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ANNOTAZIONI E
SPIGOLATURE CUBANE
a cura di
Gioia Minuti
PRESENTI NELLA SFILATA DEL 1º MAGGIO, MIGLIAIA DI AMICI DI
ALTRI PAESI
Circa 1000 amici di Cuba provenienti da un
centinaio di paesi hanno assistito alla
sfilata del 1º Maggio dalla base del
monumento a José Martí in Piazza della
Rivoluzione de l’Avana...[segue
SPECIALE 1° MAGGIO 2019]
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discorsi di Fidel

discorsi di
Miguel Díaz-Canel Bermúdez

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il romanzo cult
degli anni '90 |
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Una storia d'amore
nella Cuba dei primi anni '90, quando molti
italiani scoprirono le gioie ed i sogni che Cuba
riservava loro... |
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 LE PIU' BELLE FOTO DI CUBA
le foto di Rod |
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juaicaterra
COLOMBIA
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«QUESTI SONO GLI
OCCHI DI MIO PADRE»
di Dilbert Reyes Rodríguez
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Tutti
quelli che hanno raccontato qualcosa sul sabotaggio alla
nave a vapore La Coubre sono restati con una ferita
profonda. Juan Luis Rodríguez, per esempio, perse una gamba;
ma Zenaida Capetillo, perse suo padre e Alberto Solís, prima
suo papá, e alcuni giorni dopo sua mamma. La cicatrice é
diversa in ognuno, ma ugualmente profonda, a prescindere dal
fatto se era presente quando la prima esplosione uccise
l‘equipaggio e i lavoratori del molo che scaricavano le armi
e le munizioni trasportate dalla vaporiera francese o al
momento della seconda esplosione, quando un mare di popolo
aveva raggiunto il frangi flutti della baia de L’Avana, per
soccorrere i feriti, soffocare l’incendio … recuperare i
cadaveri e i resti. Juan Luis, capitano della Stazione 14
della Polizia, alle 3:15 del pomeriggio di quel 4 marzo del
1960 sentí tremare tutti i pali della luce della zona di
Carlos 3°. Si orientò verso Tallapiedra, pensò nella
centrale elettrica, e la raggiunse, ma la folla, il disastro
e una nave in fiamme gli indicarono il luogo esatto del
disastro. Voleva aiutare in molte cose, ma il suo istinto
militare d’impedire che la tragedia divenisse più grande, lo
decise a unirsi a un gruppo che tentava di spingere fuori
dalla baia, per appartarlo dal fuoco, un camion di armi e
munizioni. Fu la prima cosa che
fece … e anche l’unica. La seconda
esplosione lo sorprese. Pur stordito sentí come «un ferro
incandescente che mi fratturò la tibia e il perone… Dalla
nave si alzò un fungo di fumo nero e di fuoco, e
immediatamente cominciarono a cadere pezzi di teste e di
braccia»… Quando Juan Luis «corse» da Carlos 3ª a
Tallapiedra, per un’altra strada, da Zanja a Gervasio, era
arrivato correndo anche il ragazzino Alberto Solís, di 14
anni. Lui andò diretto al molo, perchè suo papà lavorava lì
come magazziniere. Per quanto implorasse, non lo lasciarono
passare e forse questo lo salvò dalla morte per la seconda
esplosione che avvenne davanti ai suoi occhi. In un’altra
casa, nello stesso tempo, la moglie di Capetillo chiese su
quell’esplosione e quando glielo dissero si portò le mani al
volto. Sua figlia Zenaida raccontò che «a lui non toccava
lavorare quel giorno, ma lo avevano cercato presto per
rendere più veloce la scarico della nave. Dato che non aveva
pranzato, disse alla mamma che verso le tre avrebbe fatto
una scappata, di lasciargli qualcosa preparato». Ma verso le
tre, quattro bambini piccoli erano restati orfani. I giorni
successivi furono i peggiori per le due famiglie, Forse
s’incrociarono negli ospedali o nell’obitorio. La ricerca di
De Capetillo fiu infruttuosa. «L’ultima volta che lo videro
era seduto sulla cassa di munizioni, annotando il carico…
Non incontrammo niente, nè nella baia nè in altri luoghi».
Alberto continuò la ricerca di suo papà per sette giorni.
Che trauma indescrivibile per un bambino passare e ripassare
le bare di una morgue piena di cadaveri, di pezzi di
cadaveri irriconoscibili! Aveva guardato una decina di volte
nella bara 85, quando, dopo una settimana, un compagno di
suo padre, sopravvissuto, gli disse di smettere la ricerca.
«Aveva perduto parte del viso e una gamba; era tutto
bruciato e nel corpo aveva vari proiettili sparati dalle
armi che trasportava la nave (…) in effetti quando lo
trasportarono da lì alla bara, sotto di lui c’erano i
vestiti calcinati, ma qualcosa si riuscì a identificare».
Poco tempo dopo il piccolo Alberto da fratello maggiore
divenne il padre di Esther. María del Carmen, sua mamma,
dopo a tragedia si ammalò e morì.
Il sabotaggio alla nave a vapore
La Coubre provocò un centinaio di morti e scomparsi, ma non
si è mai saputo il numero dei feriti: si è riprodotto
costantemente nel dolore delle famiglie. Ci furono molti
Juan Luis, e Zenaide, e bambini come Alberto, che
camminarono disperati tra ospedali e obitori. L’infermiera
Gloria Azoy ha raccontato anni dopo: «…raccolsi dei resti,
solo questa parte degli occhi, impressionanti, come vivi. e
li misi su una garza. Più tardi un bambino si avvicinò
cercando informazioni su suo padre, perduto. Io lo guardai e
compresi subito chi cercava… “Questi son gli occhi di mio
padre”, mi disse». Senza dubbio al Governo degli Stati Uniti
piace sostenere che Cuba patrocinia il terrorismo e da molti
anni sostiene che no per pochi giorni e che sì altre volte.
Siamo noi i terroristi?
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LA STORIA
RECLAMA GIUSTIZIA A 65 ANNI DAL SABOTAGGIO
DELLA NAVE
LA COUBRE
di Jorge Ernesto Angulo Leiva
Un tribunale antimperialista ha accusato, martedì 4
marzo, il Governo e i servizi d’intelligenza degli USA per il sabotaggio
alla nave a vapore La Coubre nel porto de l’Avana , 65 anni fa. Nello
scenario della brutale azione terrorist,a in presenza del Primo Segretario
del Comitato Centrale del Partito e Presidente della Repubblica, Miguel
Díaz-Canel Bermúdez, sono state presentate prove con documenti e perizie, e
pubblici ministeri hanno chiarito le cause, le circostanze e i responsabili
della tragedia nella quale morirono 101 persone, 33 scomparvero e più di 400
furono ferite. Testimonianze come quella di Rosario Velasco Gómez –che perse
il marito che lavorava nel Porto – o quella di Osvaldo Canceco Fernández, il
cui padre morì lì, si sono moltiplicate nel racconto di vari familiari di
vittime del crimine. Il giudizio ha rivelato uno studio del Centro delle
Investigazioni Storiche della Sicurezza di Stato nel quale, dopo una
relazione su una serie di irregolarità nell’itinerario della nave a vapore
sino a L’Avana, sono state scartate le possibilità di un incidente, perchè
le armi trasportate e in particolare le granate possono esplodere solo con
azioni esterne, mai da sole. Hanno assistito alla simbolica azione di
giustizia i membri del Burò Politico Manuel
Marrero Cruz, primo ministro, e Roberto Morales Ojeda, segretario
dell’Organizzazione del Comitato Centrale; così come
dirigenti del Partito, dell’Unione Giovani Comunisti, di organismi
dell’Amministrazione Centrale dello Stato, e altre autorità.
HABANOS
DESTINA I FONDI DELL’ASTA DEGLI
UMIDIFICATORI AL SISTEMA DI SALUTE CUBANO
di Wennys Díaz Ballaga
La XXV edizione del Festival del Habano è terminata nella
notte di venerdì 28 febbraio nello spazio fieristico di Pabexpo, con una
gala e l’asta di sei umidificatori esclusivi che rappresentano le marche
globali di Habanos. I fondi raccolti saranno consegnati interamente, al
Sistema Nazionale di Salute Pubblica. Dedicada al 15º anniversario della
linea Behike, della marca Cohiba, la più sofisticata del portafoglio di
Habanos, la serata ha contato con la presenza del Primo Segretario del
Comitato Centralr del Partito e Presidente della Repubblica, Miguel
Díaz-Canel Bermúdez, accompagnato dal membro del Burò Politico e primo
ministro, Manuel Marrero Cruz. Poco prima nel Palazzo delle Convenzioni è
terminato il Seminario Internazionale e la Fiera Commerciale, momento nel
quale Luis Sánchez- Harguindey, co/presidente della Habanos s.a., ha
espresso il suo ringraziamento alle 90 imprese nazionali e straniere che
hanno partecipato all’esibizione, provenienti da dieci paesi. Poi ha
riconosciuto i circa 3.300 partecipanti all’evento, di 110 nazioni. Maritza
Carrillo González, la co/presidente della Habanos s.a., ha risaltato che
«Dietro a ogni sigaro Habano ci sono mani esperte, storia, tradizioni e un
impegno indiscutibile con l’eccellenza». I sigari cubani fatti «totalmente a
mano», sono presenti in 130 territori del mondo con un portafoglio unico di
27 marche Premium, tutte garantite con la Denominazione d’Origine Protetta (D.O.P.),
e più di cento formati e 400 riferimenti commerciali.
LA STORIA È
SCUDO DELLA NAZIONE
René
Tamayo León
Carlos Manuel de Céspedes, il 27 febbraio del 1874, andò
a combattere con le sue ultime munizioni e fu ucciso, ma questo non costituì
una sconfitta, disse Fidel, fu un’azione di coerenza con tutto quello che
aveva predicato durante tutta la sua vita. La riflessione è stata realizzata
dal Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito e Presidente della
Repubblica, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, con giovani di Santiago di Cuba e
Granma, che hanno salito queste montagne della Sierra Maestra, nel municipio
di Tercer Frente, per commemorare il 151º Anniversario della morte in
combattimento del Padre della Patria. Céspedes, come presidente deposto, ha
ricordato Díaz-Canel, venne qui con la semplicità, con la modestia, con il
dolore per quello che aveva vissuto, ma con sentimento patriottico. Qui era
un cittadino qualsiasi e quando una schiava liberata venne a riferirgli una
protesta e lo chiamò «padrone» e «presidente», lui le rispose: «Io non sono
il tuo padrone», io non sono il tuo presidente. Io
sono tuo fratello». Il Capo di Stato ha riferito
l’episodio che pochi minuti prima aveva raccnatato ai giovani il noto
storiografo Rafael Acosta De Arriba, il cui libro, Los silencios quebrados
de San Lorenzo, è stato offerto a un gruppo di ragazzi ai quali è stata
assegnata nella giornata la condizione di militante del Partito o della UJC.
Acosta De Arriba è un profondo cespediano, ha sostenuto Díaz-Canel, che ha
detto che San Lorenzo è un luogo sacro della Patria e ha condiviso
riflessioni e aneddoti sugli ultimi giorni di Céspedes in questo luogo, dove
c’erano sette casette e lui insegnava a leggere e scrivere ai bambini della
zona. Accompagnato dal membro del Burò Politico e segretario
d’Organizzazione del Comitato Centrale, Roberto Morales Ojeda; dalla prima
segretaria del comitato provinciale del Partito in Santiago di Cuba, Beatriz
Jhonson Urrutia, e dalla prima segretaria del Comitato Nazionale della UJC,
Meyvis Estévez Echevarría, il Presidente cubano ha insistito nell’importanza
di attività come questa. Ha aggiunto che è molto significativo che i
collettivi giovanili sentano la necessita d’avvicinarsi alla storia con
accampamenti, visite e altre iniziative che si devono moltiplicare con
proposte che salgano da loro stessi. Queste sono esperienze più
contemporanee, più vicine ai codici di comunicazione che hanno oggi le nuove
generazioni.
IL GIOCO D'AZZARDO A CUBA
L’iconografia di una Cuba prima della rivoluzione si basa su di una specie
di Eden del piacere dominato dalla mafia e tacitamente approvato dal
presidente Fulgencio Batista. Nei più sfarzosi hotel dell’Avana non era raro
incontrare elementi come Lucky Luciano o Meyer Lansky che trasformarono la
capitale cubana in un porto franco dell’illegalità dove tutto era
consentito. Dal gioco d’azzardo alla prostituzione, ogni cosa era condita
dalla corruzione di un potere politico alquanto disponibile quanto capace di
approfittare di facili compensi. L’immagine di una Cuba felice tra ballerine
e mambo suonati da abili orchestre, si scontrava con il quotidiano di
milioni di poveri cubani che dovevano arrabattarsi solo per avere di che
sopravvivere. Si può dire a posteriori che la dissolutezza a Cuba era
originata dalla criminalità e dal potere politico, ovviamente tutelato da
forze militari appositamente addestrate, che avevano trovato un denominatore
comune. Ovvio che anche al di fuori dai patrii confini, la nomea che a Cuba
ci si poteva divertire senza alcun limite, provocava una forte domanda
turistica e non solo provenienti dai vicini Stati Uniti. Al giorno d’oggi,
trascorsi diversi decenni dal trionfo dei barbudos che rovesciarono il
regime del dittatore Batista e l’impostazione di un socialismo tropicale,
L’Avana e altre storiche città, hanno riacquistato quella dignità che nega
qualsiasi virtuale contatto con quella che era la Cuba ante rivoluzione
anche se, dal tessuto urbano – profondamente restaurato – alle vecchie
automobili americane che ancora miracolosamente si muovono per l’isola, sono
testimoni di un tempo oramai passato. Per chi volesse assaporare l’epoca
d’oro del gioco d’azzardo, al giorno d’oggi esistono altri sistemi che
possono essere sfruttati da qualsiasi device connesso ad Internet attraverso
il quale entrare in diretto contatto con la fortuna. È sufficiente andare
sul sito
NetBet
per tentare
la sorte con tanti divertenti e coinvolgenti giochi d’azzardo come se foste
davanti ad un tavolo verde attenti a sviluppare il vostro gioco.
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TERRORISMO O GIUSTIFICAZIONE?
LA STORIA È TESTIMONE DELLE ANSIE
ESPANSIONISTICHE DELLA CASA BIANCA
di Elizabeth Naranjo
La recente designazione di terrorista espressa
dall’amministrazione statunitense, fatta a organizzazioni di narcotrafficanti
come il Tren de Aragua, Mara Salvatrucha, il cartello di Sinaloa, quello di
Jalisco Nueva Generación, Carteles Unidos, quello del del Nordest, quello del
Golfo e la Nueva Familia Michoacana, viene accompagnata, come stratagemma alla
fine, dall’argomentazione che «minacciano la sicurezza nazionale del paese».
Questo unito a «fare grande l’America di nuovo» –la credenziale del presidente
Donald Trump– si somma al congiunto delle manovre che accendono allarmi nel
mondo. Le amministrazioni statunitensi hanno saputo trarre partito da ogni
denominazione che gli passa per la mente e l’etichetta di «terroristi» la
utilizzano come mezzo di coercizione politica e giustificazione per una guerra o
un intervento. Quando il Dipartimento di Stato degli USA designa Organizzazioni
Terroriste Straniere (FTO), e individui come Terroristi Globali Specialmente
Designati (SDGT), attiva il suo protocollo d’imposizione di severe sanzioni,
includendo la congelazione di attivi, la proibizione di viaggiare negli Stati
Uniti e la criminalizzazione dell’appoggio materiale a questi enti, secondo il
sito web di questa entità governativa. Lo abbiamo già vissuto nel passato. Il
«cartellino» di terrorismo si unisce a un infinito numero di pretesti
artificiali che si sono articolati per far sì che Washington spargesse la morte
in Afganistan, Iraq, Siria, e in altri paesi. «Anche se legalmente questo non
attiva necessariamente un’invasione o strumenti di guerra per combatterli, sì dà
loro una cornice narrativa e politica che avvicina di più questa possibilità,
che potrebbero sviluppare «con o senza questa designazione dei cartelli come
terroristi, che è una questione meno legale e più di decisione politica di
forza». Il messicano Carlos Matienzo, direttore di DataInt e esperto in
Sicurezza citato da France 24, lo ha spiegato così. Per la Casa Bianca, questa
denominazione dà la «via libera» per agire con le sue proprie leggi senza che
importi passare al di sopra del diritto internazionale, alla sovranità di
qualsiasi paese. La usano come un capriccio, così come scrisse il militare e
filosofo tedesco Carl von Clausewitz, nel suo libro “De la guerra”. Il conflitto
lo utilizzano non semplicemente come «un’azione politica, ma come un vero
strumento politico», filosofia che sembra sia la bibbia dell’imperialismo. Per
questo non è mancata la risposta della presidente messicana, Claudia Sheinbaum,
a tale denominazione, che ha chiarito nella maniera abituale che non è stata
consultata con il suo Governo e che «è una violazione alla nostra sovranità». La
storia è testimone delle ansie d’espansione della Casa Bianca e dei suoi metodi
per svilupparsi. Si deve solo ripassare quello che è avvenuto per non doverlo
rivivere.
IL TRAMONTO
DELLA NED: NESSUNO LA PIANGERÀ
di Raúl Antonio Capote
Un’altra organizzazione statunitense creata per promuovere
l’instabilità e il caos nel nome della «democrazia»si è appena sommata alla
lista nera dell’attuale amministrazione a Washington. La National Endowment for
Democracy (NED) ha annunciato che per via del congelamento di fondi pubblici,
più di 2.000 organizzazioni in tutto il mondo –dipendenti dai suoi finanziamenti
– sono restate senza appoggio. Secondo la NED, entità di prima linea hanno
dovuto licenziare personale e ridurre le operazioni. In un comunicato del 25
febbraio, l’istituzione ha ammesso che i fondi bloccati «sostentano quasi la
totalità delle sovvenzioni o operazioni». Nella sua pagina web, la NED si
definisce come un’organizzazione «senza fini di lucro e indipendente», fondata
nel 1983 per «promuovere la democrazia liberale».
Senza dubbio niente è più lontano di questo dalla
realtà. Questo organismo «non
governativo» conta con una lunga
storia d’appoggio a gruppi terroristi, contrattisti
della sovversione e media che diffondono i «valori statunitensi». Un rapporto
del 2024, del Ministero delle Relazioni Estere della Cina, ha rivelato che nel
2017, la NED aveva finanziato 54 organizzazioni anticubane. Il documento
dettaglia metodi come la creazione di contenuto nelle reti sociali
e la cooptazione di accademici e giornalisti per fomentare presunte riforme di
democrazia». La NED è stata un braccio efficace delle operazioni segrete della
CIA, specialmente in Europa dell’Est. Philip Agee, ex agente della CIA, dichiarò
nel 1995: «Oggi invece d’avere solo la CIA che opera nelle ombre, possiedono la
National Endowment for Democracy».
Come s’apprezza, il rosario delle azioni distruttive della
NED è esteso. Il suo eventuale fallimento - se giunge - farà male solo a
sovversivi e terroristi che vivono dei suoi fondi. I popoli e i governi sovrani
in cambio respireranno sollevati.
IL CANCELLIERE
CUBANO SI È RIUNITO CON IL
PRIMO MINISTRO
VIETNAMITA
Come parte della sua visita ufficiale in Vietnam, il membro
del Burò Politico e ministro delle Relazioni Estere di Cuba, Bruno Rodríguez
Parrilla, ha sostenuto un incontro – definito fruttifero– con il capo del
Governo, Pham Minh Chinh. Coincidiamo nei passi avanti realizzati nei vincoli
economico-commerciali, l’investimento e la cooperazione in molte aree, in
particolare la produzione e il rifornimento di riso, energia, agricoltura e
biotecnologia, ha scritto il Cancelliere nella rete sociale X. Minh Chinh ha
elogiato altamente lo sviluppo positivo dell’esemplare relazione Vietnam-Cuba,
ed ha affermato il suo desiderio di continuare ad approfondirla e farla più
pratica ed efficace, ha trasmesso la televisione VTV . Inoltre ha suggerito che
le due parti incrementino lo scambio di delegazioni a tutti i livelli e
coordinino strettamente il compimento degli accordi della visita di Stato a Cuba
del segretario generale del Partito Comunista e presidente, To Lam, nel
settembre del 2024. Inoltre ha incitato a dare priorità alla cooperazione nella
produzione di alimenti, all’energia rinnovabile, la biotecnologia e l’assistenza
sanitaria, e a coordinare la realizzazione della attività del «Anno
dell’Amicizia Vietnam-Cuba», per celebrare il 65º anniversario dello
stabilimento delle relazioni diplomatiche.
LA OMS PRESENTA
PREOCCUPAZIONE DI FRONTE AL RITIRO
DEGLI USA
DALL’ORGANIZZAZIONE
Dopo la decisione del presidente Donald Trump di ritirare gli
Stati Uniti (USA) dall’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS), sono
aumentate le preoccupazioni sul futuro di questa istituzione, dato che il paese
nordamericano è il principale donante e una delle nazioni fondatrici. Tarik
Jasarevic, portavoce dell’organizzazione da Ginevra, dove si trova la sua sede,
ha lamentato l’azione dell’attuale mandatario statunitense e spera che si
riconsideri questa uscita. Il ritiro degli Stati uniti potrebbe avere
conseguenza disastrose per la salute di centinaia di nazioni che dipendono dagli
sforzi della OMS. La diminuzione di fondi, del personale e dei programmi di
salute è una realtà imminente, dato che gli USA hanno apportato un totale di
1.284 milioni di dollari durante il período 2022-2023. Inoltre mentre la OMS
incita i governi a unire gli sforzi per il bene comune nelle regioni
danneggiate, l’assenza degli Stati Uniti potrebbe facilitare l’aumento di
pandemie e la mancanza di compimento dei regolamenti della salute
internazionale. Nel caso specifico
degli USA, se il virus dell’influenza aviaria A H5N1, che attualmente circola
tra i bovini acquisisse caratteristiche trasmissibili agli umani per il mancato
compimento delle normative, il numero dei morti si potrebbe incrementare. La
decisione di Trump riflette anche una mancanza di responsabilità e impegno con
la salute globale, specialmente in un contesto dove i vincoli e gli accordi sono
fondamentali. Infine l’uscita degli USA dalla OMS rappresenta una mancanza di
riconoscimento del prestigio della scienza e per la stessa organizzazione, le
cui direttive si basano sull’evidenza scientifica. In accordo con gli
specialisti, gli Stati Uniti stanno danneggiando la cooperazione internazionale
di fronte alle sfide della salute attuali e future.

AMERICA LATINA
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I GIOCHI CHE HANNO AVUTO ORIGINE IN SUD
AMERICA
Il Sud America è una regione nota per le sue
tradizioni e cultura. Le persone che vivono qui
sono tra l’altro gentili, amichevoli e ospitali.
Premesso ciò, va altresì aggiunto che mentre
questo territorio è principalmente conosciuto
per la sua musica, i balli tradizionali e la
cucina straordinaria, le persone che vivono qui
amano anche un'altra attività ossia i giochi da
casinò con alcuni di questi che sono persino
nati in loco.
Il boom dei giochi online in Sud America
Fino a pochi anni fa, gli unici posti in cui
in Sud America e in parte di quella centrale era
possibile divertirti con i giochi di casinò
erano le strutture terrestri. Nel 2015 è
nata una nuova tendenza che va sotto il nome di
casinò online e le popolazioni locali ne sono
state molto attratte. Questi siti infatti
offrono grandi vantaggi rispetto ai casinò
tradizionali in quanto forniscono un'esperienza
di gioco unica. Ci sono tra l’altro molti
giochi di qualità tra cui scegliere, i siti sono
sicuri e accettano numerosi metodi di pagamento. I giochi da casinò sono creati da alcuni dei
fornitori più rinomati al mondo e presentano
decine di elementi che si richiamano propri alla
cultura latino-americana. Questo gioco ha preso piede in tutta Europa,
nonostante, la sua fama, non ha mai potuto
superare quella del blackjack, oggi molto
giocato anche nel nostro paese, grazie agli
operatori legali come
starcasino.it/blackjack,
con...
[segue]
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