Carla Rina Verbano, 87 anni da
Bologna. Moglie e madre come tante che tutto avrebbe voluto nella vita,
fuorchè il destino che ha vissuto da quel maledetto 22 febbraio di
trentuno anni fa, in quella gelida giornata del 1980.
Carla, non si sarebbe mai immaginata di vedersi cambiare la sua vita,
tre giorni prima del diciannovesimo compleanno di suo figlio Valerio, del
quale non aveva esatto sentore di come fosse coinvolto in politica.
Era quasi l'ultimo periodo di quegli
anni di piombo, iniziati dopo l'autunno caldo e la conseguenziale
strategia della tensione messa in atto da poteri occulti (ma non troppo)
fatti di logge massoniche, servizi deviati, alte sfere degli apparati
militari che avrebbero ben visto instaurarsi in Italia, un regime tipo
quello greco (e successivamente cileno) che avrebbe spazzato via ogni
fastidio di sciopero, di rivendicazione, di tutele sociali a favore di
un clima poliziesco e delatorio che avrebbe portato un nuove ordine, un
nuovo stato.
Le lotte di classe iniziate in fabbrica e poi all'interno delle
Università, delle scuole medie, di ogni posto di lavoro, avevano
maturato coscienza politica in tanti italiani. E se l'allora Partito
Comunista Italiano, aveva raggiunto oltre il 30% dell'elettorato
votante, era proprio grazie ad una coscienza che aveva scoperchiato in
parte, i mali della nazione. Ma, a fianco della sinistra storica ed
istituzionale, c'erano parecchi movimenti definiti extraparlamentari
perchè non presenti all'interno dello schieramento istituzionale. Gruppi
e gruppetti che componevano una miriade di schegge all'interno di una
galassia in perenne movimento e che era la sinistra. Una sinistra che
definiva revisionisti quelli del PCI e che fischiava il sindacalista
Lama durante un comizio a Roma. Una sinistra che si sgretolava anche
al'esterno, formando nuclei militanti che sarebbero sfociati in fochi
rivoluzionari clandestini che avrebbero intrapreso un altro cammino,
meno condivisibile ed irto di violenza, reputata male necessario per
eliminare uno stato borghese ingiusto e schiavo dei padroni.
Valerio Verbano era un militante. Un
attivista. Un compagno. Frequentava Autonomia Operaia quando non andava
al Liceo Archimede, dove studiava. Nel 1980 sono ormai oltre cinque anni
che aveva preso coscienza iniziandosi alla politica proprio nel pieno
delle lotte che infuocarono l'Italia lasciando morti ragazzi che
credevano in un ideale.
Quel ragazzone così simpatico e senza paura, amava lo sport che
praticava sin da piccolo, soprattutto le arti marziali che -nel tempo-
lo avevano dotato di un certo fisico che non poteva aver paura di nulla.
Politica nel Comitato di lotta di Valmelaina (un quartiere ultra
popolare di Roma), la passione per lo sport praticato e poi il calcio,
con quella sua Roma che ancora avrebbe dovuto vedere Falcao ed il
secondo scudetto.
Carla Rina Verbano quel giorno di
febbraio era in casa, insieme al marito. Quasi ora di pranzo, in attesa
di Valerio, quando sente suonare il campanello della porta. Apre e tutto
si trasforma in un incubo senza fine che ancora la scuote ancor oggi.
Tre individui con i volti coperti da passamontagna, entrano di forza
nell'appartamento ed immobilizzano ambedue i genitori di Valerio. Dicono
di stare tranquilli che sono suoi amici e che vogliono solo parlare con
lui. A stonare, però, la violenza, i passamontagna e le pistole con
silenziatore che impugnavano. Verso le 13 e 45 Valerio rientra,
inconsapevole di cosa troverà a casa. Quando entra e si rende conto,
Valerio reagisce. Lui può farlo: è forte, coraggioso e conosce molto
bene il karate. Riesce a disarmare uno dei tre, e lotta con gli altri.
Poi, tenta la fuga ma la stessa è fermata da uno sparo che lo fa
accasciare sul divano, colpito alla schiena proprio come quando sparano
i vigliacchi. Gli aggressori fuggono. I genitori riescono a liberarsi e
chiamano il 113. Valerio, morirà nell'autoambulanza che lo sta
trasportando in ospedale.
Chi era Valerio? Perchè una
aggressione addirittura dentro casa sua in una ora in cui erano presenti
anche i genitori? Questo è quanto recita la pagina a lui dedicata su
Wikipedia:
Valerio Verbano, seguendo una
consuetudine diffusa nella sinistra extraparlamentare, aveva condotto
indagini personali e redatto un fascicolo, poi detto
dossier NAR, nel quale aveva raccolto molte informazioni e
documentazione fotografica sull'estremismo di destra romano (NAR,
Terza Posizione ed ambienti affini), con molti nomi, foto, luoghi di
riunione, amicizie politiche e presunti legami con gli apparati statali.
Il 20
aprile del
1979 Valerio Verbano viene arrestato con l'accusa di fabbricazione
di materiale incendiario: la perquisizione della sua casa porta al
sequestro, oltre che di un'arma da fuoco, anche del materiale
d'inchiesta, come poi viene indicato anche nel verbale. Sempre
nell'aprile del 1979, i documenti che erano stati sequestrati dalla
polizia scompaiono dagli archivi; la scomparsa viene poi denunciata
anche dagli avvocati della famiglia di Valerio il
26 febbraio
1980, che ne conoscevano il contenuto e l'elenco del materiale.
Valerio viene condannato il
22 dicembre 1979. Il 22 febbraio 1980 Valerio Verbano muore
assassinato per mano degli stessi terroristi di cui aveva seguito con
attenzione le gesta e le collusioni con la criminalità organizzata
romana, tra cui anche la
Banda della Magliana. La sparizione dei fascicoli redatti da Valerio
viene definitivamente accertata quando, nell'ottobre del 1980, i
genitori chiedono il dissequestro dei materiali, tra i quali manca
appunto quello che viene definito
dossier NAR. Dell'esistenza di questo "dossier" era a conoscenza
anche un giudice che indagava sull'eversione
nera,
Mario Amato. La documentazione raccolta da Valerio, che era sparita
prima della sua morte dall'ufficio corpi di reato, sarebbe ricomparsa
tra le mani del Giudice
Mario Amato che muore per mano dei
NAR il
23
giugno1980.
Alcuni pentiti dell'estrema destra
rilasciano dichiarazioni in merito all'omicidio Verbano. Nel 1981
Laura Lauricella, compagna di
Egidio Giuliani, personaggio di spicco della destra romana con
numerosi agganci anche negli ambienti di sinistra, nell’ambito
dell'inchiesta sulla
strage di Bologna, racconta di un silenziatore che Giuliani avrebbe
dato all’assassino di Verbano. Lo scambio sarebbe avvenuto al poligono
di
Tor di Quinto a Roma, Giuliani avrebbe costruito quel silenziatore e
lo avrebbe dato a
Roberto Nistri, membro di Terza Posizione. All'epoca dell'omicidio,
però, Nistri era detenuto da più di due mesi, essendo stato arrestato il
14 dicembre 1979, mentre trasferiva un arsenale. Nel 1982
Walter Sordi, ex Terza Posizione ed ex NAR, subito pentitosi dopo
l'arresto, fa nuove rivelazioni sul delitto Verbano riportando le
confidenze di un altro esponente dei NAR,
Pasquale Belsito: "fu Belsito a dirmi che a suo avviso gli autori
dell’omicidio Verbano erano da identificarsi nei fratelli
Claudio e
Stefano Bracci e in
Massimo Carminati".
Angelo Izzo, autore nel 1975
del
Massacro del Circeo e nel 2005 del duplice omicidio di Maria Carmela
Linciano (49 anni) e Valentina Maiorano (14 anni), noto pentito che
rilascia dichiarazioni su quasi tutti i fatti criminosi dell'estremismo
di destra tra la metà degli
anni
settanta e i primi
anni
ottanta, riporta le confidenze di
Luigi Ciavardini: "Luigi Ciavardini mi disse che l’omicidio era da
far risalire a militanti di Terza Posizione, mi disse che il mandante
era sicuramente
Nanni De Angelis. Per quanto riguarda gli esecutori mi disse che
sicuramente si trattava di componenti del gruppo capeggiati da
Fabrizio Zani; solo un pasticcione come Zani poteva perdere la
pistola durante la colluttazione con Verbano". Tutte le precedenti
dichiarazioni non trovano riscontri oggettivi e gli indiziati vengono
tutti assolti, l'omicidio risulta quindi impunito.
Nel febbraio del
2011 la
Procura della Repubblica di Roma ha dichiarato la riapertura delle le
indagini.
Morale? Una verità seppellita da
connivenze, come molte altre delle quali si attende solo il trascorrere
del tempo per essere dimenticata da tutti.
Ma la mamma di Valerio non può dimenticare e non dimentica. Da quel
febbraio 1980, vive solo per sapere chi e perchè uccisero suo figlio.
Siporcuba, ha intervistato la
signora Carla Rina Verbano che, con dolcezza e determinazione, ha
risposto così alle nostre domande.
SXC: LEI E' LA MAMMA DI VALERIO
VERBANO, ASSASSINATO DAI FASCISTI DURANTE GLI ANNI DI PIOMBO. SECONDO
LEI, E' STATO FATTO TUTTO PER SCOPRIRE I COLPEVOLI? CARLA: Sono state svolte indagini
molto superficiali che non hanno portato a nessun risultato,segno
evidente che non è stato fatto tutto il possibile.
SXC: COSA SI SAREBBE POTUTO FARE? E COME SPIEGA GLI ERRORI
COMMESSI DURANTE L'INDAGINE? CARLA: Prima di tutto si poteva
fare la prova del DNA sui passamontagna che Valerio aveva tolto a due
degli assassini ma quando 3 anni fa chiesi di farlo, mi fu risposto che
erano stati bruciati su ordine del Giudice D'Angelo perchè occupavano
spazio,ridicola scusa secondo me.
SXC: VALERIO: UN MILITANTE SENZA PAURA CHE LOTTAVA IN UN PERIODO
DIFFICILE. A QUEI TEMPI, SI ERA RESA CONTO DEI PERICOLI CHE CORREVA SUO
FIGLIO? CARLA:Mio marito ed io non
conoscevamo l'attività politica di nostro figlio,abbiamo scoperto in
parte dopo il suo arresto e poi tutto dopo la sua morte.
SXC: QUALCUNO HA MESSO IN GIRO LA VOCE CHE VALERIO AVEVA AVUTO
DEI CONTRASTI ANCHE CON DEI COMPAGNI. REALMENTE A QUEL TEMPO, NON ERA
RARO CHE SI LITIGASSE ALL'INTERNO DEI VARI GRUPPI DELLA SINISTRA
EXTRAPARLAMENTARE. COSA NE PENSA DI QUESTA STORIA? CARLA:Non so assolutamente
niente dei contrasti con i compagni. Ripeto che non ero al corrente dei
rapporti di Valerio prima di prenderne coscienza.
SXC: PRIMA DELL'ASSASSINIO DI VALERIO, QUALI ERANO LE SUE
CONVINZIONI POLITICHE? E DOPO, COSA CAMBIO' IN LEI E SUO MARITO? CARLA: Mio marito era iscritto
al partito comunista fin da giovane, io non mi interessavo minimamente
di politica. Ovvio che dopo quanto è accaduto, ho iniziato minimamente
ad occuparmene in memoria di Valerio.
SXC: IMMEDIATAMENTE DOPO
L'OMICIDIO, QUALI FORZE POLITICHE HA AVUTO AL SUO FIANCO NELLA BATTAGLIA
PER OTTENERE GIUSTIZIA? CI SONO STATI MOMENTI DI SOLIDARIETA'? E DA CHI? CARLA: Dopo la morte di Valerio
solo il sindaco Petroselli ci invitò dopo pochi giorni dalla morte a
Piazza Sempione per parlare della violenza assurda che c'era in quel
periodo parlò mio marito,poi in occasione della ricorrenza delle fosse
Ardeatine ci invitò e ci venne a prendere per partecipare e presentarci
al presidente Pertini. Che delusione! quando il sindaco si avvicinò a
lui e gli disse : vorrei presentarle i genitori Verbano, Pertini li
diede una manata sul braccio si voltò dall'altra parte e se ne andò. Mio
marito ammirava Pertini e gli vidi scendere una lacrima per l'affronto
subito. Da quel momento ho odiato Pertini, guai a veder soffrire mio
marito che adoravo.
SXC: DOPO LA SCOMPARSA DI VALERIO DA CHI SI E' SENTITA TRADITA? CARLA:Nessuna istituzione è
stata vicino a noi; nessuno ci mandò uno psicologo o qualcuno per vedere
come stavamo: silenzio assoluto dal 1980 fino al 2005.
SXC: IN TUTTI QUESTI LUNGHI ANNI DI BATTAGLIE HA CONOSCIUTO MOLTA
GENTE. CI SONO PERSONE CHE, PIU' DELLE ALTRE, HANNO CONTRIBUITO A DARLE
FORZA PER CONTINUARE A LOTTARE PER LA GIUSTIZIA? E VEDENDO IL TEMPO
SCIVOLARE VIA E L'APPIATTIRSI DEGLI IDEALI PER I QUALI HA VISSUTO E
MORTO VALERIO, QUALE SENSAZIONE VIVE NEL PRESENTE DOVE SONO SCOMPARSI
GLI IDEALI E LE SPERANZE? CARLA:Una sera (mio marito morì
nel 1988) mi telefonò un giornalista dell'Ansa per sapere cosa ne
pensavo dei genitori dei fratelli Mattei che volevano sapere chi aveva
ucciso i loro figli e risposi che erano nel pieno diritto e che avrei
voluto sapere anch'io chi aveva ucciso Valerio. Da quel giorno
cominciarono a telefonarmi tantissime TV; la prima fu Porta a Porta di
Vespa che m'invitò per raccontare la storia. Non sono mai andata
in nessuno studio televisivo. Loro mi mandavano a casa i giornalisti per
le interviste, e ancora al giorno d'oggi, ne rilascio. L'ultima è
stata a Chi l'ha visto pochi giorni fa. A volte vado nelle scuole
e nei centri sociali dove posso, per non far dimenticare mio
figlio e la sua uccisione avvenuta in modo vigliacco.
Valerio come i giovani di sinistra di quel periodo avevano degli ideali,
volevano la libertà volevano cambiare il mondo, ma purtroppo sono stati
messi a tacere, e ora in che mondo ci troviamo? pessimo! Ho conosciuto
vari personaggi politici e di moltissimi ho un bel ricordo come
dell'Assessore della Provincia Smeriglio, del Presidente Zingaretti , di
Walter Veltroni e poi di alcuni giornalisti della TV specie di Tele Roma
56 Francesco Albanese e di Claudia giornalista di Chi l'ha visto. Vicino
a me ho avuto solo le compagne e i compagni di Valerio che ancora oggi
vengono a trovarmi tra cui la sua ragazza di quel tempo (lei aveva 14
anni) e che oggi è la mia più cara amica. Al giorno d'oggi giovani con
ideali come avevano i giovani in quel periodo, non ci sono più, e tutto
quello che aveva fatto Valerio e altri come lui è andato perso.
SXC: CREDE CHE SI SAPRA' MAI LA VERITA' SUGLI ASSASSINI E SUL
PERCHE' UCCISERO VALERIO? CARLA:Al momento c'è il
magistrato Armeni e il tenente colonnello dei Ros il capitano Catalano
che stanno indagando. Ed hanno trovato su un paio di occhiali
dimenticati dagli assassini,il DNA e ora devono fare la comparazione con
i DNA che hanno. Spero in un buon risultato e che possa finalmente
conoscere il nome degli assassini di mio figlio. Sono già molto anziana
ma non mi do per vinta e continuo la lotta per la verità. Nnel 2010 ho
scritto un libro che, a detta di centinaia e centinaia di persone sia
molto bello. "SIA FOLGORANTE LA FINE" edito da RIZZOLI e speriamo che
sia veramente folgorante.
SXC: CHI CONTINUERA' LA LOTTA PER LA GIUSTIZIA? CARLA:Quando non ci sarò più saranno i compagni a proseguire
la mia battaglia.
Per non dimenticare Valerio
Verbano e tutti i compagni ammazzati sulla strada dell'ideale
In un giorno
di febbraio deglianni di
piombo, Valerio muoreassassinato in casa sua. Sua
madre cerca ancora la verità.
E` il 22
febbraio 1980. Valerio, diciannove anni, viene ucciso con un colpo
di pistola alla nuca nella sua casa di Monte Sacro a Roma. I
genitori sono nella stanza accanto, legati e imbavagliati. Dopo
svariati tentativi di depistaggio l’assassinio è rivendicato dai
Nuclei armati rivoluzionari, un’organizzazione neofascista, ma gli
esecutori non saranno mai identificati. Chi era Valerio Verbano?
Perché è stato ucciso? Vicino all’area dell’Autonomia operaia,
stava raccogliendo un dossier sui collegamenti tra alcuni gruppi
dell’estrema destra e settori della malavita cittadina, incluse
vicinanze e coperture degli apparati statali. Il materiale,
sequestrato durante una perquisizione, scompare dagli archivi alla
morte del ragazzo. Ricompare sotto gli occhi del giudice Mario
Amato, responsabile dell’indagine, che poche settimane dopo muore
in un agguato. Alcune prove smarrite e altre, inspiegabilmente,
distrutte; infine l’inchiesta si arena in un fascicolo denominato
“atti contro ignoti”. Del dossier Verbano non si è più saputo
nulla. Intanto la mamma di Valerio, dallo stesso salotto in cui si
svolse la tragedia, continua a chiedere giustizia: non solo per
sé, ma per tutte le famiglie devastate dalle raffiche degli anni
di piombo. Carla a sessant’anni ha imparato a sparare, a ottanta a
navigare in Internet; ha incontrato poliziotti, carcerati, ex
terroristi, e non rinuncia a inseguire il colpevole. Oggi racconta
quel giorno di trent’anni fa, il fuoco incrociato di un quartiere
in preda alla guerra civile, la sua indagine sui retroscena di un
delitto impunito: è una storia di dolore e di coraggio, uno
sguardo rivelatore sui misteri di un’epoca oscura. E un messaggio
per l’assassino che un giorno, lei lo sa, verrà a bussare alla sua
porta.
Autore: Alessandro
Capponi, Rina Carla Verbano Zappelli Titolo: Sia
folgorante la fine Editore: RIZZOLI Collana: PRIMA
PERSONA Pagine: 210 Prezzo: 15,00 euro
Anno prima edizione: 2010 ISBN: 17038447