TELESUR
INIZIERA’ LE TRASMISSIONI A MAGGIO
Un progetto contro la disinformazione
“Una televisione
regionale contribuirebbe in buona misura a far fronte al colossale
squilibrio informativo che si vive in America Latina. Quando, nel
prossimo mese di maggio, inizierà a trasmettere la stazione televisiva
regionale Telesur, si sarà conseguito un trionfo notevole nell’ampia
battaglia per stabilire un nuovo ordine informativo mondiale che
sostituisca quello esistente, caratterizzato dal quasi monopolio
esercitato da USA ed UE”.
Questa
affermazione è stata fatta (in ALAI-AMLATINA) dal giornalista cileno
Hernán Uribe, uno dei molti che in America Latina ha salutato e
sostenuto l’arrivo di Telesur (Nuova Televisione del Sud SA), un
progetto nato grazie all’apporto finanziario dei governi venezuelano,
argentino e uruguayano, nonchè al sostegno di istituzioni brasiliane.
“La
concretizzazione di questo progetto presuppone un nuovo ordine
informativo mondiale e porrà fine al monopolio delle informazioni
esercitato da Stati Uniti ed Unione Europea”, ha dichiarato il
presidente venezuelano Hugo Chávez, che considera indispensabile
aumentare l’indipendenza culturale dei paesi latinoamericani (con una
popolazione di 500 milioni di abitanti).
Aram Aharonian,
giornalista uruguayano direttore di Telesur ha spiegato (fonte Indymedia)
che questo è un progetto strategico, nato dalla necessità di dare voce
ai latinoamericani, sommersi da un cumulo di pensiero ed immagini unici,
trasmessi dai media commerciali.
“Telesur dispone”,
“di un direttivo internazionale, presieduto dall’attuale ministro
dell’Informazione del Venezuela, Andrés Izarra, con Aharonian come
direttore generale e con la partecipazione dell’argentina Ana de Escalom,
direttrice del Canale 7 di Buenos Aires; Belo Almeida, sindacalista del
collegio dei giornalisti del Brasile; Jorge Enrique Botero, colombiano,
direttore dell’informazione del canale e del cubano Ovidio Cabrera.
La televisione
regionale contribuirebbe in buona misura a fronteggiare il colossale
squilibrio informativo esistente in America Latina, che ha portato
Hernán Uribe a chiedersi: Esiste il Sud?
Secondo il
giornalista cileno “il destino storico ha fatto si che nell’Emisfero
Nord siano localizzate le nazioni industrializzate e sviluppate e che
nel Sud si trovino i paesi poverissimi, a dispetto del fatto che in
questa parte del pianeta viva il 70% della popolazione mondiale.
In tutti gli
indici delle statistiche, gli Stati sottosviluppati hanno il triste
primato della povertà, fame, analfabetismo, solo per menzionare alcuni
degli sqilibri tra le due aree geografiche. Anche l’informazione
giornalistica deve essere compresa tra queste brutali differenze”.
In I Media
considerano un solo Mondo, escludendo il Sud, Ana Delicado ricorda
che gli Stati Uniti e l’Unione Europea controllano il 90% di tutta
l’informazione del pianeta e così 300 delle principali agenzie di
informazione sono così suddivise: 144 degli USA, 80 dell’Unione Europea
e 49 giapponesi. Un dato illustrativo: i paesi poveri, dove vive il 75%
dell’umanità, posseggono soltanto il 30% dei giornali del mondo.
Telesur
conquisterà posizioni rispetto alle grandi ‘corporations’ mondiali di
notizie, compiendo un’impresa mediatica del tipo David e Golia e
funzionerà “secondo stretti criteri di redditività, competitività e
commercializzazione”, ha detto Aharonia al giornale messicano ‘La
Jornada’.
Ha considerato che
l’informazione oggi disponibile sulle nazioni dell’America Latina è
assolutamente parziale ed inserita nella tendenza a diffondere una voce
ed un’immagine uniche nei messaggi, che non rappresentano ciò che
realmente succede in America Latina.
“Rivendichiamo il
diritto dei nostri popoli a disporre di una loro voce. Non saremo
intermediari di questa voce, ma uno spazio dove i popoli latinoamericani
potranno farla sentire”.
Per quanto
riguarda i futuri contenuti, si prevede che più del 30% della
programmazione sarà a carattere informativo, ma verrà trasmessa anche
una forte dose di documentari e film di ‘fiction’ latinoamericani ed una
rivista mattutina sulle tematiche culturali.
Il motto di
Telesur sarà: “Il nostro nord è il sud”. L’emittente avrà la sua sede a
Caracas. Trasmetterà ventiquattro ore su ventiquattro, con tre blocchi
di otto ore l’uno. Potrà contare su corrispondenti negli USA, in
Messico, Bogotà, Caracas, L’Avana, Lima, Buenos Aires e Brasile.
Secondo i suoi
dirigenti, la nuova televisione satellitare si distinguerà in molti
aspetti dalle emittenti commerciali.
“I nostri
presentatori avranno uno stile colloquiale, disporremo di giornalisti
che racconteranno storie, saranno reporter e non pupazzi che sanno
soltanto leggere il TELEPROMPTER. La nostra idea è quella di rivendicare
il giornalismo”.
“Inoltre”, ha
puntualizzato, “aspiriamo ad avere un’agenda nostra, toccando temi che
presto scompaiono dagli schermi commerciali ma che non per questo
cessano di essere notizia”.
LOTTA IDEOLOGICA
In una conferenza
stampa tenutasi a Montevideo, Aharoniam ha detto che con Telesur si
vuole intraprendere una lotta ideologica nell’ambito televisivo ed ha
fatto riferimento all’attuale esistenza di una “dittatura mediatica”,
attraverso la quale “si vogliono imporre un pensiero unico, una immagine
unica ed un solo punto di vista. Ci vedono in bianco e nero mentre siamo
in technicolor. Siamo molto diversi fra noi, abbiamo differenze etniche,
di opinione (anche fra chi la pensa nello stesso modo) e questo si deve
riflettere sullo schermo”.
Il direttore di
Telesur ha ricordato come “da circa 513 anni veniamo allenati a vedere
con occhi altrui. Vogliamo disporre di un canale televisivo che possa
mostrare questa America Latina e Caraibi in tutti i suoi colori, con le
diversità e pluralità che ci contraddistinguono”.
Ha ribadito che
con Telesur avremo una voce ed un’immagine nostra. “Un sogno di
sovranità latinoamericana”.
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