Ai partecipanti al congresso dell’associazione di
Amicizia Italia-Cuba
Carissimi
fratelli:
José
Martí, in un’occasione, disse: “ non si possono fare grandi cose senza
grandi amici” e questa grande verità viene confermata da tutto ciò che
voi fate per mantenere e rafforzare l’amicizia tra il nostri due
popoli e per l’appoggio che date a Cuba e alla sua causa, di fronte a
un impero che non desiste nel suo tentativo di distruggere la degna,
eroica e giusta Rivoluzione che abbiamo costruito, sotto la guida di
Fidel, da oramai più di 45 anni di sforzi, sacrifici e prodezze.
Non c’è
bisogno che vi parli della mia Patria, perché voi conoscete la sua
realtà, molti di voi sono stati lì, gomito a gomito con gli operai,
con i muratori, con i bambini nel lavoro volontario, una cosa che ci
ha insegnato a fare l’eterno Che Guevara, paradigma di rivoluzionario
e di uomo del futuro.
Mi rivolgo
a voi e vi dico che, senza ombra di dubbio, siete la dimostrazione che
un mondo migliore è possibile, voi siete il fulcro dell’amicizia che
nessuna bomba, per quanto intelligente si possa definire, potrà
distruggere, voi rappresentate la pace e per questo e per molto di
più, siete ogni giorno presenti nella nostra integrità e nel nostro
ottimismo.
Permettetemi, a nome dei 5, di includere in questo fraterno saluto
alcuni versi scritti nella solitudine di una ingiusta e crudele
reclusione:
Io voglio
Io voglio
di ogni giorno fare una canzone,
scoprire un fratello in ogni cuore,
distribuire ciò che ho ad ogni mano
senza timore di anelare ciò che avevo.
Io voglio
che una pioggia di armonia
penetri alla radice dell’essere umano
e che la azione del vile e del profano
si trasformi in bontà e in simpatia.
Ad ogni
aurora che un sorriso
abbia la grandezza di una montagna
e che un gesto di pace nasca nella brezza
arrivando a ciò che c’è di più profondo, fino alle nostre viscere.
Perché,
quando germina, mostriamo solo amore
uniti, come petali di uno stesso fiore.
Ma ho
detto solitudine? Scusate, non c’è, né ci sarà solitudine possibile,
perché sappiamo che in ogni momento, gli amici di Cuba e del mondo ci
accompagnano nel reclamare giustizia.
Auguri per
la riunione e per i vostri compiti. Un forte abbraccio.
¡HASTA LA
VICTORIA SIEMPRE!
I vostri
fratelli Renè, Ramòn, Gerardo, Fernando y Antonio
(Antonio Guerrero Rodriguez)
INTERVENTO DI
JACOPO VENIER – RESPONSABILE NAZIONALE ESTERI PDCI – 8° CONGRESSO
NAZIONALE ASSOCIAZIONE AMICIZIA ITALIA-CUBA
Care compagne, cari compagni,
Vi porto il saluto del Presidente
Cossutta e del Segretario Diliberto.
Devo dirvi che sono particolarmente
felice di poter partecipare a questo appuntamento in cui mi sento
partecipe non solo come ospite ma anche come iscritto e militante
dell’Associazione.
Questo anche perchè il Congresso
avviene in un momento particolarmente importante. Siamo alla vigilia
di fondamentali elezioni negli Stati Uniti che determineranno una fase
lunga nella politica internazionale. Siamo al contempo nel mezzo di
una guerra che è ormai chiaro a tutti non ha come scopo solo il
controllo del petrolio ma il dominio e l’egemonia sull’intero pianeta.
Gli Stati Uniti intendono “rimuovere”
tutti gli ostacoli che impediscono il dipiegarsi della loro strategia.
In questo ambito dobbiamo spiegarci
le enormi risorse che stanno spendendo per scatenare in Europa una
campagna contro Cuba. Il misero fallimento della riunione romana non
deve trarci in inganno. L’offensiva in corso è finanziata direttamente
e lautamente dal Dipartimento di Stato ed ha come scopo quello di
indebolire ulteriormente la solidarietà verso il popolo cubano che i
popoli europei e quello italiano in particolare hanno sempre
manifestato.
Senza giri di parole dobbiamo quindi
denuciare che è in corso la prima fase di un progetto di aggressione
verso Cuba che mette seriamente in conto l’attacco militare.
Distruggere l’immagine di Cuba,
allentare i vincoli di amicizia e solidarietà, accreditare una
presunta opposizione interna sono parti di una campagna in corso ormai
da anni.
Non capire che Cuba è un obiettivo
immediato di Bush e della guerra che egli ha scatenato nel mondo è
gravissimo e sintomo di una subalternità culturale che non ci porta da
nessuna parte.
Per questo mi sembra molto
preoccupante il persistere di una difficoltà nel porre la questione di
Cuba al centro dell’iniziativa del Movimento per la Pace.
Oggi si tiene a Roma una grande
manifestazione che ha al suo centro la guerra in Iraq e l’impegno per
una Europa diversa. Mi chiedo come mai sia così difficile inserire
nell’agenda del movimento la necessaria difesa dell’autonomia di Cuba,
la fine dell’embargo, la cessazione dell’aggressione terrorista contro
il popolo cubano. E’ infatti parte della lotta per la Pace difendere
il diritto alla autodeterminazione del popolo cubano, la sua sovranità
e respingere le azioni criminali USA contro Cuba. Allo stesso modo
l’impegno per una Europa diversa non può che passare attraverso la
richiesta di rivedere le scandalose posizioni dell’Unione Europea nei
confronti di Cuba. Quelle posizioni, come l’indecente dichiarazione
della De Palacio su Castro, sono infatti il simbolo più evidente
dell’influenza diretta degli USA sulla nostra politica interna. I
finanziamenti della comunità cubana di Miami ad Aznar ed i soldi del
Dipartimento di Stato per l’attività di disinformazione su Cuba sono
infatti potenti incentivi che hanno determinato spostamenti di
opinioni a favore della posizione USA. Una Europa diversa invece è una
Europa che difende in primo luogo la propria sovranità respingendo le
pressioni esterne e impostando autonomamente il proprio rapporto con
il resto del mondo. Per questo come PdCI abbiamo attaccato
direttamente la scelta del Presidente della Camera Casini di prestarsi
alla carnevalata del convegno Romano ma per lo stesso motivo
critichiamo aspramente anche quelle forze della sinistra italiana che
hanno fatto e continuano a fare da sponda politica a questo tipo di
campagne.
A Londra al Forum Sociale Europeo la
questione di Cuba ha finalmente trovato un suo spazio. Noi del PdCI
abbiamo sfilato nella folta parte del corteo dedicata alla solidarietà
con Cuba. In Italia però c’è ancora tanto lavoro da fare e
l’associazione è lo strumento fondamentale per farlo.
Per rispondere poi alla domanda della
compagna Verti sulla posizione della sinistra italiana rispetto a Cuba
e su cosa si può fare per modificarla voglio dire che è per noi
scandaloso constatare che molti nella sinistra italiana usano la
questione di Cuba per spiegare la loro identità politica.
Strumentalizzare Cuba per motivi di politica interna è un fatto
gravissimo perchè è il modo più squallido per abbandonare un popolo ed
una esperienza politica al proprio destino.
Detto questo perrò dobbiamo essere
consapevoli che sulla questione di Cuba all’interno della sinistra
abbiamo oggi un problema enorme. Finalmente infatti abbiamo realizzato
questa Grande Alleanza Democratica con cui speriamo di poter battere
Berlusconi. Il problema dei problemi sarà però quello di passare dallo
schieramento ai programmi ad al programma di politica estera in
particolare.
Il prossimo governo democratico dovrà
infatti reimpostare la propria politica estera ed anche la relazione
con Cuba. Se rimanessimo ai rapporti di forza ed agli orientamenti
manifestati nell’ultimo dibattito parlamentare ci sarebbe di che
preoccuparsi. Molte, quasi tutte, le forze della sinistra hanno avuto
atteggiamenti che sono andati da posizioni aggressive e liquidatorie
ad atteggiamenti deboli e subalterni.
Dobbiamo cambiare questa situazione e
passare dalla resistenza, che abilmente abbiamo agito in questi anni
anche grazie al Comitato nazioanle 28 giugno, all’offensiva per
sfidare gli altri sui contenuti, sulle informazioni, sulla verità.
Per questo abbiamo assoluto bisogno
di un forte protagonismo dell’Associazione Nazionale Italia-Cuba che
deve divenire la promotrice di una “lobby” a favore di Cuba. Una
“lobby” che metta insieme partiti, esponenti politici ma soprattutto
tante persone che rifiutano di accettare la campagna di menzogne e che
pretendono che un nuovo governo di centro-sinistra imposti una diversa
ed alternativa politica nei confronti di chi sta difendendo con
orgoglio e dignità la propria sovranità.
Non dobbiamo pretendere che tutti
condividano il progetto politico della rivoluzione cubana. Noi abbiamo
bisogno di tutti: degli amici amici, come noi, degli amici critici ma
anche di chi guarda a Cuba con rispetto ed interesse o anche chi
solamente è interessato a difendere il principio della
autodeterminazione ed il diritto internazionale.
Per mettere insieme una massa critica
sufficiente a far cambiare i rapporti di forza è insostituibile il
ruolo della vostra, nostra associazione.
Per questo il congresso di oggi è
così importante. Nelle mani dell’Associazione c’è ancora una volta una
parte decisiva della prima linea di difesa della Rivoluzione cubana:
la solidarietà internazionale. Sono sicuro che saprete, sapremo ancora
una volta interpretare il ruolo necessario.