LA SCUOLA DEGLI
ASSASSINI
SOA 1946-2006:
sessant’anni di crimini sotto silenzio.
Dopo l'attentato
terroristico alle Twin Towers dell'11 settembre 2001, molti cittadini
statunitensi si saranno rivolti domande come queste: “Cosa abbiamo
fatto per essere tanto odiati?”, oppure “Com'è possibile che ci sia
accaduto tutto questo?”. Con ogni probabilità, molte delle increduli
vittime del terrorismo di Stato “a stelle e strisce” si sono poste, in
passato, le stesse domande. E non c'è dubbio, inoltre, che migliaia di
persone innocenti in ogni parte del mondo continuino ad essere
coinvolte nelle cosiddette operazioni di “controinsorgenza” - o di
“guerra sporca” - di matrice nordamericana.
Negli ultimi
sessant'anni, una struttura militare degli Stati Uniti si è distinta
più di altre per essersi prestata a diventare “palestra di
addestramento” di spietati assassini, dittatori e terroristi. Si
tratta della tristemente nota SOA, o “School of Americas”,
originariamente costruita a Panama nel lontano 1946, e successivamente
trasferitasi in Georgia dopo l'abbandono del Canale da parte delle
autorità statunitensi. Nonostante i cambiamenti subiti fino ad oggi la
SOA, chiamata sarcasticamente per le sue nefandezze “School of
assassins” e in seguito anche “Scuola di golpe”, ha continuato a
sfornare diplomati perfettamente addestrati nel seminare morte e
terrore, attraverso la deportazione e la sparizione di centinaia di
migliaia di persone in America Latina. Dalla sua fondazione –
avvenuta, come detto, nell'immediato dopoguerra – sono stati oltre
60.000 i militari latinoamericani formati nella prestigiosa accademia.
Successivamente, negli anni della Guerra Fredda, l'ossatura di tutti
gli eserciti latinoamericani fu costruita proprio attingendo dal
florido “vivaio” della SOA. I suoi neo-diplomati si sarebbero presto
dimostrati all'altezza dei loro compiti, spesso coadiuvati da
consiglieri militari statunitensi a cui era affidata la supervisione
delle operazioni militari e di polizia politica nel turbolento
scacchiere dell'America latina.
La lunga lista dei
licenciados usciti dalla SOA comprende tra gli altri gli ufficiali
Rios Montt, Lucas Garcia e Hector Gramajo, tutti accusati di genocidio
contro il popolo guatemalteco. Il piano da loro denominato “Tierra
razada” [“Terra bruciata”] provocò la morte di decine di migliaia di
civili in 627 massacri (accertati) nel periodo della dittatura
militare capeggiata dallo stesso Montt. In totale le vittime del
conflitto guatemalteco, secondo il rapporto della Commissione Onu per
le chiarificazioni storiche (CEH), ammontano a oltre 200.000 tra morti
e desaparecidos. Il rapporto evidenzia pure che l'addestramento
ricevuto alla School of Americas “aveva una relazione significativa
con la violazione dei diritti umani compiuta durante il conflitto
armato”.
Non molto distante dal
Guatemala, nel Nicaragua del dittatore Somoza, il corpo ufficiali
della Guardia Nazionale – principale responsabile del mantenimento
dello stato di polizia sotto il quale fu costretta a vivere per
decenni la popolazione nicaraguense – era in larga parte composto da
cadetti della SOA. Nel 1979 dopo l'avvento al potere dei sandinisti,
molti di loro confluirono nei reparti dei “Contras”, l'esercito
mercenario armato e finanziato dalla Cia e da altre fonti occulte.
Negli anni di spaventosa guerra civile che seguirono, i Contras si
segnalarono come i peggiori violatori di diritti umani, perpetrando
ovunque torture, massacri di civili, devastazioni e saccheggi.
Più recentemente negli
Stati meridionali messicani, dopo l'entrata in vigore del Nafta [il
trattato di libero commercio fra Stati Uniti, Canada e Messico], le
operazioni militari di presidio sono considerevolmente aumentate di
numero e intensità. L'incremento di queste attività di guerra di bassa
intensità - che hanno visto ancora una volta coinvolti contingenti
provenienti dalla SOA in funzione controinsurrezionale - si deve
soprattutto alla sollevazione zapatista del Chiapas, giudicata dai
governi e dagli investitori interessati un fastidioso ostacolo
all'applicazione del Nafta. Tra gli ufficiali che ordinarono la strage
di Acteal (eseguita il giorno di Natale del 1997) figurano, ancora una
volta, ex-membri della SOA.
Crimini feroci come
quelli consumati in Guatemala, Nicaragua, El Salvador, Messico o
Colombia testimoniano che tali barbarie non sono semplicemente l'opera
di alcune “schegge impazzite” dell'esercito, o di gruppi di uomini in
divisa particolarmente sadici; fanno parte piuttosto di una specifica
strategia del terrore messa in atto dalle forze armate per suscitare
paura, sofferenze ed umiliazioni. Il tutto con il placet della Cia e
del Pentagono.
Anche se la giustizia
non ha quasi mai seguito il suo corso lasciando molti dei responsabili
impuniti, negli Stati Uniti non tutti ignorano questi orribili fatti,
o si dimostrano indifferenti. Il 21 novembre 1999, decimo anniversario
dell'omicidio dei sei padri gesuiti di San Salvador, gli attivisti che
si battono per la chiusura della Scuola riuscirono a riunire poco
fuori la sua sede di Fort Benning più di 12.000 persone, in una
manifestazione che è stata definita “uno dei più grandi atti di
disobbedienza civile della storia degli Stati Uniti”. Il corteo era
preceduto da militanti pacifisti che portavano bare e croci con incisi
i nomi di alcune vittime dei diplomati della SOA.
Nel 2002 anche Amnesty
International ha fortemente insistito per la chiusura del complesso
SOA/WHISC, invocando la creazione di una commissione verità che porti
finalmente alla luce il legame esistente tra l'addestramento militare
impartito nella Scuola e le atrocità commesse dai suoi allievi, senza
con ciò dimenticare la complicità delle istituzioni governative.
Inutile dire che anche questo autorevole appello è rimasto finora
inascoltato.