Cosa mangiare a Cuba
L’influenza della dominazione spagnola sono ancor oggi presenti nella
gastronomia cubana. Piatto nazionale è il congrì, composto da riso e
fagioli neri che immancabilmente viene servito per accompagnare carne di
pollo e di manzo, oppure di pesce o crostacei.
I contorni sono principalmente le insalate miste (lattuga, pomodori,
cipolla), le patas fritas (ossia le nostre patatine fritte) o il platano
fritto dall’intenso sapore.
Essendo un’isola, il pesce è l’ingrediente dominante e viene preparato
quasi sempre arrosto e servito con salse speziate o piccanti; ottimi
anche i frutti di mare e i crostacei come l’aragosta e il granchio che
non raramente presentano grandi dimensioni...
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Ai cubani piace mangiar bene e piace la tavola ben
apparecchiata. E la gastronomia nazionale offre non pochi piatti che permettono
di soddisfare sia un piacere che l'altro. Per i colonizzatori arrivati sulle
loro caravelle la gastronomia tradizionale spagnola era uno dei legami più
forti con la terra d'origine. Il brodo galiziano, la fabada asturiana (una
minestra a base di fagioli, lardo e di salcicce piccanti, i chorizos), la
paella, le carni e le verdure preparate così come si faceva in Catalogna, in
Galizia, nei Paesi Baschi e nelle Asturie hanno continuato ad essere, anche qui a Cuba, gli alimenti di tutti i giorni.
Cuba arrivava fino alla soglia di casa; dentro si respirava aria
spagnola: una Spagna microscopica costretta tra quattro pareti; una Spagna
personale per ogni spagnolo di Cuba; pura illusione di uomini dominati dalla
nostalgia. E perché l'illusione fosse completa, lo spagnolo importava dal suo
paese olive ed olio d'oliva, chorizos, farina di frumento, prosciutti, formaggi,
mele, uva, pere e, immancabile, il vino. Contemporaneamente coltivava in questa
terra fertile legumi, canna da zucchero, riso, limoni e arance. E per variare la
dieta introduceva diversi tipi di carne, tra cui il cavallo, e imparava a
cacciare i cervi nelle foreste dell'isola.
Ma come succede sempre, chi colonizza subisce inevitabilmente
l'influenza di chi è colonizzato. Non tutto si poteva importare in un'epoca di
comunicazioni difficili e di viaggi interminabili; il gusto criollo andava
facilmente alla conquiste delle pentole e delle cucine spagnole. In realtà la
gastronomia cubana prendeva, già nascendo, due strade diverse: quella spagnola
e quella africana. Perché anche gli schiavi importati dall'Africa, avevano
portato a Cuba le loro abitudini, i propri sapori e anche di più: verdure come
il name (una radice), la malanga (un tubero simile alla patata) e frutti del
tutto sconosciuti nei Caraibi, come le banane.
I primi cuochi nelle
case dei proprietari terrieri erano neri, e includevano nei cibi da preparare ai
loro padroni vegetali africani che ormai venivano coltivati nell'isola. A questo
aggiungevano le salse, i soffritti e gli intingoli piccanti che sapevano
preparare da sempre; e anche prodotti autoctoni ereditati dagli aborigeni, come
la yuca e il mais. Il risultato evidentemente non era disprezzabile, a giudicare
dalla reazione dei padroni. Era la prima "profanazione" della purezza
della cucina spagnola e l'avvio di un processo sincretico che cominciava a
elaborare cibi nello stesso simili e diversi da quelli originari. Ma per
completare il ciclo era necessario un terzo elemento estraneo: l'influenza della
gastronomia asiatica e, in particolare, di quella cinese.
A partire dal XIX secolo, la Spagna aveva introdotto a Cuba,
come negli altri paesi dell'America Latina, i coolies cinesi, come manodopera a
basso costo. La cucina cinese era più antica, più varia e complessa di quella
europea e, certamente, di quella africana. Inoltre il cinese era sia un
domestico che un cuoco più spesso,quindi, venivano scelti cuochi cinesi che,
nella loro condizione di uomini liberi, avevano la possibilità di organizzarsi
un'attività indipendente. Cuba si andava via via riempiendo di locande cinesi e
anche nelle case private e in molti ristoranti si incominciavano ad usare
ingredienti cinesi. Il ciclo era completo. E come è consueto in questo nostro
paese nato da continue fusioni e mescolanze, era nata una nuova gastronomia:
finalmente cubana, criolla, nazionale.
A
Cuba, il piatto nazionale è l'ajiaco,
un chiaro esempio di sincretismo gastronomico; infatti è una minestra che mette
insieme diversi tipi di verdure e di carni: patata, malanga, banane, mais,
boniato (patata dolce), manzo, pollo e carne secca. Un altro piatto che non
manca mai nelle case come nei ristoranti é il congrì,
di origine africana, a base di riso e fagioli scuri cucinati insieme, a cui si
aggiunge il chicharrones de cerdo,
cioè ciccioli di maiale. Il congrì a Cuba non viene mai servito solo, ma come
contorno alla carne di maiale. C'è anche un altro tipo di congrì chiamato arroz
moro y cristianos: sempre congrì ma
questa volta con fagioli neri.
Sono cubane anche le minestre di
fagioli neri o scuri; mentre quelle a base di judias
(che sono fagioli particolari), ceci e lenticchie sono europee. Per preparare le
minestre di fagioli neri si utilizzano solo fagioli, sale, olio (preferibilmente
d'oliva) e un soffritto di cipolla, aglio e peperoncino, al quale si aggiungono
vino secco e zucchero. Si possono aggiungere chicharrones di maiale, ma non
altre carni. La minestra di fagioli scuri richiede invece verdure, generalmente
patate e zucchine, a cui vanno aggiunti carne di maiale e di manzo, un soffritto
di cipolle, aglio e peperoncino, passato di pomodoro e vino secco. E' abitudine
molto radicata a Cuba mangiare verdure: sia fritte che bollite. Tra quelle da
bollire i cubani preferiscono i vari tipi di yuca, che era stata la base
dell'alimentazione degli indios. Una volta cotta, alla yuca si aggiunge un mojo (una specie di soffritto di olio, aglio e
pesto di cumino): la yuca con mojo è un contorno indispensabile per l'arrosto
di maiale.
Molto apprezzate e presenti in
qualsiasi menù sono le banane (plàtanos). Una varietà è chiamata
platano-fruta e corrisponde a quella che si mangia cruda in tutto il mondo;
l'altra, platano-vianda, più grossa, si deve comunque cuocere (friggere o
bollire) perchè cruda è indigesta e non ha un buon sapore. Quando è matura
dev'essere fritta in pentole di coccio; quand'è acerba può essere sia fritta
che bollita. Nel secondo caso si può preparare il fufù,
un piatto molto gustoso di origine africana: una specie di purè di banana
condito con mojo di aglio e olio; molti amano accompagnarlo a uova fritte. Una
variante del fufù prediletta a Cuba è il machuquillo,
in questo caso insieme alle banane fritte si cuociono i chicharrones di maiale.
Nell'oriente cubano con il
platano-vianda si preparano i tostones (o
chatinos). Si procede in questo modo: si fanno dorare spesse fette di
banane acerbe (oppure di frutta non del tutto matura); poi si tolgono dal fuoco
e si schiacciano con il pugno (a questo puntoi i tostones si chiamano anche
platanos o punetazos); quindi si gettano di nuovo nell'olio bollente e si
friggono ancora. Con sole banane verdi fritte si preparano invece mariquitas (o chicharritas) rondelle molto sottili
che si friggono in olio ben caldo, si spolverano di sale e si servono sia come
contorno che per accompagnare le bevande.
La carne preferita dai cubani è
quella di maiale, soprattutto arrosto, ma anche fritta o in fricassea. Con le
parti grasse del maiale si fanno i famosi chicharrones, salatini ideali per
quando si beve rum o birra. La regina delle insalate cubane è quella di aguacate (avocado), ma piacciono molto anche quelle
di lattuga e pomodori oppure quelle miste, che generalmente includono anche i
citrioli.
Anche se la gastronomia cubana è
molto varia, il riso è l'immancabile e onnipresente e ne è diventato
l'alimento base, in una variante qualunque: bianco, congrì, con pollo, con
carne di maiale, con pesce, con frutti di mare o fritto alla maniera cinese.
Quello più popolare è l'arroz blanco,
cucinato in acqua con la semplice aggiunta di sale e poco strutto. L'amore dei
cubani per il riso è tale che per molti di loro, al termine di un banchetto
ricco ma privo di riso, avrebbero la sensazione di non aver neppure
pranzato.
La varietà dei dolci cubani è
sorprendente: cosa del resto naturale se si pensa alla quantità e al ruolo
dello zucchero nella nostra isola. Tra i dolci casalinghi più popolari
troviamo: il flan di zucchine, il bontianillo
(dolce di boniato e zucchero), il coquito
acaramelado (squisito cocco caramellato) e
altri come la malarrabia (fatta
con boniato, sciroppo di canna da zucchero, cannella, bucce d'arancia acerba,
acqua), la cafiroleta de ajonjolì (boniato,
zucchero, acqua, uova, orzata di sesamo e burro) e il majarete (dolce di farina di mais).
Con tutti i frutti cubani si
preparano dessert. Tra questi i più appetitosi sono quelli fatti con bucce di guayaba,
il cocco candito, le marmellate di guayaba e frutabomba (papaya), le marmellate e le macedonie
d'arancia e ananas. Con questi dolci si serve solitamente del formaggio giallo
oppure cremoso. Del resto tutti i dolci di farina contengono formaggi cremosi, e
tutte le marmellate scaglie di formaggio giallo.
Eredità europee rapidamente
assimilate dalla gastronomia criolla sono il riso ed il latte, le natillas
(creme dolci), le frittelle, i budini, i flan di uova (specie di budini al
forno). Nessun pasto cubano infine è completo senza una tazza di caffè
aromatico ed eventualmente un buon sigaro.
Congrìs
Piccola curiosità. Si dice che la parola
congrìs provenga da
Haiti e più precisamente dalle parole Congo e Riz (riso in francese).
Ingredienti:
1 libra di riso (arroz) per insalate di riso paraboiled per
insalate di riso (il migliore è quello Uncle Beans con disegnata nella
scatola la caricatura di un neretto che ride e che si può trovare in un
supermercato ben fornito), mezza libra di fagioli neri (frijoles
colorados), carne grassa di maiale o del lardo a pezzetti, sale,
olio, aglio, cipolla e peperoni.
Procedimento:
Si devono mettere per 8 ore circa i fagioli
rossi o neri a bagno.
Il giorno successivo, in una pentola a pressione, si
ammorbidiscono i fagioli finché punzecchiandoli con una forchetta si
schiacciano e non devono essere completamente cotti perché finiranno la
cottura assieme al riso.
A parte, in una pentola grande, si soffrigge lentamente il condimento
fatto con olio, cipolla, peperoni e pezzi di carne grassa di maiale
(grasselli, lardo, pancetta, ecc... Vanno bene anche dei pezzetti
d'agnello), sale o meglio un dado.
Si aggiunge il riso e lo si fa soffriggere senz'acqua.
Si aggiungono i fagioli, precedentemente già cotti, con una tazza e
mezza d'acqua ogni tazza di riso. L'acqua deve essere quella usata per
cuocere i fagioli per dar colore al congrìs.
Quindi si versa il tutto nella pentola a pressione,
o ancor meglio la pentola elettrica automatica che a Cuba hanno in molti
e che è perfetta per il congrìs, seguendo le indicazioni di
cottura riportate sulla scatola del riso e si cucina a fuoco lento
finché il riso si ammorbidisce senza mescolare o al limite farlo alla
fine o a metà cottura e deve rimanere sgranato e non come un risotto.
Chicharrones de grasa o empella
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Tagliare il grasso del maiale in
pezzi piccoli, non più grandi di 1-2 centimetri, salateli
leggermente.
Metteteli in una padella e rosolateli leggermente con acqua
lasciando che friggano senza il coperchio fino a che l'acqua evapori
e si veda nella padella abbastanza grasso lasciato dai pezzi di
maiale ormai dorati e ridotti di dimensioni.
Mangiare preferibilmente caldi.
Se non vuoi usare la pelle, che
risulta un po' dura, prova con il grasso di maiale o la pancetta.
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Ensalada de pastas cortas o ensalada fria
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1/2 Kilo di pasta corta (ideali gli
spaghetti spezzati: circa 5 cm)
1/4 di carne di pollo tritata
1 etto di formaggio (emmental, gouda o simili) tagliato a dadini
biccoli
3 uova sode tagliate anche queste a dadini piccoli
1 etto di cetriolini sottaceto o agrodolce tagliati a rondelline
fine
1 etto di cipolline sottaceto o agrodolce tagliate a fettine
1 peperone sottaceto o agrodolce tagliato fine
1 etto di gamberi bolliti tagliati a pezzi di 1 cm
250 grammi di maionese
pepe macinato al gusto
Bollire molto la pasta (quasi scotta) in acqua
salata.
Quando si è raffreddata unire mescolando tutti gli ingredienti.
Lasciare in frigo per almeno 2 ore. |
COCKTAIL NAZIONALI
(ovvero come preparare bene
un cocktail cubano)
- 3 o 4 cubetti di ghiaccio . - 1
oncia e mezza di rum bianco. - Tropicola (oppure Cocacola).
- 1/4 di lime.
Versare rum e cola in un bicchiere da highball
con i cubetti di ghiaccio; aggiungere il lime e agitare.
- ghiaccio frullato. - 1/4 di oncia di lime. -
mezzo cucchiaino di zucchero. - 1 oncia e mezza di rum bianco. (Al Floridita
aggiungono anche 1/4 di oncia di maraschino o di Cointreau oppure, per un banana
daiquiri, mezza banana frullata)
Frullare direttamente il tutto e servire in una coppa da
cocktail ghiacciata. Per il banana daiquiri, va bene anche un flute.
- ERNEST HEMINGWAY SPECIAL (Papa Hemingway)
- ghiaccio frullato. - 1/4 di oncia di lime. -
1 cucchiaino di succo di pompelmo. - 1 cucchiaino di maraschino. - 2 once di rum
bianco.
Frullare e servire in bicchieri da cocktail ghiacciati: è un
daiquiri più forte e più secco.
- 1/4 di oncia di lime. - mezzo cucchiaino di
zucchero. - foglie di yerbabuena (al solito è meglio della menta). - qualche
cubetto di ghiaccio. - 1 oncia e mezza di rum bianco.
Diluire in un bicchiere da highball lo zucchero nel succo di
limone e in un pò di soda. Schiacciare il gambo della yerbabuena senza toccare
le foglie. Aggiungere il ghiaccio e versare il rum. Agitare. Versare ancora soda
e guarnire con foglie di yerbabuena.
- alcuni cubetti di ghiaccio. - mezza oncia di
vermouth rosso. - 1 oncia e mezza di rum bianco. - poche once di granatina.
Agitare nello shaker, servire in bicchieri da cocktail e
guarnire con una ciliegia al maraschino. Strizzare sopra il bicchiere una buccia
d'arancia.