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                   NON SOLO CUBA

 


 

 

 

 

Esce nel mese di maggio in libreria un testo che sicuramente farà discutere a sinistra.

 

Il titolo parla da sè: Ricostruire il partito comunista, appunti per una discussione.

E' edito dalla Simple, a cura e per conto di Marx 21: l'associazione politico-culturale presieduta dal filosofo e storico Domenico Losurdo, che coinvolge buona parte dei principali intellettuali marxisti italiani e si propone, oltre al lavoro di ricerca teorica, di riunire in un solo partito i comunisti che in Italia, oggi frazionati e dispersi, non rinnegano il patrimonio migliore del movimento comunista italiano e internazionale e del PCI, e si ispirano a Lenin, Gramsci e Togliatti.

 

Chi sono gli autori?

Oliviero Diliberto, segretario nazionale del Partito dei comunisti italiani (Pdci). Già dirigente del PCI, più volte deputato al Parlamento, è stato anche Ministro della Giustizia alla fine degli anni '90. Vladimiro Giacchè, economista ed esponente di un'area vasta di “comunisti senza partito”,  è autore di volumi e saggi filosofici ed economici, editorialista del Fatto Quotidiano e vicepresidente dell’Associazione Marx XXI.

Fausto Sorini, tra gli animatori della componente leninista e internazionalista che negli anni  '80 contrasta la mutazione genetica del PCI, è tra i giovani fondatori di Rifondazione comunista, dirigente del settore esteri, animatore de l'ernesto (rivista e area-politico culturale), tra i fondatori dell'Associazione Marx XXI.

Al lavoro collettivo ha partecipato anche Andrea Catone, saggista e storico del movimento operaio, che gli autori ringraziano per il “contributo inestimabile”.

 

Articolato in 352 pagine, 7 capitoli e 243 tesi, il libro affronta le principali questioni che animano il dibattito dei comunisti e della sinistra alle soglie del terzo millennio, in Italia e nel mondo.

 

Quali sono le prospettive del capitalismo e del socialismo nel XXI secolo, in un contesto mondiale segnato dalla più grande crisi strutturale del sistema capitalistico dopo il 1929?

 

Quali le principali dinamiche del mondo multipolare, a vent'anni dalla fine dell'Urss? E quale il ruolo della Cina?

 

Quali le ragioni storico-politiche che hanno contribuito a determinare la sconfitta del socialismo reale in Europa?

 

Come è cambiata la NATO e qual'è oggi la sua funzione?

 

Qual'è la natura dell'Unione europea? E quali le prospettive di un'altra Europa?

 

Quali sono le caratteristiche attuali e le prospettive del capitalismo italiano? Quale la struttura di classe del nostro paese?

Come è cambiata l'Italia politica e istituzionale negli ultimi vent'anni? Quale la natura delle forze politiche sorte dopo la fine della Prima Repubblica? Che cosa è il “berlusconismo”?

E' ancora attuale l'ispirazione programmatica della Costituzione repubblicana? Come ricostruire nell'Italia di oggi le condizioni di un'alternativa ai poteri dominanti?

 

Perchè è finito il PCI? Quali i principali interrogativi di ordine storico-politico a cui tale questione rimanda? Quale il bilancio ventennale della “rifondazione comunista”?

 

 

Perchè diciamo: “ricostruire il partito comunista”? Quale partito nell'Italia di oggi? Quale radicamento sociale, quali forme di organizzazione, quale identità?

Quali prospettive e forme possibili di unità d'azione delle sinistre in Italia? E quali le vie della ricostruzione di un sindacalismo di classe?

 

Che cosa distingue un partito comunista da una generica formazione di sinistra anti-capitalistica?

 

E' possibile ricostruire un movimento comunista e rivoluzionario su scala internazionale? E se sì, su quali basi? Oppure siamo in presenza di un declino ineluttabile della funzione storico-politica dei partiti comunisti, in Europa e nel mondo? 

 

Su queste ed altre brucianti problematiche si interrogano gli autori e chiamano ad una discussione aperta. Che non mancherà. In queste pagine – scrivono  gli autori in conclusione - non ci siamo nascosti né le difficoltà che stanno di fronte a noi, né il tempo che richiederà una ripresa effettiva del movimento comunista in Italia. Non si ricostruisce in un giorno un’organizzazione politica che voglia essere al tempo stesso solida e di massa, definita da un’identità chiara e radicata nei luoghi di lavoro e nel territorio...

Tutto questo non si può fare dall’oggi al domani. Soprattutto se si opera in un contesto culturale e politico avvelenato da un buon trentennio di smantellamento del patrimonio culturale, politico, storico, lessicale del movimento operaio e caratterizzato da un attacco senza precedenti al concetto stesso di agire collettivo. Di questo siamo ben consapevoli.

Non siamo venditori di sogni, né di variopinte e generiche narrazioni all’insegna del nuovismo.             Non crediamo al mito di un nuovo cominciamento, che consideriamo una variante già vista della fuga contemporanea dalla storia. Non coltiviamo questo genere di illusioni, di inganni e autoinganni...

In questo lavoro di ricostruzione, duro quanto necessario, non partiamo da zero.

Partiamo dalla conoscenza della società capitalistica elaborata da Marx e sviluppata dalla tradizione marxista e leninista novecentesca. Partiamo dalle esperienze compiute dal movimento operaio e comunista italiano e internazionale: uno straordinario patrimonio di conquiste e di vicende che rappresenta – inclusi i suoi errori e arretramenti – una delle pagine più importanti nella storia dell’emancipazione dell’umanità.

Partiamo dalle necessità attuali di miliardi di esseri umani che subiscono un sistema economico la cui apparente razionalità e inevitabilità nascondono una profonda irrazionalità e inefficienza, ingiustizie enormi quanto evitabili, e oggi anche il rischio di arrecare danni irreversibili all’ambiente.

Partiamo dalla convinzione che soltanto il controllo sociale della produzione possa porre termine a questa irrazionalità e a queste ingiustizie, che necessariamente caratterizzano il modo di produzione capitalistico. Per noi la parola “comunismo” significa questo processo di liberazione: la conquista di un futuro in cui l’umanità possa essere realmente padrona della propria vita.

Si tratta di un futuro che oggi è non soltanto possibile, ma necessario”.   

 

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