Il popolo stanco, crede nel nuovo che avanza. Il mitico (e oggi
inossidabile) Fidel Castro, rampollo di buona e agiata famiglia, inizia la sua
battaglia personale contro Batista. fallendo nel 1953 con l'assalto alla caserma
Moncada di Santiago di Cuba. Ha la fortuna di non essere ucciso ma incarcerato
e, grazie ad una amnistia, liberato dopo poco. Continua, in esilio, a tramare
contro la dittatura cubana e a preparare la rivolta armata nell'isola. Aiutato e
finanziato da lobbies di cubani americani (e tollerato dagli stessi USA)
perfeziona il complotto e sbarca a Cuba, dopo una traversata disastrosa. Degli
82 combattenti partiti da Tuxpan (Messico) con il Granma (una piccola barca acquistata di seconda mano), solo in 12 si ritrovano ad iniziare il foco
guerrigliero sulla Sierra Maestra. Ma dopo circa due anni di
combattimenti, il 1° gennaio 1959, le truppe di Fidel (i barbudos)
entrano trionfalmente a L'Avana.
Subito dopo inizia la rivoluzione nella rivoluzione....
Il Movimento 26 Luglio,
fondato e diretto da Fidel Castro. Esso si era formato a partire dal Partito
ortodosso che rappresentava la piccola borghesia radicale, nazionalista,
antimperialista ed aveva polarizzato anche settori popolari nella lotta contro
la dittatura e l'imperialismo.
Questo movimento non si ispira quindi alla
tradizione comunista, ma al pensiero umanista, libertario, antimperialista di
Josè Martì. Non sorge come partito classista, ma come un fronte nazionalista e
antimperialista che annovera forze diverse, con una marcata preoccupazione
unitaria.
All'interno del movimento prevale la scelta
della lotta armata, che crea il suo strumento nell'esercito ribelle.
Il direttorio Rivoluzionario 13 Marzo,
particolarmente forte nei settori studenteschi. Con esso, il Movimento 26 Luglio
lancia un manifesto congiunto prima dello sbarco del Granma. Nella sua
dialettica intera finisce col prevalere la linea della lotta armata
dell'esercito ribelle.
Il Partito Socialista Popolare, comunista, di
obbedienza sovietica, che fino a pochi mesi prima della vittoria aveva guardato
con sospetto il movimento "piccolo borghese" di Fidel Castro. Dopo la
presa del potere, Castro considera prioritaria l'unificazione di queste
organizzazioni. Per lui una delle lezioni più importanti della storia cubana e
in particolare di Josè Martì è appunto questa: la disunione dei rivoluzionari
ha fatto fallire molte battaglie; solo l'unità delle forze rivoluzionarie
garantisce il loro successo.
L'unificazione viene facilitata dal fatto
che le varie componenti organizzate dal movimento rivoluzionario finiscono per
riconoscere il ruolo dirigente di Castro. Particolarmente significativa al
riguardo la decisione di Blas Roca, Segretario Generale del Partito Socialista
Popolare, di sciogliere il partito e di riconoscere Fidel Castro, come leader di
tutto il movimento. Decisione indubbiamente eccezionale nella storia dei partiti
comunisti. Per parte sua, Castro dopo
la vittoria dichiara di non appartenere più al Movimento 26 Luglio, ma al più
ampio movimento rivoluzionario.
Il processo di unificazione così innescato
passa attraverso varie tappe:
La direzione rivoluzionaria decide di
creare una nuova organizzazione unitaria, costituita da quadri selezionati e
legati alle masse, denominata ORI (Organizzazioni Rivoluzionarie Integrate).
La realizzazione del progetto viene affidata al Partito Socialista Popolare
(PSP), data la sua esperienza organizzativa e il prestigio di cui gode fra
le masse. Segretario della ORI viene nominato Anibal Escalante, dirigente
del PSP. Ma poco tempo dopo esplode un conflitto che mette in luce la
difficoltà di unificare tendenze così diverse: Escalante cerca
infatti di imporre alla nuova organizzazione la linea del PSP, affidando i
posti chiave a militanti di quel partito. Il 26 Marzo 1962 Escalante ed i
suoi quadri vengono attaccati pubblicamente da Fidel Castro, che li accusa
di settarismo e di distanza dalle masse. E' la prima "rettifica".
La ORI viene sciolta.
Nello stesso anno 1962 prende avvio un
nuovo sforzo di riunificazione e si crea il PURS (Partito Unito della
Rivoluzione Socialista). Esso si distingue dalla ORI per l'esplicita
professione di socialismo, che è una reazione della rivoluzione
all'invasione di Playa Giròn; e soprattutto per la preoccupazione di
vicinanza alle masse (s'introduce allora la prassi che i candidati al patito
siano selezionati dai compagni di lavoro).
Il 3 Ottobre 1965 nasce il Partito
Comunista di Cuba e si considera superata la distinzione fra le
componenti. Però l'unità giuridica e organizzativa non può sopprimere le
diversità, anzi il contrasto fra le matrici culturali, che rimane presente
attraverso la storia cubana e ne marca le varie fasi.
La matrice umanistica e popolare sarà
costantemente alimentata dalla tradizione autoctona, quella economicista ed
autoritaria, dall'influsso sovietico.
BREVE STORIA DELLA RIVOLUZIONE
CUBANA
Con l'assalto alla
caserma Moncada, Cuba si prepara a voltare pagina
...Intanto un giovane avvocato,
già noto come leader studentesco, e poi come militante del Partito ortodosso,
indignato per la corruzione dei governi e la trasformazione della politica in
uno scontro di bande armate, va assumendo nel suo partito una posizione sempre
più radicale. All'epoca del golpe è ormai ai margini del Partito ortodosso e
subito dopo presenta alla Corte costituzionale una denuncia contro Batista,
accusandolo di aver affossato proditoriamente la Costituzione. Non spera certo
che la Corte processi e condanni il golpista, ma intende far capire a tutti che
l'epoca della battaglia politica pacifica è definitivamente chiusa. Ha 26 anni,
grinta e grande carisma. Il suo nome è Fidel Castro.
Attorno a lui comincia a
raggrupparsi un nucleo di giovani della sinistra ortodossa oppure senza partito,
uniti dall'indignazione e dalla protesta contro la corruzione, la repressione e
il golpe di Batista. Proprio nel 1953 cade il centenario della nascita di Josè
Martì. Fidel Castro e i suoi seguaci ne raccolgono la bandiera e il nucleo
della "generazione del centenario" comincia a preparare la lotta
armata contro Batista. Castro, con il gruppo dirigente del movimento, decide di
attaccare la grande caserma Moncada di Santiago de Cuba, che dopo la Columbia a
L'Avana è la più importante del paese. La data scelta è il 26 luglio: il 25,
infatti, sarebbe iniziato il carnevale di Santiago, popolarissimo in tutta l
'isola; non avrebbero quindi destato sospetti i giovani giunti in città per
partecipare all'assalto; inoltre, molti degli ufficiali e dei soldati del
Moncada sarebbero stati intontiti dalle ubriacature e dalle danze della sera
prima. I giovani sono un centinaio, a malapena addestrati; le armi sono poche.
Nella caserma ci sono mille militari armati di tutto punto: il fattore sorpresa
dunque è fondamentale. Il piano consiste nel presentarsi al Moncada vestiti da
soldati, entrare e catturare forte e armi. Fidel Castro conta che a quel punto
la popolazione di Santiago, città rebelde siempre, insorga.
Una piccola fattoria presa in
affitto a qualche chilometro dalla città, la Granjita Siboney, è il punto di
riferimento e di raccolta delle armi. All'alba del 26 un commando guidato da
Abel Santamaria, prende posizione nell'ospedale adiacente, da cui si può
sparare nella caserma, e un altro, guidato da Raul Castro, si installa sul tetto
del tribunale che domina il cortile del Moncada. Ma le cose non vanno come
dovrebbero: alcune vetture cariche di combattenti sbagliano strada. Poi la
colonna principale giunge davanti al portone contemporaneamente a un gruppo di
militari. Fidel e i suoi sono costretti a sparare prima del tempo: viene meno
quindi, l'elemento sorpresa. A quel punto, il numero, la potenza di fuoco e
l'addestramento dei militari costringono alla fuga i ribelli. Nel gruppo che
viene catturato ci sono anche due donne: Haidèe Santamaria e Melba Hernàndez.
Perchè Haidèe si decida a parlare, i soldati le mostrano gli occhi del
fratello Abel e i testicoli del fidanzato Boris Santa Coloma. La ragazza non
parla, ma molte decine di combattenti vengono catturati a Santiago e nei
dintorni, torturati e uccisi. Alla fine i morti sono più di 70 e di questi solo
6 sono caduti in battaglia, anche se la versione ufficiale parla solo di caduti
nello scontro a fuoco.
Fidel Castro e pochi altri vengono catturati qualche
giorno dopo, quando ormai l'opinione pubblica rifiuta di accogliere la versione
dei militari,e questo salva loro la vita. Il Partito Comunista condanna
duramente quell'assalto come atto di provocazione; del resto Fidel, anche se
legge Lenin, non è certo comunista e l'episodio Moncada rappresenta piuttosto
un nuovo modo di lottare a Cuba e in America Latina. E' la scelta della lotta
armata e soprattutto dell'offensiva rivoluzionaria mentre fino a quel momento le
sinistre hanno portato avanti una pratica politica assolutamente difensiva. Il
Moncada ha dimostrato che c'è un gruppo a Cuba capace di compiere un'audace e
complessa azione militare senza che la polizia di Batista, considerata
inattaccabile e quasi onnipotente, sospetti nulla. Fidel e i suoi compagni
vengono processati a Santiago e condannati a diversi anni di prigione da
scontarsi nel Presidio modelo di Isla de Pinos, oggi Isla de la Juventud.
Durante il processo Fidel pronuncia un'autodifesa che diventa il manifesto della
rivoluzione cubana. Per cinque ore, davanti alla corte, denuncia i mali di Cuba:
analfabetismo, disoccupazione, gioco, prostituzione, presenza schiacciante del
capitale statunitense, sfruttamento sfrenato del popolo cubano. Accusa Batista
di aver assassinato i prigionieri del Moncada e conclude con una provocazione
"Condannatemi pure, la storia mi assolverà". Prigioniero, in
isolamento, Fidel studia e riorganizza il movimento. Riesce a mantenere i
contatti con i pochi militanti rimasti liberi e dar loro le linee di una
mobilitazione politica di massa, che ha come parola d'ordine unitaria la
richiesta di amnistia. Intanto Batista sembra di nuovo inattaccabile: ha imposto
nuove restrizioni alla stampa; ha messo fuori legge il Partito Socialista
Popolare. Alle elezioni del 1954 vince praticamente senza opposizione. Ma sotto
la calma apparente continuano a covare la ribellione e l'opposizione, che
proprio nella richiesta di amnistia trovano una base concreta e unitaria di
movimento. Nel giro di pochi mesi la protesta cresce, le manifestazioni si
moltiplicano, le forze politiche e sociali premono sempre con maggior forza. E
nell'aprile del '55 Batista concede l'amnistia, in parte costretto dall'opinione
pubblica, in parte convinto che questo toglierà un'arma politica dalle mani
dell'opposizione. Il 15 maggio Fidel e i suoi compagni vengono rilasciati.
L'avventura del
Granma e la rivolta di Santiago
Poco dopo Fidel va in esilio
in Messico. Attorno a lui si ricostituisce il gruppo della generazione del
centenario che prende dalla data del Moncada il nome di Movimiento 26 de Julio.
A Cuba rimangono altri dirigenti e militanti per preparare la Rivoluzione,
mentre l'opposizione borghese a Batista, guidata dal vecchio don Cosmè de la
Torriente, cerca invano una soluzione politica alla situazione via via più
insostenibile del paese.
In Messico, intanto, pur tra grandi
difficoltà, Fidel Castro e i suoi si addestrano sotto la guida di un ex
combattente della guerra di Spagna, Bayo. Presto si unisce a loro un giovane
medico argentino
Ernesto "Che" Guevara che ha
viaggiato in tutta l'America Latina e che nel 1954 si era trovato in Guatemala
quando le truppe armate dagli Stati Uniti avevano abbattuto il governo legittimo
del maggiore Arbenz. Questa esperienza ha radicalizzato il pensiero di Guevara e
la sua opposizione all'ingerenza degli Usa negli affari interni dei paesi
latinoamericani.
Castro acquista da una coppia
statunitense lo yacht Granma per attraversare il tratto di mare lo separa da
Cuba. Frattanto lo raggiunge in Messico Frank Paìs, il capo del Movimiento 26
de Julio a Cuba. Il giovane riceve l'ordine di preparare una insurrezione armata
contemporanea all'approdo del Granma, in modo da distogliere l'attenzione
dell'esercito dallo sbarco. Insieme a lui operano a Santiago Haidèe Santamaria,
Cèlia Sanchez, Lester Rodriguez, Vilma Espin.
Il 30 novembre del 1956 Santiago
insorge e per lunghe ore i rivoluzionari tengono in pugno la città, ma per un
errore di rotta il Granma arriva in vista delle coste cubane due giorni dopo, il
2 dicembre, e non approda a Niquero, come convenuto, ma alla spiaggia di Las
Coloradas. La rivolta di Santiago è già stata spenta nel sangue e una nave da
guerra ha avvistato lo yacht. Gli 82 rivoluzionari sbarcano mentre l'aviazione
comincia a mitragliare la zona, e camminano ininterrottamente per tre giorni
verso oriente. Il 5 dicembre durante una sosta ai margini di un grande canneto
ad Alegria del Pìo, vengono sorpresi dall'esercito. I morti e i prigionieri
sono una settantina; i pochi sopravvissuti fuggono verso la montagna. Tra loro
c'è Camilo Cienfuegos. Alcuni contadini, tra i quali Guillermo Garcìa, che
diventerà uno dei comandanti della rivoluzione, soccorrono Fidel e i suoi
compagni, li rifocillano e li nascondono nei loro bohìos. Quando tutti i
sopravvissuti riescono a riunirsi, sono passati due settimane dallo sbarco.
La guerriglia
sulla Sierra Maestra
Così, senza che tutte le
condizioni oggettive gli siano favorevoli e con una forte componente di utopia,
Castro comincia la guerra. Batista annuncia che Fidel è morto in combattimento.
La notte tra il 17 e 18 gennaio 1957, a La Plata, i ribelli attaccano di
sorpresa la piccola caserma dell'esercito: è il loro primo successo.
Per dimostrare al mondo di essere
vivo e in armi, Fidel invita sulla Sierra Maestra Herbert Matthews, un famoso
giornalista del "New York Times" che a metà febbraio lo raggiunge e
visita il suo accampamento. Quando il giornale pubblica il primo servizio sulla
guerriglia castrista, l'impatto psicologico e politico a Cuba e negli Usa è
grandissimo. Il Ministro della Difesa cubano dichiara che è assolutamente
impossibile che l'inviato abbia potuto arrivare sulla Sierra sfuggendo ai
controlli dell'esercito, e che in ogni caso Fidel è morto. Il giorno dopo
Matthews, pubblica le foto che lo ritraggono in montagna con Castro. Inizia un
periodo di ripetute e difficili battaglie sulla Sierra Maestra, affiancate da
iniziative politiche per conquistare i contadini. "La lotta sulla Sierra
-dirà dopo Guevara- ci aveva cambiato e ci mise a diretto contatto con una
realtà di cui prima parlavamo solo dal punto di vista teorico". Quando i
campesinos cominciano a vedere nei guerriglieri gli alleati contro un loro
nemico storico, la guardia rurale, la rivoluzione conquista uno degli elementi
centrali che lo porteranno alla vittoria.
Intanto nelle città si
moltiplicano le attività di sabotaggio e le mobilitazioni politiche, che vedono
protagoniste forze diverse. Il 13 marzo il Directorio Estudiantil, un gruppo
politico di ispirazione cattolica, decide di assaltare il palazzo presidenziale
e di uccidere Batista. Un altro gruppo, guidato da Echevarrìa, si prepara a
prendere la stazione di Radio Reloj per diffondere un proclama alla nazione. I
giovani riescono ad entrare nel palazzo e a uccidere diverse guardie, ma Batista
si rifugia all'ultimo piano e blocca l'ascensore, che è l'unica via di accesso.
Mentre Echevarrìa lancia il suo proclama da Radio Reloj, dall'alto del palazzo
Batista dirige il contrattacco e gran parte dei giovani, tra cui lo stesso
Echevarrìa, vengono uccisi o catturati.
Nel maggio
il Brac (il corpo speciale di polizia destinato alla repressione dei comunisti)
accentua la persecuzione contro il Psp, che si è avvicinato notevolmente alla
linea di Fidel Castro. Del resto suo fratello Raul è stato, fino al Moncada,
membro della gioventù comunista e altri dirigenti del Psp hanno rapporti con il
Movimento 26 de Julio.
Il 30
luglio a Santiago il capo della polizia d'Oriente Salas Canizares tende un
agguato a Frank Paìs e lo uccide per strada. Il giorno dopo, i suoi funerali
diventano una gigantesca manifestazione pubblica di opposizione a Batista.
Migliaia di donne in lutto scendono in piazza e accolgono il casuale arrivo del
nuovo ambasciatore statunitense Earl Smith al grido di "libertad". La
repressione è così dura che persino Smith ha parole di sdegno.
Mentre
sulla Sierra la guerriglia si rafforza, il 6 settembre a Cienfuegos buona parte
della Marina da guerra cubana si ribella. I marinai in rivolta conquistano il
porto e la città fino a quando dall'Avana giungono aerei B26 statunitensi e
colonne dell'esercito. E' una strage.
L'ultimo anno di
guerra e la fuga di Batista
La
guerriglia si è ormai installata saldamente sulla Sierra e combatte con
crescente capacità d'azione; conquista armi all'esercito, lo sfianca, gli
toglie forza e fiducia e continua ad accrescere il numero dei propri militanti.
Sono moltissimi i contadini che si arruolano volontari. Il 24 febbraio comincia
a trasmettere Radio Rebelde che presto viene ascoltata in tutta l'isola. Lo
sciopero generale indetto per il 9 aprile fallisce e allora si moltiplica lo
sforzo organizzativo e si adotta una linea politica di maggior collegamento con
i lavoratori delle città, mentre a maggio Batista sferra sulla Sierra la più
importante controffensiva della guerra. L'operazione Verano (estate) mette in
campo migliaia di uomini, l'aviazione, la marina, l'artiglieria. Fidel usa
la tattica di raggruppare i suoi uomini e di lanciare attacchi improvvisi e di
tendere continue imboscate specialmente contro le avanguardie dell'esercito.
All'inizio di luglio l'esercito si sfalda e si ritira dalla Sierra; alti
ufficiali, come il maggiore Quevedo, passano ai ribelli.
Matura per
Castro la possibilità di scendere dalle montagne e invadere l'Occidente. Sul
piano politico l'adesione dei contadini diventa quasi totale quando si propone
la riforma agraria. Raul Castro organizza il Congresso contadino in armi.
"Perché sia una rivoluzione vera deve cominciare dalla riforma
agraria" si dice in America Latina e Fidel Castro comincia ancor
prima di avere vinto.
L'invasione
ad Occidente è una campagna dura ma rapida. Nonostante l'appoggio
politico-militare e il continuo flusso di armi dagli Stati Uniti, a metà
ottobre Che Guevara e Camilo Cienfuegos si trovano già con le loro colonne
nella provincia di Las Villas, mentre Raul Castro, Fidel e Almeida controllano
quasi tutto l'Oriente. La battaglia finale è combattuta da Guevara. Il regime
ha affidato le sue ultime speranze a un treno blindato che dovrebbe difendere
Santa Clara. Ma il Che riesce a farlo deragliare: i 350 soldati che trasporta si
arrendono. E' il 29 dicembre. Due giorni dopo, la notte di capodanno, Batista
fugge in aereo con i suoi collaboratori più stretti e Cuba esce in festa per le
strade: la rivoluzione ha vinto.