MIRADA CUBANA ARCHIVIO


 

 

LA DISINFORMAZIONE CONTINUA

 

Avanti RAI, con le grancasse sul cosiddetto dissenso cubano.
Innanzitutto la data scelta da codesti signori nel libro paga della SINA, l'Ufficio di Interessi degli Stati Uniti, illegalmente posizionato sul Malecon a L'Avana.
Codesti signori hanno scelto il giorno 20 di maggio. Data infausta per l'orgoglioso popolo cubano in quanto il 20 maggio 1902 ha iniziato la cosiddetta "republica mediatizada" , con il tragico emendamento Platt, firmato dal primo presidente Estrada Palma che, di fatto, concedeva la baia di Guantanamo, una zona vicino a Cienfuegos, l'Isola dei Pini (odierna Isla
de la Juventud) agli USA come basi navali. In più l'emendamento Platt recitava che "qualunque governo e presidente insediati a Cuba dovevano avere l'avallo degli Stati Uniti, che si arrogavano il diritto d'intervenire militarmente".
Ecco, cari signori della RAI, a chi si ispirano i cosiddetti dissidenti e soprattutto da chi ricevono i finanziamenti, a coloro , di fatto, avevano venduto l'isola al vicino del nord. Il destino manifesto, come deciso dalla dottrina Monroe, già nel 1802.
Quello che RAI, giornalisti e pennivendoli vari non raccontano è l'assedio continuo e costante nei riguardi di Cuba. Il blocco economico, acuito dalla legge Torricelli prima, dalla Helms Burton poi, che impedisce all'isola di commerciare liberamente (alla faccia del decantato libero mercato! Ma solo se fa comodo agli imperialisti).
La RAI con annessi e connessi non ha menzionato la manifestazione del 17 maggio a L'Avana dove ben 1.500.000 persone sono scese in piazza per protestare contro il terrorismo ed il terrorista Posada Carriles (attualmente certo incarcerato negli USA, ma di cui si nega l'estradizione in Venezuela, e mi chiedo per quanto in galera?). Quel terrorismo che a Cuba ha fatto oltre 3000 morti e 15.000 feriti (anche menomati permanentemente) per attentati, made in USA, dentro e fuori l'isola dal 1959 in poi. Tra i quali il nostro connazionale Fabio di Celmo, del quale nel nostro paese. Ma a voi non importa di questa giovane vita stroncata, il cui padre 85enne ha scelto di concludere la sua vita a Cuba, dove suo figlio è costantemente ricordato (un ospedale, una scuola ed un balletto gli sono stati dedicati) mentre nel suo paese d'origine si tace, anzi la sua sorte viene nascosta perché non conviene inimicarsi l'imperatore d'oltreoceano. Giustino di Celmo vive a L'Avana, testimone del grande umanesimo dell'isola, dove nel dicembre 2003 si è laureato in sociologia, coronando un suo vecchio sogno. E neanche una parola sui 5 cubani prigionieri negli Stati Uniti per aver indagato sui gruppi terroristici (i mandanti anche dell'assassinio di Fabio).
I 5 (come normalmente vengono chiamati Antonio Guerrero Rodríguez, Fernando González Llort, Gerardo Hernández Nordelo, Ramón Labañino Salazar e René Gonzáles Sechwerert) hanno avuto una sola colpa: quella di aver voluto denunciare il terrorismo proprio a chi lo ha generato, lo produce ogni giorno e lo esporta al mondo intero: gli USA.
Un caso che molti nel mondo paragonano a quello di Sacco e Vanzetti e ai coniugi Rosenberg.
Come non avete parlato del fatto che il 1° maggio a Cuba sono raddoppiati gli stipendi e le pensioni base. Fosse mai che si ispirassero i lavoratori mal pagati e senza ammortizzatori sociali del Belpaese!
La signora Martha Beatriz Roque, animatrice dei "dissidenti", assidua frequentatrice della SINA (Ufficio d¹interessi degli Stati Uniti) dalla quale è profumata pagata, si è fatta fotografare mentre votava, in quella sede, per il presidente Bush. E ciò in quanto ancora cittadina cubana dovrebbe far riflettere.
Ecco, questo sarebbe la paladina della libertà di Cuba. Pronta a vendere la propria terra ed il proprio popolo ai mandanti dei golpe e degli assassini nell'America Latina.
Avete detto, cari signori disinformati, che esistono 360 gruppi di dissidenti, ma che alla riunione hanno partecipato poco più di 200 persone.
Ciò perché alcuni gruppi sono unipersonali, fondati solo per finanziamenti USA.
Avete mai letto la storia di Cuba, signori giornalisti? Da quando il 10 ottobre 1868 Carlos Manuel de Cespedes liberò gli schiavi dando luogo alla prima guerra d'indipendenza contro la Spagna, a Cuba si è messo in moto un popolo che non ha mai smesso di essere ribelle, rivendicando la propria "cubania" ed il proprio indipendentismo. Riprendendo poi le armi sotto la guida di José Martì, Maximo Gomez e Antonio Maceo nel 1895. Stava vincendo contro la Spagna, quando il 15 febbraio 1898, prendendo a pretesto l'esplosione del proprio incrociatore   Maine, ancorato nel porto de L'Avana (di cui furono autori gli stessi USA) gli Stati Uniti dichiarano a loro volta guerra alla Spagna.
Da ciò la pace firmata tra USA e Spagna, estromettendo Cuba e il summenzionato emendamento Platt e la "republica mediatizada".
Il popolo cubano non è mai stato suddito né succubo. Si è sempre ribellato ed immolato, sotto la feroce dittatura di Machado prima, appoggiato dal nostrano Mussolini che sperava poter esportare il fascismo in America Latina, partendo da Cuba, quindi contro i partiti corrotti e mafiosi ed infine contro Batista, sanguinario e torturatore.
Ciò non vi da da pensare, cari signori dell'etere? Non vi fa ragionare che se a questo popolo così ribelle, così determinato, quello che voi chiamate "regime" (ma a noi avanza di dar lezioni di cosiddetta democrazia?) non fosse andato a genio si sarebbe ribellato a costo di un bagno di sangue?
Tra l'altro tenete presente che i cubani sono un popolo armato.
Non vi viene in mente, signori, che forse esistono altre forme di democrazia diverse dal nostro scegliere tra i mali minori? O tra il cancro o l'Aids, come succede negli USA tra democratici e repubblicani?
A Cuba si votano le persone, scelte a livello rionale, di posti di lavoro, di circoscrizioni, vero esempio di democrazia dal basso, con in più il diritto di revoca se il delegato o il deputato si comportasse male.
Quindi di che libertà vogliamo parlare? Noi che ci ritroviamo le stesse facce da 60 anni e moltissimi politici riciclati, dal passato torbido.
Ma quale libertà si vuole per Cuba? Quella di finire come il Salvador, come il Guatemala, come il Nicaragua? Dove la mortalità infantile è elevatissima, dove la speranza di vita supera di poco i 50 anni, dove analfabetismo, malattie endemiche, miseria la fanno da padroni, dove la vita non ha valore.
Sono rientrata dal mio quindicesimo viaggio a Cuba lunedì. Vi ho ritrovato ancora più determinazione, ma anche ospitalità ed allegria, cultura e tenerezza. Un popolo bello e solidale. Ho visto giovani con le magliette con la scritta Mision Robinson, la campagna di alfabetizzazione nel Venezuela, ben diversa dalle missioni finte di pace od arcobaleno con cui siamo stati bombardati noi italiani. Ho visto studenti d'altri paesi poveri d'America Latina e Africa che studiano gratis nell'isola. Ho visto scuolette per pochi allievi in siti sperduti della Sierra Maestra, completamente elettrificate da energia solare, dotate di video e computer.
Ho visto bimbi sani che ci facevano domande sensate e intelligenti da far impallidire tanti signori dell'etere e della carta stampata. Ho visto anziani sorridenti e sereni. Contadini e lavoratori colti, che ci hanno regalato tenerezza e poesia e ci hanno parlato della loro voglia di continuare a lottare e di fiducia nel loro futuro (quella fiducia che noi abbiamo perso).
 Se li lasciano in pace. Se non vogliono fare di Cuba un altro Irak. Ma i signori della guerra nell'isola ribelle l'avranno ancora più dura. E non serviranno a salvarli neanche i venduti "dissidenti". Che tanto piacciono ai giornalisti Rai e non.
In quanto al signore del Corriere della Sera, perché non prova ad andare negli Stati Uniti con un visto turistico e poi ad intrufolarsi da qualche parte? In virtù della legge sulla sicurezza nazionale dopo l'11 settembre, probabile che finisca a trovare i sistemi democratici dei liberatori e dei portatori di libertà con le bombe nella base di Guantanamo (ferita sanguinante nel libero territorio cubano).



Alma Masé ­ Segretaria del Circolo Hilda Guevara ­ Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba ­ Trieste (a nome anche degli altri associati) 

 

 

 

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