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A PROPOSITO DEL FUTURO DI CUBA (Linus
n. 4) PROTESTA PER L'ARTICOLO DI SILVIA OGNIBENE
Il gioco al massacro nei riguardi dell'Isla Grande continua con, al
solito, disinformazione ed ignoranza, nonché malafede.
Anche la vostra fa parte della campagna mediatica che è facile
immaginare da dove provenga. Fate proprio come i nazisti che dicevano:
"UNA BUGIA RIPETUTA TANTE VOLTE FINISCE PER ESSERE ACCETTATA COME VERA".
Vorrei dire alla signora Ognibene che parla di società civile, che
io l'ho incontrata sin dal mio primo viaggio a Cuba nel lontano dicembre
1981. E mi riferisco alle file disciplinate alle fermate dei bus (con il
dolente ricordo di quanti calci negli stinchi e spintoni mi sono cuccata
nella mia austroungarica Trieste in simile frangente), con la gente che
chiedeva "chi fosse l'ultimo", ai bimbi sorridenti ed educati che mi
accoglievano nelle mie numerose visite a famiglie cubane, agli inviti ad
entrare e condividere una bibita in case sconosciute, ai momenti
peggiori del periodo especial (neanche menzionato dalla vostra) quando
ha continuato ad esistere una rete di condivisione e solidarietà,
impensabile in paesi del cosiddetto primo mondo.
Nei miei numerosi viaggi nell'isola, mi sono chiesta spesso come
avremmo reagito noi in un frangente simile a quello della prima metà
degli anni '90.
Quando, dopo la caduta dei paesi dell'Est, unico interlocutore economico
di Cuba dall'inizio degli anni '60 (ricordo che gli Stati Uniti imposero
all'Organizzazione degli Stati Americani di rompere le relazioni con
l'isola, uniche eccezioni di dignità Messico e Canada), si sono trovati
a vivere con il 25% delle proprie risorse. E le risposte che mi sono
data sono sempre risultate estremamente negative per il nostro modo di
vivere.
Neanche menzionato questo periodo, vero dalla vostra inviata? Come
non esistesse. E neanche la ragione per cui esiste la doppia moneta,
proprio in virtù del periodo especial. Ricordo a lor signori che sia
nella Repubblica Dominicana che ad Haiti si marcia con il dollaro, senza
alcun ammortizzatore sociale per la popolazione, cosa che invece a Cuba
esiste da sempre.
E, che piaccia o no alla vostra signora e alla vostra redazione,
l'Isla Grande ha resistito senza alcun tipo d'implosione, anche se,
grazie all'Ufficio d'Interessi degli Stati Uniti (autentica violazione
di diritto internazionale) presente a L'Avana, è stato tentato in tutti
i modi di provocare ciò che si aspettavano i mafiosi di Miami.
Lo stesso Ufficio che, di fatto, finanzia da sempre gruppetti e
gruppuscoli e che da quando, circa 2 anni fa, è arrivato James Cason ha
di fatto dato nuovo impulso ai maneggi ed agli attacchi contro l'isola.
Questi decantati gruppi in realtà sono formati da 3-4 persone che a
loro volta danno vita ad altri. Tutto per dimostrare ai loro
foraggiatori dell'Ufficio di Interessi degli Usa che qualcosa si muove.
Come le biblioteche clandestine che tanto piacciono alla signora. In
realtà casse di robaccia che non interessano nessuno in un paese dove si
è appena conclusa l'annuale fiera del libro, con sedi in tutto il
territorio nazionale, la più grande di tutto il continente
latinoamericano, frequentata da alcuni milioni di persone. In un paese
dove l'anno scorso sono stati diffusi i classici della letteratura
mondiale a costi bassissimi in moneta nazionale. In un paese dove
esistono i teatri itineranti che si arrampicano nei villaggi isolati
delle sierre per portare la cultura a tutti, interagendo con gli
abitanti stessi.
La signora parla dei dissidenti imprigionati l'hanno scorso, di
nuovo dei 3 condannati a morte (ma avete tutti lo stesso copione?), ma
non dice una parola, una, sui 7 sequestri e dirottamenti tra
imbarcazioni ed aerei avvenuti a Cuba nel 2003 in pochi mesi. No, certo,
questo non fa comodo dirlo perché farebbe capire ai lettori che, contro
Cuba da 40 anni, è
giocata una guerra sporca.
Ricordo che oltre 3000 cubani sono morti e 15.000 sono rimasti
feriti (anche menomati permanentemente) per attentati dentro e fuori
l'isola dal 1959 in poi.
Ricordo che nell'estate1997 L¹Avana è stata teatro di vari attentati
in hotel ed installazioni turistiche e che in uno di questi è morto un
nostro connazionale FABIO DI CELMO.
Ma a voi non importa di questa giovane vita stroncata, il cui padre
83enne ha scelto di concludere la sua vita a Cuba, dove suo figlio è
costantemente ricordato (un ospedale, una scuola ed un balletto gli sono
stati dedicati) mentre nel suo paese d'origine si tace, anzi la sua
sorte viene nascosta perché non conviene inimicarsi l'imperatore
d'oltreoceano.
Giustino di Celmo vive a L'Avana, testimone del grande umanesimo
dell'isola, dove nel dicembre scorso si è laureato in sociologia,
coronando un suo vecchio sogno.
E neanche una parola sui 5 cubani prigionieri negli Stati Uniti per
aver indagato sui gruppi terroristici (i mandanti anche dell'assassinio
di Fabio).
I 5 (come normalmente vengono chiamati Antonio Guerrero Rodríguez,
Fernando González Llort, Gerardo Hernández Nordelo, Ramón Labañino
Salazar e René Gonzáles Sechwerert) hanno avuto una sola colpa: quella
di aver voluto denunciare il terrorismo proprio a chi lo ha generato, lo
produce ogni giorno e lo esporta al mondo intero: gli USA.
Un caso che molti nel mondo paragonano a quello di Sacco e Vanzetti
e ai coniugi Rosenberg.
Ma il livore della Ognibene (che cognome mal combinato!) le impedisce di
non vedere al di là di alcune spurie informazioni raccattate tra qualche
furbastro (ne esistono anche a Cuba, tutto il mondo è paese purtroppo).
Quel livore che esprime sputando parole come "castrismo", "dittatore",
"regime".
Si è mai chiesta come mai insigni figure a livello mondiale si siano
schierate a favore di Cuba? Vedi Noam Chomskj, Esquivel, la Menchù ed
altri ancora. E per non parlare di Gabriel Garcia Marquez, di Frey
Betto, del rev. Lucius Walker, del nostro Gianni Minà. Lo stesso
Saramago che l'anno scorso aveva affermato "Con Cuba mi fermo qui", si è
rimangiato la sua affermazione con una lettera alla stampa mondiale (ma
non pubblicata in Italia) proprio l'8 ottobre, anniversario
dell'assassinio di Ernesto Che Guevara, in cui ribadiva il suo appoggio
e la sua comprensione per le scelte cubane. Tutti sbagliano?
Forse non sa la signora che nel 2000 a L'Avana ha avuto luogo il II
Incontro Mondiale di Solidarietà con Cuba che ha raccolto oltre 4000
delegati in rappresentanza di 600 Associazioni di oltre 148 paesi del
pianeta. Io c'ero con questa moltitudine variopinta che portava
testimonianze e desiderio reale di un mondo migliore, sotto lo
striscione "Globalizziamo la solidarietà" e la frase di José Martì (ma
lo conosce la Ognibene e qualcuno di voi di un Linus che è scadutissimo?)
"Il mondo dovrebbe essere un grande abbraccio". Voi pensate che se Cuba
fosse quella che voi descrivete riuscirebbe a muovere moltitudini enormi
di persone?
Credo che nessun paese al mondo (molto più disastrato di Cuba) riesca a
muovere tante coscienze.
Forse perché solo a Cuba studiano completamente gratis 5000 giovani
poveri nella Scuola di Medicina Latino-Americana, provenienti appunto
dai paesi del continente sudamericano, oltre a 200 giovani poveri degli
Stati Uniti.
Forse perché solo a Cuba studiano gratis in varie facoltà, giovani
africani.
Forse perché solo a Cuba vengono curati gratis dal 1986 bimbi e
giovani di Cernobyl, dove anche donne delle zone contaminate vanno a
partorire.
Forse perché solo Cuba ha in giro per le zone più disastrate del
pianete 15.000 fra medici e personale sanitario in vere missioni
umanitarie.
Una bella differenza con le nostre azioni umanitarie con l'elmetto
ed il mitra!
In quanto a Fidel Castro ricordo alla signora che è uno fra i più
grandi intellettuali del 20° secolo ed è presidente del Consiglio dei
Ministri, in quel parlamento dove siedono rappresentanti di tutte le
realtà del paese, tra cui grandissimi intellettuali e scienziati., molti
dei quali non sono assolutamente membri del Partito Comunista Cubano, e
fra i quali vi sono 2 pastori protestanti. Parlamento che viene
rinnovato ogni 5 anni e i cui candidati vengono scelti da capillari
assemblee popolari. Come ci è stato detto da un simpatico cubano di
mezza età alcuni anni fa, la nostra decantata democrazia si limita a
farci fare una croce su un simbolo e un nome prestampato e a buttare la
scheda nell'urna, mentre loro i parlamentari
e i deputati alle Assemblee del Potere Popolare se li scelgono uno per
uno.
Lo è diventato nel 1976, prima Presidente della Repubblica di Cuba
era Osvaldo Dorticós e prima ancora Manuel Urrútia.
Più o meno nello stesso periodo quando in Egitto è salito al potere
Mubarak. Che continua al suo posto senza che nessuno di voi del quarto
potere dimostri l'accanimento ed il livore che invece dimostrate per
l'isola caraibica. E nel vicino Egitto vige la pena di morte. Ricordo le
esecuzioni anni fa di integralisti musulmani. Ma non c'è stato lo stesso
rumore mediatico.
Così come tutto tace nei riguardi della Cina, membro del WTO, con
buona pace delle ipocrite coscienze nostrane.
Idem per paesi come la Birmania, dove dei generali felloni
terrorizzano e martirizzano un popolo.
O dei tiranni genocidi africani. Ma alle anime belle della carta
stampata che importa se muoiono centinaia di migliaia di poveri neri!
No, l'importante è attaccare Cuba accodandosi ai corifei mediatici.
Ricordi la Ognibene che i CDR (Comitati di Difesa della Rivoluzione)
non sono un covo di spioni, bensì un'organizzazione di massa che si
occupa sia della salute (vedi campagne per la donazione di sangue o
grazie al suo intervento, la limitata epidemia di dengue dell'anno
scorso) che del territorio, come riciclaggio di materie prime, che dei
problemi spiccioli dei suoi abitanti. Nella stragrande maggioranza
presidenti dei CDR sono donne. Certo anche vigilano, ma in un paese che
da 40 anni è sotto la costante minaccia di un attacco USA (e ricordo
alla Ognibene e a voi di Linus che cìè stata Baia dei Porci e che nel
1994 il democratico Clinton ha ritardato l'invasione di Haiti perché
sperava nel contempo d'invadere anche Cuba, dopo la fomentata cosiddetta
crisi dei balseros), essere all'erta è un dovere. E grazie alla loro
vigilanza sono riusciti a sventare attentati che sarebbero stati ben più
devastanti di quelli seppur sconvolgenti del 1997.
E chi sarebbero i turisti che avrebbero portato una ventata di
libertà?
Forse noi provenienti da una italietta prona di fronte ai diktat del
padrone d'oltre oceano, rilucenti di firme ed orpelli inutili? Bell'esempio
certo.
Con una TV monocorde, una stampa per la stragrande maggioranza asservita
al potere, un'economia allo sfascio (e senza bloqueo o periodo especial),
una disoccupazione dilagante (altro che il 2% cubano!), la solitudine e
la paura nelle nostre città, le guerriglie urbane post-partite di
calcio, senza parlare di mafia, camorra e ndragheta delle quali (in era
berlusconiana) quasi non si parla più, ma che esistono sempre.
Volevo puntualizzare, a proposito di turismo, che sempre più a Cuba
si afferma quello ecologico, con trekking sui picchi delle Sierre,
quello artistico con le visite alle splendide città, oltre che convegni
mondiali come quello tenutosi pochi mesi or sono sulla siccità del
pianeta e contro il nefasto ALCA. Con buona pace dell'ironia della
vostra Ognibene.
CONCLUDO INFORMANDOVI CHE NON RINNOVO L'ABBONAMENTO A LINUS, RIVISTA
CHE
HO SEGUITO PER 30 ANNI. NON INTENDO SPRECARE DEL DENARO PER LEGGERE
ARTICOLI
BUGIARDI E DISINFORMATI.
Alma Masé Segretaria del Circolo
Hilda Guevara di Trieste Associazione Nazionale di Amicizia
Italia-Cuba
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