CUBA DA SEMPRE FASTIDIO
Pare incredibile che dopo quasi 45 anni,
la Cuba di Fidel dia così enormemente fastidio ai potenti (o
prepotenti?) di tutto il mondo. L'esternazione della Signora Loyola de
Palacio -alto dirigente della Comunità Economica Europea- a proposito
dell'incidente occorso a Fidel Castro risulta non solo offensivo nei
confronti dello stesso capo di un paese sovrano, ma anche a tutto il
popolo di Cuba che da quasi mezzo secolo lotta quotidianamente per
affermare i suoi diritti.
Lo stato Cubano incute ancora così terrore
al mondo occidentale? Eppure, risulta che il tempo si sia congelato solo
a Cuba, ammirando i modelli di vecchie automobili nordamericane degli
anni '50, ma solo per quanto riguarda alcuni aspetti esteriori.
Invece, pare osservare continuamente, il
proseguimento di una guerra fredda orchestrata dal gigante USA contro il
Davide Cuba.
Se, nel 1962, nel mezzo della tensione
USA-URSS si poteva anche concepire quanto dolorosa fosse la spina nel
fianco yankee rappresentata dalla piccola isola del Mar dei Caraibi,
oggi a distanza di tempi passati, mura crollate, imperi disciolti sembra
inconcepibile che la globalizzata area del potere temporale, abbia
ancora timore di 11 milioni di cubani che null'altro chiedono che poter
vivere coerentemente con i loro principi indipendentisti e di
uguaglianza sociale.
Cuba non è perfetta. Non lo è mai stata e, probabilmente, mai lo sarà.
E' uno Stato che chiede la possibilità di
veder rispettati i suoi diritti e di potersi relazionare con altri paesi
in modo ugualitario.
Nonostante attacchi terroristici e
banditeschi perpenetrati contro Cuba e contro Fidel, si deve constatare
che tutto è rimasto impermeabile.
Ci si chiede a gran voce di lasciare Cuba
affrontare un percorso 'democratico' e 'liberista'. Si chiede a Cuba di
catapultarsi nel 'mondo civile' e di non essere più uno 'stato canaglia'.
Si chiede a Fidel Castro di indire 'libere elezioni' e lasciar parlare i
'dissidenti'. Si chiede la 'democrazia' inesistente sull'isola da quando
Fidel ne assunse il comando.
Ci piacerebbe ascoltare queste stesse
richieste nei confronti di tutti gli stati del mondo, ad iniziare
proprio dagli USA. Una nazione, questa, che non si definisce 'stato
canaglia' anche se non ha scrupoli nel dichiarare guerra per soli scopi
di interesse e supremazia mondiale. Le giustificazioni, tanto, le si
possono costruire ed organizzare a tavolino...tanto nessuno potrà mai
denunciare il padrone di casa.
E sempre nei 'democratici' USA ci
piacerebbe non leggere più di condanne a morte che si svolgono con la
stessa disinvoltura in quasi tutti i suoi stati.
Qualora le 'libere elezioni' in USA
fossero state tali, pensiamo che Bush non si sarebbe mai accomodato
sullo scanno presidenziale. Ma si sa...nel paese più tecnologico del
pianeta, i conteggi delle schede in Florida, si sono dovuti fare a mano.
Proprio quelle poche schede che hanno decretato Bush presidente...
Sarebbe entusiasmante vedere liberi i 'dissidenti'
cinesi e quelli di altri paesi al mondo che, vuoi per una ragione e vuoi
per un'altra, godono della piena fiducia dell'Onu, della UE, della Nato
e degli stessi USA. Si affermerà che non è una questione di
interessi...ma quanto meno è singolare il fatto che se non ci fosse,
oggi come oggi, il mercato cinese a tirare la carretta del capitalismo,
quest'ultimo avrebbe da tempo dichiarato un inappellabile fallimento
economico.
A una prima macroscopica analisi dei fatti
pensiamo che ci siano due pesi e due misure.
Quindi, se ciò che deve valere per Cuba
deve essere applicato nel resto del mondo, lo si faccia alla stessa
maniera. In difetto di ciò, si lasci libera Cuba di seguire il percorso
non certo facile e non certo privo di errori, che iniziò decenni fa.
Ma, ovviamente, nella nostra democrazia è
d'uso augurare la morte a chi ci da fastidio. Non è vero?
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