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CUBA NON E’ SOLO
JINETERAS
La rubrica Primopiano ha perso un’occasione per offrire
un’informazione corretta. Mi riferisco al tristissimo servizio sui
“Turisti del sesso” andato in onda ieri sera, 26 ottobre. Tristissimo,
perché ci dovrebbe far riflettere sulle nostre opulente società malate,
incapaci di intrecciare rapporti umani decenti, oltre alla
superficialità del consumismo e dell’avere.
Il servizio su Cuba, ed in particolare su L’Avana (si
scrive così e non L’Havana come avete fatto voi, altrimenti dovevate
scrivere La Habana, possibile che nessuno in RAI conosca lo spagnolo e
le sue regole?) ha offerto una visione al telespettatore quanto mai
distorta della realtà femminile cubana.
Cari signori, vi offro un po’ di numeri: Cuba è seconda
solo alla Norvegia per rappresentanze femminili in organismi politici
(l’Italia è al 35° posto assieme alla Tunisia – Fonte il Venerdì di
Repubblica del maggio 2003): il 60% dei posti dirigenziali (poli
scientifici, sanitari, etc.) è coperto da donne, che comunque hanno un
tasso di scolarizzazione elevatissimo; la mortalità infantile a Cuba è
del 6 per mille (dati OMS 2005), con punte al 5 in varie zone del paese;
la disoccupazione è al 2-3% (con buona pace della signorina che
preferisce accompagnarsi ai turisti che impegnarsi in un lavoro), con
uno standard di vita invidiabile rispetto alla totalità dei paesi
dell’America Latina (ovviamente non mi riferisco ai capitalisti
benestanti, ma alla popolazione normale).
Forse, signori della RAI non sapete che a Cuba non si gira
più col dollaro da oltre un anno, ma con il peso convertibile, con il
quale si paga anche una parte degli stipendi come incentivazioni.
Il valore del peso convertibile rispetto al peso normale si
aggira dai 20 ai 25, quindi la dottoressa percepisce uno stipendio di
circa 600 pesos, che è un buon stipendio. Peccato poi, che la dottoressa
in questione, ansiosa di andarsene dall’isola, abbia glissato sul fatto
che la sua laurea non le sia costata un centavos!
Il Primo Maggio di quest’anno a Cuba sono stati raddoppiati
gli stipendi e le pensioni più basse ed elevati tutti gli altri. Ciò
perché l’economia dell’isola comunque si è consolidata, nonostante il
blocco economico USA criminale ed illegale (e del quale voi non parlate
MAI!!! ma sì guai a disturbare Adolf Bush), al quale vanno aggiunti i
disastri climatici, quali uragani, inondazioni e siccità, che Cuba sa
affrontare con coraggio ed organizzazione, sin dai lontani anni 60, al
punto di essersi meritata il plauso dell’ONU che ha organizzato proprio
a L’Avana, dal 30 maggio al 1° giugno scorsi, una conferenza mondiale su
tale tema.
Desidero sottolineare, inoltre, che con un peso
convertibile si paga un mese d’affitto (e dopo una media di 15 anni
l’appartamento è di proprietà, l’85% delle case a Cuba sono di proprietà
degli inquilini), o tre mesi di telefono o tre mesi di luce, acqua e
gas. Inoltre nessuna famiglia è abbandonata a sé stessa, nessun bambino
o anziano o handicappato è lasciato senza protezione.
Ma forse questo, ai giornalisti RAI, non fa comodo, meglio
puntare sulle jineteras (che tra l’altro non hanno l’aria sofferta e
denutrita delle povere cambogiane del servizio successivo), facendo
credere che a Cuba si vada solo per cercare questo surrogato di rapporti
umani. Invece nell’isola si va anche per la sua storia, per la sua
natura preservata ed incontaminata, per la tenera gentilezza dei suoi
abitanti, e per la meravigliosa dignità del suo popolo.
Alma Masè
Segretaria del Circolo “Hilda Guevara” – Associazione
Nazionale di Amicizia Italia-Cuba
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