TURISMO

GUIDA DI CUBA
 

MATANZAS

 

A parte i principali centri d’attrazione e movimento turistico, la provincia di Matanzas, è lontana dalle piste battute solitamente dal turismo ed è ingiustamente trascurata; una delle principali province azucares merita di essere vissuta e visitata nella sua completezza

Bagnata a nord dall’Atlantico, dove sorgono numerosi cayos e a Sud dal Mar dei Caraibi in cui si bagna la Penisola di Zapata, confina ad ovest con la provincia de L’Avana, ad est con quella di Villa Clara e a sud-est con Cienfuegos.

Ai viaggiatori stranieri offre una visione particolare dell’Isola caraibica: qui, infatti, hanno la possibilità di entrare in contatto contemporaneamente con il passato coloniale di Cuba, con le splendide spiagge, rese ancora più affascinanti dagli alberi di cocco, che le inseriscono in una cornice particolare, con le immense piantagioni di canna da zucchero, con le paludi pullulanti di coccodrilli e con uno dei più famosi campi di battaglia dell’America Latina.

Provenendo da L’Avana e diretti a Matanzas, seguendo la Via Blanca, bisogna assolutamente fare una sosta al Mirador de Bellomonte: impossibile resistere al magnifico panorama e alla bella vista dello Yumurì, un fiume che scorre in una valle contornata da palme reali e piante tropicali.

Il tutto è reso ancora più emozionante dal volo delle tiñosas, i grandi avvoltoi che sorvolano circolarmente la valle, in attesa della loro preda. È facile farsi suggestionare da questo spettacolo, ripensando alle voci che sostengono che il nome del fiume Yumurì derivi dalla leggenda secondo la quale molti indios, al grido di "Yu murì" (io muoio), preferirono suicidarsi gettandosi dai lati scoscesi della valle, piuttosto che cadere in mano agli Spagnoli.

Proseguendo il viaggio verso Matanzas, capoluogo dell’omonima provincia a circa 100 Km da L’Avana, la natura affascina il visitatore, alternando nel mare tutte le sfumature di azzurro e sulla terra la vista dei bohios, gli zuccherifici, che si sposano benissimo con il paesaggio tropicale.

Da visitare:

  • Cueva de Bellamar Finca la Alcancìa: sono da non perdere le più vaste grotte di Cuba, con le splendide stalattiti, situate vicino alla città di Matanzas (Carrettera Las Cuevas) e ad una cinquantina di chilometri da Varadero. Sono collegate al mare, che dista circa 1 Km dall’ingresso. La grotta, non è ancora stata totalmente esplorata, ma sono visibili solo i primi 3 chilometri con visite di gruppo, accompagnate da una guida locale (informazioni direttamente sul posto).

  • Fuerte El Morrillo: in questa fortezza (Autopista Matanzas-Varadero), a qualche chilometro da Matanzas, sulla strada per Varadero, alla foce del rio Canimar, nel 1935, fu ucciso Antonio Guiteras. Nella fortezza furono seppelliti anche i compagni, caduti con lui in combattimento. Sempre su questa strada, si possono ammirare le più grandi colture dell’Isola di henequen agave, dalla quale si estrae a Cuba il filo per costruire le corde, e in Messico la tequila. L’importanza è tale, che la pianta ha dato il nome anche alla locale squadra di baseball (Henequeneros).

  • Càrdenas: (100.000 ab.) a circa 30 km ad ovest di Matanzas e a 160 da L’Avana, s’incontra questa cittadina, particolare per il disegno urbanistico a scacchiera: le strade, infatti, sono perfettamente parallele e perpendicolari tra loro. Interessante il fatto che fu la prima città ad utilizzare l’energia elettrica per l’illuminazione stradale.

Càrdenas è notevole anche dal punto di visto storico: nel 1850, vi sbarcarono 600 mercenari americani con lo scopo di annettere l’Isola agli Stati Uniti. Strenua fu la difesa dei pochi abitanti, raggiunti in un secondo momento e supportati dall’esercito: fu proprio in occasione di questa vittoria che fu issata per la prima volta la bandiera nazionale cubana.

La città conserva nel suo perimetro un piccolo gioiello: l’Avenida de Cèspedes, che è il luogo che riunisce la maggior parte delle attrattive di Cardenas. Il viale parte dal Parque Colón, la piazza dove sorgono la Chiesa Cattedrale dell’Immacolata Concezione, in perfetto stile coloniale, eretta nel 1846, in cui sono conservate apprezzate opere d’arte vetraria e il Monumento a Cristobál Colón, una statua molto bella scolpita in Spagna e fusa in Francia nel 1858, e quindi inaugurata a Cardenas nel 1862. Si tratta del primo monumento a Colombo eretto a Cuba. Famose e quanto mai vere le parole che il navigatore genovese pronunciò appena sbarcato sul suolo cubano "Non ho mai visto paese più bello: foglie di palme così grandi da servire da tetto alle case; sulle spiagge migliaia di conchiglie madreperlacee; acqua limpida e sempre la stessa sintonia di canti d’uccelli che stordiscono".Vicino al monumento, sempre sull’Avenida, si trova La Dominica, un edificio sulla cui cima fu innalzata per la prima volta la bandiera nazionale di Cuba nel 1850.

Interessante anche il Museo Echevarrìa, casa natale di José Antonio Echevarrìa, che fu presidente della Federazione Studentesca di L’Avana (tra Calle Alzada e Calle Maceo) e che lottò e morì difendendo gli ideali di libertà e giustizia contro Batista.

Il Museo Històrico Municipal, il più antico di Cuba fondato nel 1840 (Calzada de Vives 4) invece, conserva interessanti raccolte numismatiche, animali e reperti sia appartenenti alla storia di Cuba, sia al passato della città, dagli indios ai giorni nostri.

In Plaza Independencia è situato il Mausoleo dei Martiri dell’indipendenza, un artistico gruppo scultoreo creato con il marmo di Carrara che conserva i resti di 238 patrioti locali caduti durante la lotta coloniale di fine ‘800.

  • Guamà (Laguna del Tesoro): a circa 2 ore dal capoluogo (Via Blanca fino a Jagüey Grande e poi Carrettera Australia) si trova proprio al centro della Penisola di Zapata, un tempo una delle più povere dell’arcipelago. La Laguna del Tesoro è il più grande specchio d’acqua naturale di Cuba e deriva il suo nome dalla leggenda secondo la quale il capo degli indios taìnos, all’arrivo degli Spagnoli, avrebbe gettato nella laguna, alcuni sacchi d’oro. Nessun tesoro, purtroppo, è stato mai rinvenuto in queste acque. I motoscafi a fondo piatto accompagnano i turisti alla scoperta di questo angolo di Paradiso. Al centro della laguna c’è un gruppo di isole, sulle quali sorgono i bungalow, costruiti su palafitte, che danno origine ad un villaggio turistico (Villa Guamà), frequentato principalmente da pescatori di trote. Nella laguna, vivono anche alcuni caimani. Di notevole interesse la ricostruzione, su una delle isole, di un villaggio indigeno precolombiano, conosciuto con il nome di Aldea Taina.

  • Sempre in questa zona, è da non perdere assolutamente il Criadero de Cocodrilos, presso la Boca de Guamà (Carrettera Australia) è questo un grande allevamento di coccodrilli, secondo solo a quello esistente in Thailandia. I sauri sono riuniti in stagni immensi, differenziati in gruppi a seconda della corporatura e dell’età. Circondati da un odore pestilenziale, i coccodrilli aspettano, con le fauci aperte, gli insetti che si posano sui loro denti o i granchi che vengono gettati loro.

  • Playa Girón: a questo caratteristico villaggio si arriva dopo aver costeggiato, per circa una trentina di chilometri la Bahia Cochinos (la famosa Baia dei Porci), provenendo da Playa Larga e superando estese piantagioni di agrumi (Via Blanca fino a Aguada de Pasajeros e poi Carretera por Marina Girón) Questi luoghi sarebbero, forse, rimasti lontani dall’interesse turistico e dalle piste battute solitamente, se, nell’aprile del 1961, non fossero stati lo scenario dello sbarco dei 1.500 controrivoluzionari, addestrati dalla CIA in Guatemala e in Nicaragua, e della battaglia che seguì, comandata da Fidel Castro. Furono proprio gli abitanti di Playa Larga che, in attesa dell’esercito in arrivo da L’Avana, combatterono per un giorno intero e resistettero, nonostante gli scarsi mezzi difensivi. Con l’arrivo dell’esercito, dotato dei famosi tank T-34 di fabbricazione sovietica, i combattimenti proseguirono per tre giorni e terminarono con la sconfitta dei controrivoluzionari. Al Museo di L’Avana si può ammirare il tank, dal quale Fidel Castro fece fuoco allo Houston, affondandolo. Le centinaia di prigionieri, verranno, venti mesi più tardi, scambiati con prodotti alimentari e medicinali, dei quali Cuba era sprovvista a causa del blocco americano. Di forte impatto gli 80 cippi che ricordano la ferocia dei combattimenti, sulla strada che conduce a Playa Giron: ognuno porta il nome di un cubano, morto lottando contro gli invasori. È spettacolare percorrere le strade della Playa Giron in primavera, quando, di notte, milioni di gamberi escono dal mare ed invadono la strada…diventando un serio pericolo per gli pneumatici delle automobili!

  • Cueva de Ambrosio: sulla Penisola de Hicacos (Carrettera Varadero-Punta de Murias) seguendo un emozionante sentiero, tra mangrovie alte 300 metri, si accede al luogo dove si svolgevano le cerimonie aborigene e dove si conservano circa 72 pitture rupestri.

  • Laguna Mangòn: (Carrettera Varadero-Punta de Murias) è il principale specchio della penisola, dove vivono 19 specie d’uccelli migratori e 12 endemici e ben 24 specie di rettili.
  • Gran Parque Natural Montemar: nella Penisola di Zapata (Via Blanca fino a Aguada de Pasajeros e poi Carretera por Marina Girón) vi è una zona molto adatta alla pratica dell’ecoturismo e del trekking: è il Parco Nazionale della Ciènaga de Zapata (che significa palude a forma di scarpa), recentemente ribattezzato Gran Parque Natural de Montemar. Il Parco ospita la più gran riserva di pesca d’acqua dolce dell’isola, lunga ben 130 chilometri. Nelle due riserve d’animali, Santo Tomàs e Las Salinas, si possono anche osservare gli uccelli, fare immersioni e safari fotografici. Va, inoltre, segnalato uno spettacolare fenomeno: durante le notti primaverili fuoriescono dal mare, per riprodursi, milioni di gamberi che invadono spiagge, strade e zone vicine.

 

MATANZAS

È il capoluogo della provincia omonima. Città non ideale per iniziare un percorso turistico, ma è ingiustamente trascurata e sottovalutata. Si affaccia sulla baia omonima, dominandola dall’alto della collina. Ha il vantaggio di sorgere proprio sulla Carretera Central, la strada nazionale, che collega L’Avana a Santiago de Cuba. Si dice che le sue donne siano le più belle dell’Isola.

È un discreto centro industriale e un porto di notevole importanza, soprattutto dopo l’installazione del terminale per lo scarico del greggio da petroliere di grandi dimensioni.

Fondata nel 1684 con il nome di San Carlo y San Severino de Matanzas, è spesso definita l’Atene di Cuba e ha ora una popolazione che supera i 200.000 abitanti.

La città non offre molto d’originale: piazze e strade non fanno altro che ripetere lo schema della Legge delle Indie. È, lo stesso, emozionante passeggiare per la via principale, dove, circa a metà, attaccata al muro di una casa, un attimo di riflessione merita la lapide che ricorda i meriti della Massoneria.

Assolutamente tipica nel suo genere, è Plaza de la Vigia, sulla quale si affaccia il Teatro Sauto, costruito in epoca coloniale, ma aperto ancora oggi a rappresentazioni di balletti e musica classica. Grand’attenzione è stata prestata nella ristrutturazione del Teatro, quindi è tornato allo splendore e alla magnificenza per lui studiata e ottenuta dall’architetto italiano Dell’Aglio nel 1860. Tutto sembra essere stato mantenuto intatto, nonostante il passare degli anni…come quando in questo luogo risuonava la splendida voce di Caruso.

In Calle Milanès, n° 4951, entre Santa Teresa y Ayuntamiento, si può ammirare lo splendido Museo Farmaceùtico. All’interno di una farmacia del XIX secolo, trasformata in Museo, si possono ammirare oggetti introvabili in altri luoghi. Tutto sembra essere stato conservato per i posteri: le ampolle, gli enormi scaffali, dove sono esposte in bella mostra i vasi di maiolica, i formulari e i vecchi testi di farmacologia, i distillatori in rame e i bilancini anche la polvere sembra essersi mantenuta intatta negli anni.

Vicino al Museo Farmaceùtico è il Museo Històrico Municipal, in Calle Ayuntamiento y Contreras.

Degne di essere visitate anche la spagnoleggiante Fortezza di San Severino (XVII secolo) e la Cattedrale di San Carlos (XVIII sec.).

VARADERO

Situata sulla lingua di terra di terra più settentrionale dell’Isola (autopista Matanzas-Varadero) Varadero (10.000 ab.) è, a giusta ragione, definita la playa mas linda del mundo, la spiaggia più bella del mondo e suscita un’impressione così forte che tutti coloro che l’hanno vissuta, sono fortemente tentati dal desiderio di tornarci. È qui che conviene soggiornare, scegliendola come punto di partenza per le visite all’interno della provincia.

Due sono le versioni sull’origine del nome di Varadero. Secondo alcuni, perché le navi che qui transitavano durante los nortes (fenomeni atmosferici) s’incagliavano (varaban) nei banchi di sabbia; secondo altri, il nome deriva dal fatto che i marinai utilizzavano quei banchi di sabbia per tirare in secco (varar) le imbarcazioni che si dovevano riparare.

Località balneare e turistica, Varadero è sorta principalmente come centro del turismo d’élite dei primi del secolo, sviluppandosi, poi, verso gli anni Cinquanta, con una fitta rete d’alberghi e strutture turistiche. C’è stato l’arricchimento e la speculazione soprattutto delle grosse Catene Alberghiere, che costruivano a ritmo vertiginoso per soddisfare le migliaia di turisti, che, su queste spiagge si riversavano. Prima della rivoluzione, i milionari americani, provenienti soprattutto dalla Florida, venivano a passare i week-end a Varadero, atterrando all’aeroporto costruito proprio per questo scopo; aeroporto che fu, poi, utilizzato per evacuare verso Miami le decine di migliaia di cubani, che sfuggivano al regime di Fidel Castro.

Come non credere a quanti affermano che la natura ha creato questi luoghi per meravigliare il visitatore? Come poter resistere al fascino delle acque azzurre e trasparenti, della sabbia finissima, della fauna particolare e della flora rigogliosa?

Varadero si trova su una penisola lunga e stretta, chiamata Hicacos, dal nome della pianta, che, in questa zona, è molto diffusa. Con i suoi 22 chilometri di spiaggia, la Penisola di Hicacos è separata dalla terraferma da un canale artificiale e navigabile, che unisce lo stretto della Florida con la Baia di Càrdenas.

Porticciolo-cantiere, fondato nel 1880, la città s’impose all’attenzione di tutti non solo per le sue bellezze naturali, ma anche per l’esistenza di un’enorme salina, in grado di soddisfare il consumo dell’isola e della flotta spagnola.

Agli inizi del Novecento, i ricchi borghesi della vicina Càrdenas cominciarono qui a costruire le proprie case di villeggiatura, ma fu solo con l’arrivo di Dupont de Nemours che l’aspetto e le sorti di Varadero cambiarono. Nel 1926, infatti, mister Dupont spese un milione trecentomila dollari per costruire la sua villa al mare, Xanadù, impreziosita dai marmi di Carrara, da decorazioni di legno di mogano, dalle piastrelle di Siviglia, da quadri d’autore. Non poteva certo fare a meno degli agi e hobby cui era abituato: così, accanto alla villa, sorsero anche un campo di golf, un giardino di cactus rari, un allevamento di iguana – indispensabile tocco di raffinato esotismo -, un maneggio, un imbarcadero e altri edifici. Basti pensare che la villa occupava ben 14 dei 20 chilometri della Penisola di Hicacos e dava lavoro a 104 impiegati.

Nel 1957, Mr. Dupont visitò per l’ultima volta la sua dimora, perché, dopo la vittoria della Rivoluzione, Dupont rinunciò alla propria casa, che divenne proprietà dello Stato e fu aperta al pubblico. Mentre al piano terra è stato allestito il ristorante Las Americas, ai piani superiori si possono ammirare le lussuose stanze in cui mister Dupont visse. Si resterà incantati dalla bellezza del panorama godibile dalla terrazza, impreziosita dalle colorate piastrelle di Siviglia e dal tetto di ceramica termica, costruito per proteggere l’edificio dal calore del sole. L’ambiente è affascinante: come restare indifferenti nella biblioteca, a picco sull’ex spiaggia privata, dove è possibile mangiare circondati da vecchi libri? Come non essere rapiti dalla famosa meridiana, costruita in modo che una lente, a mezzogiorno, accenda la miccia di un cannone in miniatura?

Curiosamente e tristemente, Dupont morì il 12 dicembre 1963, lo stesso giorno in cui fu inaugurato il ristorante Las Americas.

Tra il ristorante e l’Hotel Internacional, c’è una collinetta dove è stato costruito un gruppo monumentale con Don Chisciotte e Sancho Panza. Merita una sosta.

Bisogna assolutamente soffermarsi anche presso l’ex casa di Batista, che, dopo l’uscita di scena del dittatore, fu trasformata in lavanderia. Di triste e amara visione (per l’uso che se ne fa all’epoca attuale) anche le ex casas del los astronautas, una serie di ville che, per oltre venticinque anni, hanno offerto un riposo tropicale agli astronauti sovietici, prima e dopo le loro imprese spaziali.

Varadero è, soprattutto, un posto per divertirsi e godersi del mare tropicale, senza rinunciare agli sport cui si è abituati. Si ha la possibilità, infatti, di praticare la pesca subacquea e quella di profondità (ci sono 25 punti di immersione e più di 40 tipi di corallo), il tennis, l’equitazione, lo sci nautico, ecc. Ma, il luogo è idoneo anche per chi cerca la tranquillità ed il riposo tra le spiagge semideserte, il mare limpido e blu, le palme, lontano dal chiasso e dall’inquinamento.

Da non perdere la visita al Parque Josone: un vero e proprio polmone naturale al centro di Varadero, dove la rigogliosa vegetazione e il lago tranquillo invitano al riposo e ispirano serenità.

 

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