fraterno di Ernesto Che Guevara e, con la speranza, di conoscere qualche aneddoto nascosto della sua vita.

Alberto Granado, 82 anni, si è sottoposto ben volentieri al fuoco di fila delle domande rivoltegli dagli intervenuti e, per tutti, un sorriso cordiale e risposte che –di certo- non hanno lasciato insoddisfatti i suoi intervistatori.

Michele Capuano, segretario DP, ha aperto la serata parlando di una sola America, affermando che non esistono America del Nord e Sudamerica se non per il fatto che questa divisione la si deve all’arroganza dell’imperialismo yankee. Proseguendo, ha spiegato il perché della nascita del Comitato di solidarietà per Cuba “Fabio Di Celmo” ed i suoi obbiettivi che sono quelli di fornire un’adeguata mobilitazione a favore della giustizia non applicata nel caso del ragazzo del Copacabana, contro il terrorismo e a favore dei Cinque Eroi ingiustamente imprigionati nelle carceri nordamericane.

Alberto Granado, in compagnia del figlio Albertico –responsabile di Casa Africa- è giunto in Italia per presentare il film di Gianni Minà, prodotto da Robert Redford che narra l’avventura sua e di Ernesto Guevara quando, agli inizi degli anni ’50, i due compirono una traversata del continente latinoamericano partendo dall’Argentina a bordo di una vecchia moto, battezzata per l’occasione Poderosa II. Questo viaggio, durato mesi e realizzato con tutti i mezzi di trasporto possibili (la moto infatti si ruppe irrimediabilmente), fu per il giovane Ernesto il “satori” di cui aveva bisogno. Questa illuminazione aprì, laddove ve ne fosse ancora bisogno, la mente di Guevara che vide e toccò con mano le disuguaglianze dei vari popoli sudamericani che erano sotto il giogo di governi al servizio dei potenti facendo maturare in lui quel senso di giustizia che, per tutta la sua vita, applicò al servizio dei poveri della terra e degli oppressi.

Stupore, incredulità, commozione. La gente presente ascolta quanto, con un filo di voce, il più caro amico del Che va raccontando.

“Non voglio fare solenne questo atto. Rimango stupito dal fatto che, per una persona insignificante come me, si sia radunata tanta gente. Mentre venivo in Italia, sull’aereo, pensavo a come potessero amarmi tante persone” confessa un poco imbarazzato alla folla presente, aggiungendo “Poi, mi sono detto che è il sentimento ad unirci. So di avere la possibilità di avvicinare tante persone in quanto sono stato amico del Che e per aver vissuto 42 anni a Cuba e, in questo momento, in cui i mezzi di comunicazione sono in mano ai capitalisti, bisogna cercare altre possibilità per comunicare. Io penso che attraverso l’amore e la giustizia si possa controbattere. Ed è per questo motivo che mi trovo qui”.

Osservando la gente con i suoi occhi socchiusi ma vispi, Granado continua la sua disanima anche nel mondo della sinistra.

“Sostengo che una forma per eliminare –nel tempo- le ingiustizie sia la lotta politica. All’interno della sinistra è assurdo pensare alle sfumature. Ho imparato a pensare che le scelte sono solamente due: le persone buone e le persone cattive, quindi, non c’è spazio per altro ricordandoci che un mondo nuovo è sempre possibile”.

La gente applaude pensando a quale sinistra non potrebbe non condividere questa breve ma lucidissima analisi fatta da una persona che ha sempre combattuto il potere dell’ingiustizia.

Poi, Alberto continua “ Mi sento molto felice di non aver perduto il mio ottimismo. Sinceramente non mi sento di dare alcun consiglio però lo faccio in virtù della mia anziana età. Non dobbiamo perdere l’esempio della piccola isola che sta in mezzo al Mar dei Caraibi che, con dignità, resiste da oltre 45 anni all’arroganza degli USA. E noi, non dobbiamo dividerci e non dobbiamo perdere la voglia dell’utopia e, soprattutto, RESISTERE!”

Un messaggio lineare, quello di Granado che diviene ambasciatore della comune idea di cercare unità in nome di Cuba e lasciare da parte differenze che possono trasformarsi in mura di gomma.

“Sono ottimista per natura –continua- se penso che cinquanta anni fa pensavo di morire in quel viaggio con il Che ed, invece, mi trovo ancora qua a parlare con voi”.

La gente sorride commossa e continua a scattare foto e a filmare tutti gli interventi. Si inizia con il giro delle domande informali dove tutti domandano tutto.

Un ragazzo chiede “ Alberto, se il Che fosse ancora vivo e se vivesse a Cuba, questa sarebbe diversa? Migliore?”. La platea si azzittisce per ascoltare il parere che mette in un confronto immaginario il Che e Fidel l’uno di fronte all’altro.

“Che Guevara sarebbe stato un lavoratore infaticabile. Sicuramente, se fosse vivo, sarebbe accanto a Fidel. Certo, non avrebbe potuto evitare la caduta del socialismo in alcuni paesi del mondo ma avrebbe contribuito alla causa cubana. Sempre si commette l’errore di confondere la rivoluzione cubana con le persone. Immaginatevi una orchestra: questa fu la rivoluzione. Il Che sarebbe stato un ottimo violinista ma, senza gli altri orchestrali, non avrebbe potuto suonare. E Fidel fu solo il suo direttore”.

La gente applaude, quasi paga della serata.

Il vecchio Alberto sorseggia vino bianco mentre, frastornato dalla gente che lo reclama, si appresta a raggiungere i suoi amici al tavolo per una cena informale.

Ci confessa che il Che non fu un mito ma solo una persona buona. Tutti noi, possiamo essere “el Che” perché, potenzialmente, possiamo percorrere la sua strada per combattere le ingiustizie e difendere i poveri della terra.

La gente è felice di aver conosciuto, parlato ed ascoltato questo giovane di 82 anni che, non ce ne voglia, per noi resta il più caro amico del mito Che.
 

Altre notizie dell'incontro con Granado sulle pagine "TESTIMONIANZE" del Comitato Fabio Di Celmo

 

L'On. Nicola Galloro (DS) con Alberto Granado  

 

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