L’uragano
Dennis ha distrutto migliaia di case.
La vita all’Avana e in
tutta Cuba sta tornado alla normalità dov’è possibile.
L’uragano Dennis che
ha percorso 600 Km. di Cuba dei quali 225 via terra, obbliga ora a
svolgere numerosi lavori in tutta l’Isola per ritornare alla normalità.
Incoraggiate dalla mancanza del sole, assente per vari giorni, le
brigate incaricate di riparare i numerosi danni causati da Dennis,
continuano a lavorare instancabili.
Tra i più impegnati ci
sono i lavoratori delle termoelettriche e coloro che riparano le linee
energetiche, incaricati di ristabilire al più presto il servizio che
virtualmente è mancato in 8 delle 14 province dell’Isola.
Anche se il
sistema elettroenergetico nazionale sta funzionando diviso in due parti,
la maggior parte delle centrali generatrici è in servizio e si spera
che siano in servizio tutte o quasi tutte molto rapidamente.
Compiono sforzi
continuati anche i lavoratori delle stazioni di rifornimento dell’acqua
e del gas, altri servizi che sono stati interrotti per più di 48 ore,
per gli ostacoli operativi o per la mancanza di elettricità.
I danni più notevoli
si presentano nella province di Granma, Santiago di Cuba, Cienfuegos,
Sancti Spiritus, Villa Clara, Matanzas, L’Avana e parte di Città
dell’Avana.
I danni
corrispondono più o meno a 1.400 milioni di dollari.
Nell’oriente
dell’Isola, dove Dennis ha toccato terra al suo arrivo, sono morte 16
persone: 13 nella provincia Granma, 2 a Santiago di Cuba e una Sancti
Spiritus.
In accordo con i
resoconti parziali, i danni materiali fondamentali si localizzano
nell’infrastruttura delle abitazioni e dell’economia, sia per la forza
dei venti di Dennis che hanno superato i 200 Km. l’ora, che per gli
allagamenti.
Nella capitale i
principali sforzi sono indirizzati a ristabilire al più presto i servizi
di elettricità e di rifornimento d’acqua.
Un enorme sforzo
preventivo e l’alto livello d’esperienza della popolazione in situazioni
simili hanno fatto sí che prima e durante il passaggio del fenomeno
meteorologico sono state evacuate in luoghi sicuri circa 1 milione e
mezzo di persone.
Questi lavori, l’evoluzione e la traiettoria di Dennis sono state
seguite da vicino dal presidente Fidel Castro che ha assicurato che non
mancheranno le risorse per risarcire i danni subiti dalla popolazione e
dall’economia nazionale.
“Siamo in
condizioni di far fronte a questo o qualsiasi altro uragano. Non credo
che in altro paese del mondo esista un’organizzazione come la nostra
per ridurre al minimo i danni che possa causare un evento di questa
natura”, ha detto il Comandante in Capo.
Due milioni
e mezzo di persone non hanno ancora l’acqua per la mancanza di
elettricità; 120.000 case sono state danneggiate e 15.000 sono crollate.
Le coltivazioni sono perdute per due terzi.
Hanno raccontato di onde alte più di 6 metri, della strepitosa caduta
della torre TV di Pilón, delle piantagioni scomparse e di 15.000 case
danneggiate nell’area dove è passato Dennis.
A Santos Pérez,
un abitante del villaggio El Mareón, a Pilón, scrive J.R. gli si contrae
la pelle del viso quando racconta che “ è morta anche una bambina”.
Si riferisce al caso
commovente della piccola di 18 giorni Erika Fong che è morta attaccata
al corpo di sua madre nell’immensità e nel freddo della notte. È stata
una delle prime vittime.
Le morti di Jorge
Tamayo di 95 anni, delle sorelle Eusebia e Elpidia Mora di 58 e 56 anni
e dell’adolescente di 13 anni Mayelín Saborit sono tristi e si uniscono
ad altri nomi che si sommano a questo elenco.
“Credo che le
raffiche abbiano raggiunto i 300 Km. l’ora, perché qua a Pilón non è
rimasto nulla, soltanto le case di calcestruzzo e gli edifici”, ha
sottolineato Flores
Cedeño Peña,
segnalando quel che è rimasto dov’era la sua casa .
Ladislá
Pérez, apporta una dose di drammaticità: “Sono andata là dov’era la mia
casa e non ho potuto trovare nemmeno un vestito per cambiarmi questo che
indosso.
Tutto è sparito.
E non
solo la mia casa, anche quelle del resto della famiglia”.
Più all’Ovest, a
Cabo Cruz, paese dove sono state danneggiate 115 delle 126 case della
località e al quale si è arrivati in elicottero, il collega Alfredo
Brito, che ha misurato la forza del vento, ha raccontato che
“l’apparecchio per registrare si è rotto quando le raffiche erano di 238
Km. l’ora...”
Niquero, il
municipio da dove è entrato Dennis a Cuba, è un’altro punto spettrale
della mappa: senza rumori elettrici, pieno di tronchi per le strade,
migliaia di case distrutte sulla riva, stabilimenti pubblici smontati.
Domingo Corona,
maestro e delegato della circoscrizione del rione La Vuelta, di Pilón,
ha precisato che si sta lavorando per togliere gli ostacoli dalle
strade, dai sentieri e che si cerca di recuperare la frutta e i
vegetali salvabili.
Situazioni simili si
notano nei rioni di montagna come
El Plátano,
Durán, Las Guásimas, Los Tirantes e Ojo del Toro.
Trinidad è
stata molto danneggiata e utilizza i gruppi elettrogeni che ha mandato
il Comandante Fidel e si darà priorità al recupero di questa città che
è patrimonio dell’umanità.
Sembrano
pochi “alcuni giorni” senz’acqua, gas, luce e telefono, e il mal tempo
che accompagna l’uragano prima, durante e dopo, ma non è facile viverli
bene se non si possiedono tesori d’amicizia, solidarietà, etica e amore,
come dimostrano tutti questi cubani che hanno perduto tutto e lavorano
per il bene della comunità.
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