Dicono che la tortura è efficace
EDUARDO GALEANO
Ciò che più angoscia è constatare che
nel mondo una parte crescente dell'opinione pubblica applaude la
tortura, o almeno la accetta.
Dicono che la tortura è efficace. Però
si sa bene, dai tempi della Santa Inquisizione, che le confessioni del
torturato non sono credibili, perché
il dolore gli fa dire ciò che il
torturatore desidera. Uno dei casi più recenti e rivelatori è stata la
confessione di un capo di al Qaeda, Ibn al Shaykh al-Libi, che sotto
tortura confessò che Saddam Hussein stava addestrando la sua
organizzazione con armi chimiche e biologiche, ed aiutò così Colin
Powell a commettere la più grande gaffe della sua carriera nel discorso
con cui annunciava l'invasione dell'Iraq.
Dicono che la tortura è efficace. Però
è stata applicata massicciamente a centinaia di migliaia di persone in
Algeria, Vietnam, America Latina, e non ha impedito né la sconfitta del
potere coloniale francese, né l'umiliazione del potere imperiale
nordamericano, né la caduta delle dittature militari latinoamericane.
Dicono che la tortura è efficace. Però
in Iraq Abu Ghraib è servito solo a mettere in tutta la sua luce e a
dimostrare senza ombra di dubbio il terrorismo degli invasori.
Nelle sale dove si tortura un sistema
che pratica il crimine per spogliare paesi si toglie la maschera. I
burocrati del dolore, soldati e polizie, sono solo strumenti di un
potere che ha bisogno della tortura per assicurarsi ed estendere i suoi
confini.
Nulla di anormale: un sistema
atrocemente ingiusto utilizza metodi atroci per durare. Nulla di
anormale che i padroni del mondo non solo pratichino la tortura, ma ne
predichino la qualità, «mezzo alternativo di coercizione», «tecnica
intensiva di interrogatorio», o «tattica di pressione ed intimidazione».
Ciò che ci angoscia è constatare che nel mondo una parte crescente della
pubblica opinione applaude la tortura, o almeno la accetta, quando si
applica a presunti terroristi che rifiutano di dire ciò che sanno o
contro possibili delinquenti che minacciano la sicurezza.
Ci sembra scandaloso che questo orrore
venga ammesso come pratica corrente e che i mass-media più influenti ne
facciano propaganda sempre più apertamente.
È per noi inammissibile la crescente
impunità dei torturatori, protetti dagli accordi di immunità che il
governo degli Stati uniti impone per mettere i suoi agenti e militari
fuori dalla competenza di qualsiasi giustizia, locale o universale.
Crediamo sia urgente dire ad alta voce
che mentono coloro che dicono che a tortura protegge la popolazione
civile. Questa macchina che si nutre di carne umana non agisce per
mettere gli innocenti al riparo dalle minacce in agguato perché in
qualsiasi momento, con i suoi trattamenti feroci, può trasformarli in
colpevoli.
Non serve per proteggere ma per
terrorizzare la popolazione. Non serve per ottenere informazioni: si
pratica per prevenire ribellioni, per castigare eresie, per umiliare
dignità e seminare la paura.