Non dissidenti,
ma venduti e annessioni
Nemici del
proprio popolo e della propria Patria • L’ipocrisia di chi viene a Cuba
per “insegnare la democrazia”
GIOIA MINUTI
Da anni non scrivo
quasi nulla su questi squallidi personaggi, che non arrivano a trecento
in un’Isola di undici e più milioni di abitanti, ma che riescono, grazie
al denaro, alla sottomissione ai potenti e alla inesistente etica e
moralità - loro e di tutti coloro che li segnalano con la lingua
penzoloni, come cani assetati di abiette menzogne su Cuba. Che li
segnalano come divi, come quasi tutta la stampa italiana, così misera di
notizie e d’intelletti e di onestà.
Tutti costoro
vogliono vendere Cuba agli Stati Uniti all’impero e alla stessa miseria
in cui vivono i popoli dei paesi schiavi di tutto questo.
Per la prima volta
un gruppo di detti dissidenti ha organizzato una sorta di ridicola
riunione al grido di “Viva Bush” con l’aiuto dell’Ufficio di Interesse
che ha anche portato una Lap Top per mostrare il video dove Bush augura
a Cuba di divenire libera al più presto...
“Cose da far
spiritare i cani!” come diceva Antonio Gramsci in questi casi...
A Cuba tutti
abbiamo molto da fare e non è per caso che questo paese ha il maggior
numero di laureati del mondo, considerando il numero di abitanti, ha
ottenuto conquiste straordinarie in tutti i settori, dall’arte alla
cultura, dalle scienze alla tecnologia e sta superando se stessa
nonostante il blocco, le leggi orribili degli USA, l’incapacità bieca e
maligna di nemici che vivono di rabbia e di fiele, sbavando per poter
dare notizie negative sulla vita dei cubani...
Ma a Cuba abbiamo
molto da fare e viviamo in un paese in via di sviluppo che non vuole
sciupare i suoi spazi nei giornali, di carta e virtuali, parlando di
sciocchi mercenari venduti e di personaggi pieni di ipocrisia, vedi i
funzionari europei che sono venuti a Cuba per sostenere questa gentaglia
che non serve. Non lavorano per il loro popolo ma lo sfruttano da ogni
punto di vista. La casa di Felix Bonné per esempio è stata tutta
ristrutturata e non è una casetta: chissà da dove gli sono arrivati i
soldi, visto che lui non lavora!
Tra l’altro, non
ho ancora sentito un detto dissidente che non accetti, per esempio, le
cure mediche gratuite che offre loro il governo rivoluzionario che per
loro è un nemico. (Se io potessi, farei pagare loro con quei dollari che
ricevono dal nemico quello che il governo rivoluzionario offre loro, ma
Cuba è al disopra anche di questo mio piccolo desiderio di vendetta...)
Fidel è stato
maltratta con grida contro di lui e le autorità cubane non si sono mosse
per dimostrare che questa gente non conta, non esiste, non pesa, non può
nulla contro la grande Battaglia delle Idee dei cubani onesti che sono
scesi in piazza, più di un milione e solo all’Avana, per chiedere
giustizia contro il terrorismo.
Costoro, come
Marta Beatriz Roque, sono dalla parte degli assassini, di quelle
democrazie che uccidono di fame, di miseria, di disoccupazione, di
malattie facilmente curabili, di corruzione, e di furti in tutta
l’America Latina. Questa democrazie è voluta e guidata dagli Stati Uniti
che stanno facendo una strage in Iraq e in Afganistan, che coprono
Israele che sta sterminando il popolo palestinese.
I detti dissidenti
sono dalla parte di chi sostiene “se deve scorrere a Cuba che il sangue
scorra...” Sangue cubano naturalmente, in cambio di soldi e di un poco
di potere, credono loro.
Il capo della
Sezione di Interesse degli USA, quello che merita alcuni calci in quel
posto dove non batte il sole, James Cason, ha partecipato come
“osservatore” all’incontro che si è svolto nel patio della casa di Felix
Bonné, un ex professore di ingegneria, che ha tradito il proprio paese.
C’erano come sempre, quando si sparla di Cuba, gli ambasciatori di
Germania, Polonia, Giappone, Repubblica Ceca e un consigliere olandese,
Koen Sizoo, che rappresentava l’Union Europea.
Poi i
rappresentanti di Bulgaria, Romania e Norvegia. Niente di nuovo.
Cason ha avuto la
faccia di parlare di democrazia, ma ha specificato che era presente come
osservatore invitato, “por sea caso”, come si dice a Cuba. Il capo della
sezione economica e politica degli USA, Daniel Sainz ha portato il PC
per far vedere e ascoltare il messaggio di Bush.
George W. Bush,
quello stesso dell’Iraq etc. etc. che per i detti dissidenti è il
massimo esponente della “democrazia nel mondo” o meglio è colui che alla
fine manda i biglietti verdi nelle loro tasche (che per fortuna ora
pagano il 18% di tassa).
Marta Beatriz ha
votato per lui in una farsa che si è svolta nell’Ufficio di Interesse e
le foto girano il mondo per dimostrare come potrebbe essere Cuba
libera...
Il popolo cubano
che se ne infischia di questi personaggi – sino a che non minacciano la
sovranità- e sa perfettamente quello che fanno e che dicono, dovrebbe
godere secondo loro, delle stesse libertà del popolo degli Stati Uniti,
ha detto Cason. Povera gente gli statunitensi che si devono anche
trangugiare le prese in giro di questi sciacalli.
Quanti anni dovrà
lottare il meglio del popolo statunitense per godere davvero dei diritti
umani di cui ha diritto?
Fidel ha gridato:
“Viva i popoli di Cuba e degli Stati Uniti!” e l’Isola farà di tutto per
aiutare questo popolo fraterno schiacciato dall’impero più crudele mai
esistito.
“Loro” hanno
parlato della libertà di Cuba, di radio e TV Martì, hanno letto il
messaggio di Bush in spagnolo per chi non sa l’inglese e tutti hanno
gridato “Viva Bush” e altre frasi che non voglio ripetere.
Sono stati
accuratamente respinti dall’Isola il deputato Jordi Xuclá le ex
senatrici Isabel San Baldomero e Rosa López Garnica, spagnole;
i deputati
polacchi Bogulaw Sonik e Jacek Protasiewcz, i giornalisti Wojciech
Rogasin (Newsweek Polonia), il traduttore Maciej Sarna, il giornalista
italiano Francesco Battistini (Corriere della Sera), il senatore ceco
Karel Schwarzenberg e il deputato tedesco Arnol Vaatz per varie
motivazioni, ossia per non aver rispettato le leggi cubane di
immigrazione in differenti voci.
Il Sig. Battistini
per esempio non aveva motivazioni per stare con i detti dissidenti
perchè era entrato come turista a Cuba. Il Corriere della Sera è così
povero che non può pagare qualche Euro per il visto giornalistico o è,
come accade molto spesso solo arroganza? Sono molti i giornalisti
italiani che dovrebbero venire a Cuba a seguire qualche corso per
professionisti per imparare l’etica professionale prima di tutto.
È evidente che nel
piccolo mondo dei detti dissidenti ci sono gravi problemi di gestione
perché Osvaldo Payá, Eloy Gutiérrez Menoyo – che ha dichiarato che non
si mette con gente venduta a un paese straniero e Manuel Cuesta Morúa,
in discrepanza con la linea di Marta Beatriz non si sono fatti vedere.
Elizardo Sánchez non c’era, ma si considerava rappresentato da Vladimiro
Roca, presente a nome di una detta coalizione (va ricordato che se la
raccontano e se la ripetono tutta tra di loro...)
Non è successo
niente: non ci sono state retate, non ci sono stati lesionati o feriti o
arrestati... come tanto sarebbe piaciuto a “quel” genere di stampa...
c’è solo il disprezzo del popolo cubano lavoratore, patriota, colto e
rivoluzionario, cioè quasi tutti i cubani.
Mentre i cubani
onesti chiamati da Fidel sono scesi in strada in poche ore ed erano
quasi un milione e mezzo e solo all’Avana, questi quattro gatti –
scusatemi gatti - litigano tra di loro per quattro briciole che gli
ipocriti amici che li sfruttano, quelli che hanno pagato le spese,
immagino, per il caffè da offrire ai partecipanti .
A Cuba abbiamo
molto da fare per costruire un mondo migliore, che è possibile, per
formare l’integrazione latino americana, per dare libertà ai popoli
oppressi da costoro, gli amici dei detti dissidenti che non valgono
neanche trenta denari... Cuba ha tutto il diritto di permettere o meno
l’ingresso nel paese a chi vuole – il visto è una concessione e non un
diritto in tutti i paesi del mondo e l’Italia lo dimostra molto ben con
i cubani!- È un diritto che in Italia hanno persino le discoteche!
Quando abbiamo letto le dichiarazioni così meschine di decine di
giornali italiani abbiamo compreso che la decadenza culturale e morale
ha già corroso spazi irrimediabilmente enormi.
Il popolo italiano è
molto più savio del suo governo e dei rappresentanti di questi mezzi di
comunicazione e questo ci consola e ci dà speranza, perchè lo abbiamo
accanto nella nostra battaglia che internazionale per la pace, la
giustizia e l’equità.
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