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La patata bollente
Riflessioni di
Jacopo Venier sull'incontro internazionale
"Contro
il terrorismo, per la verità e la giustizia"
che
si è tenuto a Cuba dal 2 al 4 giugno 2005
Chi è il vero terrorista?
Questa domanda è fondamentale in un momento in cui gli USA hanno
dichiarato guerra al mondo in nome della guerra al terrorismo.
Il terrorista è colui che per
perseguire il proprio disegno di dominio pianifica atti di violenza al
fine di terrorizzare la popolazione, di indurla a cedere al proprio
ricatto, di spingerla a modificare il proprio regime politico e sociale.
Ora accade che il Pentagono pubblica
una parte della documentazione segreta sulla attività della CIA negli
anni ’70 in America Latina e da questa documentazione risulta
ufficialmente ciò che tutti sapevano e cioè che sono stati proprio gli
USA ad organizzare la più grande e terrificante operazione di terrorismo
di Stato della storia moderna che ha preso il nome di “Piano Condor”.
Pur
di impedire lo sviluppo di regimi politici progressisti e l’avanzata
delle idee della sinistra nel continente gli Stati Uniti non hanno
esitato ad organizzare i golpe militari, ad addestrare i torturatori, a
coprire politicamente quello che è stato il genocidio di una
generazione.
Il “Piano Condor” è stato la
sistematizzazione scientifica di tutto questo. Si tratta della
collaborazione tra le polizie segrete delle dittature, sotto la super
visione della CIA, al fine di perseguitare “i terroristi sovversivi” in
qualunque nazione essi avessero trovato rifugio; per scambiarsi
informazioni ottenute con la tortura sistematica eseguita con i metodi
appresi alla “Scuola delle americhe” dove i torturatori facevano
esperienza sulla base dei manuali forniti dalla CIA; allo scopo di
pianificare la sistematica sparizione di centinaia di migliaia di
persone e la distruzione delle prove di questo genocidio perpetuato in
tutto il continente senza che nessuna delle rappresentanze diplomatiche
degli USA “si sia mai accorta di nulla”.
Ma non solo. Oltre alla
parte “ufficiale” affidata ai governi oggi la documentazione conferma
senza ombra di dubbio che gli USA hanno foraggiato ed utilizzato
consapevolmente quella che altro non è che una organizzazione di
terroristi e cioè la fondazione Cubana-Americana per mettere in pratica
le operazioni che dovevano restare ancora più segrete.
Gli esuli anti-castristi
sono stati la manovalanza per i lavori più sporchi, quelli che nemmeno i
feroci regimi militari si prestavano a mettere in pratica direttamente.
Una catena lunghissima di attacchi terroristici contro dirigenti
politici e sindacali e contro installazioni civili fu organizzata da una
rete internazionale del terrore. Si tratta di persone ben identificate,
non solo per gli atti giudiziari che ne dimostrano la colpevolezza, ma
perché hanno avuto loro stessi la sfrontatezza di proclamare
orgogliosamente le loro responsabilità. Uno di loro, Orlando Bosh, colui
che ha orgogliosamente rivendicato di aver organizzato l’attentato
contro un di linea cubano provocando la morte di 73 ( “tra cui 5
negrette” così Bosh descrive la squadra di schema femminile di Cuba) è
stato graziato da Bush padre ( per cui lavorò quando quest’ultimo questo
era a capo della CIA) e vive tranquillo a Miami. Ora accade che il suo
braccio destro, l’uomo che fu il perno di tutta questa organizzazione,
colui che ha messo di persona la bomba sull’aereo, quello che ha
organizzato una catena di attentati a Cuba a causa dei quali è morto
l’italiano Fabio di Celmo, Posada Carrilles, da un mese è arrivato negli
USA e, dopo aver chiesto “asilo politico” per i meriti nella lotta al
comunismo, è stato alla fine “fermato” con l’accusa di immigrazione
clandestina. Il Venezuela, dove Posada è stato condannato ed è evaso, ne
ha chiesto l’immediata consegna ma tutti i funzionari USA sono
immediatamente divenuti “muti”.
Questo personaggio è infatti
oggi una “patata bollente”, scomoda e pericolosa, che il governo di Bush
non sa a chi scaricare e certo non intende consegnare al Venezuela
bolivariano. Così prima che Carrilles sparisca nel nulla o prima che sia
spedito per esempio in Salvador dove lo aspetta una multa (!) e la
scarcerazione Cuba ha assestato il suo colpo. In tre giorni ha
organizzato un grande ed importantissimo incontro internazionale “
contro il terrorismo, per la verità e la giustizia” che ha visto la
partecipazione di oltre 600 invitati da tutto il mondo. Tra questi di
una serie impressionante di studiosi, di intellettuali, di ricercatori
che costituiscono l’asse di questa memoria negata, della coscienza
collettiva che ciò che è accaduto sta ancora accadendo, della denuncia
di come il Condor non ha mai smesso di volare ma ha solo cambiato il
colore delle proprie piume.
Questi studiosi sono stati
chiamati ad un’opera minuziosa di ricostruzione delle tappe storiche ma
anche degli ultimi terrificanti avvenimenti di questa incredibile trama
oscura che mette insieme servizi segreti, gruppi terroristi (compresi
noti neofascisti italiani), organizzazioni mafiose e narcotrafficanti.
Ne è emerso un quadro dettagliato, e provato, di come ancora oggi l’attività
di questi gruppi di pseudo-oppositori cubani sia in realtà la copertura
di un progetto di destabilizzazione continentale che, se nel passato ha
avuto come obiettivo ad esempio il Cile di Allende e poi il Nicaragua
sandinista, oggi, con le stesse modalità, è puntato contro il Venezuela
di Chavez e, come sempre, la Cuba di Castro.
Il PdCI ha avuto l’onore di
essere l’unico partito italiano invitato in quanto tale a queste
giornate storiche. Partecipare è stato come veder scorrere davanti ai
propri occhi la storia di una immensa lotta tra la giustizia e la
barbarie. Come ha giustamente notato Fidel (in perfetta forma) è stato
un onore ed un privilegio non solo poter rafforzare con le prove le
proprie profonde convinzioni ma al contempo vedere come in questa lotta
drammatica le madri (quello di Palaza de Majo) hanno preso il posto dei
propri figli ed i figli (come Manuel Guerriero figlio di un desparecidos
cileno) hanno sostituito i propri padri. Sentire che l’ansia di verità e
giustizia non trova pace e non si placa nemmeno di fronte alle nuove
forme di terrore e disinformazione della nostra epoca. Emozionarsi di
fronte alla rabbia ed al dolore che diventano determinazione e sfida
negli occhi lucidi ma nella voce ferma di chi ha perso un fratello (
giornalista ucciso dagli USA in Iraq per impedire che informasse sulla
strage Felluja) o un padre (incarcerato negli USA con altri quattro
cubani per aver denunciato le attività terroriste contro Cuba).
L’informazione italiana ed
internazionale questa volta, guarda caso, a Cuba non c’era. Nessun visto
turistico o giornalistico è stato chiesto per seguire un evento che in
se era una notizia. Questa è la miglior prova di come oggi una delle
principali rotte del Condor passa proprio per “la congiura dei Media”
che maschera la verità e cancella la memoria perché il pensiero e l’intelligenza
siano sterilizzati.
Ma Cuba è una piccola
Stalingrado, una Rivoluzione che ha resistito quando tutto sembrava
perduto, perché non si è mai fermata, perché non si è mai rassegnata ai
rapporti di forza, perché ha sempre ribaltato il gioco.
Oggi la battaglia per l’estradizione
di Posada Carrilles in Venezuela (da dove è evaso) diviene una campagna
internazionale per la verità, la giustizia e contro il terrorismo.
Questo criminale deve essere estradato in Venezuela e deve pagare per
atti di terrorismo che egli ha dichiarato di aver compiuto per ordine
della CIA. Ma con Posada Carrilles devono essere processati anche i suoi
mandanti che ovviamente sono, come lui, veri e propri terroristi.
Questo è l’impegno di tutti
dopo tre giorni lotta, di combattimento delle idee, di coraggio contro
il terrore, per sfidare l’impero più grande, per inchiodarlo alle
proprie responsabilità, per impedirgli ogni via di fuga che non sia
quella di ammettere la propria sudicia ipocrisia, la doppia morale che
rende i proclami della guerra preventiva niente di più che moneta falsa.
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