Aspettarsi che di questi tempi la RAI faccia
informazione corretta è certamente pretendere troppo.
Quando l’argomento è Cuba poi, la
confusione, la calunnia, la menzogna sono di prammatica.
D’altro canto cosa si può pretendere da un servizio
pubblico con a capo Fabrizio Del Noce, il quale, durante lo storico
viaggio del Papa, ha affermato “Vi sto parlando da Santa Clara, città
natale di Ernesto Che Guevara”. SENZA COMMENTO.(Riguardatevi le cassette
o leggetevi la prefazione del libro di Gianni Minà “Fidel e il Papa” se
non mi credete)
Desidero puntualizzare, innanzi tutto, che i tre
fucilati non erano dei povericristi che volevano scappare, ma tre figuri
armati di tutto punto che avevano sequestrato tre imbarcazioni che
facevano servizio pubblico, mettendo a repentaglio la vita di diversi
cittadini.
In quanto agli imprigionati, i 75 cosiddetti
dissidenti, in realtà erano nel libro paga della CIA e della SINA
(l’Ufficio d’interessi degli Stati Uniti) che vale ricordarlo ai vostri
giornalisti, é abusivamente installata a Cuba e la cui unica
occupazione è quella di creare dissidenti o meglio terroristi. Vedasi
quando si è insediato il signor James Cason il cui primo atto è stato di
contattare questi personaggi. Come se da noi un ambasciatore di uno
stato estero, contattasse per prima cosa dei Brigatisti Rossi!
Guarda caso, il signor Payà è sotto l’ombrello di
Carlos Alberto Montaner, nel libro paga della Cia e della Fondazione
Cubano Americana del defunto Jorge Mas Canosa. Tale Montaner nella
decade del 60 si integrò all’esercito statunitense per invadere il paese
ed oggi dirige la Fondazione Ispano-Cubana a Madrid, finanziata dal PPE
di Aznar, guarda caso grande amico di Bush. Difatti il progetto Varela è
un’idea del losco figuro Montaner e non di Payà che è solo il suo
diffusore.
Se non lo sapeste, vi comunico che dal 1959
sono morti ben 3000 cittadini cubani a causa di attentati dentro e fuori
l’isola, a causa di quelli che voi chiamate dissidenti, e 15.000 sono
rimasti feriti e menomati.
Avete, inoltre, calcato la mano sulla “povertà”.
Certo per i nostri canoni (ma oramai di una cerchia sempre più ristretta
di italiani con l’economia allo sfascio ed il governo che ci ritroviamo)
i cubani sono poveri, perché non sono vittime del consumismo sfrenato. E
vi posso garantire che, conoscendo la realtà cubana, giacché frequento
l’isola da 20 anni, anche nei periodi peggiori degli anni 90 le loro
condizioni di vita erano di gran lunga migliori di quelle dei loro
confratelli di qualsiasi paese dell’America Latina. Basta vedere la
mortalità infantile (6‰ entro il 5° anno di vita) e le aspettative di
vita della popolazione cubana (78 anni per i maschi, 80 per le donne).
Avete calcato la mano sulle case fatiscenti
dell’Avana Vecchia dove è bene ricordarlo, signori miei, non è stato
piantato un chiodo fino all’epoca rivoluzionaria. Da che pulpito viene
la predica, signori del TG2! I Quartieri Spagnoli, Forcella ed altre
zone di Napoli sono in condizioni ben peggiori dell’Avana Vecchia. Con
buona pace di paese nel G8 o G7 che dir si voglia. Senza contare il
degrado di coste, spiagge, zone naturalistiche e cementificazione
selvaggia del Belpaese.
Volevate forse far passare il messaggio che tale
degrado (in realtà è un’area vastissima – il più grande centro storico
di tutto il continente sudamericano - di cui una buona parte è stata
recuperata grazie all’intuizione dello storico Eusebio Leal proprio
negli anni ’90) sia causato dalla rivoluzione, mentre era nei piani di
Batista l’idea di raderla al suolo per costruirvi grattacieli, se non
fosse stato fermato dalla rivoluzione. Che è bene ricordarlo, ha
recuperato aree naturalistiche, tra cui la penisola di Zapata con
l’allevamento di coccodrilli (a rischio di estinzione causa caccia
sfrenata), ed ha ben sei riserve della biosfera protette dall’Unesco.
Senza contare l’opera di rimboschimento iniziata negli anni ’60 in barie
province fra cui quella di Pinar del Rio, dove solo nella zona di Las
Terrazas sono stati piantate oltre 1.000.000 di piante.
Neanche una carrellata sulle case costruite nelle
varie province dell’isola, nelle zone devastate dai cicloni, nelle
comunità contadine, nelle ricostruzioni dei vari centri storici delle
splendide città. Certo non avrebbe fatto comodo alla disinformazione
come sistema di lavoro per chi invece dovrebbe informare.
Che a Cuba il 35% dell’energia sia pulita a voi
giornalisti non importa nulla, che abbiano grazie all’energia eolica e
fotovoltaica elettrificato scuole (dotandole di videoregistratori e
computer) e insediamenti urbani sperduti persino sulla Sierra Maestra
per voi non è una notizia. Che il 100% dell’agricoltura cubana sia
biologico per voi non significa nulla. Non porta acqua al mulino di chi
vorrebbe distruggere l’unico paese dell’America Latina che ha sconfitto
fame, analfabetismo, malattie devastanti derivate dalla miseria.
Neanche una parola dicasi UNA, sulla scuola di
Medicina Latino-Americana dove studiano gratuitamente 3000 giovani
poveri del subcontinente americano, tra cui 300 giovani dei quartieri
poveri statunitensi
(Una bella differenza questa con la School of
America di Fort Beginn in Georgia dove vengono istruiti i torturatori
delle dittature e delle pseudodemocrazie latinoamericane che hanno
causato desaparecidos e distruzione.)
Idem per i bambini e i giovani di Cernobyl curati
gratis dal 1986 a Tararà vicino L’Avana.
Come neanche una parola sui 15.000 fra medici e
personale sanitario cubano in missioni umanitarie nei paesi poveri, sia
del continente sudamericano che africano.
E niente, neanche un accenno all’assassinio del
nostro connazionale FABIO DI CELMO, causato da uno degli attentati
organizzati da Luis Posada Carriles e targati stelle e strisce, che nel
1997 hanno sconvolto L’Avana, ed il cui padre da allora risiede nella
capitale cubana. Forse una conversazione con il signor Giustino di Celmo
e le ragioni per cui ha scelto di concludere la sua esistenza a Cuba,
avrebbe chiarito un po’ più le idee al vostro inviato. Di Fabio nel suo
paese non si parla. A Cuba gli sono stati intitolati una scuola e un
ospedale e dedicato un balletto dal prestigioso Ballet Nacional de Cuba.
IN PIU’ NEANCHE STAVOLTA UNA PAROLA AI cinque
CUBANI INCARCERATI NEGLI STATI UNITI. PER LA RAI E’ COME NON
ESISTESSERO.
ANTONIO GUERRERO, GERARDO HERNANDEZ, FERNANDO
GONZALES, RAMON LABAÑINO, RENÉ GONZALES nel 1997, dopo gli attentati
all’Avana, dove appunto venne assassinato Fabio di Celmo, si
infiltrarono negli Stati Uniti in organizzazioni terroristiche,
informando anche il governo di quel paese. Ebbene, dopo aver scoperto e
svelato futuri attentati organizzati e finanziati dalla mafia (che vi
piaccia o no, così si chiama) cubano-statunitense, sono stati
incarcerati con la scusa di essere loro dei terroristi. E’ stato
organizzato un processo farsa a Miami e sono anni che movimenti ed
associazioni nel mondo si battono per la loro liberazione.
L’organizzazione statunitense FREETHEFIVE per farsi ascoltare e per dare
visibilità a questa palese ingiustizia è stata costretta ad acquistare
per 50.000 dollari uno spazio sul New York Time. Denaro che è stato
raccolto con una colletta a livello mondiale fra le associazioni di
solidarietà con Cuba. Con buona pace per gli esportatori di democrazia
con le bombe!
Ma su di loro RAI TV e media vari, tacciono.
Certo, è molto più facile sparare a zero su un
paese che ha l’unico torto di scegliersi da solo il proprio cammino a 90
miglia dagli Stati Uniti. E che chiede solo di essere lasciato in pace.
Quindi dagli con le interviste alle jineteras, dove
a dire il vero chi ci fa la figura più triste sono proprio i loro
frequentatori, nostri connazionali, con i loro racconti di repressione
sessuale, di solitudine italiota, di carenza patologica di affetto che
ci dovrebbero far riflettere sul nostro malato modo di vivere, incapace
di slanci e generosità.
La stessa libertà sessuale di queste ragazze è
frutto dell’educazione rivoluzionaria che le ha rese sicure e padrone
del proprio corpo, nel bene e nel male. Una prostituzione sui generis,
con donne acculturate, non rese schiave da sfruttatori e poi uccise,
come ne vediamo tante in Italia, provenienti da ex paesi dell’est o
dall’Africa.
In quanto alla chiesa cattolica cubana, era nella
quasi totalità schierata con Batista e di concerto con quella di Miami,
nel 1960 organizzò la vergognosa OPERACION PETER PAN che devastò la
psiche di migliaia di bambini cubani, praticamente rapiti dal paese.
Infine, è mai possibile che a nessuno venga in
mente che possano esistere anche altre forme di autentica democrazia
(ricordo GOVERNO DI POPOLO) che quella che contrabbandano a noi
mandandoci a buttare una scheda nell’urna, con i nomi prestampati dei
candidati delle varie coalizioni, che finiranno col somigliarsi sempre
più? E’ mai possibile che si continui a credere che l’unico modello da
esportare sia questo cosiddetto occidentale che sta facendo acqua da
tutte le parti?
Ricordo che a Cuba, nell’Asamblea del Poder Popular
sono elette persone che non sono assolutamente membri del PCC, (anche
due pastori protestanti e nulla vieterebbe che sedessero anche preti
cattolici, se venissero scelti dalle varie assemblee di zona),
espressioni di svariate realtà artistiche, scientifiche e sociali. In
quell’isola, che per nostra fortuna continua ad esistere, non è il
denaro che la fa da padrone nelle liste elettorali, ma al contrario le
idee e la volontà di essere utili al proprio paese e al proprio popolo.